L’ultimo giorno di Yeshùa

Speculator3
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa

Messaggio da Speculator3 »

Il calendario che determinava la Pasqua usato da Giovanni era diverso da quello usato dai sacerdoti.
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Maria Grazia Lazzara
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Per AnimaSalvata ,
Vorresti spiegarci tu la scrittura di Giov 18:28 ?
Vorresti spiegarci tu il Segno dei tre giorni e tre notti ?
animasalvata
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa

Messaggio da animasalvata »

Gianni ha scritto: giovedì 27 luglio 2023, 3:12

Un delle cose strane è che ci si è pure abituati ad un linguaggio del tutto improprio. Ti cito un esempio. Si parla, come se niente fosse, di “domenica di resurrezione”, ma poi – se vai a leggere i Vangeli – non trovi scritto da nessuna parte che la resurrezione sia avvenuta di domenica.


Hai ragione. Non trovi scritto espressamente che Yeshua resuscitò la domenica mattina. Si trova solo che quando erano andate alla tomba i fatti erano solo avvenuti. La "domenica di resurrezione" deriva da un interpretazione dei vangeli secondo cui "i tre giorni e tre notti" non sono giorni interi di 72 ore. Quindi si tratta di un interpretazione. Non sta scritto espressamente.
Ma espressamente non sta scritto nemmeno che Yeshua resuscitò al termine esatto del sabato. Questo lo si può derivare interpretando il segno di Giona come 72 ore piene ne più ne meno. Anche questa è interpretazione. Espressamente non sta scritta ne la prima teoria ne la seconda che sono entrambe interpretazioni del testo.

Yeshùa sarebbe stato quindi risuscitato domenica notte, rimanendo nella terra poco più di 24 ore (da poco prima del tramonto del presunto venerdì fino a domenica notte). Quante ore? 30? 32? 34? 36? 38? E ciò dando per scontata la risurrezione di domenica, la quale è contro le evidenze bibliche.


In questo senso si interpreta che Yeshua resuscitò durante il buio della notte del 16 di Nisan. A che ora poi sia risuscitato non è rilevante perché si conta una parte di notte come giorno intero di 24 ore e quindi anche comprensiva della parte diurna del 16 di Nisan.
Sappiamo dalla Genesi che il giorno è fatto prima dalla notte e poi dal di perché Dio disse sia la luce tra le tenebre. Quello era il primo giorno, tecnicamente è il primo dopo il sabato, diremmo l'ottavo giorno. In senso cristiano si può interpretare questa parte della Genesi in questo modo:
Dio crea l'umanità grazie alla morte di Yeshua come agnello e la crea il sesto giorno. Analogamente anche la morte di Yeshua che sarebbe il fondamento della creazione avvenne il sesto giorno. Poi come Dio si riposò il Sabato Yeshua si riposò il sabato e durante il buio del primo giorno "luce inizio a splendere".

La questione dei “tre giorni e tre notti” non può essere banalizzata addomesticando l’aritmetica. Su questa questione si gioca tutta la credibilità di Yeshùa. Il rabbi nazareno si rifiutò sempre di dare dei segni della sua messianicità, dicendo che è una generazione malvagia a chiedere dei segni. Egli diede alla fine un solo unico segno: “tre giorni e tre notti” nella terra. Segno inequivocabile del tutto indipendente dalla sua volontà, perché attuatosi quando lui era ormai morto. La questione non si risolve con fantasiosi giochi aritmetici facendo passare alcune poche ore del presunto venerdì più 24 ore del sabato settimanale più poche ipotetiche ore notturne della domenica (quando la tomba era vuota!) per “tre giorni e tre notti”.


E qui apriamo un altro tema:

1 Samuele 30,11-13

11 Trovarono nella campagna un Egiziano e lo portarono a Davide. Gli diedero da mangiare pane e gli diedero da bere acqua. 12 Gli diedero anche una schiacciata di fichi secchi e due grappoli di uva passa. Mangiò e si sentì rianimato, perché non aveva preso cibo e non aveva bevuto acqua da tre giorni e da tre notti. 13 Davide gli domandò: «A chi appartieni tu e di dove sei?». Rispose: «Sono un giovane egiziano, schiavo di un Amalecita. Il mio padrone mi ha abbandonato perché tre giorni fa mi sono ammalato.

Aggiungo anche il versetto di apertura: 1 Quando Davide e i suoi uomini arrivarono a Ziklàg il terzo giorno, gli Amaleciti avevano fatto una razzia nel Negheb e a Ziklàg. Avevano distrutto Ziklàg appiccandole il fuoco.

Davide incontrò l'egiziano il terzo giorno quando arrivarono a Ziklag. Tre giorni prima c'era stata l'incursione degli amalechiti a cui aveva partecipato anche l'egiziano. L'egiziano disse che non mangiava da tre di e tre notti e quello era il terzo giorno. Egli mangiò e si riprese durante il terzo giorno. Non erano passate 72 ore intere perché il in cui mangiò non era interamente passato


C’è poi la questione degli aromi. Questi furono comprati dalle donne prima del sabato (quale?) e preparati dopo aver rispettato il risposo del sabato (quale?).


In Luca 23,56 il testo non dice espressamente che aromi e profumi vennero comprati prima del riposo ma che furono preparati il che rende il campo interpretativo più ampio. In Luca 24,1 gli aromi che avevano preparati potrebbero essere secondo il contesto stesso di Luca gli stessi aromi che avevano preparati in Luca 23,56.

Si darà in base a Matteo 28,1 che i sabati dovevano essere due giorni di riposo distinti.

Matteo 28,1
Westcott e Hort
Ὀψὲ δὲ σαββάτων

Plurale effettivo?

Consideriamo Levitico 23,3 dalla LXX

3Ἓξ ἡμέρας ποιήσεις ἔργα, καὶ τῇ ἡμέρᾳ τῇ ἑβδόμῃ σάββατα ἀνάπαυσις κλητὴ ἁγία τῷ κυρίῳ· πᾶν ἔργον οὐ ποιήσεις, σάββατά ἐστιν τῷ κυρίῳ ὑμῶν ἐν πάσῃ κατοικίᾳ ὑμῶν.

ἐστιν "estin" è terza persona singolare
σάββατά "sabbata" è sabato

Il testo non dice "sabati sono" ma "sabati è". Quel plurale non è un vero plurale e si sta parlando li del sabato del settimo giorno. Il greco " Sabbata estin" traduce l'ebraico "Shabbat (singolare) hi".

Levitico 23,15 LXX Καὶ ἀριθμήσετε ὑμεῖς ἀπὸ τῆς ἐπαύριον τῶν σαββάτων, ἀπὸ τῆς ἡμέρας ἧς ἂν προσενέγκητε τὸ δράγμα τοῦ ἐπιθέματος, ἑπτὰ ἑβδομάδας ὁλοκλήρους

ἐπαύριον τῶν σαββάτων " giorno seguente i sabati". L'ebraico ha "mimmahorat ha Shabbat".

È chiaro anche qui che τῶν σαββάτων non è un plurale vero proprio.

La prova definitiva, matematica, ci è data in ogni caso dai calcoli astronomici. Oggi siamo in grado di sapere con assoluta esattezza in quale giorno settimanale cadde quel 14 di nissàn in cui Yeshùa spirò.
È una prova definitiva se "tre giorni e tre notti" sono esattamente 72 ore intere ne più e ne meno. Ma in 1 Samuele 30,11-13 "tre di e tre notti" sono 72 ore intere ne più e ne meno?
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa

Messaggio da animasalvata »

Maria Grazia Lazzara ha scritto: giovedì 27 luglio 2023, 8:33 Per AnimaSalvata ,
Vorresti spiegarci tu la scrittura di Giov 18:28 ?
Vorresti spiegarci tu il Segno dei tre giorni e tre notti ?
Io non sono l'esperto.

Posso dire che secondo l'ipotesi del Venerdì:

Dalla morte di Venerdì pomeriggio fino all'inizio del nuovo giorno ebraico sono un di e una notte (il di del 14 e la notte del 14) perché una parte del di del 14 equivale ad un giorno di 24 ore che comprende la notte e il di.

Abbiamo poi la notte intera e il di intero del 15.

Infine la notte del 16 e il di del 16 perché il di del 16 fa parte del giorno 16. Contando una parte di quella notte come giorno intero di 24 ore è compreso pertanto anche il di del 16 anche se Yeshua era già risuscitato.

Quindi i "3 di e le 3 notte" sono equivalenti a "tre giorni" che possono essere anche frazionati.

Del resto se leggiamo 1 Samuele 30,1-17 notiamo che l'espressione "3 di e 3 notti" (Vers.12) è messa in relazione con "tre giorni fa" (vers.13) ma il terzo giorno non era ancora interamente passato. Quindi non sono esattamente 72 ore.
Il fatto che le due espressioni sono messe in relazione può essere quindi che sono espressioni equivalenti e gli ebrei sappiamo che contavano anche come giorno intero (intero vuol dire comprensivo di notte e giorno) anche una sola ora effettiva.

Su Giovanni 28,18 si parla di non contaminarsi per mangiare la Pasqua la sera del giorno 15. Siamo quindi alla "preparazione della Pasqua" cioè il giorno 14 quando si immolava l'agnello. Ma sappiamo genericamente che la vigilia di Pasqua "erev hapesach" cioè il giorno 14 può capitare di lunedì, Mercoledi, Venerdì e anche di Sabato (in questo caso "il grande sabato" prima della Pasqua che era anche l'ipotesi sostenuta all'inizio dall'ebreo Besasea che ora non c'è più sul forum).
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Gianni
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa

Messaggio da Gianni »

Animasalvata, ci stiamo ripetendo. Tutti gli elementi li abbiamo esposti. Ora ciascuno tirerà le proprie conclusioni. :-)
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa

Messaggio da animasalvata »

Gianni ha scritto: giovedì 27 luglio 2023, 14:26 Animasalvata, ci stiamo ripetendo. Tutti gli elementi li abbiamo esposti. Ora ciascuno tirerà le proprie conclusioni. :-)
Tu invece come vedi 1 Samuele 30,1-17?
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa

Messaggio da Gianni »

Ci vuole Noiman, perchè in 1Sam 30:13 il ragazzo egizio dice: "Mi sono ammalato il giorno tre". -Testo ebraico.
noiman
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa

Messaggio da noiman »

Il numero tre è ripetuto molte volte, David giunge a Tziqlag il terzo giorno, l’egiziano non aveva mangiato pane e non aveva bevuto acqua da tre giorni, e giusto anche tradurre “mi sono ammalato nel terzo giorno, poi ancora possiamo che in 30/17 leggiamo ויכם דוד מהנשף ועד-הערב למחרתם” David li attaccò dal crepuscolo fino alla sera del giorno successivo", anche se le traduzioni in genere riportano dall’alba fino alla sera dell’indomani, questo non vuol dire che combatterono di notte ma in linea con la concezione che il giorno inizia con il tramonto del giorno precedente.
Noiman

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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa

Messaggio da animasalvata »

Gianni ha scritto: giovedì 27 luglio 2023, 14:42 Ci vuole Noiman, perchè in 1Sam 30:13 il ragazzo egizio dice: "Mi sono ammalato il giorno tre". -Testo ebraico.
Dobbiamo considerare anche il versetto 12 dove si parla di "3 giorni e 3 notti". Sullo sfondo anche il versetto 1
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Re: L’ultimo giorno di Yeshùa

Messaggio da animasalvata »

noiman ha scritto: giovedì 27 luglio 2023, 18:39 Il numero tre è ripetuto molte volte, David giunge a Tziqlag il terzo giorno, l’egiziano non aveva mangiato pane e non aveva bevuto acqua da tre giorni, e giusto anche tradurre “mi sono ammalato nel terzo giorno, poi ancora possiamo che in 30/17 leggiamo ויכם דוד מהנשף ועד-הערב למחרתם” David li attaccò dal crepuscolo fino alla sera del giorno successivo", anche se le traduzioni in genere riportano dall’alba fino alla sera dell’indomani, questo non vuol dire che combatterono di notte ma in linea con la concezione che il giorno inizia con il tramonto del giorno precedente.
Noiman

Noiman e come lo intendete voi ebrei i "3 giorni e 3 notti" del versetto precedente? Davide arrivò a Ziklag il giorno tre. Evidentemente da quando era partito.
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