Israele e salvezza per Grazia

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Gianni
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Gianni »

Caro luigi, i molti passi che citi vanno analizzati per bene e nel loro contesto (anche geografico), lasciando parlare tutta la Scrittura nel suo insieme.
amos74
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da amos74 »

Ciao Antonio, tu hai scritto:

"Per quanto riguarda At 1:6-9, i discepoli chiedono se in quel tempo (ἐν τῷ χρόνῳ τούτῳ), ossia nel loro tempo presente, avesse ristabilito il regno a Israele (τὴν βασιλείαν τῷ Ἰσραήλ); se avessero fatto riferimento al regno delle due case riunite, la casa di Israele in quel tempo avrebbe dovuto essere stata già ricostituita. Ma la casa di Israele non esisteva, dunque come potevano alludere alle due case riunite?"

Il punto è proprio questo: a Gesù non viene chiesto se abbia già ristabilito il regno, ma se si stia accingendo a farlo, quindi è logico che nel momento in cui viene posta la domanda questo regno non fosse ancora stato ristabilito.Gesù risponde che a loro non è dato sapere il tempo per questa restaurazione.Ma qual è storicamente il regno ebraico per eccellenza secondo il Tanakh?Non è forse il Regno di Davide ,che riuscì secondo le Scritture a riunificare i regni di Giuda ed Israele? E Gesù,figlio di Davide, non è chiamato a rinnovare questi antichi fasti? Opinione personale.... :-) :-) :-)
Luigi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Luigi »

Caro luigi, i molti passi che citi vanno analizzati per bene e nel loro contesto (anche geografico), lasciando parlare tutta la Scrittura nel suo insieme.
Caro Gianni, anche analizzando più attentamente i passi riportati come scrivi,"specie Matteo 3...", resta di Fastto ,che il Battista predicava il ravvedimento a Gerusalemme e tutto Giuda , e ciò è inconfutabile. ;)
Caro Mimy, resta che il primo Patto "secondo Geremia 31,...",Israele e Giuda lo hanno violato e Dio li ha rigettati....; quindi secondo Matteo 3,..avevano da ravvedersi, sennò il battista non avrebbe loro predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati, per logica .
Sennò si dovrebbe spiegare il perchè della predicazione del Battista a Gerusalemme e a tutta Giuda.
ciao
Ultima modifica di Luigi il mercoledì 28 novembre 2018, 9:10, modificato 1 volta in totale.
amos74
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da amos74 »

Antonio,

Aggiungo Luca 1,26-33

26 Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

"Trono di Davide" = Regno di Davide (regni di Israele e Giuda riunificati)
"Casa di Giacobbe": tutte e 12 le tribù, di cui questo patriarca è il capostipite attraverso i suoi 12 figli, tra i quali appunto vi è anche Giuda, padre dell'omonima tribù.
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Mattia, ciao Amos. Rispondo in ordine.
Ma è la Bibbia stessa a presentare l'idea del redentore non da subito personificata, bensì come un'era di pace.
L'era di pace, il profeta, il re davidico, sono tutte figure legate alla salvezza nel mondo a venire. Che sia un'epoca o un uomo, ciò che conta è cosa realizza. Salomone non è stato forse un Messia di Israele? E Davide? E la recente restituzione della terra agli ebrei non è forse un evento legato agli ultimi tempi? Tuttavia, il termine mashiach definisce un unto, un re o un sacerdote, o i patriarchi (Sl 105:15: 1Cr 16:22), non un periodo storico. Nella letteratura talmudica, il titolo di Melech haMoshiach è riservato al re Messia che redimerà Israele negli ultimi giorni. Yeshùa, e nessun altro, ha ricondotto a Dio molti che vivevano nelle tenebre, adempiendo le profezie sulla casa di Israele (non quelle su Giuda) dispersa tra le nazioni. Questa non è un'interpretazione, ma una verità storica. Come dicevo, non è un caso che abbia iniziato a predicare in Galilea, che i suoi discepoli e i 120 della Pentecoste fossero tutti galilei e che gli apostoli abbiano predicato in Giudea, in Samaria e tra le nazioni dove erano disperse le tribù perdute.

Secondo molti, l'era messianica è già iniziata in Israele, ma la casa di Israele dov'è? Se il Messia è un periodo storico, già iniziato, le due case dovrebbero essere riunite. Finché non sono riunite, non ci sarà alcun regno messianico.
Per il Tanàch la non fede nella figura del Messia non è indispensabile per la "salvezza" (o posto nel mondo a venire), per il nuovo testamento invece sì
A me pare che in tutta la Scrittura ciò che è indispensabile per la salvezza è proprio “credere”; non solo nel Messia, ma nella Torah, nei profeti, in Mosè, e naturalmente in Hashem. Il dodicesimo principio di fede giudaica di Maimonide recita: “Credo con fede assoluta nella venuta del Messia e, anche se dovesse tardare, pur tuttavia attendo ogni giorno la sua venuta.”. Ora, se questo Messia è un uomo, è necessario “credere” in lui — nella sua messianicità — oppure no? In Mishne Torah Maimonide afferma che “chi non crede in lui o chi non attende la sua venuta, nega non solo i profeti, ma anche la Torà e Mosè il nostro Maestro”. Quando i giudei riconosceranno il Messia, dovranno necessariamente “credere” in lui, nella sua autorità e nel suo insegnamento, e obbedirgli, per far parte del mondo a venire. Ma cosa significa “credere” nel Messia, nel re o nel sacerdote? Un ebreo forse non “crede” in Moshe? O nella Torah? Non si tratta di adorazione idolatrica. Quando Yeshùa afferma che è necessario credere in lui per essere salvati, non si sta certo presentando come una divinità. Infatti, dice: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”, e “chi crede in me ha vita eterna”; dunque, giustapponendo questi due versetti, si capisce che “credere” in Yeshùa significa fare la volontà di Dio, ossia obbedire ai comandamenti. Allo stesso modo, per gli ebrei osservanti, è necessario credere nel re di Israele, in Mosè, nella Torah, etc., per avere la vita eterna, ossia parte nel mondo a venire.

“Credere”, in fin dei conti, è una scelta, non un obbligo. Chi “ha creduto” in Yeshùa è ritornato a Dio. E quale uomo può riconciliare milioni di stranieri con Dio, se non il Messia della casa di Israele?
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Amos.
Ma qual è storicamente il regno ebraico per eccellenza secondo il Tanakh? Non è forse il Regno di Davide, che riuscì secondo le Scritture a riunificare i regni di Giuda ed Israele? E Gesù,figlio di Davide, non è chiamato a rinnovare questi antichi fasti?
Al tempo di Davide esistevano ancora due regni da riunificare, ma al tempo di Yeshùa il regno di Israele era fisicamente scomparso per sempre. Il figlio di Davide viene per regnare, ma le due case devono essere riunite, altrimenti niente regno davidico (e come rigenerare un popolo ormai scomparso?). Yeshùa non dice mai di essere venuto per regnare su Giuda e Israele, ma solo “per le pecore perdute della casa di Israele”, ossia per ritrovarle, visto che erano disperse. Se dice questo, significa che non è venuto come Mashiach ben David, ti pare? Però, applica a se stesso Dn 7:13 come evento futuro, e i Vangeli lo presentano come figlio di Davide (giustamente mi citi i versetti), anche e soprattutto in virtù della risurrezione, dunque non resta che aspettare... Intanto, nell'arco di due millenni, io credo che le pecore siano state state raccolte e la raccolta continua... :-)
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Capisco, Mattia, ma nel passato si sono sbagliati clamorosamente varie volte (Yeshùa lo disse di stare accorti...), con risultati anche disastrosi, e continuano a sbagliarsi (penso ai chassidici Lubavitch), dunque non mi pare che i parametri di giudizio siano del tutto infallibili. Per loro sarà "chiarissimo" perché sarà discendente di Davide, ricostruirà il tempio e riunirà Giuda e Israele. Io credo che sarà chiarissimo perché verrà in gloria, non per il tempio etc. Ma poi siamo sicuri che sia possibile stabilire la discendenza di un uomo fino a Davide? E non basta far tornare gli ebrei della diaspora nella terra come stanno facendo per ricostituire la casa di Israele e adempiere Is 11:12, poiché quegli ebrei non sono la casa di Israele, che è dispersa e mescolata con altri popoli da millenni.
Luigi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Luigi »

Luigi, quando e come Israele e Giuda hanno violato il patto? E cosa c'entra Gesù in tutto questo?

Quando Geremia scrive, il patto è già violato...
Vedi Mimy, poni sempre le stesse e anche più domande ,non accettando le scritture, poichè non provi a confutarle e mi spiace.
Sono risposte già date, "Geremia 31, 31; Ebrei 8, 1-13"e non capisco il senso di riproporle.
Gesù è il Salvatore del Mondo e l'invito al ravvedimento inizia da Giuda...


Troppe scritture sono state ignorate e non confutate; si prenda quelle di Giacomo, Pietro che scrivono alle 12 tribù di Israele "Giudei compresi";si vedano quelle di Matteo 3 ..,dove Il Battista ,annuncia il ravvedimento a Gerusalemme e tutta la Giudea, inoltre vi la lettera di Paolo che scrive agli Ebrei, "ai Corinti" ed anche a essi predica la salvezza in Cristo, dove scrive che :, 4 poiché è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati.
Infatti ancora scrive: 8 Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrificio né offerta né olocausti né sacrifici per il peccato, che sono offerti secondo la legge», 9 egli aggiunge: «Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà». Egli toglie il primo, per stabilire il secondo. 10 Per mezzo di questa volontà, noi "gli Ebrei, le 12 tribù a cui scrive Paolo" siamo santificati mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.

Mentre il testo è colmo di scritture che a partire dalla predicazione del Battista, israele e Giuda sono chiamati a ravvedersi.
Poichè rotto il primo Patto per la disubbidienza, vi è un Nuovo Patto "quello in Cristo", interviene anche un nuovo Sacerdozio, "dove EGLI può salvare ,chi mediante Lui si accosta a Dio"e un cambiamento di Legge "Ebrei 7,11-19"
Troppe scritture sono state ignorate, per supportare un solo verso "Matteo 9,9-13"
ciao
Ultima modifica di Luigi il mercoledì 28 novembre 2018, 9:23, modificato 1 volta in totale.
Luigi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Luigi »

Ciao Mimy
Non è scritto che "al futuro" romperanno il Patto, ma che hanno rotto il Patto " al presente", e per ciò Dio li ha rigettati.
Poi da quanto leggo, appare che le scritture neotestamentarie non fanno testo per te,poichè non dai alcun assenso.
ciao
amos74
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da amos74 »

Ciao Antonio,

Rispetto ed apprezzo la tua interpretazione, ma pongo nuovamente il quesito precedentemente espresso: se Gesù è chiamato a svolgere la sua funzione nei confronti della Casa di Israele intesa in senso tale da escludere la casa di Giuda, come spieghi il brano di Luca 1,33, dove vi è scritto che Gesù “regnerà per sempre sulla casa di GIACOBBE”? Nota bene, l’evangelista usa il primo nome di questo patriarca e non il suo secondo nome Israele, datogli come è noto a seguito della lotta narrata in Genesi 32;25-31;pertanto,non possono esservi dubbi sul riferimento al padre dei 12 figli da cui sono nate le 12 tribù ,COMPRESA QUELLA DI GIUDA , nata dal suo quarto figlio, l’omonimo Giuda. Io ho l’impressione che il senso dell’espressione “casa d’Israele” che Gesù utilizza nel vangelo sia appunto sinonimo di “casa di Giacobbe”, quindi inclusiva di TUTTE le tribù.

Matteo 19:28
E Gesù disse loro: «Io vi dico in verità che nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, anche voi, che mi avete seguito, sarete seduti su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele”.

Qui si parla esplicitamente delle 12 tribù, quindi ANCHE di quella di Giuda.

Ed ancora :

"Gesù ordinò ai Dodici: non andate tra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani. Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'Israele." (Matteo 10,5-6).

In questo passo Gesù NON dice agli apostoli di evitare l’incontro con gli abitanti della Giudea, ma ingiunge loro di non rivolgersi ai pagani ed ai Samaritani, con i quali gli altri Ebrei non avevano rapporti a causa del noto scisma, considerandoli dei mezzi-pagani.. A me sembra che l’inciso si riferisca proprio ad un volontà di limitare tale predicazione alla citata “casa di Giacobbe” (Giacobbe si chiama anche Israele, ricordiamolo di nuovo), ”casa di Giuda” compresa.

In merito poi al significato dell’espressione “pecore perdute” ti ricordo la celebre parabola della “pecorella smarrita”, in cui tale epiteto indica chiaramente il peccatore, in linea con quello che Gesù insegna: “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Ora, i peccatori si trovavano certamente anche nella tribù di Giuda, a meno di ritenere che Gesù considerasse giusti tutti gli appartenenti a questa tribù …
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