Israele e salvezza per Grazia

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Israel75
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Israel75 »

Ti ho risposto ma te non accetti le scritture
Evitiamo questo toni... pls- :-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
Luigi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Luigi »

mimymattio ha scritto:Scusa Luigi ma forse ignoro ciò che non comprendo. Esclusi i vangeli, dove è scritto che i giudei devono credere in Gesù (o comunque nella figura del Messia) per essere salvati (o, come esprimi tu, "riconciliati col Padre")? Isaia 35 cosa c'entra in tutto ciò?
Ciao Mimy
Scusa ma mi sorprende questo tuo post :-)
Ti ho citato gli Atti e le lettere di Paolo, dove si legge che anche ai Giudei...,Pietro Paolo...,annunciano Cristo e la fede in Lui per la salvezza, e dopo che si ravvedono ,sono battezzati; più chiaro di così...
Poi se non lo hai letto nelle scritture, Dio li ha rigettati, poichè hanno rotto il Suo Patto, e con la venuta del Figlio Suo, ne ha concluso un Nuovo Patto. "Ebrei 8, 1-13; Geremia 31-34"
Buona giornata :-)
France
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da France »

Ciao mimymattio. Molto interessante cio' che dici, nel Tanach credo si parla del Messiah che deve ristabilire il regno d’Israele e ricostruire il Tempio, anche se in un altro passo dice che "e’ troppo poco" ed anche “ti faro’ luce delle nazioni”.

Penso che nell’era Messianica ci sara' la redenzione dell’umanita’ tutta, e del creato che sara’ riportato alle condizioni originali prima della caduta di Adamo.
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Io credo che quando si parla di “fede” e di “credere” in Yeshùa si è condizionati da una visione distorta, in cui la fede è “confessione di fede” e “conversione”, piuttosto che “operare secondo i suoi insegnamenti”. Yeshùa disse: “Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama” (Gv 14:21). Si tratta di osservare ciò che lui ha insegnato, per poter dire di credere in lui; la vera fede di cui parla Yeshùa non è un rito, una conversione ad una religione. Credere in Yeshùa significa fare nostri i suoi insegnamenti e metterli in pratica, per cui chi dichiara “io credo che Yeshùa sia il Messia” ma non vive secondo ciò che lui ha insegnato, è meno “credente” di colui che dice “io non so se Yeshùa sia il Messia” ma vive secondo ciò che lui ha insegnato. Dio guarda i fatti, non le vane parole.

Il grande merito di Yeshùa, a mio parere, consiste nell'aver avvicinato a Dio milioni di persone che altrimenti sarebbero rimasti tagliati fuori. Facendo ciò, lui ha adempiuto perfettamente le profezie che annunciavano il ritrovamento delle pecore perdute della Casa di Israele. È interessante notare come la Scrittura affermi che il ritorno delle pecore (che sono disperse, dunque introvabili) è garantito da Dio, non dallo sforzo umano attuabile tramite l'adesione ad una religione o a uno stile di vita religioso. Queste pecore, ritrovano la via verso l'ovile non grazie ad una conversione ad una religione (il cristianesimo) o ad uno stile di vita religioso (il giudaismo), ma attraverso un cambiamento interiore profondo che le avvicina all'unico Dio, le rende conformi a Lui. Yeshùa opera quella “rinascita in spirito” necessaria ad ogni uomo per poter essere “figlio di Dio”, ossia vicino e simile a Dio: “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio” (Gv 3:3). Per questo motivo, il suo insegnamento vale sia per gli stranieri che per i giudei e dunque per ogni essere umano. Essere cristiani o giudei non giova a nulla; “ciò che conta è l'osservanza dei comandamenti di Dio” (1Cor 7:19) e Yeshùa rivela nel profondo in cosa consista “osservare i comandamenti di Dio”: amore assoluto e incondizionato, in ogni aspetto della vita, comprendere che gli esseri umani sono uno.

Naturalmente, il “giusto”, ossia colui che già vive secondo la volontà di Dio, non ha bisogno di alcuna rinascita, poiché è già giusto; ecco perché Yeshùa disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori” (Mr 2:17).
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Ciò che insegna è contenuto nella Torah, ma un discorso è praticare dei riti e obbedire “sulla carta”, un altro è obbedire veramente. Se l'uomo ha la Torah, perché pratica ancora la guerra, la divisione, la discriminazione? La Torah insegna agli israeliti ad amare il prossimo (il vicino) come se stessi, e tale insegnamento è valido per tutti. Nessuno potrebbe mai far guerra contro se stesso, dunque nessuno dovrebbe far guerra verso il prossimo per prevaricarlo; prevaricare il prossimo significa prevaricare se stessi. Ma chi, oggi, può dire di mettere in pratica alla perfezione questa mitzvà?

Adesso, riflettiamo su Yeshùa e chiediamoci: in che modo lui mise in pratica e insegnò il comandamento “ama il tuo prossimo come te stesso”? In che modo lui ha mostrato e insegnato in cosa consiste questa rinascita in spirito di cui parlava e di cui parla il profeta? (Ez 11:17-20). Un indizio: “Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici.” (Gv 15:13).
Luigi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Luigi »

Per restare in Tema, è chiaramente scritto che Israele e Giuda, hanno rotto il Primo Patto con Dio "Ebrei 8, 8- 13",e che in Cristo vi è un Nuovo Patto e che alla pentecoste ,Pietro esorta i Giudei "Atti 2, 5-8, 37-41"a ravvedersi, dove ravvedutosi furono battezzati, dove si aggiungevano alla chiesa dei salvati "Atti 2, 46-47".
Stesso messaggio di salvezza per essi , esposto da Paolo in Galati 2, 15...
Circa ,se è riportato nel Tanac, una salvezza per Grazia "per essi", è sicuramente soggetto di altra discussione ,e ne possiamo argomentare; ma quì è OT, come anche altro.

Naturalmente, il “giusto”, ossia colui che già vive secondo la volontà di Dio, non ha bisogno di alcuna rinascita, poiché è già giusto; ecco perché Yeshùa disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori” (Mr 2:17).
Antonio, replico solo a tale OT, poichè necessario.
Non vi sono giusti, e non vi è contraddizione, loro credevano di essere giusti, ma per Dio , tutti hanno peccato; nessuno è giusto neppure ; nemmeno Israele e Giuda , che hanno rotto il Patto, e per la loro salvezza viene il Figlio di Dio a salvare il Suo popolo "Matteo 1, 21";ecco perchè LUI è Il Salvatore del mondo " e non di una parte".
Alla Sua venuta ,tutti erano nelle tenebre "Gv.1,5; Matteo 4, 12-16"16 il popolo immerso nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte
una luce si è levata.

Non vi sono giusti poichè, per Lo Spirito è scritto che, Non vi è alcun giusto ,neppure uno; tutti hanno peccato e sono privi della Gloria di Dio "Romani 3,Non c'è nessun giusto, nemmeno uno,
11 non c'è sapiente, non c'è chi cerchi Dio!
12 Tutti hanno traviato e si son pervertiti;
Chiuso OT
Ciao
Ultima modifica di Luigi il domenica 25 novembre 2018, 12:43, modificato 1 volta in totale.
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Si tratta di un insegnamento che definisce l'amore assoluto. Se uno dice di amare un altro ma non è disposto a morire per lui, non lo ama come se stesso, ma meno di se stesso. ;)

L'amore assoluto non contempla i "se" e i "ma", altrimenti non è assoluto. E questo è l'amore di Dio, che Dio chiede. Ci arriveremo, chi prima chi dopo.
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Non hai capito. Non sta dicendo che bisogna morire per il prossimo, ma che bisogna riuscire ad amare di quell'amore che è espresso dal comandamento “ama il tuo prossimo come te stesso”. Se tu ami il prossimo come te stesso, significa che il valore che dai alla vita del prossimo è lo stesso del valore che dai alla tua; se tu dai alla tua vita un valore superiore di quella del prossimo, per qualunque motivo, tu ami te stesso prima del prossimo. Si tratta di un insegnamento.
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Luigi, è vero ciò che dici, ossia che nessun uomo è giusto. Ma nella Bibbia troverai molti uomini che sono chiamati giusti. Perché? Si tratta di differenziare tra il concetto di giustizia in senso assoluto — per cui solo Dio è Giusto — e quello di giustizia di comportamento, per cui chi si comporta secondo il volere di Dio è un giusto. Yeshùa dice di non essere venuto ad insegnare a comportarsi secondo giustizia a chi già lo fa, ma di essere venuto ad insegnare a chi non lo fa.
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Ora mi è più chiaro, ma non capisco il collegamento che hai fatto in precedenza con Yeshùa.
Yeshùa opera su di sè ed insegna ad attuare quella “rinascita in spirito” necessaria ad ogni uomo per poter essere “figlio di Dio”, ossia vicino e simile a Dio: “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio” (Gv 3:3). Senza questa rinascita interiore, non conta essere giudei o non giudei, perché Dio non fa distinzioni e guarda nel cuore del singolo. La somiglianza con Dio — e dunque l'adempimento della Sua volontà — si attua solo attraverso il raggiungimento dell'amore assoluto e incondizionato, che è espresso dalla formula “ama il tuo prossimo come te stesso”, che Yeshùa insegna anche attraverso un altro insegnamento: “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.” (Mt 7:12). Chi fa questo veramente, adempie veramente la legge di Dio, ossia la Sua volontà e può dire di essere nato di nuovo come un “figlio di Dio”. Si tratta di un cambiamento interiore profondo, non dell'adesione ad una religione o ad una categoria. Il regno di Dio è dentro ogni uomo, e solo chi “rinasce in spirito” lo può trovare e può entrarvi.

Fu domandato a Rabbi Hillel (maestro della Torah nel periodo dell’infanzia di Yeshua) come si poteva riassumere l’osservanza dei comandamenti della Torah, e Rabbi Hillel rispose: “Ama Elohim con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutta la tua anima, e con tutte le tue forze, ed ama il tuo prossimo come te stesso. Tutto il resto è Midrash”. Yeshùa fu interrogato da uno scriba: “«Qual è il più importante di tutti i comandamenti?» Yeshùa rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l'unico Signore. Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua". Il secondo è questo: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Non c'è nessun altro comandamento maggiore di questi».” (Mr 12:28-31).
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