La perfezione di Yeshua

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Gianni
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Re: La perfezione di Yeshua

Messaggio da Gianni »

Concordo con Antonio.
(La profezia isaiana sulla partoriente nulla c'entra con Yeshùa).
ilvigilante
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Re: La perfezione di Yeshua

Messaggio da ilvigilante »

Mymi...
Anche se credo tu abbia compreso benissimo il mio ultimo commento te lo rendo più charo.
Se qualcuno prende per buona la critica di taluni filologi, al punto di mettere in dubbio la genuinità, quindi l'autenticità, quindi l'ispirazione di due interi capitoli di un Vangelo, nello specifico i primi due di Matteo, per screditare l'opera dello spirito santo nel caso della nascita di Cristo, beh, siamo proprio alla frutta.
Poi qualcun altro screditerà i miracoli di Gesù e altrettanti capitoli, poi lintera bibbia...
Col 2:8 "badate che qualcuno non vi porti via come sua preda per mezzo delle filosofie e di un inganno secondo la tradizione degli uomini e delle cose elementari del mondo e non secondo Cristo"
Tu non sei fra questi vero? Non hai nulla da temere, ma chi dà loro credito penso abbia qualcosa da temere.
Sei d'accordo?
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Gianni
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Re: La perfezione di Yeshua

Messaggio da Gianni »

Ma chi mai sarebbero i filologi di cui parli, Il Vigilante? Credo che tu stia facendo confusione.
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Alen.chorbah
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Re: La perfezione di Yeshua

Messaggio da Alen.chorbah »

Sinceramente il vigilante nessuno sta mettendo in discussione l'ispirazione. Non capisco quale sia il problema. Ti faccio un esempio è concordato praticamente al'unanimità che il libro Isaia solo la prima parte è autentica del profeta le altre due parti non si sa chi siano i veri scrittori (chi non concorda e chi ci deve marciare sopra per esempio senno ki glielo dice che Ciro non è stato predetto 200 anni prima), per questo non viene mica meno l'ispirazione è semplicemente un dato di fatto.
ilvigilante
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Re: La perfezione di Yeshua

Messaggio da ilvigilante »

Ciao Gianni,
potresti girare la domanda a mimymattia che li ha tirato in ballo
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Gianni
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Re: La perfezione di Yeshua

Messaggio da Gianni »

Va bene. Chi mai sarebbero i filologi che mettono in dubbio alcuni capitoli dei Vangeli?
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Alen.chorbah
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Re: La perfezione di Yeshua

Messaggio da Alen.chorbah »

Ho capito di cosa parli Mattia. Intendi cio che disse Ireneo riguardo gli ebioniti:
« Nel vangelo che essi [gli Ebioniti] usano, detto "secondo Matteo", che è però non interamente completo, bensì alterato e mutilato -essi lo chiamano "Vangelo Ebraico"- [...] hanno tolto la genealogia di Matteo »

(Epifanio di Salamina, Panarion 13,2 e 14,3)
« Coloro che sono chiamati Ebioniti [...] usano solo il vangelo secondo Matteo e rifiutano l'apostolo Paolo, chiamandolo apostata della Legge. [...] Gli Ebioniti pertanto, seguendo unicamente il Vangelo che è secondo Matteo, si affidano solo ad esso e non hanno un'esatta conoscenza del Signore. »

(Ireneo di Lione, Contro gli eretici, 1,26,2; 3,11,7)

« Nel vangelo che usano i Nazareni e gli Ebioniti, che recentemente io ho tradotto dall'ebraico in greco e che i più considerano il Matteo autentico, quest'uomo che ha la mano arida... »

(Girolamo, Comm. I in Matth. 12,13)
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bgaluppi
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Re: La perfezione di Yeshua

Messaggio da bgaluppi »

http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=2124" onclick="window.open(this.href);return false;

http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=2127" onclick="window.open(this.href);return false;
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Gianni
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Re: La perfezione di Yeshua

Messaggio da Gianni »

Mattia, iniziamo col chiarire che i filologi delle Scritture Greche altro non sono che i critici testuali che confrontando le migliaia di manoscritti disponibili ricostruiscono il testo genuino e redigono poi il testo critico da cui i traduttori ricaveranno le varie versioni bibliche. Tradurre è sempre un po’ tradire e la traduzione stessa è già in sé per certi versi un tradimento, perché qualsiasi traduzione non riuscirà mai a rendere del tutto il vero pensiero dell’originale. I traduttori, poi, sono influenzati dalla loro credenza religiosa. Ma i critici testuali non possono mai essere messi in dubbio. Il loro lavoro è ad altissimo livello e serissimo. Qualora ci siamo dubbi su certi passi perchè hanno pochi manoscritti testimoni, il critico testuale lo segnala. Sui primi due capitoli di Mt non ci sono dubbi. Qualsiasi incongruenza il lettore possa trovarvi è dovuta alla sua non completa conoscenza biblica e si risolve con una seria indagine biblica.

Chiarito ciò, si è sempre supposto che Mt sia stato originariamente scritto in ebraico, ma nessuna prova è mai stata fornita, per cui rimane un’ipotesi (infondata). Studiando la storia della redazione dei tre sinottici, il problema era capire chi ha copiato chi. Ora sappiamo che il primo Vangelo ad essere scritto fu Mr.

Per istruire i nuovi servivano due documenti. Per la conversione si ebbe lo scritto evangelico di Marco. Una volta convertire le persone, bisognava poi istruirle. Ecco allora il ricorso all’insegnamento di Yeshùa. Questo fu attinto da materiale non marciano e che riproduceva la dottrina di Yeshùa, già esistente verso il 50 E. V.. Va infatti notato che quasi tutto il materiale di Matteo e Luca che è indipendente da Marco presenta una raccolta di “detti” (lòghia) di Yeshùa (fonte Q): si tratta di quel materiale che, vedendo l’accordo Matteo-Luca, ne impedisce la derivazione da Marco in cui non è presente.
Questa fonte (detta Q) sembra sia stata di origine ebraica. Sarebbe quella fonte che Papia erroneamente aveva attribuito a Matteo: “Matteo compilò i lòghia in ebraico e ciascuno li tradusse come poté” (Papia in Eusebio, Hist. Eccl., 3,39), dando così origine a quella catena del lui-dice-che-l’altro-ha-detto-che-quell’altro-aveva-detto che.

Tutto ciò lo spiego nella lezione n. 3 (I Vangeli sinottici) del Corso sui Vangeli della Facoltà Biblica, che puoi leggere qui: http://www.biblistica.it/wordpress/wp-c ... ottici.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
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bgaluppi
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Re: La perfezione di Yeshua

Messaggio da bgaluppi »

Allora provo a rispondere a trizzi (ci provo...), che chiede:
perchè c'era bisogno che il concepimento di Gesù avvenisse in modo miracoloso e quindi senza l'intervento di un padre carnale? Cosa sarebbe cambiato in Gesù se fosse nato da una madre e un padre carnali?
Il messia è la ragione per cui tutto esiste e il primogenito di ogni creatura a immagine e somiglianza di Dio, perché preesiste nella mente di Dio prima che Adamo fosse creato; egli è il riflesso di Dio, il rappresentante di Dio in mezzo agli uomini:

“Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato.” (Col 1:13-18).

Secondo il pensiero ebraico, “Sette cose furono create prima che il mondo fosse: la Torah, il pentimento, il Giardino dell'Eden (Paradiso), Gehinnom, il Trono della Gloria, il Tempio, e il nome del Messia” (Pesachim 54a), e “Il Re Messia nacque fin dall'inizio della creazione del mondo, perché è entrato nella mente [di Dio], prima ancora della creazione del mondo.” (Pesiqta Rabbah 152b).

Come la Torah rappresenta la sapienza di Dio, che è eterna come Dio è eterno, così il messia rappresenta la salvezza di Dio, il Suo amore. È il mezzo per la realizzazione di ciò che Dio si è prefigurato da sempre. Il messia doveva venire “nella pienezza dei tempi”, ossia quando Dio avesse stabilito che l'uomo fosse pronto per riceverlo: “quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge” (Gal 4:4, NR); “Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso.” (Eb 9:26, CEI); “Già designato prima della fondazione del mondo, egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi” (1Pt 1:20); “In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d'intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti. Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra” (Ef 1:7-10).

Il mondo e l'uomo raggiungono completezza e perfezione attraverso la manifestazione e il potere del messia, che rappresenta il potere e l'amore di Dio.

Il messia è “inviato” da Dio, è “sceso dal cielo” nel momento in cui Dio lo stabilisce. L'espressione “venire dal cielo”, o “da Dio”, come Natanaele afferma rivolgendosi a Yeshùa (“tu sei un dottore venuto da Dio”, Gv 3:2), è ovviamente da non prendersi in senso letterale, perché nessun ebreo penserebbe mai che un uomo sia fisicamente “sceso dal cielo”. Il messia rappresenta la salvezza che Dio decide di elargire all'uomo, la Sua riconciliazione definitiva con l'uomo, che si espleta attraverso la manifestazione di un essere umano in grado di obbedire in modo pieno, verace, spogliando se stesso. È Dio che stabilisce la nascita e manifestazione di un tale uomo, nel momento giusto che Lui decide; dunque, un tale uomo, prescelto e preordinato da Dio, non poteva che venire ad esistere da Dio, per Sua volontà, e non da uomo e per volontà di uomo. Per questo motivo, la sua esistenza non è generata nella carne, ma per opera della potenza e volontà di Dio, nella pienezza del tempo.

Come il primo della nostra specie comparve nel mondo per opera di Dio, generato dalla terra, anche il redentore compare nel mondo per volontà di Dio, generato - come il primo - direttamente da Lui ma attraverso il Suo spirito.

“Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste.” — 1Cor 15:47-49
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