Armando, tu non hai capito che cosa credi tu in base alle "leggende" interessa davvero poco. Non interessa neppure se tu credi che Cristo sia morto di sonno. Con questo non voglio sminuire il tuo pensiero, voglio dire che tu hai il diritto di credere ciò che vuoi, ma non di discutere di certi argomenti "alla leggera". Ciò che interessa è il testo biblico, non le presunte mezze verità contenute nelle leggende. Esistono leggende sui draghi e sugli gnomi. Tu ci credi? Benissimo, ma ciò non interessa ed è affar tuo. Come tante cose che credo io sono affar mio e non le metto sul tavolo in questa sede.
Per sostenere che Paolo fece di testa sua andando dai pagani, hai detto:
Ricordo che sempre in Matteo il Gesù in carne ed ossa dice : «non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani, rivolgetevi, piuttosto, alle pecore perdute della casa d’Israele»” (Mt.10,5-6)
Io ti ho citato un altro versetto, sempre di Matteo, in cui Yeshùa sostiene: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli” (Mt 28:19). Tu hai risposto con un'argomentazione fuori tema (perché il testo dice che Yeshùa è risorto), sostenendo tra le righe che tu non credi che Yeshùa sia risorto:
Lo studio del professore penso sia quanto di meglio si possa trovare per chi crede che Yeshua l'unto del Signore sia risorto. E quindi abbia parlato anche dopo morto
Di nuovo, cosa credi è affar tuo. Per me puoi anche credere in Manitù o nel nulla assoluto, ma per rispondere alle mie citazioni — che fanno parte dello stesso manoscritto e non di testi diversi scritti in periodi diversi e da autori diversi — devi rispondere biblicamente. Perché Yeshùa dice
prima di non andare tra i pagani ma solo tra le pecore perdute di Israele, e
dopo di fare discepoli tutti i popoli? Qual è il significato di questa apparente contraddizione? Se vuoi discutere seriamente, devi farti le giuste domande, inquadrare i due versetti nel giusto contesto e capire chi sono le pecore perdute della casa di Israele. È una ricerca alquanto complessa, che Gianni ha realizzato in modo molto accurato e ordinato, sulla base del testo e non della fede o delle "leggende". Se vuoi essere serio, la esaminerai con accuratezza, col testo biblico alla mano, e porrai domande specifiche col fine di comprendere il testo; se sei qui solo per far polemica su Paolo e Yeshùa, la discussione non può andare molto lontano.
Poi pretendi che Paolo non esista solo perché non è stato riconosciuto dalla storia. Sai quanti uomini hanno fatto grandi cose e non sono stati ricordati? Ad esempio, gli apostoli non furono solo i dodici più Paolo e pochi altri menzionati nella Bibbia, ma furono molti di più, e fecero sicuramente opere straordinarie, ma noi non sappiamo assolutamente nulla di loro. Se è per questo, neppure il nome di Yeshùa sarebbe stato ricordato se non fosse stato per gli apostoli che hanno scritto e predicato su di lui, perché fu ritenuto un eretico dagli ebrei e un povero pazzo dai romani. Devi tener presente che i discepoli di Yeshùa non erano persone ritenute degne di nota, nel mondo in cui vissero; tutt'altro, infatti furono perseguitati e ritenuti pazzi e fastidiosi. Paolo e tutti gli altri apostoli non erano che folli seguaci di un folle ignoto. Nessuno dette loro un riconoscimento, come si dava ai personaggi importanti della società, perché loro erano reietti dalla società. Quanti riconoscimenti ottengono i reietti del nostro tempo? Forse gli storici scrivono sui reietti? Gli storici scrivono su chi è riconosciuto e apprezzato nella società, su chi fa opere importanti per la società, non su chi è considerato estraneo alla società. Ma chi ricevette da loro grandi benefici, e credette alla loro parola, entrò a far parte della comunità dei reietti. Tale comunità crebbe talmente che iniziò a costituire un problema per Costantino, secoli dopo, il quale dovette inventarsi la religione di stato per tenere insieme l'impero. Infatti, esistono testimonianze storiche sulla comunità, proprio perché essa fu oggetto di interesse (in senso negativo) da parte degli imperatori. Grazie a chi, esattamente, la comunità dei discepoli crebbe e si sviluppò in tutti gli angoli dell'impero? Chi portò in giro la notizia su un uomo sconosciuto morto in croce come tantissimi ignoti criminali? Il vento?
È solo la tradizione,ripeto la tradizione della chiesa antica che ha voluto dare proprio quei nomi agli autori dei vangeli.
Le lettere apostoliche sono già elencate come testi di riferimento canonici (utilizzati dalla comunità primitiva) dal frammento muratoriano, datato intorno al 170. Significa che
ben prima che la tradizione nascesse, il frammento muratoriano già attestava i testi di Paolo e degli altri apostoli (eccetto Giacomo, che manca sul muratoriano, il cui testo è assai lacunoso e frammentario) come apostolici e canonici, dunque contenenti la dottrina della prima comunità dei discepoli fondata dagli apostoli (Giovanni morì agli albori del II secolo). Dunque, nel 170 il canone era già chiaro, quindi bisogna andare indietro ancora un po' e si arriva facilmente all'epoca apostolica. Chi stabilì la genuinità dei testi furono gli stessi apostoli, che li scrissero, e la prima comunità, che li utilizzava già quando gli apostoli erano ancora in vita e potevano dunque garantire sulla loro autenticità. La tradizione viene molto dopo. I cosiddetti padri della chiesa non fecero che confermare ciò che in epoca apostolica era già stato stabilito, come testimonia il frammento muratoriano.
Se vuoi discutere seriamente, devi affrontare il tema seriamente. Lascia perdere le buffonate che circolano su internet. Così facendo, fai solo male a te stesso.