Israele e salvezza per Grazia

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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Resta poi il fatto che Yeshùa viene rifiutato dai giudei come Messia figlio di Davide, ma di fatto egli non è venuto come tale, altrimenti avrebbe dovuto regnare sul popolo di Israele riunito e sul mondo intero. Dunque, il rifiuto dei giudei è perfettamente legittimo e comprensibile. Credo che gli esegeti ebrei dovrebbero iniziare a valutarlo come Messia di Israele e non di Giuda.
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Io credo ci siano molte incomprensioni tra ebraismo e cristianesimo sul senso del significato di "espiazione". Come spesso dice Noiman, nei secoli le interpretazioni e le dottrine si sono sovrapposte e stratificate fino al punto in cui oggi è davvero difficile ritrovare lo strato originale. Questo sia in ambito cristiano che giudaico.

Se il Messia è il Redentore, perché dici che non redime?
amos74
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da amos74 »

Una curiosità: non ho mai compreso come sia conciliabile la posizione di Paolo circa la cessazione, a seguito dell'arrivo di Gesù Messia, della funzione salvifica rivestita per gli Ebrei dalla Torà, e la condotta tenuta dai componenti ebrei della originaria comunità nazorea, tutti osservanti della Torà anche dopo la proclamata risurrezione di Gesù, come attestato negli Atti degli Apostoli.
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Gianni
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Gianni »

Amos, puoi citare qualche passo paolino in merito e spiegarti meglio?
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Mattia, Amos, proviamo ad arrivare gradualmente al punto che a mio parere è importante approfondire: il concetto di redenzione legato alla fine dei tempi. E mi associo a Gianni per l'esame di passi paolini, magari ci apriamo una discussione.

Mattia, tu chiedi se redimere significa espiare i peccati. Direi di si, poiché chi espia una colpa e paga un prezzo, redime se stesso. Espiare significa scontare una colpa e riparare un torto commesso, e una volta scontata la colpa e riparato il torto ciò costituisce una redenzione. Ma occorre sempre il perdono da parte della parte offesa e la riconciliazione. Se un uomo colpisce un'altro uomo e gli causa un danno fisico, non basta pentirsi ma si dovrà riparare attraverso un risarcimento oppure scontando una pena. Nelle antiche società, la riparazione e l'espiazione avvenivano tramite il sacrificio, con il sangue. La morte costituisce la pena che l'uomo sconta per la violazione originaria, quella descritta in Genesi: “se ne mangerai (e non ascolterai il comandamento) certamente morirai”. L'uomo non nasce colpevole, ma la sua condizione attuale — mortale e caduce — dipende da quella prima violazione. Per dirla col Castelli, “Il peccato originale ha fatto decadere l'uomo dallo stato di beata innocenza nella ingiustizia e in tutti i mali della vita”. Per dirla con Paolo, “per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte” (Rm 5:12).

La Bibbia afferma che non sarà l'uomo a redimere se stesso, ma sarà Dio a redimere l'uomo da tutte le sue colpe. Come avverrà questo?
amos74
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da amos74 »

1 Corinzi 9,19-20:

19"Poiché, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero; 20 con i Giudei, mi sono fatto giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la Legge, mi sono fatto come uno che è sotto la Legge (benché io stesso non sia sottoposto alla Legge), per guadagnare quelli che sono sotto La Legge"

Paolo è un ebreo ma sostiene di non essere sottoposto alla Torà , bensì di essersi fatto con i Giudei "come uno che è sotto la Legge".
Come può sostenere di non essere sottoposto alla Torà se egli è un ebreo della tribù di Beniamino?
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Gianni
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Gianni »

Amos, ti rimando alla spiegazione che trovi a pag. 72 (sottotitolo Paolo schiavo di tutti - 1Cor 9:19-23) di questo libro:
LE LETTERE AI CORINTI – Primo volume
http://www.biblistica.it/wordpress/wp-c ... volume.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
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Israel75
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Israel75 »

Ciao amos la risposta può essere nel versetto 21
21 con quelli che sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza legge (pur non essendo senza la legge di Dio, ma essendo sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge.
Il ragionamento di Paolo riguarda il fatto (CREDO) che avendo accettato Yeshua come Messia può operare sia con chi ha Legge, gli ortodossi, che con chi non la ha , i gentili.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Gianni
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Gianni »

Ottima sintesi, Bruno!
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Caro Mattia, come sai questo è un forum dedicato alla discussione, dunque non devi rinunciare ad esprimere la tua opinione per non essere frainteso. Altrimenti, dov'è la discussione?

Io mi trovo molto d'accordo col ragionamento che fa il Castelli: le interpretazioni a volte sono così svariate, sia in ambito cristiano che giudaico, che in certi casi è davvero necessario cercare di usare il più possibile la propria testa, pur prendendole tutte in esame e valutandole all'interno del contesto biblico.

La mia domanda parte da un ragionamento logico: se il Messia — sia egli un uomo o un periodo storico o un angelo dal cielo — è chiamato “Redentore”, è naturale che debba svolgere un ruolo di redenzione; e se il Messia è così necessario — e lo è — significa che gli uomini ne hanno bisogno e che senza di lui non c'è redenzione. Altrimenti che bisogno ci sarebbe di un redentore?

Dio, parlando alla casa di Israele tramite il profeta, dice: “Io guarirò la loro infedeltà, io li amerò di cuore, poiché la mia ira si è distolta da loro. [...] Efraim potrà dire: "Che cosa ho io più da fare con gli idoli?" Io lo esaudirò e veglierò su di lui; io, che sono come un verdeggiante cipresso; da me verrà il tuo frutto.” (Os 14:4,8)

La redenzione di Israele avviene per opera di Dio, non per volontà di Israele. Il cosiddetto Messia — che è il re unto — opera questa redenzione. Lasciamo stare Yeshùa per un momento: come può avvenire questa redenzione? Come la spiegano i maestri di Israele?

“Essi hanno fiducia nei loro beni e si vantano della loro grande ricchezza, ma nessun uomo può riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto. Il riscatto dell'anima sua è troppo alto, e il denaro sarà sempre insufficiente, perché essa viva in eterno ed eviti di veder la tomba. [...] Ma Dio riscatterà l'anima mia dal potere del soggiorno dei morti, perché mi prenderà con sé.” — Sl 49:6-9,15

La ricchezza e tutto ciò che l'uomo possiede non bastano per pagare il prezzo del riscatto. E il riscatto, quindi, richiede un prezzo da pagare. È Dio che opera il riscatto, ma sulla base di cosa?
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