Israele e salvezza per Grazia

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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Grazie amos74 per il contributo. Provo a proporre una mia interpretazione.

C'è un versetto molto perentorio che viene misteriosamente e sistematicamente ignorato dagli esegeti cristiani, ed è Mt 15:24:

“Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele”

Se Yeshùa è venuto solo per la dispersa casa di Israele è ovvio che non sia venuto per quella di Giuda. Da ciò se ne evince che chi ha bisogno della sua salvezza è la casa di Israele soltanto, non i giudei. In effetti, la casa di Israele è stata tagliata fuori, ma con la promessa che sarebbe stata innestata di nuovo. Parlo di “innesto” pensando a Paolo e perché Yeshùa costituirebbe il mezzo attraverso cui questo innesto avviene. Ma i gentili cosa c'entrano?

La casa di Israele si è dispersa tra i gentili ed è tra loro che deve essere cercata. Ecco perché il vangelo viene predicato ai gentili, perché è tra loro che si trovano le pecore perdute. La casa di Israele è costituita da tutti coloro che, attraverso Yeshùa, “ritornano” ad adorare Hashem dopo essersi sviati e perduti. Una semplice conversione al giudaismo non potrebbe ricostituire la casa di Israele, poiché il convertito diverrebbe un giudeo. D'altra parte, non c'è modo di ricostituire un popolo che si è mescolato con altri popoli da più di duemila anni.

Quando Yeshùa dice “Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre” (Gv 12:46), parla a chiunque tra tutti coloro che sono nelle tenebre, in modo specifico alle pecore perdute di Israele. Dunque parla innanzitutto a tutti coloro che non sono giudei — per i quali non è venuto in quanto Giuda non è dispersa — e che verranno a ricostituire la casa di Israele.

Dunque, credo che la casa di Israele sia costituita da tutti coloro che vengono ad adorare Hashem tramite Yeshùa, ed è a questi che la salvezza messianica di Yeshùa è destinata, altrimenti resterebbero tagliati fuori, non a coloro ai quali è già stata promessa e che hanno continuato a costituire il popolo di Dio, cioè i giudei. Se non fosse per Yeshùa, io non avrei mai adorato il Dio degli ebrei e mai mi sarei avvicinato ad un libro e ad una cultura a me troppo lontani (e certamente non sarei diventato un proselite del giudaismo).
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

No, perché i giudei hanno già la salvezza. È del popolo di Dio che la Scrittura parla: da una parte c'è Giuda, dall'altra le tribù disperse. È il popolo di Dio che deve essere salvato. Oltretutto, Dio non salva tutti per forza, ma solo chi sceglie di essere salvato. I gentili che, attraverso Yeshùa, scelgono di adorare Hashem, costituiscono la casa di Israele, che sarà riunita con Giuda quando sarà rivelato ai giudei il Mashiach ben David. E gli altri che non scelgono di seguire Yeshùa e adorare Hashem? Non saranno salvati. Dobbiamo scegliere se seguire Dio oppure no, Lui non si impone a nessuno.
L'agnostico
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da L'agnostico »

Bgaluppi grazie per la risposta riguardo alla mia domanda sull'insegnamento dell'amore verso il prossimo a cui vorrei rispondere ma qui state discutendo altro
Vorrei chiedervi gentilmente, qualora già ci fossero , di indirizzarmi su qualche discussione che parlano di questo insegnamento e di cosa sia la salvezza
amos74
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da amos74 »

Ciao Antonio,

La tua è un’interpretazione estremamente seria ed affascinante, ma mi lascia perplesso. Io non vedo nel NT generalmente un utilizzo circostanziato dei termini “Israele” o “Casa di Israele” come non includenti la “Casa di Giuda” e i Giudei propriamente detti . Vi è inoltre un brano in cui vi è un uso specifico di Giudea quale parte di Israele inteso come “Eretz Yisrael” , e cioè Atti degli Apostoli 1, 6-9 , che non mi sembra andare nella direzione della tua esegesi (traduzione Nuova Riveduta):

6 Quelli dunque che erano riuniti gli domandarono: «Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele (τὴν βασιλείαν τῷ Ἰσραήλ) ?» 7 Egli rispose loro: «Non spetta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità. 8 Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra».

Nella comune esegesi, sia cristiana che non, il riferimento agli "estremi confini della terra" è considerato attinente alla missione universale della predicazione apostolica; personalmente però azzardo un'interpretazione diversa. La domanda che gli apostoli rivolgono a Gesù è molto precisa, non ha niente a che vedere con una prospettiva di "evangelizzazione mondiale", ma presenta un chiaro ed inequivocabile sapore di puro messianesimo ebraico: "E' questo il tempo in cui ricostituirai il Regno a Israele"? Che cosa intendono qui gli apostoli con "Regno di Israele?" Sono personalmente convinto che il riferimento sia a quello che più propriamente è stato il Regno di Giuda ed Israele, unificato dotto la monarchia di re Davide, la cui estensione richiama nella tradizione ebraica, se non erro, il passo di Genesi 15,18-21 relativo alla promessa di HaShem ad Abramo. Ora questo territorio, se non sbaglio, è conosciuto sempre nella tradizione ebraica come Gevulot Ha-aretz ("Confini della Terra"),espressione straordinariamente simile a quella che secondo il passo degli Atti Gesù utilizza nella risposta agi apostoli (fino agli "estremi confini della terra"), risposta tra l'altro che non contesta nel merito la domanda, in quanto il maestro non sconfessa affatto la prospettiva messianica degli apostoli, ai quali dice soltanto che al solo Dio spetta decidere i tempi della ricostituzione del regno. In altri termini, secondo me in questi versetti Gesù non parla affatto della terra intesa come pianeta, ma come detto prima della "Eretz Yisrael", di cui infatti la Giudea è esplicitamente citata quale sua regione.


Concordo del tutto con te sul fatto che grazie a Gesù il Nazoreo noi Gentili abbiamo potuto conoscere l’Eterno, l’unico e vero D-o; in questo senso io, che sono noachide e non identifico il maestro con il Messia di cui parlano le Scritture, oltre ad ammirare ed amare molto Gesù, lo considero anche un messia nel senso etimologico del termine, vale a dire un uomo investito da HaShem di una missione ben precisa e di grandissima importanza: avviare un movimento che ha portato la parola dell’Eterno allo sterminato mondo pagano di ambito greco-romano. Quindi: onore a Gesù per l’eternità!
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Amos, ho delle domande da farti sulla tua precisa esposizione. Abbi solo pazienza fino a stasera, adesso sono impegnato con mia figlia...
amos74
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da amos74 »

Ciao mimymattio,

Hai ragione quando dici che anche prima di Gesù i Gentili fossero nelle condizioni di conoscere HaShem, tanto è vero che abbiamo ampie e pre-esistenti testimonianze , nel mondo greco-romano, sia di veri e propri “proseliti”, cioè convertiti all’Ebraismo, sia dei c.d. “timorati di D-o”, Gentili che osservavano una parte della Torà. E’ però anche vero che, su un piano storico, è stata la predicazione cristiana a generare un massiccia conversione in senso monoteistico presso le masse pagane. Merito di Gesù o dei suoi seguaci? Non vedrei qui una dicotomia manichea tra le due ipotesi :appare storicamente accertato che Gesù non predicò tra i Gentili, anche se tendo a pensare che il maestro, profondo conoscitore dei Profeti, collegasse il per lui imminente avvento del “Regno dei Cieli” alla conversione delle Genti verso il vero D-o. In ogni caso, la grandezza radicale e carismatica del suo insegnamento, teso ad esaltare gli aspetti filantropici ed etici della Torà, nonché la fortissima carica “emozionale” rappresentata dal suo martirio, avvenuto attraverso la crocifissione, cioè la pena che l’Impero Romano riservava agli schiavi ed agli stranieri, hanno costituito per i suoi seguaci un eccezionale veicolo di predicazione verso i non Ebrei , forse al di là delle effettive prospettive del Gesù storico; ma dopo tutto, i piani salvifici di HaShem assumono vie a volte imperscrutabili: Gesù potrebbe non aver compreso esattamente il disegno che l’Eterno aveva delineato per la sua persona, ma questo ha scarsa importanza, perché secondo me D-o può tenere nascosti i Suoi effettivi intendimenti persino a coloro ai quali ha affidato una missione sacra.
amos74
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da amos74 »

Io considero il dogma della Trinità un triteismo, ma non vedo questa teologia nel NT,neanche in scritti a "cristologia alta" come il Vangelo di Giovanni,e ciò benché io non aderisca alle concezioni teologiche del NT. Molti sono stati gli autorevoli esponenti della chiesa dei primi secoli secondo cui Gesù,in linea con gli scritti neo-testamentari, è subordinato a Dio Padre,una posizione certo incompatibile con la Trinità come è stata definita nel Concilio di Nicea.
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bgaluppi
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da bgaluppi »

Vi seguo, e intanto voglio fare i complimenti ad Amos per le sue esposizioni. :YMAPPLAUSE:
amos74
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da amos74 »

Grazie Antonio !
L'agnostico
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Re: Israele e salvezza per Grazia

Messaggio da L'agnostico »

Vorrei porvi una domanda
Ma i gentili se ho ben capito sono le persone non ebree?
Se così fosse Gesù era ebreo e visse sempre tra gli ebrei..ho capito bene?Scusate ma quando parlate di case di Giuda ecc..non ho ben chiaro cosa intendete.. Comunque se così fosse dopo di lui non fu il cattolicesimo a portare la notizia di questo messia tra questi gentili appunto?
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