Israele e salvezza per Grazia

Janira
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Janira »

Ok :d
Ho letto i versetti che mi hai indicato, veramente molto belli. Rivolto a Giuda, il Signore è così stanco delle sue iniquità, che pare gli dica: basterebbe per me così poco da parte tua per perdonare tutti i tuoi sbagli! Prima chiede di non fare del male, poi in modo attivo di far del bene, di cercare la giustizia. Ma cosa intende per giustizia?
Janira
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Janira »

Vorrei riportare un commento alla parashat di oggi (http://www.archivio-torah.it/jonathan/parashot2.htm" onclick="window.open(this.href);return false;)

“Ed il lavoro era sufficiente per tutto il lavoro che andava eseguito, ed avanzava.” (Esodo XXXVI, 7).

Lo Sfat Emet, il Rebbe di Gur, si chiede come mai la Torà si dilunghi così tanto su questo particolare apparentemente secondario. Spiega lo Sfat Emet che in questi versi si racchiude un'importante lezione circa il modo in cui ci si deve adoperare nel servizio Divino.
Il metro in base al quale veniamo giudicati non è mai un metro quantitativo. Quello che conta è la genuinità del nostro operato. Che le nostre azioni siano ‘leshem Shamaim’ - per fini Celesti -
assolutamente scollegate da ogni valutazione o elemento esterno alla mizvà stessa. Secondo le
parole dei Saggi ‘tanto colui che fa molto, tanto colui che fa poco, l’importante è che concentri il suo cuore verso il Cielo.’
Shabbat Shalom
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Un bellissimo insegnamento, Janira.
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Lucry
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Lucry »

Meraviglioso pensiero. Grazie Janira.
Janira
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Janira »

È vero, ogni settimana leggo su quel sito i commenti della parashat, sono un grande insegnamento.
Janira
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Janira »

Rm 10:5
Infatti Mosè descrive così la giustizia che viene dalla legge: «L'uomo che farà quelle cose vivrà per esse». 6 Invece la giustizia che viene dalla fede dice così: «Non dire in cuor tuo: "Chi salirà in cielo?" (questo è farne scendere Cristo), né: 7 "Chi scenderà nell'abisso?" (questo è far risalire Cristo dai morti)». 8 Che cosa dice invece? «La parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore». Questa è la parola della fede che noi annunciamo;
Mi aiutate a comprendere questi versetti? A quali versetti delle Scritture Ebraiche si fa riferimento?
Janira
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Janira »

Rispondo qui al messaggio di Liberocredente sulla condanna "temporanea" di Israele. Non credo che sia un'interpretazione corretta.
Basta questo versetto per confutarla:
RM 11:28
Per quanto concerne il vangelo, essi sono nemici per causa vostra; ma per quanto concerne l'elezione, sono amati a causa dei loro padri; 29 perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili.
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Giusto, Janira. Aggiungo Os 11:8,9. Dopo aver personificato Israele in un figlio amato e aver annunciato il persistere dell'esilio in Assiria come conseguenza della sua incredulità, Dio, attraverso la categoria del "pathos" (che comunica sentimenti coi sentimenti), dice tramite il profeta:

“Come farei a lasciarti, o Efraim? Come farei a darti in mano altrui, o Israele? Come potrei renderti simile ad Adma e ridurti allo stato di Seboim? Il mio cuore si commuove tutto dentro di me, tutte le mie compassioni si accendono. Io non sfogherò la mia ira ardente, non distruggerò Efraim di nuovo, perché sono Dio, e non un uomo, sono il Santo in mezzo a te, e non verrò nel mio furore.”

Dio ama talmente Israele che subito dopo aver annunciato che non tornerà dall'Assiria, "si commuove" al pensiero di abbandonarlo, e capisce che non lo farà mai; esattamente come accadrebbe ad una madre con il suo figlio. Per cui, la tesi cristiana sul fatto che Dio avrebbe "abbandonato" se pur temporaneamente Israele in favore di qualcun altro, è davvero poco conforme alla Bibbia; sarebbe come se una madre abbandonasse "temporaneamente" il figlio in mano a estranei, per poi riprenderlo dopo. Una madre non abbandona mai il figlio che ha cresciuto, è questo il senso delle parole del profeta. Infatti, nonostante il lungo esilio e le numerose persecuzioni, Israele è sopravvissuto. Dice bene Paolo, le promesse di Dio sono irrevocabili (questo esprime il nome Yhvh). Pensare poi che Dio abbia "messo in stand by" quelle promesse, è a dir poco assurdo oltreché contrario a quanto afferma la Bibbia.

In più, se ciò non bastasse, basta osservare come, dopo duemila anni di esilio in terra straniera, il popolo di Israele oggi possegga la sua terra di nuovo e come per miracolo. Esattamente come annuncia la Bibbia, in cui Dio promette che non avrebbe abbandonato il suo popolo amato e lo avrebbe ricondotto nel paese, in cui sarebbe rimasto per sempre. Nessuno, prima di un secolo fa, avrebbe mai creduto a questa cosa. La storia di Israele segue il corso annunciato dai profeti: Israele è l'unico popolo di Dio, che Lui ama come una madre ama suo figlio e che non abbandona mai.
Janira
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Janira »

Sono versetti veramente bellissimi. :-)
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Infatti. Questi versetti sono un esempio lampante della categoria espressiva cosiddetta del "pathos", cioè della "compassione", che non vuol dire pietà ma "sentire insieme". Dio, attraverso sentimenti umani, comunica sentimenti. Molti la travisano e si prefigurano un dio "umano", a immagine e somiglianza dell'uomo, che si adora, si rattrista, si pente... Perché non conoscono il linguaggio biblico.
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