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Re: Es 31:18 e Gv 8:6

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 21:57
da Israel75
Alcuni sostengono che "il dito di Dio" di Es 31:18 dimostri la divinità di Yeshùa
In che modo? Il "dito" in Esodo è un modo per dire che fù DIO stesso a concepire e dettare i Comandamenti.

il dito con cui fà i segni Gesù è semplicemente quello che fà , cioè dei segni..... #:-S Non capisco quale relazione ci possa essere. :-\ Ma vediamo.... :-) :-) :-)

Re: Es 31:18 e Gv 8:6

Inviato: martedì 22 agosto 2017, 22:01
da bgaluppi
Giusto Bruno. E Dio non scrisse affatto le tavole col Suo dito, perché Dio non ha dita. Le tavole sono scritte "col dito di Dio" nel senso che i comandamenti costituiscono rivelazione diretta, come sotto dettatura.

Mimymattio, queste sono le classiche esegesi cristiane che puntano a collegare ogni parola, ogni gesto, ogni minimo movimento che Yeshùa fa a scene del Tanach che riguardano Dio, onde evidenziare la divinità di Yeshùa. Se c'è un modo stupido (perdonate il termine) per cercare di dimostrare la divinità di Yeshùa, è proprio questo.

Re: Es 31:18 e Gv 8:6

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 0:47
da Armageddon
https://www.google.it/amp/s/blogdipierc ... prove/amp/" onclick="window.open(this.href);return false;

Mimymattio c'è anche un altra possibilità...nessuno dei due "diti" in realtà ha origine divina...!

Saluti

Re: Es 31:18 e Gv 8:6

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 5:57
da Gianni
I due passi non sono assolutamente collegati e non indicano affatto la stessa azione. Dove mai sarebbe il collegamento?

Di fronte alla mancanza di intelligenza rimango indifferente, ma di fronte all’ottusità m’indigno. E coloro che sostengono un simile abbinamento mostrano ottusità. E dovremmo pure analizzare il testo ebraico e greco?

Bruno e Antonio hanno già risposto. Posso solo aggiungere altre osservazioni.

Yeshùa scarabocchiò qualcosa per terra per confondere gli accusatori della donna che volevano far lapidare. Nel suo comportamento c’è una fine psicologia. Il momento era tragico. Prima di affrontarli, Yeshùa li disorienta. Intanto non li affronta subito, occhi negli occhi, viso contro viso. Si abbassata a terra, con la scusa di far segni sullo sterrato. Così, non guardandoli neppure, li sconcerta e prende tempo. Quando loro insistono ad interrogarlo sono depotenziati psicologicamente e può affondare il colpo finale. Questa volta si drizza in piedi e li affronta alla pari: chi tra loro è senza peccato scagli la prima pietra. Questo momento è delicatissimo e Yeshùa mostra tutta la sua abilità di fine psicologo. Se continuasse a sfidarli sostenendo il loro sguardo, tutto precipiterebbe. Abilmente, si china di nuovo e scarabocchia per terra; ripete un gesto senza senso che non solo disorienta ma che dà loro l’opportunità di dileguarsi.

Ben altra cosa i Comandamenti “scritti col dito di Dio”. Che il “dito di Dio” sia una metafora lo indica la stessa identica espressione usata dai sacerdoti egizi che, in merito alle piaghe che imperversavano, dicono al loro faraone: “Questo è il dito di Dio” (Es 8:19). Anche Yeshùa usò la stessa espressione riferita alla potenza di Dio. - Cfr. Lc 11:20.

Dio non scrisse affatto con un suo inesistente dito. Mosè riferisce: “Le scrisse su due tavole di pietra e me le diede” (Dt 5:22). Queste espressioni si possono intendere in modo figurato; infatti la Bibbia non di rado riferisce a Dio un effetto senza ricordarne la causa intermedia. In un passo, nonostante sia stato detto che Dio scrisse il Decalogo, si continua con l'ordine di Dio a Mosè di scrivere. Dopo che Mosè aveva spezzato le tavole di pietra per la rabbia e l’indignazione nel vedere che il popolo si era rivolto all’idolatria, Dio gli dà questo comando: “Taglia due tavole di pietra come le prime; e io scriverò sulle tavole le parole che erano sulle prime due tavole che hai spezzato” (Es 34:1). Ma poi è detto: “Scrivi queste parole; perché sul fondamento di queste parole io ho fatto un patto con te e con Israele”. - Es 34:27.

A togliere gli antropomorfismi divini ci pensò il Midràsh. Il fatto che Dio scrisse la Legge con il proprio dito (Es 31:18) non sembrava corrispondere al concetto della divinità come si era andato sviluppando nel corso dei secoli presso gli ebrei, per cui i libri ebraici non ispirati scritti tra le Scritture Ebraiche e le Scritture Greche, conosciuti dai primi discepoli di Yeshùa, sostituiscono il dito di Dio (che sapeva di antropomorfismo) con gli angeli. - Gal 3:19; At 7:38.

Re: Es 31:18 e Gv 8:6

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 12:38
da bgaluppi
Ma ti immagini? Dimostrare che Yeshùa è Dio perché scrive col dito per terra?!? E paragonare il suo scrivere a quello di Dio sulle tavole, dimostrando così totale ignoranza in merito al significato di certe eressioni in ebraico! Davvero certe persone dovrebbero essere interdette per legge a formulare esegesi. :-O

Re: Es 31:18 e Gv 8:6

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 14:25
da chelaveritàtrionfi
Yeshùa sarebbe anche un dito adesso. Questa mi mancava. Dopo aver letto che era una roccia letteralmente da dove sgorgava l'acqua nel deserto.

Re: Es 31:18 e Gv 8:6

Inviato: mercoledì 23 agosto 2017, 17:20
da bgaluppi
:))

Re: Es 31:18 e Gv 8:6

Inviato: giovedì 24 agosto 2017, 11:56
da Israel75
Grazie Bruno ed Antonio delle vostre risposte.
Figurati , si ragiona insieme e si cerca di capire. o:-)