“Perché un bambino ci è nato, un figlio dato a noi, e l'autorità è sulle sue spalle, e il meraviglioso consigliere, il potente Dio, il Padre eterno, ha chiamato il suo nome, "il principe della pace".” – Is 9:5
Tu parti da un presupposto dottrinale religioso (che, come tale, non è biblico) e in questa chiave leggi la Scrittura. È poi consequenziale che le cose – messe a confronto con la Bibbia – poi non quadrino.
Prova a fare il contrario: esamina la Scrittura senza il pregiudizio religioso e solo dopo trai le tue conclusioni.
La chiave di tutto rimane sempre la definizione biblica di “figlio di Dio”, della cui indagine continui a non volerti occupare. Finché ignori questa chiave di lettura biblico-ebraica, rimani bloccato in un ragionamento solo umano che ti fa dire che “se il padre ha natura umana il figlio ha la medesima natura, se il Padre ha natura divina in Figlio ha la medesima natura”.
Eppure, rimanendo in Lc da cui sei partito, nota cosa dice in 3:38: “[Figlio] di Enos, di Set, di Adamo, di Dio”. Luca risale la catena da Yeshùa, dicendo figlio di, fino ad arrivare ad “Adamo figlio di Dio”. Ora prova ad applicare il tuo ragionamento umano: “Se il padre ha natura umana il figlio ha la medesima natura, se il Padre ha natura divina in Figlio ha la medesima natura”. Vedi come si mostra subito fallace? Dio ha senza ombra di dubbio la natura divina e Adamo aveva senza ombra di dubbio la natura umana. Stando alla tua asserzione, Adamo avrebbe invece dovuto avere la natura divina.
Fissandoti sulla tua errata equazione fai di Yeshùa un semidio alla maniera pagana, ovvero un essere figlio di un rapporto tra un dio e una donna.
Prova una volta tanto a cercare di capire cosa vuol dire nel pensiero ebraico della Bibbia essere “figlio di Dio”.
Avrei tanto altro da dire, anche su ciò che ha espresso Antonio (che sarebbe interessante valutare), ma se non si sblocca questa cosa ovvero capire cosa vuol dire nel pensiero ebraico della Bibbia essere “figlio di Dio”, non solo non si va avanti ma ci si inceppa in conclusioni sconclusionate come quella che più sopra ho trattato.
Tom Anad, risponditi a questa domanda: cosa vuol dire nel pensiero ebraico della Bibbia essere “figlio di Dio”?
Provaci. Se non hai i mezzi di conoscenza biblica per appurarlo, la prossima volta vedremo la risposta biblica. Solo allora si inizierà a fare chiarezza.
Gianni Tom Anad, risponditi a questa domanda: cosa vuol dire nel pensiero ebraico della Bibbia essere “figlio di Dio”?
Provaci. Se non hai i mezzi di conoscenza biblica per appurarlo, la prossima volta vedremo la risposta biblica. Solo allora si inizierà a fare chiarezza.
caro Gianni, so cosa significa "figlio" nella cultura ebraica.
Questo concetto è rimarcato anche da noi non serve andare in Palestina.
Una persona adulta chiama "figlio mio" qualunque persona, che ritenuta giusta e rispettosa dei suoi principi, gli si accosta con gratitudine.
Quante volte io stesso ho detto "figlio mio" a giovani che ritenevo degni di esserlo, ma non lo sono. I miei veri figli naturali sono quelli che io ho concepito.
Dio chiama figli tutti quelli che ubbidiscono alla Sua Parola.
Qui nasce la confusione. Siccome Dio chiama figli tutti i salvati per voi significa che Dio tratta allo stesso modo colui che Lui ha generato, Gesù.
Gesù è nato per opera dello Spirito Santo, e come detto DIO è Spirito ed è Santo. E' DIO stesso che ha voluto Gesù che venisse in carne perché solo così poteva espiare i nostri peccati, Lui che non ha conosciuto peccato.
Si è fatto servo (perché Gesù non era servo e c'era anche prima della sua nascita terrena altrimenti non poteva farsi servo, ma sarebbe nato servo) e ubbidiente fino alla morte, alla morte di croce.
L'ubbidienza al Padre è dovuta alla sua condizione di figlio e come tale inferiore in autorità ma non in natura.
Gesù dice a DIO "Padre ridammi la gloria che AVEVO presso di te"
Isaia dice che YAWH non darà la gloria ad un'altro.
Quindi Gesù non è considerato un'altro, ma parte di se stesso.
concludo con Romani 8:14
infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio.
Mi fermo.....
Ultima modifica di tom anad il domenica 7 aprile 2019, 13:57, modificato 2 volte in totale.
Ciò che nasce dalla carne è carne e ciò che nasce dallo spirito è spirito?
hai perfettamente ragione.
Gesù è carne (venuto come uomo di peccato pur non avendo conosciuto peccato) ed è Spirito.
Gesù è nato in Spirito al suo battesimo sul Giordano e in carne alla sua nascita terrena. Romani 8:9. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui.
spiegami quindi il motivo dell'eccezione.
Comunque Il versetto da te citato parla della nuova nascita per noi uomini mortali e non è riferito a Cristo
Non capisco il senso di tutto questo polverone. Ciò che Gianni chiede è indagare il concetto biblico di figliolanza, non quello che intendiamo noi. Che significa, biblicamente, essere figli di Dio. Chi, nella Bibbia, è figlio di Dio e perché. In questo modo, sarà più facile capire perché Yeshùa nei Vangeli è chiamato "il figlio di Dio".
Galuppi Romani 8:14
infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio.
questo versetto fa comodo per accomunare il Figlio unigenito generato dallo Spirito Santo (Gesù divenuto il Messia o il Cristo) a tutti i chiamati figli di Dio in virtù dell'accettazione e della guida dello Spirito di Dio (Spirito Santo)
