Caro Sandro, butto giù due righe velocemente, sperando di non dire castronerie involontarie. Poi, magari, ragioniamo con calma, un punto alla volta. Proprio in questo periodo sto riflettendo su come, di fatto, Yeshua rappresenti quella che potremmo chiamare una "rottura" con la tradizione ebraica. Davvero capisco come gli ebrei non abbiano potuto comprenderlo e accettarlo; io non credo che non abbiano voluto a prescindere, ma piuttosto che non abbiano potuto. Il discorso è molto complesso, e non so neppure se sono in grado di affrontarlo. Credo che Yeshùa possa essere compreso solo lasciandosi trasportare dalle sue parole e dai suoi insegnamenti e far sì che ci trasformino dall'interno verso l'esterno. Per quanto mi riguarda, io l'ho fatto e la mia vita è cambiata profondamente, e ancora moltissimo devo fare, e molto ho da cambiare. Gli ebrei hanno la Torah e una tradizione plurimillenaria; io non sono ebreo, e se non avessi avuto Yeshua (bada bene, non la religione), non avrei avuto proprio nulla.
Cosa c'entra con l'A.T. da un punto di vista Ebraico:(?) :niente.
Certamente Yeshùa era un giudeo osservante. Il problema, però, da un punto di vista ebraico, è che forse non osservò esattamente come gli ebrei osservavano e osservano. Dal punto di vista ebraico, mi sembra di capire che forse Yeshùa non fu conforme al modo tradizionale di mettere in pratica le mitzvot. Un altro problema sorge dal fatto che pur non essendo tradizionalmente osservante, creò grande scalpore tra i giudei grazie ai suoi insegnamenti; com'è possibile che uno considerato maestro non fosse osservante? Le risposte possono essere tre: 1. Yeshùa è davvero il messia, e quindi non è necessario verificare
quanto ha osservato e se la sua osservanza era conforme alla tradizione, ma è necessario comprendere
in che modo fu osservante; 2. Yeshùa fu un apostata bestemmiatore, che fuorviò altri ebrei e quindi fu giustamente condannato; 3. Yeshùa non è mai esistito.
La terza risposta elimina qualsiasi problema per chi non vuole accettare l'idea che da Israele sia potuto uscire un maestro "poco ortodosso" come Yeshùa. Gli ebrei a volte dicono che i Vangeli non dipingono proprio un bel ritratto del loro popolo; io credo, però, che i Vangeli non mettano affatto in cattiva luce il popolo di Israele, ma piuttosto
un certo tipo di giudei. Gli ebrei sono uomini, come tutti, e tra loro ci sono veri figli di Abraamo e altri che pensano di esserlo solo per diritto di nascita. Dico questo senza alcuna difficoltà, e aggiungo che, grazie a Yeshùa, io ho imparato ad amare il popolo di Israele e a pregare per Israele, come se fossero miei fratelli; grazie a Yeshùa, e solo grazie a lui, io so quanto importante è Israele per tutti noi; senza Yeshùa, francamente non credo che l'esistenza o la non esistenza di Israele avrebbero segnato alcuna differenza nella mia vita. E invece, grazie a lui, ciò è accaduto. Quindi, guarda un po' cosa ha fatto Yeshùa per il suo popolo attraverso me! E la stessa cosa l'ha fatta con molti altri goym. Pensa se la facesse con tutti!
La seconda risposta è annullata dal valore e dalla profondità del suo insegnamento, che non è affatto apostata e degno di un bestemmiatore; potrebbe essere considerato apostata rispetto ad una certa tradizione, ma non lo è rispetto al Tanach.
Resta la prima risposta, la cui veridicità la si può scoprire soltanto attraverso uno studio approfondito dei suoi insegnamenti alla luce del Tanach e soprattutto mettendoli in pratica e credendo che lui può davvero cambiare la nostra vita, qui e ora.
Come dice Heschel, non è importante
quanto si osserva, ma
come si osserva, così che non ci prendiamo gioco della parola di Dio. E Yeshùa ha insegnato il come, e lo ha insegnato a tutti. Paolo non si convertì mai, perché la conversione implica il passaggio da un credo ad un altro. Yeshùa era ebreo e non fondò il cristianesimo, portò solo un nuovo modo di obbedire alle mitzvot, secondo lo spirito e non secondo la materia. Un cristiano si può convertire all'ebraismo, e un ebreo al cristianesimo; ma un ebreo non si può convertire a Yeshùa, può solo accettarlo come maestro e messia. Paolo fece questo, perchè fu chiamato, e la sua vita fu trasformata, come accade a chiunque accetti Yeshùa. Ma restò ebreo, non divenne "cristiano".