Israele e salvezza per Grazia

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Gianni
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Gianni »

Ciao, Amos. In attesa che ti risponda Antonio, faccio un mio commento.

Il brano di Lc 1:33, in cui è scritto che Yeshùa “regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe” (ottima la tua osservazione che il riferimento è alle 12 tribù), parla del futuro (“regnerà”), il che includerà sia giudei che israeliti. Mt 19:28 lo conferma.

Quanto a Mt 10:5,6 ("Gesù ordinò ai Dodici: non andate tra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani. Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'Israele"), dici bene: in questo passo Yeshùa non dice agli apostoli di evitare l’incontro con gli abitanti della Giudea; Yeshùa stesso ne ebbe. Trascuri però “le regole di ingaggio”, se così si può dire, che sono chiare: “Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'Israele". Anzi, attenendoci al vero testo biblico, lui dice: “Ma piuttosto [dè màllon] andate …”.
D’altra parte, gli apostoli dovevano seguire l’esempio del maestro, e Yeshùa limitò la sua predicazione alla “Galilea delle nazioni” (Is 9:1; cfr. Mt 4:13-16). In Giudea ci andò solo per osservare le Feste e i pellegrinaggi stabilii dalla Toràh e infine per esservi ucciso.

Yeshùa ha promesso di tornare e quando ritornerà sarà come messia della Casa di Giuda. Non c’è ebreo al mondo che, se il Messia da loro tanto atteso si rivelerà essere Yeshùa, potrà rifiutarlo. Si avvererà allora ciò che lui promise ai giudei gerosolimitani in Mt 23:37-39 (leggi attentamente il v. 39).
amos74
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da amos74 »

Ciao Gianni.La vostra interpretazione mi lascia un po' dubbioso, ma è molto ben motivata e carica di un certo fascino :YMPEACE:
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Gianni
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Gianni »

Amos, sei in buona compagnia. Nel senso che sono ben pochi a pensarla come me e come qualcun altro qui. Una cosa è certa: Dio ha promesso di riunificare le due Case che compongono il suo popolo. Una delle due è già tornata nella sua terra, quella che Dio ha donato loro, la Palestina. L'altra non si sa neppure dove sia sparpagliata, ma Dio conosce quelli che sono suoi (2Tm 2:19). "Perciò, di' alla casa d'Israele: ... Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese". - Ez 36:22,24.
amos74
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da amos74 »

Caro Gianni, l'interpretazione tua e di Antonio è molto affascinante e con valide motivazioni di supporto, la approfondirò di certo!
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Gianni
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Gianni »

:-)
salcontis
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da salcontis »

ATTI 13:39 e, per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose, delle quali voi non avete potuto essere giustificati mediante la legge di Mosè.
- 13:45 Ma i Giudei, vedendo la folla, furono pieni di invidia e, bestemmiando, contraddicevano le cose dette da Paolo.
- 13:46 Ma Paolo e Barnaba dissero con franchezza: «Era necessario che a voi per primi si annunziasse la Parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri.
(qui qualcuno aggiunge: "ma sempre per cercare le pecore perdute d'israele")
47 Perché così ci ha ordinato il Signore, dicendo: Io ti ho posto per esser luce de’ Gentili, affinché tu sia
strumento di salvezza fino alle estremità della terra.

Ma esiste una frase di Gesù o una scrittura del nuovo testamento che dice di andare a cercare le pecore perdute della casa d'israle tra gli stranieri o che il fine della missione degli apostoli dopo la morte e resurrezione di Gesù sia questo?
In ATTI 13:39 chi non può essere giustificato con la legge di Mosè?
Dopotutto mi sembra ovvio che nel regno di Dio ci saranno persone della casa di Giuda, della casa d'israele, e della tribù dei gentili. Attualmente, malgrado la legge mosaica e la venuta di Gesù come messia sofferente, buoni e cattivi, giusti e ingiusti, innocenti e colpevoli, della casa di giuda o della casa d'israele, finiscono tutti al cimitero.
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Gianni
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da Gianni »

Caro Salcontis, desidero dirti che personalmente ho apprezzato il tuo intervento critico. Sia per il cosa che per il come. Tu poni delle obiezioni, e questo è il cosa. In campo biblico ogni obiezione è un regalo, perché permette di approfondire (solo nelle religioni non è concesso obiettare; lì c’è solo indottrinamento). Quanto al come, tu poni le tue obiezioni sotto forma di domande, il che mantiene aperta la dialettica (solo nelle religioni non si fanno domande; al loro posto si fanno affermazioni per partito preso, anzi per dottrina presa). Aggiungo poi che le tue obiezioni-interrogazioni sono intelligenti.

Tu domandi se “esiste una frase di Gesù o una scrittura del nuovo testamento che dice di andare a cercare le pecore perdute della casa d'Israele tra gli stranieri o che il fine della missione degli apostoli dopo la morte e resurrezione di Gesù sia questo”. Ti dico la mia, lasciando poi a te e ai nostri amici che ci leggono i commenti.
In Mt 10:5,6 Yeshùa dà queste istruzioni ai Dodici: “Non andate tra i pagani e non entrate in nessuna città dei Samaritani, ma andate piuttosto verso le pecore perdute della casa d'Israele”. Da qui traiamo due elementi: 1. I Dodici, seguendo l’esempio di Yeshùa, predicarono come lui nella “Galilea delle nazioni” (Is 9:1; cfr. Mt 4:13-16) e non in Giudea; 2. Prima di morire le istruzioni di Yeshùa cambiarono: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli”. – Mt 28:19.
Domanda: era forse venuto meno il mandato di predicare solo alle “pecore perdute della casa d'Israele”?
Parrebbe di sì (il che renderebbe però Yeshùa ondivago). Ma forse anche no.
Uno dei “motti” di Paolo, l’apostolo dei pagani, è che il vangelo è “per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco” (Rm 1:16). In Rm 11:25 Paolo dice che “un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri”. Paolo spiega che grazie a tale indurimento la salvezza si è allargata agli stranieri: “Sono forse inciampati perché cadessero? No di certo! Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta agli stranieri” (v. 11). Tutto rientra nel piano sapiente di Dio (v. 33). Alla fine – lo si noti – “tutto Israele sarà salvato” (v. 26). Non tutto il mondo, non tutti gli stranieri, non i giudei, ma tutta Israele. E come e quando si arriverà alla salvezza di tutta Israele? “Finché non sia entrata la totalità degli stranieri”.
A mio avviso ciò rientra perfettamente nelle istruzioni di Yeshùa di cercare le pecore perdute della casa d'Israele tra gli stranieri.

Veniamo ad At 13:39, che pone problemi anche a Mattia: “Chiunque crede è giustificato di tutte le cose, delle quali voi non avete potuto essere giustificati mediante la legge di Mosè”. Il tradurrei letteralmente ùk edynèthete (indicativo aoristo passivo): “Non poteste essere”.
Per rispondere a Mattia, la Torah non era incompleta ed imperfetta. Aveva però un “difetto”: la sua perfezione! Lo spiega Paolo: “La legge [= Toràh] è santa, e il comandamento è santo, giusto e buono. Ciò che è buono, diventò dunque per me morte? No di certo! È invece il peccato che mi è diventato morte … Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato” (Rm 7:12-14).

Mattia dice che “anche i giudei devono credere nella messianicità di Yeshùa per ottenere la salvezza professata nei vangeli”. Ha ragione, ma al loro turno. Quando Yeshùa tornerà, tornerà questa volta per loro, per i giudei, non per le pecore sperdute della Casa di Israele. Allora lo riconosceranno e lo accetteranno. E così “tutto Israele sarà salvato”.

Lascio a voi le riflessioni.
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

“Spanderò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito.” — Zac 12:10
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

“Il peccato originale ha fatto decadere l'uomo dallo stato di beata innocenza nella ingiustizia e in tutti i mali della vita. Il popolo ebreo è stato prescelto da Dio, per farlo depositario della vera credenza, quindi egli è sorto dalla condizione del peccato mediante l'accettazione della legge. Le trasgressioni poi ripetute e continue lo hanno fatto di nuovo ricadere nel peccato; e giusto appunto perché è il popolo prescelto da Dio, deve più degli altri sentire il rigore della punizione. Ma, quando che sia, in forza della penitenza, o dei propri meriti, o per un grande atto della divina pietà, verrà un redentore per restaurare il popolo ebreo nel suo stato primitivo. Tutti i popoli allora conosceranno il vero Dio, tutti ritorneranno al bene, e confesseranno la potenza di questo inviato del Signore, e se il popolo eletto sarà come il sacerdozio della umanità, niuno sarà escluso da questo fraterno convito di amore e di pace.

Ecco brevemente sbozzata la dottrina del Messia secondo i più sinceri interpreti del pensiero ebraico; dottrina che è stata soffocata dalla soverchiante autorità di un dogmatismo gretto ed esclusivo.” [corsivo aggiunto]
David Castelli, Il Messia secondo gli ebrei, Le Monnier, p.28

Tutto questo non è forse ciò che dicono i Vangeli e Shaul di Tarso?
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Certo Mattia. Volevo solo ricollegarmi al discorso che stavamo facendo qualche pagina indietro riguardo al peccato e alla necessità o meno di un redentore. Il concetto paolino, come quello di Yeshùa da cui trae origine, calza a pennello con la visione ebraica sintetizzata dal Castelli. In linea col Castelli, ribadisco la necessità di non creare dogmi dove non ce ne sono e ritengo che alcuni filoni del pensiero ebraico abbiano fatto proprio questo, come lui stesso mette in evidenza nel suo scritto.
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