Risurrezione di Yeshùa

Antonella

Re: Risurrezione di Yeshùa

Messaggio da Antonella »

Gianni non vedo l'ora di leggerlo...aspetto con ansia la pubblicazione anche fossero 100 di pagine . A me piace leggere. :)
Ultima modifica di Antonella il sabato 16 agosto 2014, 17:36, modificato 1 volta in totale.
Antonella

Re: Risurrezione di Yeshùa

Messaggio da Antonella »

Armando, Yeshùa è stato risuscitato in spirito e con un corpo diverso. Un corpo non più soggetto alla corruzione della materia, che si può definire "glorioso ed eterno".
Ultima modifica di Antonella il sabato 16 agosto 2014, 17:49, modificato 3 volte in totale.
Antonella

Re: Risurrezione di Yeshùa

Messaggio da Antonella »

Però come dire è lo stesso Yeshùa storico. Luca narra l'apparizione di Yeshùa ai discepoli, ai quali spiega che non è un fantasma: "guardate le mie mani e i miei piedi, sono proprio io!"Toccatemi e osservate: un fantasma non ha carne e ossa come vedete che ho io (24.39), quindi mangia un pò di pesce arrostito. Giovanni riferisce l'invito all'incredulo Tommaso, perchè tocchi le sue ferite e si convinca della realtà del suo corpo (20.27). Io non so come spiegare, ma Yeshùa risorto è lo stesso Yeshùa conosciuto dai discepoli nella sua identità storica (il suo io,la sua persona, la sua storia terrena nella sofferenza) che è stato risuscitato non avendo più il suo corpo terreno perchè dissolto da Dio e non decomposto come succede a noi. Ma è lui anche se si presenta con un corpo differente. Non è rincarnazione... Non sono se sono stata chiara nell'esposizione del concetto...
Antonella

Re: Risurrezione di Yeshùa

Messaggio da Antonella »

I vangeli sostanzialmente parlando della risurrezione di Yeshùa, ci parlano di un tempo escatologico che è un'evento storico e trascendente insieme, veramente reale e tuttavia accessibile solo alla fede, non agli strumenti della ricerca storica. E' in tale contesto che è importante osservare che la risurrezione di Yeshùa non è una "rianimazione", cioè un ritorno all'esistenza umana precedente, nel medesimo corpo. Yeshùa fu risuscitato da Dio nella gloria ("esaltazione" e "ascensione"): immagini senz'altro prese dall'apocalisse ebraica, e però usate per comunicare un evento reale, un fatto compiuto da Dio nei confronti di Yeshùa, e non semplicemente per comunicare qualcosa che accadde agli apostoli. Il suo corpo fisico, elemento costitutivo della sua persona, prese parte al suo nuovo stato glorioso. E' sempre il medesimo Yeshùa che però ora gode di un nuovo modo di esistenza ricolmo della potenza dello Spirito che passa oltre lo spazio e il tempo grazie a un atto della potenza di Dio. Così sarà la nostra: "Dio che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza". (1Cor 6.14)
Avatar utente
Enigma
Messaggi: 647
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 13:39
Località: Foggia

Re: Risurrezione di Yeshùa

Messaggio da Enigma »

Gianni ha scritto:Cara Antonella (e quanti altri siano interessati), spero che l'allegato possa esserti di qualche utilità per rispondere alle domande che hai posto. Si tratta di un estratto di un corso di specializzazione che sto ultimando e che conto di pubblicare, a Dio piacendo, prossimamente.
Gianni, leggendo la tua ottima sequenza della risurrezione di Yeshùa, arrivato a Matteo 28:9 dove dice che le donne “avvicinatesi, gli strinsero (κρατέω) i piedi”, mi sono ricordato che in Giovanni, Yeshùa non permise a Maria Maddalena di farsi toccare (Gv 20:17).
Facendo una ricerca sul verbo greco “κρατέω” che significa: prendere, afferrare, trattenere, tenere stretto. Risulta che Yeshùa fu proprio toccato dalle donne, a differenza di Maria Maddalena che c’era il divieto assoluto di non toccarlo (μή μου ἅπτου = non mi toccare). Era facile la spiegazione se la sequenza fosse stata che Yeshùa si rivela prima a Maria Maddalena, e poi alle altre donne, visto che quando si rivela a Maria Maddalena, Yeshùa non era ancora salito al Padre per presentare il sacrificio compiuto, e successivamente rivelarsi al resto delle donne che ora possono benissimo toccarlo visto che l’offerta è stata già presentata al Padre e quindi, non c’era più rischio di contaminazione. Ma la sequenza risulta al contrario, prima Yeshùa appare alle donne che lo toccano, e poi, appare a Maria Maddalena che gli vieta di non toccarlo. Come si spiega questa apparente incongruenza?
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10152
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: Risurrezione di Yeshùa

Messaggio da Gianni »

Caro Enigma, intanto i miei complimenti. Ti stai rivelando un buon biblista. La tua formazione è ottima. ;)
Vediamo ora di esaminare ciò che dici. In Mt 28:9 è detto che le donne che avevano lasciato di gran fretta il sepolcro per correre ad avvisare i discepoli, incontrando il Risorto, gli ἐκράτησαν (ekràtesan) i piedi. Come tu giustamente osservi, il verbo greco κρατέω (kratèo) significa prendere, afferrare, trattenere, tenere stretto. C’è differenza tra questo gesto e quello compiuto dalla Maddalena? Esaminiamo.
In Gv 20:17 Yeshùa dice a Maria di Magdala: Μή μου ἅπτου (mè mu àptu). La negazione “me” è molto forte; il verbo ἅπτω (àpto) significa “aderire strettamente”; è usato perfino per indicare i rapporti sessuali con una donna, il che ci dice come indichi l’avvinghiarsi a qualcuno. NR traduce così Gv 20:17: “Non trattenermi”. Migliore ancora è TNM: “Smetti di stringerti a me”.
In Mt 28:9 l’afferrare i piedi di Yeshùa è legato al προσεκύνησαν (prosekýnesan), “resero omaggio”. In oriente, per omaggiare qualcuno ci si prostrava ai suoi piedi; se il gesto era particolarmente caloroso, si abbracciavano i suoi piedi. È ciò che fecero quelle donne.
Nel caso della Maddalena si ha molto di più. Lei è straordinariamente felice e molto emozionata. Non gli stringe i piedi come le donne, ma lo abbraccia completamente, in un trasporto molto femminile e particolarmente affettuoso, trasmettendogli tutta la sua gioia. Yeshùa le dice, infatti, “non stringere/avvinghiare me [mu]”, cioè lui intero.
Di fatto, sia le donne che la Maddalena toccarono Yeshùa. Nel caso delle donne si trattò però di un contatto dovuto al saluto orientale; nel caso della Maddalena si trattò invece di un forte abbraccio da cui lei non riusciva a staccarsi, tipico della donna che trasmette la sua sincera emozione. Ciò spiega perché nel caso delle donne Yeshùa non dice nulla mentre alla Maddalena dice: “Smetti di stringerti a me”.
Quanto alla sequenza, va notato che Yeshùa incontra le donne prima che loro raggiungano i discepoli per portare la notizia del sepolcro vuoto. Ciò accadde subito dopo che un angelo aveva rotolato la pesante pietra a copertura del sepolcro (si veda il contesto di Mt 28:2-11) e non dopo che Yeshùa era salito al Padre, come tu sostieni. Mentre Yeshùa incontrava le donne, la Maddalena era al sepolcro a piangere e Yeshùa non le era ancora apparso. - Gv 20:11.
Avatar utente
Enigma
Messaggi: 647
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 13:39
Località: Foggia

Re: Risurrezione di Yeshùa

Messaggio da Enigma »

Gianni, io non ho sostengo che le donne hanno visto Yeshùa dopo essere salito al Padre, ma ho detto che se la sequenza fosse stata, prima le donne e poi Maria Maddalena, allora si poteva avanzare l’ipotesi che quando fu visto da Maddalena, Yeshùa non era ancora salito al Padre, mentre, dopo essere salito al Padre si è presentato al resto delle donne che ora potevano toccarlo.

E comunque, l’incongruenza che ho evidenziato, rimane inrisolta, perché a prescindere se viene stretto ai piedi o abbracciato completamente, il senso non cambia, perché Yeshùa non doveva essere neanche sfiorato se prima non saliva al Padre. Questo è stato anche sostenuto in un tuo studio chiamato: La festa dei Pani Azzimi. Che per di più, in questo tu stesso studio ho notato che hai preferito più attenerti al testo greco invece che alla TNM, mentre ora sembra che la TNM la preferisci al testo greco quando dici: Migliore ancora è TNM: “Smetti di stringerti a me”. Anziché dire: Il teso biblico dice: “non mi toccare”. Di seguito allego parte di questo tuo studio, dove conferma sia che Yeshùa non doveva assolutamente essere toccare, sia la preferenza al testo greco che alla TNM.

In TNM la frase di Yeshùa è tradotta: “Smetti di stringerti a me”. Il testo biblico dice: μή μου ἅπτου, “non mi toccare”. Ora, Yeshùa motiva così la sua raccomandazione a non toccarlo: “Perché non sono ancora salito al Padre’”. Però, quando “otto giorni dopo” (Gv 20:26) Yeshùa apparve ai discepoli, “disse a Tommaso: ‘Porgi qua il dito e guarda le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo’” (Gv 20:27), invitandolo a toccarlo. C’è di più. Quella stessa domenica 18 nissàn (in cui la mattina aveva impedito alla Maddalena di toccarlo), verso sera, quando apparve agli apostoli dopo essere apparso ai discepoli di Emmaus, Yeshùa invita gli apostoli a toccarlo: “Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io! Toccatemi e guardate” (Lc 24:39). Qualcosa doveva essere quindi successa nel corso di quella domenica. Al mattino Yeshùa aveva detto: “Non sono ancora salito al Padre”. Yeshùa non poteva essere contaminato da nessuno che lo toccasse. Stava aspettando di presentarsi al Padre come primizia, in modo da prendere il suo posto di nostro sommo sacerdote, entrando nel Santo dei Santi del Tempio celeste, alla presenza di Dio (1Pt 3:22).
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10152
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: Risurrezione di Yeshùa

Messaggio da Gianni »

Caro Enigma, ciò che ho scritto in risposta alla tua domanda non contraddice il mio precedente scritto ma lo approfondisce.
Il verbo in questione, usato per la Maddalena, è ἅπτου (àptu). Il significato lo abbiamo già chiarito: significa “aderire strettamente” ed è perfino usato per indicare il rapporto intimo con una donna. La forma àptu è un imperativo presente medio, va quindi tradotto “non stringerti”, anzi – essendo un presente – mè mu àptu va tradotto “non continuare a stringerti a me”. Questo comando non avrebbe senso se fatto in previsione di un abbraccio ma ha senso se l’abbraccio è in corso e la persona che abbraccia non molla la presa.
Nel mio precedente scritto che tu hai citato, non avevo bisogno di scendere nei particolari. Lì mi interessava solo evidenziare che Yeshùa doveva salire al Padre e che vi salì quella stessa domenica mattina conformemente a quanto previsto con l’offerta del covone. Questo fatto importante passa in genere inosservato da parte degli studiosi. A me premeva metterlo in luce e l’ho fatto. Le argomentazioni erano più che sufficienti.
Ora tu però hai posto un’obiezione ovvero che altre donne lo toccarono. Quindi sono sceso nei particolari. Se vuoi, è accaduto un po’ come per l’espressione “dopo i sabati”. È sufficiente leggere il plurale. Ma tu avevi posto una precisa obiezione cui è stato necessario rispondere scendendo in particolari difficili e profondi. Non parlare quindi di contraddizione. Di casi così se ne verificato spesso: si cita un passo che dovrebbe essere chiaro di per sé ma poi un’obiezione costringe a sviscerare a fondo il testo.
Ben vengano queste obiezioni, perché aiutano ad approfondire. Questo particolare aspetto tienilo sempre presente nel tuo lavoro di biblista. Ricorda sempre che un'obiezione è per serio biblista un regalo. Diversamente avremmo un catechismo con gli articoli di un credo già stampati.
Avatar utente
Enigma
Messaggi: 647
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 13:39
Località: Foggia

Re: Risurrezione di Yeshùa

Messaggio da Enigma »

Caro Gianni, tu dici che non c’è contraddizione? Osserva le tue due trattazione.

Yeshùa le dice, infatti, “non stringere/avvinghiare me [mu]”, cioè lui intero.
Di fatto,
sia le donne che la Maddalena toccarono Yeshùa. Nel caso delle donne si trattò però di un contatto dovuto al saluto orientale; nel caso della Maddalena si trattò invece di un forte abbraccio da cui lei non riusciva a staccarsi, tipico della donna che trasmette la sua sincera emozione. Ciò spiega perché nel caso delle donne Yeshùa non dice nulla mentre alla Maddalena dice: Smetti di stringerti a me”.


Quella stessa domenica 18 nissàn (in cui la mattina aveva impedito alla Maddalena di toccarlo), verso sera, quando apparve agli apostoli dopo essere apparso ai discepoli di Emmaus, Yeshùa invita gli apostoli a toccarlo: “Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io! Toccatemi e guardate” (Lc 24:39). Qualcosa doveva essere quindi successa nel corso di quella domenica. Al mattino Yeshùa aveva detto: Non sono ancora salito al Padre”. Yeshùa non poteva essere contaminato da nessuno che lo toccasse.

Se continui a dire che non vedi contraddizione, allora significa che non ci sto più con la testa. :(
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10152
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: Risurrezione di Yeshùa

Messaggio da Gianni »

Continuo a dire, Enigma, che la prima esposizione è sufficiente per stabilire un evento che per quasi tutti passa inosservato, mentre la seconda risponde a una specifica obiezione. Se poi continui a dire che con il mio secondo scritto contraddico il primo, sono io che devo forse smettere di scrivere studi biblici.
La prima esposizione è trattata in un sottotitolo (L’ascensione nascosta) della lezione 278, di cui non è l’argomento principale, ed è solo accennata nella lezione 466.
Rispondi