Gesù e l omosessualità

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bgaluppi
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da bgaluppi »

Un altro esempio. Se un credente viene da me e mi confessa di essere omosessuale, io gli dirò: "Dio non ti giudica per chi sei, ma per ciò che fai. Devi scegliere se ascoltare Dio oppure i tuoi istinti". Non posso dirgli altro. La stessa cosa la direi ad un credente che mi confessa di praticare la sodomia, o di essere cleptomane, o di avere il vizio del gioco.

Se uno mi chiede un parere biblico sull'omosessualità, invece, io gli cito semplicemente i versetti dove essa è condannata, e finisce lì. Se la Bibbia condanna esplicitamente l'omosessualità, cosa c'è da dire in un forum biblico? Su un forum cattolico, invece, sono sicuro che molti avrebbero tante cose da dire. Ecco perché la tua affermazione “Vedo più interventi da "credenti" che da biblisti” lascia il tempo che trova in questa sede, per tre motivi: 1. un biblista ti cita i versetti che condannano l'omosessualità e chiude il discorso; 2. un credente (vero) fa la stessa identica cosa; 3. non è un forum religioso.
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Giorgia
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da Giorgia »

Sono d'accordo con Antonio, Alessia e Akra.
Vorrei aggiungere un pensiero, che magari è stato espresso e mi è scappato. Quello che nella Bibbia viene condannato non è l'amore per una persona dello stesso sesso, ma bensì la sodomia. Quindi il problema non si pone quando due persone dello stesso sesso si innamorano. Ma quando questi hanno rapporti. Altrimenti non c'è alcun peccato. Ma se ci pensate, pure due persone non sposate che vanno a letto con "questo e quello" sono nella stessa situazione, perché di fatto non sono sposate. Il discorso matrimonio poi è tutto da chiarire, visto che la storia di abiti bianchi bomboniere, feste, celebrazioni, testimoni, anelli e quant'altro sono solo invenzioni umane.

Ho visto che si è parlato anche di pedofilia, ovviamente in questo caso le cose stanno decisamente in modo diverso. Due uomini adulti e consenzienti sono liberi di fare quello che vogliono nella loro camera da letto. (Dio ha dato il libero arbitrio a me, non vedo perché io devo permettermi di toglierlo a qualcuno).
Nella pedofilia, o nella zoorastia di adulto ce n'é solo uno e l'altro subisce la violenza. Quindi non li metterei per niente sullo stesso piano. Perché chi subisce non è libero di scegliere un bel niente, e anzi, queste vittime un giorno verranno decisamente vendicate da Dio.

La Bibbia è un po' come il codice della strada. Parcheggiare in doppia fila è vietato, e se uno si prende la multa, se la tiene e non si può lamentare. Lo sa, lo ha sempre saputo. Quindi non esiste vittima e non esiste carnefice. Non può essere considerato cattivo il vigile che fa la multa. Il codice della strada lo DEVONO conoscere tutti quelli che guidano. E l'automobilista indisciplinato non è una vittima. Perché se ha la macchina, e ha la patente, conosce il codice, e commette un'infrazione consapevolmente. Quindi, come si dice dalle mie parti: "poche pive".

Un ultimo pensiero che voglio aggiungere è che, grazie al cielo, non sta a noi condannare o assolvere qualcuno. Questo spetta a Dio, che conosce i cuori delle persone e ogni loro singolo pensiero. E io ho fiducia nella giustizia di Dio per quello che riguarda il giudizio. A chi crede viene chiesto solo di seguire le indicazioni date nella Bibbia e di raccontare, nel caso gli venga chiesto, quello che Dio ha fatto per lui. Nessuno di noi può cambiare quanto scritto per comodità, nemmeno se a sbagliare siamo noi. Ma non sta a noi far rispettare le regole. Ognuno è responsabile solo per sé. Per come la vedo io cercare scappatoie alle regole è peggio che trasgredirle.

Questo è il mio pensiero a riguardo.
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matteo97
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da matteo97 »

Nel dibattere di tale tematica, un'errore sarebbe quello di concepire gli atteggiamenti socio-culturali nei confronti dell'omosessualità come simili tra civiltà precristiane e contemporanea civiltà occidentale, poichè, quantunque la pratica sia la medesima, il rapporto con essa differisce. Ad esempio, per le antiche civiltà intrise di paganesimo, soprattutto per quelle del mondo classico (ellenismo e romanità antica), non esisteva, come attualmente accade, un'autentica differenziazione individuale basata sull'orientamento sessuale o di identità di genere, piuttosto questa esisteva in base al ruolo assunto all'interno del rapporto sessuale (ruolo attivo e passivo). Il ruolo assunto nel rapporto sessuale difatti ricalcava la gerarchia sociale, pertanto tale sottomissione era riservata alle classi inferiori (ad esempio gli schiavi) mentre la dominazione alle classi sociali più agiate (ad esempio i patrizi). Perciò, è ragionevole pensare che il giudaismo antico quando si riferiva alle pratiche orgiastiche lo facesse anche condannando quegli atteggiamenti sociali delle civiltà pagane con i quali veniva in contatto. In tali rapporti la violenza, non solo sessuale ma anche fisica, veniva socialmente acclamata come "virtuosa" in quanto indice di "virilità". E si noti che la Scrittura quando cita la condanna dell'omosessualità (ed in alcuni passi della sodomia eterosessuale) lo fa nei riguardi della sua versione omoerotica e non omoromantica. Occorre operare tale differenziazione, in quanto nell'odierna società occidentale la sfera erotica e quella romantico-sentimentale dell'individuo possono non convogliarsi nella medesima persona oggetto del desiderio, ovvero possono esservi casi di omoromanticismo e eteroerotismo, eteroromanticismo e omoerotismo, anzichè di omoromanticismo e omoerotismo, eteroromanticismo e eteroerotismo ecc... Vediamo adesso i versetti che condannano l'omosessualità nella sua versione erotica (dunque omoerotica): "Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole". (Lv 18:22 N.R.); [condannato l'omoerotismo nella sua pratica carnale]; "Non vi contaminate con alcuna di queste cose, poiché con tutte queste cose si sono contaminate le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi. (Lv 18:24 N.R.) [qui la Scrittura fa riferimento a matrimoni illegali e lussurie carnali, sia omoerotiche che eteroerotiche] ; "Se uno ha relazioni carnali con un uomo come si hanno con una donna, ambedue hanno commesso cosa abominevole; saranno certamente messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro". (Lv 20:13 N.R.) [ricorre l'espressione "relazioni carnali", quindi anche in tal caso ci si riferisce alla condanna di pratiche omoerotiche]. Addirittura, nel primo e nel secondo libro di Samuele sono rintracciabili versetti che descrivono la relazione affettiva (omoromantica), aldilà della semplice amicizia, tra il re Davide e Gionata: "Appena Davide ebbe finito di parlare con Saul, Gionatan si sentì nell'animo legato a Davide, e Gionatan l'amò come l'anima sua" (1Sa 18:1 N.R.); "Io sono in angoscia a motivo di te, Gionatan, fratello mio; tu mi eri molto caro, e l'amore tuo per me era più meraviglioso dell'amore delle donne" (2Sa 1:26 N.R.). Ciò detto, è necessario rammentare che oggigiorno la sfera erotico-sessuale ha oltrepassato il naturale rapporto privato ed è sconfinata nella società come eccitazione di massa abbastanza diffusa in ogni strato: basti pensare che l'accesso ai siti pornografici avviene in età sempre più precoce e ogni giorno subiamo la visione di materiale erotico quasi senza accorgercene, ad esempio, se abitiamo nella metropoli di qualche città italiana non possiamo non aver scorto almeno una volta di passaggio dei cartelloni pubblicitari di modelle che pubblicizzano intimo. Per non parlare delle manifestazioni pubbliche apertamente a favore dell'omosessualità erotica (i gay pride) dove i partecipanti sfilano lasciandosi andare ad atteggiamenti di impudicizia e di mancanza di ritegno sessuale.
Ultima modifica di matteo97 il domenica 7 luglio 2019, 11:05, modificato 1 volta in totale.
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Gianni
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da Gianni »

Noto che prosegue la discussione sull’omosessualità, tema aperto da Yomo che si è domandato come mai una cosa così abominevole per la Bibbia non venga affrontata in maniera pratica da Yeshùa nei Vangeli.

A questa domanda si può rispondere con un’argomentazione sempre valida: dalla Bibbia si impara anche da ciò che non è scritto. Se Yeshùa avesse avuto un’idea diversa da quella biblica, lo troveremmo documentato nei Vangeli, e questo sì che sarebbe una grossa novità. Il fatto che non troviamo sue prese di posizione al riguardo indica quindi che non c’era nulla di nuovo da dire: l’omosessualità abominevole era e abominevole rimase.

Daminagor, ha avanzato l’idea che la sua condanna sia tra le norme che non meritano più considerazione perché inadatte ai tempi.
Non esistono norme che non meritano più considerazione, ma casomai norme applicate in modo nuovo, come quelle relative ai sacrifici animali cruenti che vengono spiritualizzate. E, in ogni caso, troviamo la spiegazione nella Bibbia.
Daminagor parla di casi di incesto tra i personaggi biblici. Ebbene, nell’esegesi biblica si chiama candore biblico: la Scrittura non tace le colpe neppure di persone importanti come il re Davide. Quanto a “casi persino voluti da Dio stesso”, mi piacerebbe sapere quali.

Israel75 parla di facile buonismo. Concordo con lui e su ciò tornerò tra poco.

Trovo molto interessante la statistica citata secondo sui l’omosessuale è divenuto tale (e non nato) nel 99.9% dei casi (nel 97% di quei casi in conseguenza di forti traumi psicologici e/o fisici come sevizie subite in età infantile). La verità è che nasce un omosessuale ogni molte centinaia di migliaia, uno ogni circa 8/900.000.

Fino al 1968 l’omosessualità era trattata nei manuali di psichiatria come grave disturbo. Guarda caso, dopo il ’68 il problema è sparito dai manuali.
Ed eccoci al buonismo. Dal ’68 ha preso sempre più piede una cultura (sottocultura, anzi) di sinistra, che può essere riassunta in queste battute: Tossicodipendenti? Zingari e vagabondi? Omosessuali? Occupanti abusivi di case? Poverini …
Oggi si ritiene che l’omosessualità faccia parte dell’essere moderni. E si dimentica che essa era “moderna” quattro millenni or sono. A Sodoma e Gomorra.

Assistiamo ad uno stravolgimento di valori. A ben vedere, obiettivamente e senza offendere nessuno, un trans è uno scherzo di natura. Come un nano, ad esempio. L’omosessuale vero, quello nato così (caso molto raro) rientra nei tragici scherzi di natura. Ora, nessuno – credo – parlerebbe di “orgoglio nano” od “orgoglio zoppo” o di orgoglio riferito a tragici casi in cui i geni giocano un brutto scherzo. Eppure si parla di “orgoglio gay”. A momenti ci si deve quasi vergognare di essere normali.

E che dovrebbe fare un credente se nasce omossessuale? Rispondo con altre domande: che dovrebbe fare uno storpio o un nano o semplicemente uno molto brutto che non trova moglie?

Spero di non aver offeso nessuno. Certamente non è mia intenzione offendere chi disgraziatamente nasce così. Quanto a quelli che lo diventano per gravi motivi, possono curarsi e guarire con un serio trattamento psicologico. Quanto agli altri, che sono la stragrande maggioranza e dietro i quali c’è il vizio, non intendo offendere neppure quelli: si offendono da soli.
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matteo97
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da matteo97 »

Concordo con buona parte dell'intervento del sig. Gianni, tuttavia nel precedente messaggio ho invitato a non applicare gli stessi parametri di giudizio tra visione dell'omosessualità nella antiche civiltà precristiane e quella dell'attuale società occidentale poichè, sebbene le pratiche omoerotiche rimangano le stesse, l'accettazione nel tessuto socio-culturale è variata. Ovvero, attualmente nessun omosessuale che pratica tali atti omoerotici si glorierebbe dinnanzi alla società per la "virilità fisica" utilizzata nella dominazione di un'altra persona che commette assieme a lui tali pratiche. Semmai, egli vuole, assieme al suo compare, manifestare apertamente alla società la sua "preferenza sessuale", ovverosia il suo essere omosessuale nella cui essenza si può comprendere la pratica di atti omoerotici apertamente condannati dalla Bibbia (Lv 18:22;Lv 20:13). Ed egli si domanda: "che male c'è"? E gran parte dell'opinione pubblica social-liberalist asseconda i suoi istinti argomentando il fatto che, essendo questa una società liberale, non sta a noi (ndr. collettività) giudicare o condannare tali pratiche, finchè esse non sfociano nella violenza. Come si può constatare, la violenza insita in tali atti viene pubblicamente condannata, il che equivale a dire che gli omosessualisti di oggi sarebbero apertamente contrari alle pratiche omoerotiche in uso nell''antichità. La Scrittura, invece, non lascia spazio a dubbi: le pratiche omoerotiche sono apertamente condannate e vietate (sia che in esse vi sia violenza oppure che non ve ne sia). Il dilagare della sessualità (sia omoerotica che eteroerotica) nella società occidentale è avvenuto a partire dai cosiddetti "movimenti di liberazione sessuale" del '68 che, accusando l'allora società di confinare e reprimere la sessualità entro le mura domestiche, hanno dato avvio alla tolleranza di tali pratiche, ovvero al libertinismo sia omoerotico che eteroerotico. E gli effetti sono riscontrabili ancor oggi: aumento della pornografia in rete e facile accessibilità in età sempre più precoce, divorzi dovuti a tradimenti sessuali, promiscuità sessuale diffusa e tollerata ecc... Quanto alla promiscuità omosessuale è lo stesso Freud, adottato a vessillo dei movimenti di liberazione sessuale, a condannarla: "Ho detto che i sintomi nevrotici sono soddisfacimenti sostitutivi e vi ho accennato che la conferma di questa tesi mediante l'analisi dei sintomi si imbatterà in più di una difficoltà. Essa è infatti giustificato solo se nel "soddisfacimento sessuale" includiamo anche quello dei cosiddetti bisogni sessuali perversi, poichè una tale interpretazioni dei sintomi si impone con sorprendente frequenza. La pretesa di eccezionalità degli omosessuali o invertiti crolla subito, allorchè apprendiamo che in ogni nevrotico si può dimostrare la presenza di impulsi imosessuali e che un buon numero di sintomi esprime questa inversione latente (tratto da Introduzione alla psicoanalisi) e, sebbene egli individui in ogni persona'"un'omosessualità latente", la differenzia da quella "manifesta", ovvero da quella propria degli omosessuali che chiama anche invertiti. Quindi quali sono i vincoli sessuali e affettivi che la Scrittura approva? Sono quelli eteromatrimoniali (utilizzo quest'espressione per differenziarli da quelli dello stesso sesso) oppure la castità perpetua, secondo ciò che è scritto nella lettera paolina: "Io vorrei che tutti gli uomini fossero come sono io; ma ciascuno ha il suo proprio dono da Dio; l'uno in un modo, l'altro in un altro" (1Cor. 7:7 N.R.). Dio non vuole che tutti gli uomini si sposino, il matrimonio in altre parole non rientra nella sua volontà per tutti gli uomini. Quello di sposarsi è un dono che procede da Dio e non tutti posseggono questo dono. Si badi bene, non ho annoverato tra questi le unioni civili eterosessuali, poichè non è lecito tra due fidanzati avere relazioni carnali. Quando Dio formò la donna e la menò all’uomo, "disse": “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saranno una stessa carne” (Gn 2:24 N.R.). L’unione sessuale, come si può leggere, deve avvenire con la propria moglie. A conferma dell’illeicità del rapporto carnale tra due fidanzati c’è anche il fatto che quando l'apostolo Paolo parla del matrimonio in relazione alle donne non maritate parla di vergini (cfr. 1Cor. 7:25,28,37). Nella speranza di aver chiarito eventuali dubbi, la mia posizione è quella di Antonio: "non dobbiamo condannare gli omosessuali come se essi non potessero discostarsi dalle pratiche omoerotiche ma dire loro che essi devono rigettarle se vogliono mantenersi spiritualmente sani."
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Salvatore Tarantino
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Concordo pienamente con Gianni.

Ma aggiungo che nessuno, proprio nessuno, nasce omosessuale.
Tra l'altro - quando la scienza non era ancora ideologizzata - è stato osservato che l'ipotesi di nascere omosessuali è stata già smentita dalla circostanza che in alcuni gemelli monozigoti, e cioè con DNA identico, l'uno si è definito omosessuale e l'altro no.
Se l'omosessualità fosse genetica necessariamente entrambi i gemelli monozigoti dovrebbero essere omosessuali oppure nessuno dei due; anche un solo caso al mondo di gemelli monozigoti con "orientamento sessuale" diverso, smentisce l'ipotesi che si possa nascere omosessuali.
L'omosessualità non è un "essere" ma un "esistere".
Si può affermare di essere omosessuale nella stessa misura in cui si può affermare di essere un socialista, o uno juventino, o un ambientalista, tutte cose evidentemente non innate, ma frutto di convinzioni personali, di simpatie, dell'educazione ricevuta, dell'esperienza di vita, e di mille altri fattori prevedibili ed imprevedibili.

Tornando alle Scritture, l'omosessualità è tra le cose più duramente condannate, e senza alcun dubbio plausibile. Solo in malafede si può giustificare un simile comportamento.
Qualcuno chiede come ci si debba comportare davanti a un omosessuale.
La risposta mi sembra ovvia: come ci comportiamo davanti a qualsiasi altro peccatore, ad esempio un adultero (faccio questo esempio dato che si tratta di un "tipo" di peccato analogo, coinvolgente la morale sessuale).
La domanda sembra quasi voler evocare chissà quale risposta violenta da parte dei credenti.
Non mi risulta che cristiani od ebrei al calar delle tenebre vadano a caccia di omosessuali o di adulteri.
Mi risulta piuttosto che un tale - Scalfarotto - uomo politico che si dichiara omosessuale, una volta dichiarò di voler vietare la lettura di Paolo in pubblico, relegandolo solo agli ambienti di culto cristiani.
Ecco, qui pongo io una domanda: come mai gli adulteri (sempre per fare un esempio) non hanno mai sentito l'esigenza di proibire la lettura di Paolo?
Una risposta ce l'avrei: forse gli adulteri hanno molta più autostima e molta più tolleranza.
L'elenco di Paolo - di quei peccatori che non entreranno nel Regno di Dio - è lungo, ma come al solito si lamentano sempre gli stessi.
Una volta la scienza spiegava chiaramente il motivo di questi loro comportamenti (questa necessità - che non può mai essere saziata - di sentirsi approvati)- io ho avuto il privilegio di leggere qualcosa in merito in un libro universitario di antropologia criminale scritto negli anni 80 -, ma ormai è proibito.
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bgaluppi
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Salvatore, alla domanda "come ci si deve comportare davanti a un omosessuale", intendendo "come il credente deve comportarsi" (poiché il non credende fa come gli pare secondo coscienza e in base al suo modo di pensare e alla sua cultura di appartenenza), tu rispondi giustamente "come ci comporteremmo davanti ad un qualsiasi peccatore". E dunque, ci dobbiamo comportare come insegna la Scrittura, ossia non giudicando quel peccatore in alcun modo, visto che nessuno di noi è esente da peccato.

Nel caso di un adultero, o di uno che ruba, potremmo riprenderlo, anche oggi, fargli capire il suo errore (se lo vuole capire) e intimargli di non ripeterlo, come fa Yeshùa con l'adultera. Ma come si può fare la stessa cosa oggi con una persona che è attratta da persone dello stesso sesso non per scelta ma per ragioni psicologiche profonde e imprescindibili? E ovviamente, diverso è il caso di un credente da quello di un non credente.

Credo che oggi l'omosessualità debba essere valutata in modo completamente diverso rispetto a quella esistente nel mondo antico, in cui il sesso aveva un valore completamente diverso. Il comandamento "Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole" (Lv 18:22) fu dato da Mosè a Israele perché i rapporti omosessuali erano cosa comune e diffusa tra i popoli stranieri e aveva lo scopo di mantenere Israele separato da tali costumi. Allora non esistevano gay, esistevano uomini che praticavano sesso di ogni tipo, per consuetudine culturale e non per scelta più o meno consapevole. Il comandamento divino entra in gioco per sancire ciò che è sbagliato e insegnare ciò che è giusto in un mondo in cui non esistevano i "tabù" del mondo moderno. Oggi, invece, pur esistendo molte persone che praticano sesso diverso e indescriminato per il puro piacere, esistono anche molti omosessuali che lo sono per questioni non legate alle loro scelte consapevoli. Queste persone, tra cui anche credenti, non potranno mai "guarire" o smettere di essere attratti da persone dello stesso sesso; ma se i non credenti possono vivere la loro sessualità liberamente, i credenti non possono, e dunque la questione per loro diventa davvero molto complicata. La soluzione per loro sarebbe quella di abbandonare l'istinto sessuale e il desiderio, sopprimerlo oppure accettarlo e dominarlo evitando di fare sesso. Ma anche questo è buono? Staranno meglio psicologicamente e saranno sereni? E quali conseguenze avrà in loro una tale scelta? Mentre in passato forse era più facile smettere di avere rapporti con persone dello stesso sesso, oggi credo sia impossibile smettere di essere gay; voglio dire che il peccato sussiste nel momento in cui l'uomo ha libertà e capacità di scelta. Ma chi non è libero di scegliere, può essere considerato colpevole?

Voglio dire che una persona può essere giudicata sulla base del divieto biblico dell'omosessualità solo se quella persona può scegliere di non essere omosessuale, esattamente come si può scegliere di non commettere adulterio; ma si può giudicare un gay in base al principio biblico quando quello non può scegliere di non essere gay? Certi comandamenti biblici possono essere applicati oggi come ieri? La mia è una domanda.

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marco
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da marco »

La condizione di omosessualità è sempre stata tale. Oggi non è diversa da ieri. Fa parte, insieme ad altre, delle sfera delle perversioni della natura umana. Pensare che l’uomo odierno sia diverso o peggio superiore a quello del passato è un errore.

L’omosessualità è il peccato più satanico che ci sia. E’il più dissacrante, assieme al peccato di bestialità, che un uomo – immagine di Dio- possa commettere. Significa andare contro l’ordine dell’opera voluta da Dio: maschio e femmina. Tale peccato manifesta l’odio che l’uomo inconsapevolmente nutre per Dio. E non solo l’uomo…
Alla luce di questo la persona può certamente scegliere di non essere omosessuale riconoscendo la sua condizione come un oltraggio alla condotta voluta da Dio. Ovvio che stiamo discutendo su uomini che hanno ricevuto la chiamata del Creatore. Per tutti gli altri uomini impossibilitati a discernere il bene dal male queste considerazioni sono inutili.
Tutti per un motivo o per un'altro siamo chiamati ad abbandonare (morire all'uomo vecchio) la nostra condotta dettata dalle regole del principe di questo mondo e prendere la croce di Cristo (la strada di Dio).
Paolo avverte i buonisti “de noantri” della nostra società che si commuovono davanti all’amore gay che il Giudizio di Dio non ammette deroga: E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa. Rm 1,32
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bgaluppi
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da bgaluppi »

La condizione di omosessualità è sempre stata tale. Oggi non è diversa da ieri. Fa parte, insieme ad altre, delle sfera delle perversioni della natura umana.
Non è affatto così, Marco. Lo stesso termine "omosessuale" è di origine recente (dal 1950 in poi), nei tempi antichi non esisteva un termine del genere atto a designare i gusti o le tendenze sessuali di una persona. Anche ai tempi di Paolo, non esistevano i "gay" come li classifichiamo oggi, esistevano pratiche comunemente diffuse che vedevano uomini fare sesso tanto con uomini (αρσενοκοίται) come con donne. L'uomo era perverso? Certamente si, come lo è oggi, perché la natura umana non è certo cambiata. La perversione è una modificazione psicopatologica delle tendenze istintive, che si manifesta con anomalie del comportamento in tanti aspetti. Ma il fatto che un uomo avesse rapporti con un uomo non era considerata una perversione sessuale come oggi. Siamo d'accordo che la Bibbia condanni l'omosessualità, cerca di cogliere il senso del discorso che sto facendo.

Nei tempi antichi un uomo poteva avere rapporti con un uomo tanto quanto con una donna e non veniva etichettato come "bisessuale" o perverso, proprio perché “non ci si definiva in base a criteri naturali o ideologici (di identità di genere o differenza sessuale), ma invero in base a criteri eminentemente sociali, vale a dire l'equilibrio tra l'utilizzo di un'altra persona per il proprio piacere sessuale e la sua posizione all'interno della struttura sociale predominante” (Wikipedia). La differenza dei ruoli all'interno di un rapporto sessuale non era quindi definita unicamente dal genere, ma essenzialmente dall'essere attivi o passivi. Dunque, il sesso nel mondo antico era visto e vissuto in modo molto diverso rispetto a oggi.

Che significa questo? Che i popoli antichi facevano bene a praticare rapporti omosessuali? No di certo, ed è proprio per questo che il rapporto di un uomo con un altro uomo viene condannato da Mosè (Lv 18:22), affinché Israele smettesse di praticarlo e si distinguesse dai popoli stranieri. Ogni divieto biblico viene stabilito perché un certo comportamento era praticato, dunque l'insegnamento biblico stabilisce ciò che è giusto e sbagliato ove questo non fosse chiaro. Attraverso la Torah, Israele impara ad elevarsi ad uno stato superiore abbandonando comportamenti che erano diffusi ma non per questo considerati sbagliati; per questo la Torah è "insegnamento", perché insegna cosa è giusto e sbagliato in un periodo in cui l'essere umano non era sempre in grado di fare tale distinzione in modo corretto. L'uomo non è in grado da solo di distinguere il bene e il male da un punto di vista superiore e assoluto, proprio perché si trova in una sfera inferiore. Essendo in una sfera inferiore, non può conoscere le cose superiori a meno che gli vengano rivelate dall'alto. Ecco che entra in gioco la legge superiore, la Torah, che istruisce l'uomo ad elevarsi dal suo stato.

Allo stesso modo, la Torah proibisce l'incesto, poiché era una pratica non certamente comune ma comunque diffusa tra le classi elevate nell'Egitto in cui Israele aveva vissuto e da cui doveva "uscire", ossia distaccarsi: "Non scoprirai la nudità della figlia di tuo figlio o della figlia di tua figlia, poiché disonoreresti te stesso" (Lv 18:10), mentre presso le società egizie altolocate l'incesto era visto come modo per conservare la consanguineità della stirpe reale superiore.

Tornando alla mia domanda, riporto un esempio per essere più chiaro. Al ginnasio c'era un ragazzo che viveva in uno stato di costante frustrazione perché si era accorto di essere attratto dai ragazzi e non dalle ragazze. Naturalmente, non ne parlò per molto tempo con nessuno, per paura di essere bollato come gay. Lui, però, sapeva di essere gay ma non scelse di esserlo, scoprì di esserlo. Tralasciando il tema "gay si nasce o si diventa?", visto che non abbiamo le conoscenze per rispondere in modo approfondito e serio a questa domanda, cosa dovrebbe fare oggi una persona omosessuale che ha anche una fede religiosa, visto che non può "smettere" di essere attratta da persone dello stesso sesso sesso? Può smettere di rubare se ruba (a meno che non sia cleptomane), può smettere di inginocchiarsi davanti a idoli di pietra se lo fa, può smettere di praticare l'adulterio se lo ha praticato, ma non potrà mai smettere di provare attrazione per persone dello stesso sesso e, in virtù della proibizione biblica, si sentirà sempre inadeguata e "sbagliata", mentre in realtà non ha alcuna colpa, perché si è colpevoli di qualcosa solo se si ha la capacità di scegliere di fare o non fare una determinata cosa.

Il tema è molto complesso e anche alquanto interessante, perché coinvolge la psicologia e l'aspetto sociale, e dunque merita di essere discusso in modo serio e approfondito, evitando di giungere a conclusioni affrettate.
marco
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto: Non è affatto così, Marco. Lo stesso termine "omosessuale" è di origine recente (dal 1950 in poi), nei tempi antichi non esisteva un termine del genere atto a designare i gusti o le tendenze sessuali di una persona. Anche ai tempi di Paolo, non esistevano i "gay" come li classifichiamo oggi, esistevano pratiche comunemente diffuse che vedevano uomini fare sesso tanto con uomini (αρσενοκοίται) come con donne. .
Non è vero! Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi distingue bene "i gusti e le tendenze sessuali di una persona", evidenziando gli uomini che dentro si sentono donna -oggi chiamati gay- da coloro che praticano la sodomia per puro (perverso) piacere sessuale.
né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
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