Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

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bgaluppi
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Akra,

Il verbo è al congiuntivo aoristo. Solo l'indicativo aoristo esprime valore temporale, mentre gli altri modi (quelli finiti, congiuntivo, ottativo e imperativo, e quelli indefiniti, participio ed infiniti) indicano solo l'aspetto dell'azione, e non la sua collocazione temporale (e si traducono col presente).

Con l'inversione delle due frasi, volevo provare a mettere in rilievo il fatto che la preghiera non sta chiedendo di non essere messi alla prova, ma piuttosto di essere liberati dal maligno (sostantivazione di πονηρός, poneròs, "il male", o "il maligno"), da cui ne consegue la liberazione dalla prova. Non so...
AKRAGAS
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da AKRAGAS »

Ho capito e ti ringrazio. :-)
Saluti
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Gianni
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da Gianni »

La traduzione letterale di Mt 6:13 è "non fare entrare noi in tentazione" (= non permettere che ...). Il senso corretto è dato da TILC: "Fa' che non cadiamo nella tentazione".
amos74
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da amos74 »

Una considerazione che credo possa interessare: il padre della chiesa Girolamo ci dice che nel perduto "Vangelo secondo i Nazareni", scritto in aramaico palestinese ("in lingua caldea e siriaca ma con caratteri ebraici" dice Girolamo) da quella comunità di Ebrei osservanti della Torà, e credenti in Gesù Messia, da lui conosciuti in Medio Oriente, vi era scritto "Donaci oggi il nostro pane di domani ( aramaico "mahar").Io credo che questa variante abbia una buona probabilità di essere l'autentica versione del brano,non solo perché si trovava in un vangelo scritto nella lingua parlata da Gesù e da una gruppo che potrebbe essere stato il diretto discendente della originaria comunità nazorea di Gerusalemme,ma anche perché,a mio avviso,tale lettura rende più logica l'invocazione, basata in tal modo sul binomio oggi-domani, che può essere letta sia in senso materiale ( siamo affamati Padre, ti preghiamo di regalarci adesso il pane del domani) che in ottica spirituale ( anticipaci oggi il nutrimento spirituale che ci riconoscerai nel Tuo Regno,ed è questa l'esegesi che del passo dà Girolamo).
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bgaluppi
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Riccardo, molto interessante. Mi piacerebbe affrontare in un 3D dedicato la questione dei vangeli nazirei/ebrei/ebioniti e le testimonianze patristiche in merito. Anticipo che so poco o nulla su questo tema e mi piacerebbe saperne di più.
amos74
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da amos74 »

Per me va benissimo.Non sono un esperto ovviamente, ma penso di poter dare un contributo.Per la precisione Antonio, e non per essere pedante, in questo caso parliamo di Nazorei ( dall'ebraico "nozrim", cioè i seguaci di Yeshua ha Nozri, Gesù il Nazoreo) e non di nazirei; questi ultimi (dal'ebraico "nazir", lett. "separato/consacrato") erano coloro che facevano il voto di nazireato previsto dalla Torà (Numeri 6:1-21).
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bgaluppi
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da bgaluppi »

Si, giustissimo Riccardo, un lapsus. Oltretutto, da recenti ritrovamenti archeologici, pare che Yeshùa non avesse affatto i capelli lunghi... ;)
amos74
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da amos74 »

Ma sai Antonio, su questa storia dei capelli di Gesù si è detto tutto e il contrario di tutto....di sicuro il maestro non è stato nazireo durante la sua predicazione ,almeno stando a ciò che dicono i vangeli:infatti ha bevuto vino ed è venuto a contatto con cadaveri, condotte che la Torà proibisce esplicitamente durante il periodo in cui ci si sottopone a questo voto. Ma di questo magari parliamo in un'altra discussione.... ;) buona notte ;;)
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Gianni
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da Gianni »

Gli ebrei maschi non portavano i capelli lunghi; quella era un’usanza pagana. In Ez 44:15,20 è fatto esplicito obbligo ai sacerdoti di tagliarsi i capelli, tenendoli corti, ma senza radersi la testa. Ciò era di modello per gli uomini ebrei.
Solo i nazirei portavano (e dovevano) portare i capelli lunghi (Nm 6:5). Anche questo fatto particolare mostra che gli ebrei non portavano i capelli lunghi, perché ciò era caratteristico dei nazirei.

Yeshùa - come correttamente mostra Amos74 - non era un nazireo, infatti beveva vino, cosa vietata ai nazirei. - Nm 6:3,4.

Quanto alla parola “nazoraio”, Matteo fa notare l’adempimento di una profezia: “Affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli sarebbe stato chiamato Nazareno [qui ναζωραῖος (nazoràios), “nazoraio”]” (v. 23). La parola “nazareno” ricorre in due forme:
1. Nazareno - ναζαρηνός (nazarenòs);
2. Nazoraio - ναζωραῖος (nazoràios).

La seconda forma servì a designare sia Yeshùa che i suoi discepoli nell’ambiente giudaico; questo epiteto non passò al gentilesimo (popolazioni pagane), dove si impose l’epiteto di “cristiano” (At 11:26). Le desinenze –eno e –aio sono in greco tra loro intercambiabili (come in esseno/essaio per designare gli esseni). Meno facilmente spiegabile è la mutazione di a in o (nazareno > nazoraio). I due vocaboli sono così ripartiti nelle Scritture Greche:

Nazareno (ναζαρηνός, nazarenòs)*
Mr 1:24 “Che c'è fra noi e te, Gesù Nazareno?”
Mr 10:47 “Udito che chi passava era Gesù il Nazareno”
Mr 14:67 “Anche tu eri con Gesù Nazareno”
Mr 16:6 “Voi cercate Gesù il Nazareno”
Lc 4:34 “Che c'è fra noi e te, Gesù Nazareno?”
Lc 24:19 “Il fatto di Gesù Nazareno”
* Si tratta di sei volte riferite solo a Yeshùa.

Nazoraio (ναζωραῖος, nazoràios)*
Mt 2:23 “Egli sarebbe stato chiamato Nazoraio”
Mt 26:69 “Anche tu eri con Gesù il **”
Mt 26:71 “Anche costui era con Gesù Nazoraio”
Lc 18:37 “Gli fecero sapere che passava Gesù il Nazoraio”
Gv 18:5 “Gesù il Nazoraio!”
Gv 18:7 “Essi dissero: «Gesù il Nazoraio»”
Gv 19:9 “Gesù il nazoraio, il re dei giudei”
At 2:22 “Gesù il Nazoraio, uomo che Dio ha accreditato”
At 3:6 “Nel nome di Gesù Cristo, il Nazoraio”
At 4:10 “È stato fatto nel nome di Gesù Cristo, il Nazoraio”
At 6:14 “Abbiamo udito affermare che quel Nazoraio”
At 22:8 “Io sono Gesù il Nazoraio”
At 24:5 “È capo della setta dei Nazorai”
At 26:9 “Contro il nome di Gesù il Nazoraio”
(Versione corretta in armonia con il testo greco, in cui compare “nazoraio”).
* Si tratta di 13 (o 14) volte riferite tutte a Yeshùa, eccetto At 24:5.
** “Galileo” secondo molti codici; “nazoraio” secondo alcuni codici.

Esaminato questo aspetto, la domanda è: Ma dove si trovano le profezie che preannunciano Yeshùa come “nazoraio”? Mt 2:23 dice: “Venne ad abitare in una città detta Nazaret, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli sarebbe stato chiamato Nazoraio [greco ναζωραῖος (nazoràios)]”. - Testo greco.
Una prima etimologia fa derivare il vocabolo greco nazoràios (nazoraio) da quello ebraico נֵצֶר (nètser) che significa “germoglio”. Così lo troviamo in Is 11:1 dove il messia è chiamato, appunto, “germoglio”: “Un germoglio [ebraico נֵצֶר (nètser)] spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici” (CEI). Anche in nome “Nazaret”, dove Yeshùa è cresciuto, significa probabilmente “fiore/germoglio”. Non solo in Is, ma anche in altri passi biblici il messia è paragonato ad un germoglio: “Ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra” (Ger 23:5, CEI); “Ecco, io manderò il mio servo Germoglio” (Zc 3:8, CEI); “Ecco un uomo che si chiama Germoglio: spunterà da sé e ricostruirà il tempio del Signore”. - Zc 6:12.
In questo senso si poteva dire che il nome “nazoraio” richiamava varie profezie. Tuttavia, il passaggio dal suono ebraico ts (צ, pronunciato come la z di zaino) di nètser (נֵצֶר) al suono greco z (ζ) non si spiega bene. Infatti, è un fenomeno comune della versione greca della Bibbia (LXX) che sia il suono ebraico s (זֶ, pronunciato come la s di rosa) a trasformarsi nel suono greco z (ζ). Ad esempio, in Gdc 1:7 il nome “Adoni-Bezec” (TNM) dall’ebraico אֲדֹנִי־בֶזֶק (Adonìy-Vèseq) viene trasposto nel greco della LXX come Αδωνιβεζεκ (Adonibezek). Fin qui questa ipotesi etimologica già non regge. Per questa ipotesi propendono anche i Testimoni di Geova. In una nota in calce a Mt 3:23 la TNM osserva: “Gr. Nazoràios; probabilmente dall’ebr. nètser, che significa ‘germoglio’, e quindi figurativamente ‘progenie’. Vedi Isa 11:1 e relativa nt., ‘germoglio’.” E alla nota a cui si rimanda, si dice: “’E . . . un germoglio’: ebr. wenètser. Vedi ntt. a Mt 2:23”. In più, però, c’è un altro ma. Il cambio dalla vocale a di “nazareno” alla vocale o di “nazoraio” non si spiega.
Una seconda ipotesi collega “nazareno/nazoraio” a “nazireo” (ebraico נָזִיר, nasìyr) vale a dire consacrato a Dio, “scelto”, “dedicato”, “separato”. Era prescritto che il “nazireo” “sarà santo” (Nm 6:5) ovvero “separato” (che è il significato di “santo”). E dato che in Is 4:3 si profetizza che “avverrà che i sopravvissuti di Sion e i superstiti di Gerusalemme saranno chiamati santi”, Yeshùa sarebbe il “nazareno/nazoraio” perché fa parte degli scampati alla strage degli innocenti (“i sopravvissuti”). Ipotesi davvero difficile e contorta. Non la si può accettare per tre motivi. Primo, non spiega – come la prima ipotesi – il cambio di vocale. Secondo, non spiega la connessione con la città di Nazaret. Terzo, complica ancora di più la cosa perché non spiega il passaggio dal greco ναζιρ (nazir; trasposizione in greco dell’ebraico נָזִיר, nasìyr, “nazireo”) a “nazareno” e “nazoraio”; qui abbiamo addirittura tre vocali diverse: la i di nazir, la a di nazarenòs e la o di nazoràios.
Una terza ipotesi ricollega il nome alla città di Nazaret, sottolineando il fatto che tale borgata era un’illustre sconosciuta che per di più godeva di cattiva fama tra la gente (“Può forse venir qualcosa di buono da Nazaret?” – Gv 1:46). Notiamo che si è voluto trovarvi un richiamo alle antiche profezie dei carmi del “servo di Yhvh” in cui si parlava del disprezzo e dell’umiliazione del messia. L’umiliazione di Yeshùa avrebbe allora avuto inizio proprio a Nazaret. Ipotesi interessante che può avere aspetti veritieri, ma anche qui non si spiega il cambio da “nazareno” a “nazoraio”. Per di più, il richiamo profetico appare molto incerto.

Che dire? Il problema non pare del tutto risolto.
amos74
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Re: Un buon “PADRE NOSTRO” (analisi interlineare e lucana)

Messaggio da amos74 »

Ottimo intervento Gianni.Effettivamente, il significato di questo appellativo resta sostanzialmente un mistero. Le fonti ebraiche purtroppo non ci aiutano,poiché nelle stesse il termine "nozri" è usato esclusivamente per Gesù, ed il plurale "norzim" per i suoi seguaci;anzi, se non sbaglio,ancora oggi in ebraico i cristiani sono definiti "nozrim", e tale radice è passata in arabo, che chiama i cristiani "nasara".A titolo di curiosità, ricordo l'interpretazione data a questo titolo da Israel Zoller (1881-1956), rabbino capo della Comunità Ebraica di Roma convertitosi al Cattolicesimo dopo la II Guerra Mondiale,il quale, nella sua opera "Il Nazareno" (1938) sostiene come "nozri" significhi "salmodiatore",con riferimento quindi ad una particolare recitazione melodica che avrebbe caratterizzato l'esposizione orale di Gesù.Non posso essere più preciso perché non ho più il libro con me e quindi cito a memoria, ma ricordo bene questa singolare esegesi,della quale non ho però trovato riscontro in altri studi o fonti.

Per quanto riguarda la lunghezza del capelli di Gesù, non so sinceramente che cosa pensare. Le osservazioni di Gianni sono molto pertinenti, ma sono confuso al riguardo, e tali dubbi sono aumentati da quando ho visto questa foto:

https://it.wikibooks.org/wiki/Guida_mai ... ssover.jpg

Sono Ebrei yemeniti che celebrano Pesach; non so in quale data sia stata scattata la foto , ma potete notare come tre dei quattro uomini portino i capelli lunghi, due di loro fino alle spalle.Non possono essere nazirei,perché il voto di nazireato è ineseguibile in assenza del Tempio, dove la Torà prevede debbano essere effettuate specifiche offerte al temine del voto stesso (Numeri, 6:13-20);pertanto, è provato che presso la comunità ebraica dello Yemen,oggi quasi estinta per avvenuto trasferimento in Israele, fosse presente sino a tempi recenti l'abitudine dei capelli lunghi per gli uomini.Gli Ebrei Yemeniti sono conosciuti per la loro stretta osservanza della Torà e per un certo tradizionalismo nei costumi, quindi si potrebbe ipotizzare ( ipotesi ripeto,nulla più), che questa usanza della lunga capigliatura sia piuttosto antica. Ciò non prova nulla ovviamente in merito ai capelli di Gesù, ma può a mio avviso fornire un ulteriore spunto di riflessione.
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