da Samaritano » martedì 3 settembre 2019, 23:50
Perdonatemi ma ho letto solo fino a pagina 3 ed ho già molti ragionamenti da fare con voi quindi , pur mancandomi ancora oltre 70 pagine di lettura inizio a dare il mio "contributo". Preferisco cosi' piuttosto che fare un post lunghissimo di 5 pagine che vi tedierebbe oltremodo.
Peraltro ho chiarito subito che sono qui per apprendere quindi se dovessi dire cose "scandalosamente non pertinenti" abbiate pietà di me, sono in buonafede e molto digiuno in materia.
Aiutatemi a comprendere Yeshùa perchè sono in difficoltà.
Michele (e lo ribadisce Israel75) dice (pg1) in merito a Yeshùa, che a suo parere è "...un essere dalla doppia natura, umana e divina, ma che non sia Dio". Michele, se fosse cosi' non saremmo piu' i credenti di un monoteismo. Dio è uno e "di natura divina" non c'e' altri che Dio stesso .
Israel75 dice che Gesu' è "i 10 comandamenti viventi" (pg1). Il problema è che la Torà non è composta di soli 10 comandamenti e ci sono ad esempio 613 mitzvot ed ha quanto ne so se Yeshùa non è Dio ha contravvenuto a molte di queste, tanto da "meritare" la pena capitale. Se invece Yeshùa è Dio ha titolo di poter dire "MA in verità vi dico" (contrastando i dettami de "La Legge" che è alla base del patto tra Dio ed il suo popolo: la Torà) come effettivamente Egli fa.
Il vero problema a cui il Cristianesimo pone rimedio con il concetto della trinità è infatti proprio questo: Come fa Yeshùa ad arrogarsi il diritto di fare un secondo patto con il popolo prediletto che contrasti con il primo patto (Mosè, che noto viene totalmente "dimenticato" da tutti qui in questa discussione) se Egli non è Dio stesso? La Torà è "parola di Dio", come puo' Yeshùa aggiungere altro o "modificare" un patto che si presuppone perfetto perchè "sottoscritto" da Dio?
Mi trovo molto nella frase di Enigma (che ribadisce Stella, e riprende anche egregiamente Gianni a pagina 3) , che Yeshùa "...il passo viene inteso che esiteva prima di Abraamo però non nel senso reale, ma esistente nel pensiero di Dio" (pg2) ma c'e' sempre il problema "del patto di Mosè" da risolvere a questo punto....
Insomma quando Yeshùa, che molti qui intendono "solo uomo", dice (e mi aggancio al post di Gianni a pg3) " ...non l'avete conosciuto; ma io lo conosco, e se dicessi di non conoscerlo, sarei un bugiardo come voi; ma io lo conosco e osservo la sua parola" ai discendenti di colui che ha sottoscritto un patto con HaSchem (Mosè) facenti parte del "popolo prediletto" cerca... la morte. Se invece Yeshùa E' DIO no, sta semplicemente sottoscrivendo un nuovo patto con "Israele". Ma "i Giudei" con cui parla Yeshùa nell'occasione citata non sono i Farisei (Profondi conoscitori de "La Legge")?
In conclusione anche io non riesco a divinizzare in alcun modo la figura di Yeshùa , che è , a parer mio, il Messia d'Israele nell'accezione ebraica del termine... ma come conciliarlo con "La Legge"?
Domani riprenderò a leggere da pg4 quindi per il momento mi fermo a questa domanda.