Gesù e l omosessualità

stella
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da stella »

O si Gianni ,intendevo scrivere Margo ,ma il piccolo aggeggio a volte scrive come vuole lui .
Buon giorno Gianni e a tutti ..spero anche Arianna rientri , :-)
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Gianni
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da Gianni »

:-) Sì, Stella, speriamo. Abbiamo bisogno di più voci femminili. Ottima la tua idea che Margo si presenti di nuovo.
stella
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da stella »

indecisa se riportare o meno il pensiero di
don Paolo Zambaldi il prete che non crede ne al diavolo e ne ai miracoli ,il suo pensiero su .
Omosessualità: Inviato il 26/9/2018, 10:21 forum ''Gabriel ''..

la Chiesa finalmente si interroghi con onestà!..

Sono convinto che la scienza non abbia sempre tutte le risposte per spiegare la complessità e il mistero della creazione. Ma certamente bisogna riconoscere come il suo sviluppo abbia migliorato e arricchito la conoscenza umana, sfatando antiche credenze, superstizioni, paure.

La medicina in particolare, ha fatto passi da gigante, rendendo curabili malattie fino a poco tempo fa mortali, ha allungato la vita media, ha alleviato la sofferenza, ha scardinato pregiudizi millenari: ad esempio che la sterilità non è solo femminile, che il sesso del nascituro non dipende dalla donna, che la malattia non è una maledizione, che la pazzia non deve essere escludente…

La medicina, negli ultimi anni, ha anche affermato che l’omosessualità è una “variante normale” del comportamento sessuale umano, non una patologia che deve/può essere curata.

E non può essere “scelta”.

Va accettata nello stesso modo in cui si accetta di essere biondi o bruni, piccoli o grandi, glabri o pelosi.

Ma questo risultato stenta ad essere recepito. Potenza del pregiudizio!
Anche se, a dire il vero, molte persone negli ultimi anni, hanno cercato di superare le loro ataviche condanne al riguardo. Merito però più dell’outing di persone conosciute, del buon senso e del semplice “parlarne di più” che di una corretta informazione scientifica.


Ciò è confermato da un’omofobia non ancora veramente sconfitta: essa rimane sottotraccia e periodicamente riesplode.

Chi è rimasta a “marciare sul posto” è la Chiesa. Con dei distinguo.


Ai vertici si continua con la solita algida difesa della teoria dell’omosessualità come disordine intrinseco, come pulsione da dominare e curare (il papa qualche tempo fa, ha detto che i bambini “sospetti” vanno portati dallo psichiatra!), e l’omosessuale come qualcuno sì da “accogliere”, “rispettare”, “amare”… ma con l’atteggiamento del “puro” verso il ”peccatore”, del “forte moralmente” verso il “debole”… (Altrimenti non si comprenderebbero i continui distinguo: se casti sì, se sposati no, figli no, disposti a percorsi di cambiamento sì, felici della loro storia no…).

Alla base, invece, molte comunità cominciano ad accettare che l’omosessualità sia una “diversità normale”. Che ci siano donne che amano donne e uomini che amano uomini. Che le loro storie siano uguali a quelle di tutti: storie di condivisione, storie di tradimenti, storie di passioni, storie di abbandoni. Comprendono come le loro vite siano gravate dalla difficoltà e dalla sofferenza di farsi accettare dalle loro stesse famiglie, dai loro colleghi, dai loro amici e siano sempre umiliate dalla necessità di giustificare un orientamento che si sono ritrovate alla nascita e che non possono ignorare/reprimere, se non causando disastri peggiori.

Mi chiedo perché una comunità di persone che crede in un Maestro che fa dell’amore la chiave del Regno, che si mette sempre dalla parte non solo dei crocifissi dalla storia ma anche dei crocifissi dal pregiudizio: lebbrosi, adultere, donne, schiavi, esattori delle tasse… non dovrebbe accogliere, benedire queste persone, questi fratelli così ingiustamente esclusi e perseguitati..

Gesù non ha forse detto: “Ogni volta che accoglierete uno di questi (poveri, esclusi, perseguitati…) accoglierete me”?

Non intendendo con questo quell’interpretazione spiritualista data per secoli dalla Chiesa, che nel povero/rifiutato/diverso si serve Gesù stesso, proprio la Sua persona (lo faccio per Gesù!): interpretazione che ha permesso a molti “buoni cristiani” di coniugare carità e odio per il povero “in carne ed ossa”, volontariato e razzismo, missioni e colonialismo, accoglienza e condanna morale/ annullamento della dignità. Gesù infatti voleva dire con quelle parole: non sono io quello che dovete adorare e amare nel chiuso delle vostre chiese/sinagoghe, quello che dovete fare è accogliere e amare ogni uomo e specialmente il più povero, il più solo, il più ingiustamente discriminato. Solo questo ha un senso, solo questo mi rende onore. Perché io sto dalla loro parte e voglio che lo siate anche voi. Loro sono “sacramento/segno” della mia presenza. Solo “fra” loro mi incontrerete!


Inoltre se essere cristiani è essere cercatori della verità, al di là di ogni pregiudizio, di ogni condanna preventiva, di ogni manipolazione, perché non ci si pone in atteggiamento dialogico? Perché non si studia? Perché non si ascolta la scienza? Vogliamo ritornare a Galileo che fu condannato per quello che vedeva con i suoi occhi, in nome di una credibilità clericale fondata su un’interpretazione monolitica della Bibbia?

Il fondamentalismo religioso che Roma (e una pletora di vescovi, preti e laici) non “stronca”, se non parzialmente e in modo contraddittorio, si alimenta invece di pregiudizi, vede in tutto ciò che attiene alla sfera sessuale, qualcosa di insano. Nega il valore del corpo, il coinvolgimento storico del Vangelo, il vivere il Regno qui e subito. Preferisce adorare e preservare lo Spirito di un Dio disincarnato, ben chiuso nell’oro dell’ostensorio, presente nel pane dell’ostia, ben al riparo dal mondo. Così al riparo da essere diventato inutile, insignificante feticcio per i puri custodi della tradizione cattolica.

Del resto solo con queste premesse si può conservare il potere, la casta clericale, il proprio posto accanto al trono.
La dottrina. Salvare la dottrina. Non l’uomo!”

Che poi all’ombra della dottrina si possa commettere qualunque crimine è un’altra storia!

don Paolo Zambaldi...

ripeto indecisa ,ma non voletemene ,tanto per far conoscere i pensieri altrui ...
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Buon giorno Cara Stella
Intanto mi piacerebbe conoscere il tuo punto di vista sull'omosessualità.

Ciò che hai postato appartiene ad una denominazione religiosa che è da sempre ricca di pedofili e omosessuali proprio nei suoi rappresentanti che li hanno celati e protetti per bene.
L'obbligo del celibato per esempio è stata una causa di questo comportamento deviato.
Detto questo i commenti precedenti hanno messo in risalto il rispetto verso la persona io per prima ho sottolineato questo .
Ma è il sano insegnamento dettato dalla parola di Dio che con tutte le dovute misure e delicatezze va' messo in evidenza sé la Parola è un'autorità riconosciuta da entrambi.
In passato questa condizione è stata vissuta con molto più disagio rispetto ad oggi , credo che oggi è la persona che si permette di dire che si tratta quasi al cento per cento di vizio ad essere discriminata e attaccata .
Il mio primo collaboratore o dipendente era un giovane omosessuale un ragazzo estremamente sensibile e delicato nell'animo è nata una grande amicizia che tutt'ora dura.
Ha subito una violenza nella sua primissima adolescenza da un uomo e si è portato dentro tante conseguenze ma alla fine mi ha confermato che è stata una scelta quella di scegliere un uomo per compagno che una donna.
Idem un'altro giovane maturo oggi stessa violenza subita grande amico mio e una grande stima reciproca.
Con ciò cosa voglio dire che il rispetto verso la persona và dato sempre quindi nessuna discriminazione ma il sano insegnamento va' a mio parere detto come per qualsiasi altre pratiche errate
menzogne omicidi ecc.
Poi ci sono in una piccolissima percentuale coloro che hanno già evidenti in natura tratti somatici mascolini e di sentono più uomini che donne.
Ne conosco una anche qui grande rispetto verso la persona e mi dice : Vedi Maria Grazia le mie mani ? Le mani di un uomo , i tratti del viso veramente maschili
,e lì c'è qualche scherzo della natura e mi dà da pensare.
Ma è una rarità.
Gesù non si è mai espresso al riguardo ma in effetti c'è da pensare chissà quante cose fatte da lui dialoghi personali non conosciamo e non sono stati riportati.
D'altra parte all'epoca l'omosessualità esisteva ma accuratamente celata ma io penso e non escludo che Gesù ebbe a parlare anche con qualcuno che si è confidato con Lui e con amore lo avrà aiutato.
stella
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da stella »

Buon giorno M. Grazia e a tutti ..
M. Grazia ho poco da aggiungere ,anzi ci sarebbe molto da dire ...
Oggi tutti ne parlano non è più Tabù ...ANZI ..
...anche se non e' importante come io la penso ..e senza voler giudicare ,la penso un po' come te ...
Dio ama loro come tutti noi ,ognuno di noi è fallace ...confidiamo nel perdono nella misericordia di Dio ..
Però mi chiedo ,mi chiedevo cosa ha fatto la medicina ,e' una malattia ? il medico il psicologo può aiutare? ...
Difetto di natura oppure vizio?
Non saprei ,come detto non possiamo pronunciarci ,la medicina non ha fatto scoperto molto su ciò ...almeno per ciò che io ne sappia .. :-??
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francesco.ragazzi
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Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 18:17

Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da francesco.ragazzi »

Secondo me ogni caso e' un caso a parte, come per qualsiasi altro problema, è sbagliato catalogare e creare protocolli ...
acqua72
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Iscritto il: lunedì 9 gennaio 2023, 11:04

Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da acqua72 »

Vi invito ad ascoltare è interessante

https://www.raiplaysound.it/audio/2024/ ... 0b738.html
stella
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Re: Gesù e l omosessualità

Messaggio da stella »

..da francesco.ragazzi » lunedì 19 febbraio 2024, 9:13

Secondo me ogni caso e' un caso a parte, come per qualsiasi altro problema, è sbagliato catalogare e creare protocolli ...

CERTAMENTE FRANCESCO , ''condivido ''..

Ma grazie anche a Aqua72 per aver segnalato uomini e profeti ,..con l'intervista a Suor Forcades
Siamo tutti diversi! Per una teologia queer....

vorrei chiudere con un'intervista della suora ...sempre da Don Paolo Zambaldi
'' Una femminista in clausura.''
PAROLE CHE FANNO RIFLETTERE .
.Era già medico, ma al camice bianco ha preferito il velo, diventando così una monaca benedettina. Catalana, oggi è una delle teologhe più dirompenti della scena cattolica internazionale. “Dio chiede a noi donne – è il suo messaggio – di non lasciarci usare come oggetti di piacere sessuale”

.Roma, 18 febbraio 2018 – All’abito bianco ha preferito il velo, alla corsia di ospedale la celletta di un monastero di clausura. Nei suoi libri, pagina dopo pagina, col bisturi della teologia ‘queer’ (oltre gli schemi) fende le metastasi del maschilismo e degli stereotipi di genere. Ex medico, femminista, in prima linea per i diritti degli omosessuali (in passato ha sostenuto le adozioni da parte di gay e lesbiche, non però l’utero in affitto), schierata a favore dell’indipendenza catalana, come argomenta in ‘Nazione e compassione’ (Castelvecchi, 2018), suor Teresa Forcades è di per sé uno schiaffo ai luoghi comuni sulle religiose. Pie, devote e al loro posto, non certo battagliere come questa monaca 51enne del monastero benedettino di Montserrat, 60 chilometri dalla sua Barcellona, che in ‘Siamo tutti diversi!’ (sempre per Castelvecchi, 2016) denuncia “una Chiesa misogina e patriarcale nella sua struttura”.
Che senso ha definirsi femminista in una società liquida come la nostra?.

Le parole sono limitate, ma rappresentano l’unico mezzo che abbiamo per esprimerci. Uso la parola ‘femminista’ per mostrare la mia solidarietà e gratitudine verso le donne che hanno riconosciuto e riconoscono il sessismo e desiderano superarlo. Per esempio: perché l’ammirazione per la bellezza femminile si trasforma in un motivo di sofferenza per tante donne? Come mai queste in Europa guadagnano in media il 16% in meno degli uomini?”.


Lei sostiene l’indipendenza della Catalogna da una prospettiva anti-capitalista: crede nel dialogo fra marxismo e cristianesimo?..

Non li pongo sullo stesso livello. Nella tradizione cristiana trovo un cammino di vita. in quella marxista alcune idee fondamentali per comprendere il carattere idolatrico e spietato del capitalismo. Non si può servire Dio e il denaro”.


Dalla politica alle battaglie di genere, come fa a conciliare un temperamento così poliedrico con l’intensa spiritualità richiesta a una monaca di clausura?.

Posto che la preghiera e il silenzio sono il completamento ideale al vigore della mia attività, il problema non sta nel carattere. Il nodo è il tempo, soprattutto quando sono fuori dal monastero. Allora ricordo il consiglio di san Benedetto per il quale vale di più una preghiera breve, ma autentica che quelle recitate senza cuore. Ciò detto, le cinque ore di preghiera quotidiana che abbiamo in comunità sono l’ideale per me”.

Che cosa dicono di lei le sue consorelle?..

Adesso siamo 27 e cʼè una grande diversità fra di noi. Alcune mi sostengono in modo entusiasta, altre sono più critiche. In generale, mi sento molto valorizzata dalle mie sorelle e mi rendo conto della forza che il loro affetto e il loro sostegno mi trasmettono”.


Prima di prendere i voti, si è laureata in Medicina e specializzata in Medicina interna. Perché ha lasciato il camice bianco per il velo?

“Nel 1995 ho alloggiato per un mese nella foresteria del monastero, volevo un posto tranquillo per preparare un esame di Medicina. Alla fine del soggiorno ho sentito che Gesù mi chiamava a essere monaca. Due anni dopo sono entrata nell’ordine. All’inizio il cambiamento mi è costato, ma l’esperienza personale è stata più forte. Non ho sentito voci, né avuto visioni: c’è stata una comprensione, una certezza interiore”.


Eppure la sua famiglia non è religiosa, vero?

“Non lo era. A partire dalla mia esperienza, però, ha conosciuto una parte della Chiesa cattolica che adesso le sembra molto vicina”.

.Credere è una lotta perenne tra nulla e tutto, all’insegna del dubbio?

“Per alcune persone è così. Nel mio caso, no. La mia fede si è progressivamente sviluppata ed evoluta, ma non si caratterizza per la lotta, né per il dubbio. È un rendermi conto che si può amare sempre di più, si può sempre avere più fiducia. I miei dubbi, le mie lotte e le mie difficoltà sono con me stessa, non con Dio. Al momento l’ho sperimentato solo come amore incondizionato, libero e sorprendente”.

Prima di essere consacrata monaca ha mai pensato di mettere su famiglia?

“Pensavo che mi sarei sposata e sarei stata madre. Da piccola dicevo che avrei avuto nove figli”.

Un frate o una suora avrebbero diritto a essere liberi di scegliere se vivere o meno la loro corporeità?

“Non cercare gratificazione sessuale non significa non vivere la propria corporeità, né la propria sessualità. Pretendere di poter annullare o ignorare l’una o l’altra è repressivo e molto negativo umanamente. Santa Teresa di Gesù considerava normale, per esempio, che una monaca si innamorasse del confessore. Io, da monaca, mi sono innamorata tre volte, benché non del confessore. In ogni occasione è stato diverso sia negli aspetti fisici, sia in quelli emozionali, mentali, sociali o spirituali”.


Al di là dei paletti della morale cattolica, che cosa chiede Dio all’uomo in tema di sesso?.

,Coraggio e sincerità. A noi donne, credo che Dio chieda di non lasciarci usare come oggetti di piacere sessuale, di superare la tentazione di compiacere gli uomini e di prendere più sul serio noi stesse. Chi sono io e chi voglio essere, indipendentemente da quel che vuole o desidera il mio partner? Ma è possibile avanzare in questo senso solo se lo si fa liberamente, non lo si può imporre”.


Papa Francesco, che più volte ha invocato una maggiore valorizzazione della donna nel popolo di Dio, avverte la dimensione patriarcale della Chiesa e cerca di superarla?


“Sì, credo che cerchi di archiviarla, ma che voglia mantenere al tempo stesso una visione stereotipata della femminilità che si complementa con la mascolinità”.

Pensa che la commissione di studio sul diaconato femminile, istituita da Bergoglio, possa contribuire a inserire anche le donne nell’ordine sacro?


“Direi di sì, anche se ufficialmente ha solo la missione di studiare il diaconato femminile come diverso dal diaconato maschile e non considerato come ‘ordine sacro’. Questa distinzione non è pervenuta a livello popolare e i credenti cattolici si stanno preparando psicologicamente a vedere donne cattoliche ‘ordinate’ da diaconesse. Non so se il Papa ne sia consapevole, ma ha aperto una porta che oramai non si potrà più chiudere”.


Gli studi di genere sono un valido strumento conoscitivo per archiviare gli stereotipi sul femminile e sul maschile, nella società come nella Chiesa?.
Dipende da quali studi. Esistono molte versioni di cosa sia il genere. Alcune mi sembrano molto valide e altre mi sembrano false. Mi pare altrettanto falso considerare che la femminilità e la mascolinità possano definirsi in modo essenzialista (come nella teologia del corpo di Giovanni Paolo II) quanto pensare che siano delle pure categorie culturali”.


Oggi l’attualizzazione della Teologia della liberazione coincide con la liberazione della donna dai luoghi comuni sul suo genere?


“Le diverse lotte di liberazione non si possono opporre tra di loro: oppressione economica, razzismo, sessimo, omofobia… Ogni persona deve affrontare lʼingiustizia che si trova davanti e ricordare, col Vangelo alla mano, che Dio non giustifica nessuna discriminazione e ci dà il coraggio per affrontarle”.
Nella Chiesa vanno liberate anche le persone e, forse ancora di più, le coppie omosessuali: non basta dire «Chi sono io per giudicare?». Non trova?


“Non basta, ma è un primo passo. Da quando è stato eletto papa Francesco, i teologi, che come me sostengono che lʼamore omosessuale è benedetto da Dio, non hanno più avuto problemi. Prima sì, cʼerano denunce e si viveva nella paura di essere censurati. Ora no. I cambiamenti più significativi arriveranno quando la maggior parte dei fedeli cattolici sarà pronta. Non desidero che vengano imposti dallʼalto, tramite il Papa”
Si vede sempre monaca o teme che la Santa Sede, la stessa che nel 2009, attraverso l’allora ministro per i religiosi, il cardinale Franc Rodé, le chiese di aderire pubblicamente al magistero cattolico, possa toglierle l’abito?


“Mi vedo sempre monaca. Per me sarebbe un dramma un confronto con la Santa Sede che non si risolvesse in modo soddisfacente. Spero che non accada”.


È queer anche il Dio che incontreremo alla fine dei nostri giorni? Magari sarà donna e non avrà la barba come nel ‘Giudizio universale’ di Michelangelo..

Non so come sarà Dio al di là dello spazio e del tempo, ma Lei stessa ci ha detto come è nello spazio e nel tempo: mi troverete in colui che soffre, in chi è nudo, in chi si trova in prigione”.
(Traduzione a cura di Cristina Guarnieri)
(Quotidiano.net, 21 febbraio 2018)..

I TEMPI CAMBIANO ..QUER'' :-?? ..ogni giorno un nuovo vocabolo ...se sono fuori tema NOIMAN .. mi sposta in '''confidenziale ...'''

a proposito dove e' NOIMAN :-\
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