Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

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Israel75
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Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da Israel75 »

(Mt6:9-13) Padre nostro che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà,

come in cielo così in terra.

daccci [Donaci] il pane quotidiano,

rimetti i nostri debiti [perdona i nostri peccati]

come anche noi rimettiamo i debiti ai nostri debitori.

non indurci in [Non abbandonarci nella] tentazione,

ma liberaci dal male [maligno].

[Poichè tuo è il regno, il potere e la gloria in sempiterno]

Amèn.


Incominciando dalle basi si possono subito notare almeno 3 cose (inquadrettate nella corretta --a mio avviso- armonizzazione ) nel Pater nostro che errano palesemente nella volgata di Girolamo(testo assunto arbitrariamente dalla chiesa romana come canonico).

1-"Daccci il pane..." è decisamente errata, aggressiva , e mette quasi in dubbio che sia il Creatore ad aver generato il pane che mangiamo, esso infatti è un suo dono , non nostro. "Donaci il pane..." (supportata sia dalla traduzione dal greco e da Luca suppone che sia un regalo di DIO, và considerata corretta)

2- Nelle pergamene lucane non compare la frase perdona i nostri debiti ma peccati , quindi DIO perdona i peccati, e noi rimettiamo i debiti ai nostri debitori , non possiamo certo perdonare in quanto uomini(è un paragone dunque).

3- Grottesco poi a mio avviso è l'errore "non indurci in tentazione..." , DIO infatti non induce in tentazione (Giac 1:13). La preghiera di Yeshua isegnata al popolo Lo invoca per liberarcene , dato che l'uomo spesso è vittima del maligno o delle tentazioni; quindi si chiede -in parole povere- di tirarci fuori dalle "sabbie mobili" e liberarci dal maligno o male .

L'ultima parte non compare in molti manoscritti , ma non è da ritenersi a mio avviso incoerente o deviante.

Saluti. :YMHUG: :YMHUG: :YMHUG:
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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francesco.ragazzi
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da francesco.ragazzi »

3- Grottesco poi a mio avviso è l'errore "non indurci in tentazione..." , DIO infatti non induce in tentazione (Giac 1:13). La preghiera di Yeshua isegnata al popolo Lo invoca per liberarcene , dato che l'uomo spesso è vittima del maligno o delle tentazioni; quindi si chiede -in parole povere- di tirarci fuori dalle "sabbie mobili" e liberarci dal maligno o male .



Analizziamo i due passi :

1) Il SIGNORE si accese di nuovo d'ira contro Israele, e incitò Davide contro il popolo, dicendo: «Va' e fa' il censimento d'Israele e di Giuda». (2 Samuele 24:1)

2) Satana si mosse contro Israele, e incitò Davide a fare il censimento d'Israele. (1 Cronache 21:1)

I due passi sopra possono significare che è Dio che ha usato i demoni (potrebbe aver usato Satana in modo diretto) per incitare Davide a fare una cosa sbagliata.-

Micaia replicò: «Perciò ascolta la parola del SIGNORE. Io ho visto il SIGNORE seduto sul suo trono, e tutto l'esercito del cielo che gli stava a destra e a sinistra. Il SIGNORE disse: "Chi ingannerà Acab affinché vada contro Ramot di Galaad e vi perisca?" Ci fu chi rispose in un modo e chi in un altro. Allora si fece avanti uno spirito, il quale si presentò davanti al SIGNORE, e disse: "Lo ingannerò io". Il SIGNORE gli disse: "E come?" Quello rispose: "Io uscirò e sarò spirito di menzogna in bocca a tutti i suoi profeti". Il SIGNORE gli disse: "Sì, riuscirai a ingannarlo; esci e fa' così". E ora ecco, il SIGNORE ha messo uno spirito di menzogna in bocca a tutti questi tuoi profeti; ma il SIGNORE ha pronunziato del male contro di te». (1 Re 22:19-23)
Il verso dice: "tutto l'esercito del cielo". Quindi dovrebbe essere tutto l'esercito che comprende sia angeli buoni che angeli cattivi. Dato che la destra è il lato d'onore (1 Re 2:19; Salmi 45:9; Efesini 1:20; Matteo 25:34) e la sinistra è il lato conseguente di disonore (Matteo 25:41), si presume che quelli a destra sono gli angeli buoni, mentre quelli a sinistra sono gli angeli caduti. Viene logico pensare che Dio ha fatto la domanda agli angeli caduti, poiché gli angeli buoni sono puri e quindi non possono ingannare.
Gli angeli buoni vengono usati per tutte le cose che rappresentano la giustizia nella vita. In Apocalisse vengono descritti mandando flagelli anche tramite catastrofi naturali (vedi qualche esempio in Apocalisse 16). Lo scopo ultimo degli angeli buoni in relazione agli esseri umani è il servizio generale che fanno in favore delle persone che devono ereditare la salvezza (vedi Ebrei 1:14). In ultima analisi, tutto quello che succede nella vita causato sia dagli angeli buoni che cattivi è volontà di Dio, e ha sempre come scopo finale la salvezza di quelli che la devono ereditare.
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bgaluppi
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da bgaluppi »

In ultima analisi, tutto quello che succede nella vita causato sia dagli angeli buoni che cattivi è volontà di Dio, e ha sempre come scopo finale la salvezza di quelli che la devono ereditare.
Sono molto d'accordo, Francesco. Niente accade, se Dio non lo consente. Diciamo che la ribellione a Dio è possibile per l'uomo, in virtù del libero arbitrio. Ma nessuna creatura angelica può decidere indipendentemente dal consenso di Dio. Nel pensiero ebraico, i malachim sono manifestazioni della volontà di Dio (che esistano o meno come creature vere e proprie, poco cambia); o comunque non sono creature dotate di libero arbitrio. Conosci bene i versetti di Giobbe, in cui l'avversario (il satàn) è lasciato libero di agire in seguito al consenso di Dio. Anche il versetto di 1Cr 21:1 che citi non presenta veramente il satàn come il Satana comunemente inteso dalla religione cristiana, ma dice che “un avversario si alzò contro Israele”, come in 1Re 11:23 (“Dio suscitò un altro nemico [שָׂטָ֔ן satan] a Salomone”), Nm 22:22 (“il messaggero del Signore si mise sulla strada per ostacolarlo” [לְשָׂטָ֣ן lesatan]), 1Re 11:25 (“Fu nemico [שָׂטָ֤ן satan] d'Israele per tutto il tempo di Salomone”), etc..

Alla fine, il diavolo (διάβολος, diàbolos, "falso accusatore", "calunniatore") finisce nello stagno di fuoco assieme alla morte e all'Ades (Ap 20:10,14); è ovvio che il significato dell'essere gettati nello stagno di fuoco è simbolico, e rappresenta il cessare di esistere, in quanto la morte e l'Ades non sono creature che possono essere gettate letteralmente in alcun luogo. Il satàn (accusatore, calunniatore) e la morte non hanno più ragion d'essere nel regno di Dio, in cui ci sarà solo vita e perfezione (il peccato non esisterà più). Dunque, il satàn, come la morte, sembrano essere funzionali alla vita terrena attuale. Significa che Dio consente che esistano per uno scopo preciso, finché giunga il Suo regno.

Io credo che certi malachim oppositori esistano e che svolgano semplicemente la loro funzione, quella per cui sono stati creati. Essi cesseranno di esistere nel momento in cui la loro funzione non sarà più necessaria. Credo questo in virtù del fatto che in tutta la Scrittura non c'è traccia di ribellione angelica com'è comunemente intesa dalla religione cristiana.

“Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna.” (Gv 8:44). Fin dal principio il satàn è ciò che deve essere: il padre della menzogna, l'accusatore dell'uomo, ciò che mette l'uomo alla prova. Se fosse caduto in seguito ad una ribellione, non sarebbe stato padre della menzogna fin dal principio. Non dice che è divenuto menzognero, essendo prima nella verità; dice che in lui la verità non c'è mai stata sin dal principio. Egli è stato creato così per svolgere la sua funzione di accusatore. Egli, dunque, non è ribelle, anzi obbedisce perfettamente allo scopo per il quale esiste, secondo la volontà di Dio. Infatti, dice Is 45:7: “Io formo la luce, creo le tenebre, do il benessere, creo l'avversità [רָע ra, male]; io, il Signore, sono colui che fa tutte queste cose.”.
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francesco.ragazzi
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da francesco.ragazzi »

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Romani 8:28
Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali son chiamati secondo il suo proponimento.

Credo che in questo "tutte" rientrino sia le buone che le cattive, non dimentichiamoci che :

Apocalisse 3:19

Tutti quelli che amo, io li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti.
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bgaluppi
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da bgaluppi »

Giusto, Francesco. Tutto coopera al bene di colui che ama il Signore e Lo vuole seguire. A volte, ciò che ci sembra ingiusto si rivela essere giusto. Ma occorre fede, e non buttarsi giù nei momenti di sofferenza. Certe cose ci fanno soffrire, e ciò è comprensibile e inevitabile; allora occorre affidarsi a Dio e confidare nel Suo aiuto:

“Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare.” — 1Cor 10:13
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francesco.ragazzi
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da francesco.ragazzi »

Apocalisse 20:1 E vidi un angelo che scendeva dal cielo con in mano la chiave dell'Abisso e una grande catena. 2Afferrò il drago, il serpente antico, che è diavolo e il Satana, e lo incatenò per mille anni; 3lo gettò nell'Abisso, lo rinchiuse e pose il sigillo sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni, dopo i quali deve essere lasciato libero per un po' di tempo.

Apocalisse 20:7 Quando i mille anni saranno compiuti, Satana verrà liberato dal suo carcere 8e uscirà per sedurre le nazioni che stanno ai quattro angoli della terra, Gog e Magòg, e radunarle per la guerra: il loro numero è come la sabbia del mare. 9Salirono fino alla superficie della terra e assediarono l'accampamento dei santi e la città amata. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. 10E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli.

Notiamo quindi che Dio si serve del Male per mettere alla prova l'uomo, fino a quando si entrerà nello stato Eterno... quando cioè avverrà quella (Sostituzione Etnica) dai Figli di Adamo ai Figli di Dio fra cui Yeshua unico generato e tutti i Santi adottati a Figli di Dio .-
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Gianni
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da Gianni »

Il Pater Noster è costruito sul qaddìysh della liturgia ebraica.
La parola qaddìysh (קדיש), il cui plurale è qaddishìyn (קַדִּישִׁין), è aramaica e significa “santo”. La troviamo nella sezione aramaica della Bibbia (che si trova in Dn 2:4b–7:28). Infatti compare in Dn 4:5 (nel Testo Masoretico; in alcune traduzioni è al v. 9) riferita agli dèi, in Dn 4:14 riferita agli angeli e in Dn 7:21 riferita ad Israele.
Il termine qaddìysh (קדיש) è anche impiegato per indicare (con il senso di santificazione) una delle più antiche preghiere della liturgia ebraica. I qaddishìyn risalgono al periodo del Secondo Tempio (sesto secolo prima di Yeshùa) ed erano scritti in tarda lingua caldaica. In genere si parla di quattro qaddishìym (plurale ebraizzato del plurale aramaico qaddishìyn): Qaddish Yitgadal, Qaddish Yatom, Qaddish Titkabal, Qaddish Al Yisrael.
Il raffronto tra il qaddìysh e la preghiera insegnata da Yeshùa (il cosiddetto “Padrenostro”) rivela che egli si rifece proprio al qaddìysh.
Ciò che forse è più significativo è la parola usata da Yeshùa per rivolgersi a Dio. Egli inizia la sua preghiera con la parola “Padre”. Anche il qaddìysh la impiega, ma abbiamo motivo di credere che Yeshùa impiegasse la parola aramaica, più intima e familiare, abba (אַבָּא). Ciò si deduce da Mr 14:36, in cui Yeshùa si rivolge a Dio in preghiera; qui testo greco affianca alla parola greca πατήρ (patèr), “padre”, la traslitterazione in greco dell’aramaico abba (אַבָּא): ἀββα (abba). Abba era la parola usata tutti giorni dai bambini ebrei per rivolgersi al loro padre - simile al nostro “babbo” o “papà” – in piena fiducia, pur esprimendo rispetto e ubbidienza. Ciò poteva apparire scandaloso al tempo di Yeshùa, tuttavia non si trattava affatto di presunzione quanto piuttosto di un sentimento molto intimo e sincero, commosso, da parte di chi è profondamente credente e vive in stretta comunione con Dio e nel cui cuore e nella cui mente Dio è di casa.
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bgaluppi
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da bgaluppi »

Molto bello, Gianni.
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bgaluppi
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da bgaluppi »

In realtà, il termine εἰσφέρω (eisfèro, composto da èis e fèro) significa proprio "portare in", "portare verso". Dunque, il testo dice effettivamente "non portarci in tentazione", "non condurci verso la tentazione". Secondo me, piú che il verbo eisfèro, dovremmo concentrarci sul termine πειρασμός (peirasmòs), che significa "prova", "esperimento", "tentativo". Viene spesso tradotto con "tentazione", che in italiano assume spesso una connotazione negativa.

Come spiega Gc 1:13, Dio non "tenta": “Nessuno, quand'è tentato [πειραζόμενος, peirazòmenos, da peiràzo], dica: «Sono tentato [πειράζομαι, peiràzomai, da peiràzo] da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta [πειράζει, peiràzei, da peiràzo] nessuno”. Ma subito prima dice: “Beato l'uomo che sopporta la prova [πειρασμόν, periasmòn]; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano.”. Dunque, Dio non tenta, ma mette alla prova, e la prova è necessaria per ricevere “la corona della vita”. 1Cor 10:13 chiarisce bene il tutto: “Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare.”. Notate “con la tentazione, vi darà”: è Dio che mette alla prova, e dà anche la forza per superarla. Questa non è tentazione, è Dio che ci aiuta a crescere verso la perfezione.

Dunque, secondo me dobbiamo capire bene il senso di Mt 6:13. Perché pregare che Dio non ci metta alla prova, se la prova è necessaria? Secondo me, la risposta la troviamo nelle parole “ma liberaci [da ῥύομαι, rùomai] dal male [ἀπὸ τοῦ πονηροῦ, apò tu ponerù]”. Se invertiamo le parole, avremo: “liberaci dal male, non metterci alla prova”. Attendo vostre considerazioni. :-)
AKRAGAS
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da AKRAGAS »

Ciao, Antonio.

Sicuramente Yeshúa disse quella preghiera in lingua ebraica.
Nel testo biblico la ritroviamo riportata in greco ma non devo dimenticare che è pensato in ebraico.
Premesso questo, mi ha incuriosito il fatto che il verbo greco
εἰσφέρω è espresso all'aoristo. Mi chiedo, pertanto, quale sfumatura da alla frase in questo caso la scelta di tale tempo verbale? Mi pare che voglia sottolineare un momento preciso.
Altro aspetto che mi hai fatto notare, avendo invertito le parole tradotte -“liberaci dal male, non metterci alla prova”- come assomiglia allo stile poetico dei salmi (dovrei cercare il testo tradotto in ebraico). Forse si possono evidenziare due emistichi che sono in parallelismo sinonimo.
Chiederei a Gianni, se lo ritiene utile, di dare delucidazioni in merito.
Grazie.
Un saluto
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