Israele e salvezza per Grazia

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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Luigi, la profezia divina sul ritorno di tutta Israele a Dio inizia in Dt 29:1,2:

“Queste sono le parole del patto che l'Eterno comandò a Mosè di fare con i figli d'Israele nel paese di Moab, oltre il patto che aveva fatto con essi al monte Horeb. Mosè convocò dunque tutto Israele e disse loro:...”

Nota che Mosè si rivolge a tutto Israele, non ai “cristiani” ossia ai gentili, che non fanno parte di questo patto, non costituendo parte di Israele. Poi dice:

“Oggi tutti voi state davanti all'Eterno, il vostro Dio: i vostri capi, le vostre tribù, i vostri anziani, i vostri ufficiali, tutti gli uomini d'Israele, i vostri bambini, le vostre mogli e lo straniero che è in mezzo al tuo accampamento...” (vv. 10,11).

“Io faccio questo patto e questo giuramento non soltanto con voi, ma anche con quelli che stanno qui oggi con noi davanti all'Eterno, il nostro Dio, e con quelli che oggi non sono qui con noi. (Poiché voi sapete che abbiamo dimorato nel paese d'Egitto e che siamo passati in mezzo alle nazioni, che avete attraversato; e avete visto le loro abominazioni e gl'idoli di legno, di pietra, d'argento e d'oro, che sono in mezzo a loro).” (vv. 14-17).

Chi erano quelle persone che stavano con Israele davanti a Dio? Ce lo dice Es 12:37,38:

“I figli d'Israele partirono da Ramses per Sukkoth, in numero di circa seicentomila uomini a piedi, senza contare i fanciulli. E con loro salì pure un gran miscuglio di gente, assieme a greggi ed armenti, una grande quantità di bestiame.”.

Si trattava di non-ebrei che si erano uniti a Israele, convertendosi. Infatti, Gn 17:13 specifica che “tanto chi è nato in casa tua come chi è comprato con denaro dovrà essere circonciso; e il mio patto nella vostra carne sarà un patto eterno”; gli stranieri che si univano a Israele venivano circoncisi, e ciò costituiva un patto eterno.

Più avanti, Mosè dice:

“Sì, tutte le nazioni diranno: "Perché ha l'Eterno trattato così questo paese? Perché mai l'ardore di questa grande ira?". Allora risponderanno: "Poiché hanno abbandonato il patto dell'Eterno, il Dio dei loro padri, che egli stabilì con loro, quando li fece uscire dal paese d'Egitto; perché sono andati a servire altri dèi e si sono prostrati davanti a loro, dèi che essi non avevano conosciuto e che l'Eterno non aveva loro dato. Per questo si è accesa l'ira dell'Eterno contro questo paese, per far venire su di esso tutte le maledizioni scritte in questo libro; e l'Eterno li ha strappati dal loro paese con ira, con furore e con grande indignazione e li ha gettati in un altro paese, come è avvenuto oggi". Le cose occulte appartengono all'Eterno, il nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge».” (vv. 24-29).

Come vedi, si parla sempre di Israele e di quelli che si sono uniti al signore, ossia tutti i circoncisi, stranieri divenuti ebrei. Ed ecco la profezia che riguarda le future dispersioni e il successivo recupero di tutto Israele (non dei gentili incirconcisi):

“Così, quando ti saranno venute addosso tutte queste cose, la benedizione e la maledizione che io ti ho posto davanti, e tu le richiamerai alla mente fra tutte le nazioni, tra le quali l'Eterno, il tuo Dio, ti avrà scacciato, e ritornerai all'Eterno, il tuo Dio, e ubbidirai alla sua voce, tu e i tuoi figli, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, secondo tutto ciò che oggi ti comando, l'Eterno, il tuo Dio, ti farà ritornare dalla schiavitù, avrà pietà di te e ti raccoglierà di nuovo fra tutti i popoli, fra i quali l'Eterno, il tuo Dio, ti aveva disperso. Anche se fossi stato scacciato all'estremità del cielo, l'Eterno, il tuo Dio, ti raccoglierà di là e di là ti prenderà. L'Eterno, il tuo Dio, ti ricondurrà nel paese che i tuoi padri possedettero e tu lo possederai; ed egli ti farà del bene e ti moltiplicherà più dei tuoi padri. L'Eterno, il tuo Dio, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti, affinché tu ami l'Eterno, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, e così tu viva. E l'Eterno, il tuo Dio, farà cadere tutte queste maledizioni sui tuoi nemici e su tutti quelli che ti odiano e ti hanno perseguitato. Tu invece ritornerai e ubbidirai alla voce dell'Eterno e metterai in pratica tutti questi comandamenti che oggi ti prescrivo. L'Eterno, il tuo Dio, ti farà prosperare grandemente in tutta l'opera delle tue mani, nel frutto del tuo grembo, nel frutto del tuo bestiame e nel frutto del tuo suolo; poiché l'Eterno si compiacerà di nuovo nel farti del bene, come si compiacque nel farlo ai tuoi padri, perché ubbidirai alla voce dell'Eterno, il tuo Dio, osservando i suoi comandamenti e i suoi statuti scritti in questo libro della legge, perché sarai ritornato all'Eterno, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima.” — Dt 30:1-10

Osserva come i futuri dispersi siano i discendenti di Israele con cui fu sancito quel patto, poiché la profezia dice che essi ritorneranno a Dio, dopo essersene allontanati. Non si tratta di conversione di pagani, ma di ritorno a Dio. Infatti, i profeti annunceranno successivamente il recupero di Giuda — che tornerà nella terra — e quello di Israele — che pur non essendo mai tornato dall'Assiria, sarà recuperato tra le nazioni.

Yeshùa afferma di essere venuto solo per quest'ultime pecore perdute, quelle della casa di Israele. Non dice di essere venuto a convertire i pagani! Quelle pecore, che appartengno a Israele, erano ormai scomparse dall'esistenza, mescolandosi tra i pagani. È proprio per questo motivo che la predicazione viene fatta tra le nazioni dove furono disperse le pecore perdute. L'opera di Yeshùa, dunque, è finalizzata al recupero e alla ricostituzione della casa di Israele (che tornano a Dio), non alla conversione dei pagani, come annunciato dal profeta:

“Allora l'Eterno disse a Osea: «Chiamalo Lo-ammi, perché voi non siete mio popolo e io non sono vostro Dio. Tuttavia il numero dei figli d'Israele sarà come la sabbia del mare, che non si può misurare né contare. E avverrà che invece di essere detto loro: "Voi non siete mio popolo", sarà loro detto: "Siete figli del Dio vivente". Quindi i figli di Giuda e i figli d'Israele si riuniranno insieme, nomineranno per se stessi un unico capo e saliranno fuori dal paese, perché grande sarà il giorno di Jezreel».” — Os 1:9-11

Questa profezia, che riguarda il ricostituirsi del popolo di Dio — che nella Bibbia è sempre solo uno, Israele — viene ripresa da Paolo in Rm 9:23-26:

“E questo per far conoscere le ricchezze della sua gloria verso dei vasi di misericordia, che lui ha già preparato per la gloria, cioè noi che egli ha chiamato, non solo fra i Giudei ma anche fra i gentili? Come ancora egli dice in Osea: «Io chiamerò il mio popolo quello che non è mio popolo, e amata quella che non è amata. E avverrà che là dove fu loro detto: "Voi non siete mio popolo", saranno chiamati figli del Dio vivente».”

Lo scopo primario è quello di ricostituire le tribù di Israele e riunirle alle tribù di Giuda. Naturalmente, si tratta di una ricostituzione reale ma anche in senso traslato, non generazionale, poiché la linea di sangue della maggioranza delle pecore perdute è andata persa per sempre; molte erano ancora in Galilea, in Samaria e in Assiria, ma la maggior parte — soprattutto oggi — andò dispersa (e queste sono “le altre pecore che non sono di quest'ovile” e che dovevano essere raccolte, Gv 10:16). La predicazione di Yeshùa e degli apostoli si pone questo scopo, ed è naturale che dovesse essere trasmessa ai gentili, poiché è soprattutto tra loro che dovevano essere recuperate le pecore perdute; i gentili che credono in Yeshùa come Messia di Israele rappresentano le pecore perdute della casa di Israele che riconoscono la voce del pastore e ritornano all'ovile, cioè a Dio, o meglio “le altre pecore” che non facevano (più) parte dell'ovile di Israele. Ma il punto non è questo, il punto è che Dio ricostituirà il Suo popolo, e questo popolo dovrà ubbidire alla Sua legge, che è una sola fino a prova contraria (la Torah): “ubbidirai alla voce dell'Eterno, il tuo Dio, osservando i suoi comandamenti e i suoi statuti scritti in questo libro della legge, perché sarai ritornato all'Eterno, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima.”. Ritornare a Dio e all'obbedienza alla Sua legge, che è una sola.

Il profeta annuncia il regno del messia davidico, che regnerà e che dunque non è ancora venuto, poiché non c'è stato ancora alcun re su Israele riunito:

“«Ecco, i giorni vengono», dice l'Eterno, «nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da re, prospererà, ed eserciterà il giudizio e la giustizia nel paese. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele dimorerà al sicuro. Questo sarà il nome con cui sarà chiamato: "L'Eterno nostra giustizia". Perciò ecco, i giorni vengono», dice l'Eterno, «nei quali non si dirà più: "Per l'Eterno vivente che ha fatto uscire i figli d'Israele dal paese d'Egitto", ma: "Per l'Eterno vivente che ha fatto uscire e ha ricondotto la progenie della casa d'Israele dal paese del nord e da tutti i paesi dove io li avevo dispersi"; ed essi dimoreranno nel loro paese».” — Ger 23:5-8

Come vedi, si parla sempre e solo di Giuda e Israele e della progenie di Israele ricondotta a Dio (non dei "cristiani"). Questo re stabilirà Gerusalemme come centro del mondo, a cui affluiranno tutte le nazioni straniere (i gentili) per imparare ad obbedire a Dio, e diventare anch'esse Suo popolo:

“Parola che Isaia, figlio di Amots, ebbe in visione riguardo a Giuda e a Gerusalemme. Negli ultimi giorni avverrà che il monte della casa dell'Eterno sarà stabilito in cima ai monti e si ergerà al di sopra dei colli, e ad esso affluiranno tutte le nazioni. Molti popoli verranno dicendo: «Venite, saliamo al monte dell'Eterno, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola dell'Eterno.” — Is 2:1-3

I popoli stranieri impareranno la legge, ossia la Torah, che uscirà da Sion (non dalla Chiesa cristiana) e la metteranno in pratica (cammineranno nei sentieri di Dio). Si tratta di una rivelazione globale della Torah ad ogni essere umano, non di una conversione in massa al "cristianesimo", che ovviamente non è la Torah e poco ha a che fare con Israele.
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Giusta precisazione, Mattia, erano certamente non-ebrei, e la conversione non è facilmente riscontrabile. Di fatto, erano insieme ad Israele davanti a Dio e il patto fu stipulato anche con loro e con la loro progenie. Ora, se questi uomini furono inseriti nel patto, è ovvio che dovessero obbedire ai precetti della Torah che riguardavano anche loro (ma non a quelli che non li riguardavano).

Per quanto riguarda l'era messianica, io credo che la Torah sarà scoperta del velo che attualmente la ricopre in parte, cioè sarà rivelata sotto una luce nuova. Ogni cosa è un'immagine della realtà divina; nell'era messianica credo che gli uomini vedranno aspetti di quella realtà che oggi non sono perfettamente chiari. Io credo — ma è solo la mia opinione — che le solennità contengano significati più profondi che saranno chiaramente rivelati nell'era messianica, momento in cui quelle solennità e molti precetti saranno spogliati del vestito che hanno portato fino ad ora e saranno insegnate secondo significati più profondi e messe in pratica in modi che ancora non conosciamo.
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Si, avevo letto anche io questa cosa. È quella trasformazione profonda di cui parlo spesso. Io credo che si tratti di un vero e proprio salto evolutivo, anzi del raggiungimento di una forma “completa” (ed è questo che secondo me i vangeli mettono in evidenza).
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Luigi ha scritto:Antonio, regnerà su tta l'umanità e non solo su Israele e Giuda, ma quel "voi vedrete" non è solo per loro , "7 Ecco, egli viene " al futuro" con le nuvole e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo hanno trafitto; e tutte le tribù della terra faranno cordoglio per lui..
Non devi leggere queste parole come se fossero un resoconto occidentale moderno. “Venire con le nuvole” non significa né che avrà le ali, né che scenderà "dal cielo", né che avrà una navicella spaziale, ma che avrà gloria; “ogni occhio lo vedrà” non significa che tutti, dalla terra, lo vedranno arrivare, ma che la sua identità sarà manifesta a tutti; “quelli che lo hanno trafitto” potrebbe far riferimento alla risurrezione; “tutte le tribù della terra” fa riferimento a tutte le tribù di Israele, non agli stranieri; saranno i giudei a fare cordoglio, non i cristiani. E comunque tutte queste cose riguardano il futuro.
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Luigi ha scritto:IO ho riportato che secondo le scritture , essi debbono credere in Gesù.., poichè è innegabile ed inconfutabile , che il ravvedimento è indirizzato ad essi ,Gerusalemme e Tutta Giuda, così come annunciato dal Battista, nonchè come predicato prima da Pietro ,poi da Paolo, poi Giacomo...
E molti Giudei si ravvidero e credettero in LUI; ed infatti la lettera di Giacomo e Pietro... ad essi è rivolta, benchè tanti di loro non credettero..
Per gli ebrei, “credere” nel messia significa sperare nella sua venuta, attenderla come certa e riconoscerlo senza ombra di dubbio quando viene. Siccome il messia di Giuda non è ancora venuto, non possono certo riconoscere Yeshùa, che non incarna il re figlio di Davide (non ancora). Quando verrà, “crederanno” in lui, ossia lo riconosceranno e lo accetteranno come messia. Per adesso, Yeshùa è venuto a radunare le pecore disperse della casa di Israele e “altre pecore” che non appartengono ad Israele, che non sono “i cristiani” ma tutti coloro che credono che lui sia il Messia di Israele e dunque scelgono di mettere in pratica i suoi insegnamenti. Grazie alla sua opera, che ripristina le pecore perdute, “il numero dei figli d'Israele sarà come la sabbia del mare, che non si può misurare né contare” (Os 1:10), non il numero dei “gentili” o dei “cristiani”.

Inoltre, tu confondi il termine "giudei" con "ebrei". Nei vangeli, il termine indica gli ebrei del tempo (anche Pietro, pur essendo galileo, era "giudeo"). Tra loro, i giudei (ossia gli ebrei) che lo riconobbero erano innanzitutto galilei, a partire dai dodici, e credettero perché lo vedero resuscitato.
Luigi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Luigi »

Antonio, Mimy, quel Patto a cui fate riferimento, è stato violato per disubbidienza e Dio li ha dato nelle mani dei popoli a loro circostanti ,che li hanno deportati....
Ora Dio, in Cristo pone un Nuovo Patto..., dove cambia il sacerdozio "Ebrei 7, 12" annullando quello Antico e rigettandoli "Ebrei 8, 9"ed introducendo quello in Cristo "Ebrei 8,6".

Antonio ,il passo di Dt. 30, 1-10 continua fino al verso 20, dove in questi ,il popolo è ammonito ,poichè se non osservano i comandamenti ..,sarebbero periti, "come è successo e sono stati deportati, e non avrebbero visto le promesse dei primi 10 versi "come è accaduto, e infatti Dio li disperse in cattività, e nella Sua Misericordia , ricordandosi dei loro padri, li fece ritornare "Israele e Giuda che peccarono" dall'esilio..

Inoltre se fosse come scrivi, Dio in Cristo , non avrebbe cambiato il Sacerdozio, annullando quello del Primo Patto, e formando in Cristo un Nuovo Patto.
Yeshùa afferma di essere venuto solo per quest'ultime pecore perdute, quelle della casa di Israele.
Israele conta 12 tribù .., se fosse il ravvedimento del Battista non sarebbe stato inviato a Gerusalemme e Tutta Giuda "Matteo 3, 1-5", ma solo a quelle che tu credi essere le sole pecore "Israele tranne Giuda, ma i Fatti dicono il contrario".
Antonio, in tutta la tua esegesi, rendi Nulla la Parola di Dio; ossia che secondo le scritture, le lettere di Giacomo e Pietro , sono indirizzate a quella parte delle 12 tribu ,che hanno creduto ed accettato la salvezza in Yoshua.
ciao
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Il patto stipulato da Yeshùa è il patto con la casa di Israele, non con quella di Giuda. Se mi dai un momento, ti spiego ciò che penso.

Quando Yeshùa dice “io sono venuto solo per le pecore perdute della casa di Israele”, cosa sta dicendo? Che è venuto per gli stranieri, forse?
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Luigi, guarda:

“Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme! Ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e porta salvezza, umile e montato sopra un asino, sopra un puledro d'asina. Io farò scomparire i carri da Efraim e i cavalli da Gerusalemme; gli archi di guerra saranno annientati. Egli parlerà di pace alle nazioni; il suo dominio si estenderà da mare a mare, e dal Fiume fino all'estremità della terra. Quanto a te [casa di Israele], per il sangue del mio patto con te, ho liberato i tuoi prigionieri dalla fossa senz'acqua.” — Zac 9:9-11

Quando Yeshùa stipula il nuovo patto nel suo sangue, è a questi versetti che fa riferimento. Era la casa di Israele che aveva bisogno innanzitutto di questo patto, poiché fu esclusa dal patto mosaico, ma con la promessa di essere innestata di nuovo! La casa di Giuda non c'entra nulla con tutto questo.

Ora leggi Ger 31:31-33: “31 «Ecco, verranno i giorni», dice l'Eterno, «nei quali stabilirò un nuovo patto con la casa d'Israele e con la casa di Giuda; 32 non come il patto che ho stabilito con i loro padri nel giorno in cui li presi per mano per farli uscire dal paese di Egitto, perché essi violarono il mio patto, benché io fossi loro Signore», dice l'Eterno. 33 «Ma questo è il patto che stabilirò con la casa d'Israele dopo quei giorni», dice l'Eterno: «Metterò la mia legge nella loro mente e la scriverò sul loro cuore, e io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.”.

Nota che al v. 31 parla di un nuovo patto con Giuda e Israele, che riguarderà entrambi. Poi non menziona più Giuda, ma solo Israele: “un nuovo patto con la casa d'Israele e con la casa di Giuda”, prima Israele e poi Giuda in sequenza; “questo è il patto che stabilirò con la casa d'Israele dopo quei giorni”, che viene prima per Israele e dopo per Giuda. Il nuovo patto con Giuda non è ancora stato stipulato, poiché essi non sono mai stati esclusi dal primo! Era la casa di Israele che necessitava innanzitutto di un nuovo patto per essere riscattata, in cui la Torah sarebbe stata scritta nella mente e nel cuore.

Dunque, nei Vangeli Yeshùa è il messia della casa di Israele. Ecco perché lui stesso dice perentoriamente e senza ombra di dubbio di essere venuto solo per la casa di Israele! Se lo dice, vogliamo credergli oppure no?
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Israele conta 12 tribù .., se fosse il ravvedimento del Battista non sarebbe stato inviato a Gerusalemme e Tutta Giuda "Matteo 3, 1-5", ma solo a quelle che tu credi essere le sole pecore "Israele tranne Giuda, ma i Fatti dicono il contrario"
Che c'entra il battesimo di Giovanni? Quello era un bagno di purificazione, un rituale diffuso tra i giudei e Giovanni non è il Messia. Mi pare che tu faccia confusione tra la casa di Giuda e la Giudea... E tra i discendenti di Giuda e i giudei... ;)

I fatti dicono che Yeshùa venne solo per la casa di Israele:

“Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele” — Mt 15:24
AKRAGAS
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da AKRAGAS »

La suddivisione delle due Case o Famiglie esiste dai tempi di Giacobbe in Egitto.
Israele conta 13 Tribù (da Giuseppe si contano Efraim e Manasse.)
12 Tribù ereditano la Terra mentre la Tribù di Levi eredita il sacerdozio.
Il Regno di Giuda conta le Tribù di Giuda, Beniamino e Levi.
Il Regno di Israele conta 10 Tribù.
Il Regno di Israele viene deportato e con la dispersione e assimilazione perde l'identità nazionale e l'eredità spirituale divenendo gentile.
Il Regno di Giuda subisce anch'egli la deportazione ma ritorna dopo 70 anni e ricostruisce il Tempio. Da questo momento esiste la Giudea fino alla distruzione del II Tempio nel 70 E.V.
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