Chi o cosa è la Parola

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Israel75
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Re: Chi o cosa è la Parola

Messaggio da Israel75 »

Ciao Elia. :-)
Cristo è il sacerdote eterno, siede alla destra del Padre. Ed è l'unico intercessore tra l'uomo e DIO
1Tm 2:5 Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, come spiega Paolo. Cristo viene paragonato a questi personaggi , ma è molto di più secondo la S.S.
1Cor 15:45 Così anche sta scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente»; l'ultimo Adamo [Gesù] è spirito vivificante.

Cristo è l'unto, la Parola incarnata (non DIO) che visse e morì per il riscatto dei molti dispersi fuori da Israele. Mt 15:24 Ma egli rispose: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele».

Storicamente dopo il periodo dei re 2 tribù rimasero in Israele e 10 vennero disperse ai 4 cantoni della terra. Siamo noi, i gentili , che abbiamo perso l'identità , ma che grazie alla fede in Yeshua possiamo essere reinnestati nell'ulivo .
Rm 11:25 Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele [gli Ebrei che non hanno creduto], finché non sia entrata la totalità degli stranieri;

spero di averti dato qualche spunto.

Pace. :YMHUG: :YMHUG: :YMHUG:
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Elia
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Re: Chi o cosa è la Parola

Messaggio da Elia »

Grazie Israel per il tuo commento. Quello che dici mi è chiaro. Ma riguardo alle scritture citate?
shalom
AKRAGAS
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Re: Chi o cosa è la Parola

Messaggio da AKRAGAS »

Se quegli amici hanno preso come assunto la tesi della preesistenza del messia , viene di conseguenza vedere il Gesù del cosiddetto Nuovo Testamento un po' ovunque. Come dice spesso un nostro amico del forum: chi ha in mano un martello vedrà solo chiodi.
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bgaluppi
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Re: Chi o cosa è la Parola

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Elia, qui trovi ottimi spunti su Melkizedek.

http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=4049" onclick="window.open(this.href);return false;
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bgaluppi
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Re: Chi o cosa è la Parola

Messaggio da bgaluppi »

Quanto ai versetti proposti: “Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere”. Cosa sta dicendo Yeshùa qui? Dobbiamo necessariamente fare l'astruso e macchinoso ragionamento identificandolo fisicamente con la sapienza che era "con" Dio e quindi con la parola creatrice di Dio? Solo chi vuole vedere per forza il Cristo nella parola creatrice farebbe questo.

Il testo sta dicendo semplicemente che sono le opere stesse di Giovanni e di Yeshùa a rendere loro testimonianza veritiera. Inoltre, l'associazione del Cristo (mashiach, "unto", re, sacerdote) con l'atto creativo è assolutamente non scritturale; se Yeshùa avesse insegnato questo, nessuno dei suoi discepoli gli avrebbe creduto (e a ragione).

“Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo” (Gv 8:23)

Ti cito un altro versetto per aiutarti a comprendere il significato figurato delle parole di Yeshùa:

“Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perché sono tuoi; [...] Io ho dato loro la tua parola; e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo.” — Gv 17:9,14

Dunque anche i dodici apostoli non sono del mondo, come Yeshùa non è del mondo? E di dove sono? Sono di Dio. Dunque anche loro sono divini? Prova ad andare oltre la letteralità delle parole e, utilizzando il concetto di preesistenza e preordinazione, cerca di capire cosa sta dicendo Yeshùa con "essere del mondo" e "non essere del mondo". Ultima cosa: nota che Yeshùa dice di aver dato la parola di Dio ai dodici, non di essere lui stesso la Parola (con P maiuscola ;) ). Dunque, in che senso Giovanni afferma che Yeshùa è la parola? :-)

Veramente certi dogmi preimpostati nella testa rendono impossibile comprendere semplici e bellissimi significati anche a chi è intelligente...
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bgaluppi
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Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
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Re: Chi o cosa è la Parola

Messaggio da bgaluppi »

Infatti, Jon. Inoltre, il messia è sempre un re, o un sacerdote, o un servo di Dio, un uomo (ben-adam, "figlio d'uomo"), certamente mai il creatore. E quando mai Yeshùa afferma di essere il Creatore?
noiman
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Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Chi o cosa è la Parola

Messaggio da noiman »

מלכי-צדק מלך שלם

Melkisedek Re di Salem

Ottimo lo studio di Gianni, aggiungo qualche ulteriore osservazione.

Poi avviene l’incontro tra vincitori e vinti, il re di Sodoma e Malki-Zedèch , re di Shalem, anche questa parte del racconto è inconsueto, vincitori e vinti si incontrano per uno scambio di prigionieri e la restituzione degli averi.
Ed uscì il re di Sdom incontro a lui dopo il suo ritorno dall’aver colpito Kedorlaomer ed i re che erano con lui, presso la valle dell’Uguaglianza essa è la valle del Re. E Malki-Zedek, re di Shallem tirò fuori pane e vino ed egli era sacerdote del Dio Eccelso che ha consegnato i suoi nemici nelle tue mani” Ed egli gli diede una decima di tutto” (Bereshit- Lech- lechà 14/17) .

Compare per la prima volta il nome di questo personaggio che la tradizione vuole che sia Shem il figlio di Noàch, Re di “ Shallem”. Egli è anche sacerdote dell’Altissimo, questa affermazione il primo sacerdozio sulla terra dopo il diluvio, secondo le parole “Benedetto Il Signore Dio di Shem” (Bereshit-Noàch 9/26) (genesi).
Questo è anche il primo incontro di Avrahàm con il Re di Sdom, ma non avviene a Sdom ma a Shallem , questo lo si può dedurre dalla frase: E uscì il re di Sdom incontro a lui” . Questa ipotesi è rafforzata dal fatto che fu Malki-Zedek a portare pane e vino, come è consuetudine per chi è il padrone di casa.
Il luogo è sacro, la tradizione vuole che questo luogo sia lo stesso dove fu creato Adamo, dove avverrà la legatura di Itzchak, e infine dove sorgerà Jerushalaim ; un luogo speciale e prediletto dal Santo, il punto in cui i cieli superiori si sono collegati con la terra di sotto, una specie di porta tra le due esistenze.

Dal Bereshit Rabba:
“ Avrahàm chiamo quel luogo “Jir’eh” “provvederà” [come è detto ]: E chiamo Avrahàm quel luogo “Il Signore provvederà “ [Shem lo chiamò Shallem come e detto]:Malkisedek re di Shalem [Disse il Santo, Egli sia Benedetto: Se Lo chiamò Jir’eh come ha chiamato Avrahàm, Shem, che è uno giusto, si irriterà; così Io lo chiamo Shallem come la chiamato Shem, Avrahàm , che è un uomo giusto, si irriterà; così Io lo chiamo Jerushallem come l’hanno chiamato tutti e due”(Bereshit Rabbà - LVI 10).

Le parole in ebraico sviluppano significati anche in modo trasversale, שלם “Shallem ”vuole anche dire completo, che sta a significare che nella sua specificità questo luogo è la completezza, la stessa parola in ebraico può leggersi come salvo e ancora una volta i significati si rimettono in movimento,” il luogo “diventa anche il luogo di salvezza attraverso la completezza, la stessa parola può ancora essere letta come “Shalom” pace, il significato di queste tre lettere si arricchisce di significato la polisemia dell’ebraico propone un insegnamento:
“la completezza porta alla salvezza e alla pace”
“ Il Signore provvederà” יהוה יראה questo è il luogo dove tutto verrà ricondotto all’Altissimo , Elìon. Questa parola compare quattro volte nel testo di Bereshit
accanto alla figura di Malchisedek, le prime tre volte come עליון לאל “ Le El Elion la quarta volta gli attributi diventano completi אל יהוה אל עליון “ El Adonai El Elion
Significati che sfuggono.

Il primo gesto di Malki-Zedèch è quello di offrire pane e vino, Rashi commenta questo passo :
Così si usa fare per coloro che ritornano affaticati dalla guerra. In tal modo Melkisedeq mostrò ad Avram che non gli portava male in cuor suo per il fatto che egli aveva ucciso i suoi figli.
Secondo il midrash aggadico, Melkisèq fece una rivelazione ad Avram riguardo le offerte e alle libagioni che avrebbero offerto là i suoi figli”. I figli sono intesi i discendenti di Avraham .

Subito dopo Malki-Zedèch benedice Avrahàm che ha sua volta gli offre la decima di tutto il bottino di guerra. Questo gesto ha un duplice significato, il primo è la forma ufficiale di un riconoscimento del sacerdozio che il re di Shallem ricopre, il secondo è un anticipo di quello che diverrà prerogativa sacerdotale nel futuro.
Quando poi il re sconfitto di Sodoma gli offre il bottino in cambio dei prigionieri, Avrahàm risponde il uno strano modo:
”giuro per il Signore Dio Altissimo, padrone del cielo e della terra, che non prenderò neppure un filo né un laccio di una scarpa di ciò che è tuo, si che non si possa dire: ”Io ho arricchito Avrahàm”(Bereshit - Lech Lechà 14/21-22) (genesi).

In questa affermazione il testo aggiunge il nome tetragrammato al D-o Altissimo. Questa frase ci sembra insolita, le traduzioni in genere utilizzano la parola giurare, ma nel testo ebraico è scritto che egli alzò la mano .
Alzare la mano pronunciando una promessa è un impegno solenne, Alzando la mano nominando il nome di D-o ci si vincola in un patto solenne davanti al Signore.
Un patto è un giuramento…?
Avrahàm non volle nulla per se del bottino , questo va interpretato che egli fu consapevole di una promessa più grande e meno materiale che gli ha fatto D-o.
La vera generosità di Avrahàm è stato quello di scendere in guerra per salvare Lot, è la prima volta che la scrittura considera la salvezza di un uomo più importante del bottino e della ricchezza materiale.

Questo incontro non è solo destinato a mettere pace tra i contendenti, ma va interpretato come una specie di investitura che il re di Shallem passa al futuro patriarca di Israele, Malki-Zedèch è dunque Shem , il figlio di Noàch colui che ha ricevuto la promessa nella sua discendenza , ultimo testimone del diluvio e sopravissuto a Apachsad, Shelah, Evere, Peleg, Reu, Serug, Nachor, infine Terach il padre di Avrahàm, al decimo posto.
Alla luce di questa interpretazione l’offerta del pane e del vino insieme alla decima assumono un significato speciale, l’incarico dato a Avrahàm è di conservare questo retaggio attraverso la sua discendenza per consegnarlo a Israele .
Ritroveremo altre volte il numero dieci come riferimento.

Dopo di questo di Malki-Zedèch scompare dalla Torah, dopo aver consegnato il suo retaggio scompare dalla storia e inizia un nuovo mondo.
Questo passaggio di testimonianza assume un significato più profondo se pensiamo che Malki-Zedèch è un titolo che significa “re della Giustizia” il suo nome è attributo di una condizione speciale, negli anni oscuri dopo il diluvio egli ha sempre garantito con la sua presenza la giustizia divina il riconoscimento al D-o Altissimo, ecco perché è nominato” Sacerdote dell’Altissimo”.
Il passaggio di questo retaggio autentica la figura di Avrahàm come futuro garante del concetti della giustizia in attesa che la Torah fosse consegnata al mondo, tutto questo secondo una linea di trasmissione che parte da Noàch attraverso Shem e la sua discendenza.
Occorre ancora fare una precisazione sulla guerra che Avrahàm conduce contro i quattro re, come detto precedentemente questa è una guerra insolita, quattro contro uno, vinta da uno che schiera 318 “guerieri”.
Forse il testo ci vuole suggerire una scrittura diversa?

Ramban interpreta questi regni come una profezia delle dominazioni che dovrà subire Israele; Amrafel re di Shinnnarsi rappresenta la Babilonia nella quale sorge la valle di Shinnar, Arioch è re di Elasar, e corrisponde alla dominazione persiana ; Kedorlaomer re di Elam, corrisponde alla Grecia, infine Tidal re delle genti, corrisponde al “regno di Roma”, Edom.

Quasi come una profezia la guerra che Avrahàm conduce è una guerra alla tirannia del futuro, manca solo il riferimento alla shoà, ma nel riferimento c’è anche questo.
Trecentodiciotto studenti “chanichav” con cui Avrahàm va a combattere in realtà sono solo uno, Eliezer il cui nome in ebraico ha valore di 318.

Per la Torah tutto è possibile, anche che un uomo solo vinca una guerra.
Il messaggio interiore è che attraverso lo studio e l’educazione si può vincere ogni battaglia, la parola “Chinùch” educare assume un significato profetico, educare è una azione destinata al futuro, solo tramite l’insegnamento e l’educazione che si preparano le future generazioni allo studio della Torah, questa azione deve essere quotidiana e ogni giorno si rinnova.
“Chinuch” è la base di una costruzione mentale che si manifesta solo quando è completa , dalla radice di “chinuch” si origina anche la parola Chanukà che significa anche inaugurazione..
Shalom
נוימן
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Elia
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Re: Chi o cosa è la Parola

Messaggio da Elia »

Grazie delle vostre spiegazioni. Molto chiare e ben ponderate secondo le scritture e il pensiero ebraico.
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Elia
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Iscritto il: lunedì 11 maggio 2015, 18:52

Re: Chi o cosa è la Parola

Messaggio da Elia »

Vorrei sapere se nel forum è stato trattato qualcosa su quando il Diavolo è stato scagliato sulla terra ma lo sono chiesto diverse volte. Alcuni dicono sia già accaduto altri che deve accadere a breve. Potete aiutarmi? Grazie
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bgaluppi
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Re: Chi o cosa è la Parola

Messaggio da bgaluppi »

Elia, in realtà la Bibbia non fa menzione della presunta "caduta" di satana. L'unico momento in cui satana appare precipitato sulla terra (e attenzione, si tratta di linguaggio apocalittico, dunque altamente simbolico!) è in Ap 12:9, nei giorni dell'arrivo del messia in gloria (a questo fa riferimento Yeshùa in Lc 10:18). Stiamo discutendo su satana in queste due discussioni:

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