Yeshùa, oggi

ringo
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Re: Yeshùa, oggi

Messaggio da ringo »

oppure c'è di più nel "credere"?
certo che c'è di più. Il credere per fede significa comprendere senza aver visto con i propri occhi e toccato con le proprie mani che Gesù, il figlio di Dio, è stato mandato in carne per volontà del Padre, affinché chiunque crede che Lui è, abbia vita eterna.
La vita eterna è la vita con DIO e l' Agnello.....

A questo punto ti faccio una domanda: in Bibbia è scritto che dobbiamo credere che Lui é.... secondo te a cosa dobbiamo credere? .... o meglio in che consiste credere che Lui è?
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bgaluppi
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Re: Yeshùa, oggi

Messaggio da bgaluppi »

Credere che lui è cosa? Manca il predicato nominale...

La fede è descritta bene in Gc 2:14-20:

"A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve? Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa morta. Anzi uno piuttosto dirà: «Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede». Tu credi che c'è un solo Dio, e fai bene; anche i demòni lo credono e tremano. Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore?"

La fede è innanzitutto osservanza dei comandamenti di Yeshùa e di Dio. Perché se uno non fa ciò che lui comanda, come può dimostrare di credere in lui?

Come dire: uno dice di credere nell'amore, ma poi odia; di credere nella pace, ma fa la guerra; di credere nella fedeltà, ma tradisce. Innanzitutto, bisogna mettere in pratica ciò in cui si dice di credere, non basta dirlo. Per credere in Yeshùa, bisogna osservare i suoi insegnamenti. Questa è fede.
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bgaluppi
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Re: Yeshùa, oggi

Messaggio da bgaluppi »

Credere che lui è ... cosa? Manca il predicato nominale...

La fede è descritta bene in Gc 2:14-20:

"A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve? Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa morta. Anzi uno piuttosto dirà: «Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede». Tu credi che c'è un solo Dio, e fai bene; anche i demòni lo credono e tremano. Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore?"

La fede è innanzitutto osservanza dei comandamenti di Yeshùa e di Dio. Perché se uno non fa ciò che lui comanda, come può dimostrare di credere in lui?

Come dire: uno dice di credere nell'amore, ma poi odia; di credere nella pace, ma fa la guerra; di credere nella fedeltà, ma tradisce. Innanzitutto, bisogna mettere in pratica ciò in cui si dice di credere, non basta dirlo. Per credere in Yeshùa, bisogna osservare i suoi insegnamenti. Questa è fede e dimostrazione di fede:

"Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti" – Gv 14:15
ringo
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Re: Yeshùa, oggi

Messaggio da ringo »

dici tutte cose giuste riguardo alla lettera di Giacomo - ne possiamo parlare a parte - ma la mia domanda non è riferita a cos'è la fede, ma a cosa credere.
Giovanni 3:36
Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui».


in cosa consiste il credere nel Figlio?


ancora
Filippesi 1:29
Perché vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per lui,

In che modo dobbiamo credere in Lui, e sopratutto cosa dobbiamo credere?
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francesco.ragazzi
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Re: Yeshùa, oggi

Messaggio da francesco.ragazzi »

Secondo me credere in Yeshùa vuol dire far propri tutti i suoi insegnamenti e quindi viverli nel quotidiano ...
Luigi
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Re: Yeshùa, oggi

Messaggio da Luigi »

francesco.ragazzi ha scritto:Secondo me credere in Yeshùa vuol dire far propri tutti i suoi insegnamenti e quindi viverli nel quotidiano ...
Certo Francesco, e le scritture altresì, recitano che:
è credere in LUI con tutto il cuore, che è IL Cristo IL Signore ed altresì IL Figlio di Dio, che doveva venire nel mondo.

Credere in LUI con tutto il cuore, con riconoscenza, sperando in LUI, affinche tale fede, ponga in LUI, la propria speranza per la salvezza, e di conseguenza , come Paolo..., Invocare il Suo Nome, per essere perdonati, salvati, redenti, e riconciliati col Padre.
Ecco credere in LUI, come LA propria Giustizia, per essere lavati, purificati dal peccato che tiene schiavi.

Proprio perchè è scritto che, chi commette il peccato ,è schiavo d'esso, ma solo IL Figlio ci libera da esso.
Poichè ,il cercare di osservare i comandamenti, è solo una conseguenza della salvezza e del perdono ottenuto per grazia ed in dono, appunto per la sola fede e confidanza nel Figlio di Dio, poichè nessuno osserva la Legge e i comandamenti; ecco il perchè della Grazia in Dono, mediante il credere nel Figlio e nel Suo Sangue, con tutto il cuore,
poichè la salvezza , NON viene da noi, ma viene da DIO .
Ecco quindi del perchè, che ,chi non crede in LUI è già condannato; non ha creduto nel Nome del Figlio di DIO;
non Ha invocato il Suo Nome; e non LO ha confessato come Signore e Salvatore della propria vita.
ciao
peppe
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Re: Yeshùa, oggi

Messaggio da peppe »

Noi crediamo forse di sapere o conoscere Cristo, secondo i dettami della "nostra chiesa". In realtà non è così. Il fatto stesso che si dibatte sempre, non solo su Cristo ma in primis sul Padre, del quale si dice nella Bibbia che bisogna credere che Egli è (Ebrei 11,6), ciò vuol dire che non è scontato che sia così. Così anche del Figlio, del quale nei vangeli riscontriamo la seguente analisi:
Matteo 13,55-57 Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 56 E le sue sorelle non sono tutte tra di noi? Da dove gli vengono tutte queste cose?» 57 E si scandalizzavano a causa di lui. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria e in casa sua».

Perciò, perfino la stessa natura di Cristo, non solo viene dibattuta in maniera negativa al suo tempo, ma si cerca di spersonalizzare il suo vero ruolo. Quindi anche oggi a distanza di 2000 anni, avendo in mano la sola Scrittura possiamo tutti cercare di capire cosa ebbe a dire Gesù Cristo e per che cosa visse sulla terra. Per avere fede in Lui dobbiamo ovviamente sapere qualcosa di più che morì sulla croce e risuscitò. Ricordiamo il consiglio che rivolse ai suoi discepoli, valido anche per noi: Luca 8,8-12 Un'altra [semente] cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!». 9 I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. 10 Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché
vedendo non vedano e udendo non intendano. 11 Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. 12 I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati.

Credo che la Scrittura voglia indicare che non si può conoscere Cristo senza esserne coinvolti come lo furono i suoi discepoli. Ascoltare da estranei temporanei potremmo essere definiti come coloro che non poterono capire la parabola. Perciò dovremmo avere la pazienza di perseverare nella ricerca. Gesù disse anche che dobbiamo cercare le risposte come se si trattasse di un tesoro nascosto. Quando l'avremo scoperto gioiremo. (Mt 13,44-52)
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bgaluppi
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Re: Yeshùa, oggi

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Peppe. Dipende dall'approccio del lettore. Il tuo approccio è senz'altro valido, ma è quello di un uomo di fede. Ma come dovrebbe interpretare la figura di Cristo un uomo che non crede?
Luigi
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Re: Yeshùa, oggi

Messaggio da Luigi »

Credo che la Scrittura voglia indicare che non si può conoscere Cristo senza esserne coinvolti come lo furono i suoi discepoli.
Giusto Peppe, ma i discepoli di Cristo Gesù IL Signore, IL Figlio di DIO, erano erano anche quelli che
Se fosse solamente un uomo speciale, com'è che hanno predicato il SUO Nome "e non quello del Padre", al mondo ,come Speranza di salvezza ?
Essi erano quelli che quando si riunivano per il culto, Invocavano il Suo Nome ,e non un altro.
Erano quelli che, per essere perdonati ,lavati dai loro peccati, e riconciliati col Padre, in vocavano ancora ,il Nome del Figlio; ecco quel Nome allora come oggi risuona incessantemente, per chi vuole essere perdonato e salvato, da ciò che la Legge non ha potuto.
Giustamente dici che si deve conoscere Cristo; ma come LO si può ,senza avere con LUI, la stessa relazione ,che avevano i Suoi discepoli.
Se io credo "come loro" in LUI con tutto il cuore, che LUI salva, guarisce, battezza con LO Spirito Santo, da Ministeri, anche io, come Paolo, Pietro, Anania..., mi relaziono con LUI, IL Quale disse ,e dice ancora oggi a chi vuole conoscerLO:
venite a me voi tutti che siete
Ecco se io non credo nel Suo Nome "Gv. 3, 16-20", nemmeno posso invocarlo, come loro, e tantomeno relazionarmi con Lui; e visti così tanti precedenti, sarebbe per me..,non essere Suo discepolo come loro, ma semplicemente,religioso che segue dettami di uomini, e ciò lacunoso.
In definitiva, IO prima credo in LUI, che E' IL Signore della Gloria, E' Il Cristo, IL Messia, IL Figlio di Dio che doveva venire nel mondo ,che riceve gli stessi Tributi del Padre "essendo IL Figlio", "come sopra", mi ravvedo, mi converto ,invoco Il Suo Nome ,come scrive Paolo "Atti 16,32", e GLI chiedo di perdonarmi, salvarmi e di riconciliarmi col Padre, e poi, ricevendo Vita , e la caparra dello Spirito "da che ero morto nei falli e nei peccati" mi sarà facile, seguirLO ,e osservare i Suoi comandamenti,
come Matteo, Pietro, e tanti ai quali LUI continua a dire :seguimi..
Ecco ,io questo leggo nelle scritture
Ciao
Luigi
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Re: Yeshùa, oggi

Messaggio da Luigi »

bgaluppi ha scritto:Ciao Peppe. Dipende dall'approccio del lettore. Il tuo approccio è senz'altro valido, ma è quello di un uomo di fede. Ma come dovrebbe interpretare la figura di Cristo un uomo che non crede?
La parola di Cristo , è per i Suoi discepoli, non per gli increduli; solo ai discepoli spiegava ogni cosa...; per gli increduli, il messaggio della croce è pazzia...
Perciò dovremmo avere la pazienza di perseverare nella ricerca.
Giusto Peppe, ma ti risponde Paolo:
Fil 3, 5 sono stato circonciso l'ottavo giorno, sono della nazione d'Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo di Ebrei; quanto alla legge, fariseo, 6 quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile. 7 Ma le cose che mi erano guadagno, le ho ritenute una perdita per Cristo. 8 Anzi, ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo, 9 e per essere trovato in lui, avendo non già la mia giustizia che deriva dalla legge, ma quella che deriva dalla fede di Cristo: giustizia che proviene da Dio mediante la fede, 10 per conoscere lui, Cristo, la potenza della sua risurrezione e la comunione delle sue sofferenze, essendo reso conforme alla sua morte, 11 se in qualche modo possa giungere alla risurrezione dai morti.
Ecco ,infatti, la ricerca di Paolo, non era nella Legge, ma nella conoscenza di LUI Cristo; con LUI si relazionava, LUI invocava...; da quì chi vuole conoscerLO ,deve partire, come Paolo..
Poichè in LUI Cristo, tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti. "Col. 2, 1-3"
Ecco ,io anche questo leggo dalle scritture...; non so voi..
Ciao
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