riprendo da qui a spiegare il
terzo motivo.......
Allora, in terzo luogo per cui
non credo che i racconti della nascita siano storici, perchè mi sembrano essere composti più per far da apertura a ciascun vangelo, nel senso che i temi fondamentali di ogni racconto della nascita, riprendono temi fondamentali del vangelo che ne fanno parte.
Per esempio per Matteo Yeshùa è il Re dei giudei, e quindi i suoi antenati saranno i re di Giuda. Per Luca invece, Yeshùa è un profeta "sociale" consacrato dallo Spirito, per cui tra i suoi antenati troviamo profeti. Poi, per Matteo, Yeshùa è come Mosè, e la storia di erode ricorda quella del faraone che ordinò lo sterminio di tutti i neonati ebrei maschi. Luca, invece, mette l'accento sulla diffusione del vangelo tra i gentili (soprattutto in Atti), per cui fa risaltare gli antenati di Yeshùa non solo ad Abramo, padre del popolo ebraico, ma ad Adamo, padre di tutta l'umanità, ebrei e gentili.
In poche parole, in questi racconti si rifanno alle creazioni letterarie di ogni autore. In mezzo a tutte queste differenze ci sono anche somiglianze, tra cui i nomi dei genitori di Yeshùa, la sua nascita durante il regno di Erode, il fatto che sia cresciuto a Nazareth, ecc... Oltre questi dettagli, ci sono due somiglianze fondamentali: la concezione attraverso lo Spirito e la nascita a Betlemme.
Ora, come si spiega questa enfasi su Betlemme? E' chiaro che al tempo di Yeshùa, molti pensavano al futuro e al grande Re davidico come al Messia. E secondo questa opinione, la convinzione dei primi cristiani che Yeshùa fosse il messia e figlio di Davide, diede adito alla storia secondo cui era nato nella "città di Davide"......
e allora che cosa salvare da questi racconti da un punto di vista
storico?
Questo a mio avviso: che Yeshùa è nato prima della morte di Erode il grande, i suoi genitori si chiamavano Maria e Giuseppe, e probabilmente era nato a Nazareth e non a Betlemme, ed era membro di una classe sociale emarginata. Tuttavia, anche se non credo che la nascita di Yeshùa avvenne nel modo descritto, credo che questi racconti "simbolici/metaforici" esprimono con bellezza e potenza le convinzioni dei primi cristiani sull'importanza di Yeshùa.
E poi che dire della luce che brilla nelle tenebre che è un'immagine centrale nei racconti della nascita?. E' più chiara nella stella del vangelo di Matteo, che brilla nel cielo notturno e porta "i magi" che sono i gentili e non ebrei alla casa dove giace Yeshùa neonato. Luca usa l'immagine dei pastori che "di notte facevano guardia al gregge". La "gloria del Signore risplendé intorno a loro" quando un angelo diede la notizia della nascita di Yeshùa...e una moltitudine dell'esercito celeste, riempì il cielo, cantando Gloria a Dio....
Il simbolismo della luce e delle tenebre è antico, ed ha molte risonanze di significato. Le tenebre che sono associate con la cecità, la notte, il sonno, il freddo, l'oscurità, la disperazione, lo smarrimento, il caos, la morte, il pericolo il desiderio di luce. E' un'immagine della condizione umana..La luce è vista come antidoto a tutte queste cose, ed è quindi simbolo di salvezza. Nella luce si è svegli, si può vedere e trovare la strada, la luce è associata al sollievo della gioia perchè la notte è finita....alla luce si è al caldo e al sicuro....insomma nella luce c'è vita! Molti passaggi della Bibbia ebraica fanno uso di questo simbolo.
In breve per Matteo e Luca, e per i primi cristiani da allora in poi (e anche per me), Yeshùa è la luce che brilla nelle tenebre. L'autore del vangelo di Giovanni fa la stessa affermazione con perfetta concisione: "la vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo". Giovanni, naturalmente, non presenta racconti della nascita di Yeshùa. E' interessante notare come queste parole non si riferiscono a Yeshùa ma a coloro che diventeranno figli di Dio attraverso Yeshùa. Il punto è questo: un linguaggio come questo non ha bisogno di indicare una concezione letterale (biologica) attraverso lo Spirito.
Tale a mio avviso è la realtà di questo tema dei racconti della nascita, indipendentemente dalla loro verità storica.