Matteo 5:27-28 Voi avete udito che fu detto Non commettere..

noiman
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Re: Matteo 5:27-28 Voi avete udito che fu detto Non commette

Messaggio da noiman »

Anche se finiamo fuori tema, sappiate che mi sono sposato a 40 anni, e prima ho girato parecchio il mondo......... poi come per un fulmine in poco meno di tre anni mi sono sposato e ho fatto due figli.... la moglie me la sono scelta giovane..... quindi è semmai lei ad avere gli stinchi bollati. ;)
Shalom
Noiman
AKRAGAS
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Re: Matteo 5:27-28 Voi avete udito che fu detto Non commette

Messaggio da AKRAGAS »

Ipotizzando che lo scritto di Matteo sia stato composto prima in ebraico e solo successivamente tradotto in lingua greca, si può ipotizzare un errore interpretativo per chi non conosce il retroterra ebraico? Mi spiego : come ho letto, mi corregga chi ha titolo, non esiste una parola specifica per moglie ma in ebraico si definisce come " sua donna" per definire la moglie di qualcuno.
Ora, nel tradurre il termine dall'ebraico in greco con il corrispondente si perde il concetto di moglie. Poi leggo l'intervento di Antonio che corregge dicendo che pure il termine greco può significare "moglie". Ne concludo allora che l'errore proviene per la successiva traduzione in italiano.
Arriviamo quindi noi occidentali del XXI secolo,ignari delle questioni ebraiche, e leggendo donna non comprendiamo che chi scrisse il vangelo di Matteo aveva ben chiaro di intendere moglie.
Quindi concordo con l'appunto di Noiman riguardo al termine "donna sposata"
noiman
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Re: Matteo 5:27-28 Voi avete udito che fu detto Non commette

Messaggio da noiman »

Presto fatto, ecco il testo in ebraico:
ואני אמר לכם, כל-הנתן עינו באשה להשק-בה ברוח זנים, נאף אתה בלבו
La parola אשה “ishà” si riferisce esclusivamente alla donna sposata
Shalom
Noiman
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bgaluppi
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Re: Matteo 5:27-28 Voi avete udito che fu detto Non commette

Messaggio da bgaluppi »

E' naturale che l'adulterio vale sia per l'uomo sposato che per la donna sposata. Ma se un uomo sposato guarda il sedere di una donna che passa e commenta positivamente, non si tratta certo di adulterio, in quanto, come fa notare Bruno, il testo dice che il peccato sussiste nel momento in cui si guarda per desiderare. Sguardi, ammiccamenti, sorrisi, che poi innescano il desiderio.
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bgaluppi
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Re: Matteo 5:27-28 Voi avete udito che fu detto Non commette

Messaggio da bgaluppi »

Perfetto Noiman, infatti il senso preciso della parola greca si capisce dal contesto. γυνή e' usato 71 volte nel senso di "donna sposata, moglie" (Mt 19:3).
Ultima modifica di bgaluppi il sabato 3 ottobre 2015, 22:47, modificato 1 volta in totale.
AKRAGAS
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Re: Matteo 5:27-28 Voi avete udito che fu detto Non commette

Messaggio da AKRAGAS »

Grazie Noiman per aver risposto al mio dubbio. :-)

Scusate, stavo un po’ ragionando tra me e me e tentando un approccio con le lingue ( perdonatemi).
Ho controllato STRONGS NT 1135: γυνή
Strong's Hebrew: 802. נָשִׁים (ishshah)
Il termine נָשִׁים si ricollega alla traduzione in lingua italiana di Gen. 2:24 (Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne.)
Ho cercato anche il termine tradotto con” unirà” Strong's Hebrew: 1692. דָּבַק (dabaq) che significa attaccarsi, legarsi, aggrapparsi. Termine che ritroviamo pure in Deuter. 10:20 (Temi il SIGNORE, il tuo Dio, servilo, tieniti stretto a lui e giura nel suo nome).
Yeshùa fa quindi una esegesi rabbinica quando ricorda che il commettere adulterio corrisponde alla rottura di una alleanza . La stessa rottura del patto di Israele stipulato con Dio viene definita negli scritti come un atto di adulterio.
Quindi, ricapitolando la Torah scritta dice di non commettere adulterio e pure di non desiderare la donna di altri( donna sposata) in questo senso si viene ad rimarcare l’importanza della tutela della famiglia.
Quindi il desiderio illecito di una donna sposata viene definito da Yeshùa come adulterio fatto in cuor suo che tradotto all’occidentale sarebbe: chi guarda per desiderare una donna sposata commette adulterio con il proprio pensiero.
In questo senso, come dice bene Antonio, Yeshùa sta mettendo una siepe attorno alla Torah per evitare l’evenienza di una trasgressione peggiore ovvero il commettere adulterio con le azioni. In tutto questo il Rabbi mi sembra in linea con il pensiero degli altri maestri del suo tempo.

Saluti a tutti :YMHUG:
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bgaluppi
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Re: Matteo 5:27-28 Voi avete udito che fu detto Non commette

Messaggio da bgaluppi »

Besasea, Yeshua afferma che "fu detto agli antichi", ossia i primi israeleti. Lui va indetro alla torah orale delle origini, per questo non cita alcun rabbino. Ripete questa cosa al v.33, "fu detto agli antichi". Sarebbe interessante sapere come riporta il testo in ebraico.

Nel cap.19 afferma anche che il ripudio fu reso possibile da Mose' "per la durezza di cuore" di Israele: dice, praticamente, che Dio non contempla il ripudio (se non in caso di fornicazione), poiche' cio' che Lui unisce l'uomo non deve dividere. Torna, quindi, alla Torah preesistente, come "intesa da Dio".
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Kalebh
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Re: Matteo 5:27-28 Voi avete udito che fu detto Non commette

Messaggio da Kalebh »

:-) Ragazzi grazie a tutti per i vostri interventi.
Certo è che ai tempi biblici, quando le donne vestivano dalla testa ai piedi, per gli uomini era più semplice rispetto ai nostri tempi :d
Leggerò con calma in vostri interventi. Grazie
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bgaluppi
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Re: Matteo 5:27-28 Voi avete udito che fu detto Non commette

Messaggio da bgaluppi »

Il testo greco dice chiaramente "fu detto agli antichi", dove la parola antichi si riferisce agli israeliti. Che Yeshua si riferisca alla Torah scritta, non e' affatto ovvio; infatti, "fu detto" agli antichi, e quindi bisogna chiedersi due cose: chi disse e chi sono gli antichi. Se si riferisse alla Scrittura, non avrebbe detto "avete inteso che fu detto agli antichi" ma avrebbe detto "e' scritto", come avviene in Mt 4:4; 4:6; 4:7; 4:10; 11:10; 21:13; 26:31.

Rabbi Gershom ben Judah proibi' il ripudio senza consenso della donna, ossia stabili' che il divorzio poteva avvenire solo con il consenso di ambedue le parti. Ha negato la Torah o ne ha compreso un aspetto piu' profondo?

La Torah, come il Messia, preesiste in Dio da prima della creazione dell'uomo. ​I rabbini spiegano che Adamo, Noè, Abraamo, Isacco e Giacobbe conoscevano la Torah prima che fosse scritta. In Gn 7:2, Dio dice a Noè: “Prendi con te sette coppie di tutti gli animali non impuri: sette maschi e sette femmine.”. Il testo non specifica quali fossero gli animali puri (tahor) e quelli impuri, il che implica che Noè sapesse distinguerli, nonostante la Torah scritta non esistesse ancora. Ora, certamente la torah orale non esisteva ancora, quindi in che modo potevano Abramo, Isacco, Giacobbe e Noe' obbedire alla Torah se questa non era ancora stata data da Dio all'uomo tramite Mose' e se la torah orale ancora non esisteva? Come poteva Noe' distinguere gli animali puri da quelli impuri se Mose' non esisteva ancora?

Tutto cio' solleva molte domande sulla trasmissione della Torah al popolo israelita da parte di Mose'. Certamente la trasmissione avvenne per ispirazione divina, come anche nel caso dei profeti, ma sempre tramite un uomo e ad un popolo in un determinato periodo storico e in una situazione particolare. La Scrittura stessa e' redatta da uomini, non da Dio in persona, e presenta stili diversi.

Nel caso dei predecessori di Mose', invece, come avveniva la trasmissione della Torah?
noiman
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Re: Matteo 5:27-28 Voi avete udito che fu detto Non commette

Messaggio da noiman »

עקב אשר שמע אברהם בקלי וישמר משמרתי מצותי חקותי ותורתי
“come premio che Avrahàm mi obbedì, osservo i miei ordini, i miei comandamenti, i miei statuti e le mie leggi” (bereshit –toledoth 26/5) (genesi).
Da questo possiamo trarre l’insegnamento che prima di Moshè la Torah scritta e orale fu insegnata ad Avrahàm , ma questi insegnamenti rimasero a livello individuale .
Il Sefer ha –Bahir commenta più profondamente questo passo:
Che cosa significa i miei precetti? Così dice l’attributo della clemenza: Per tutti i giorni in cui Abramo fu al mondo, non dovetti compiere il mio lavoro, giacché Abramo stette colà al mio posto, e osservò i miei precetti. Poiché questo è il mio lavoro: Io giustifico il mondo; anche quando sono colpevoli, io li giustifico. E ancora, faccio sì che si pentano e induco il loro cuore a compiere la volontà del padre loro che è nei cieli”.E Abramo fece tutto questo come è scritto”E Abramo piantò una tamerice a Bersabea e li invocò il Nome del Signore Dio eterno (bereshit 21/33). Preparò il suo pane e la sua acqua per chiunque venisse: li giustificava, e parlava al loro cuore: “Chi servite?Servite il Signore, Dio del cielo e della terra. Predicava loro, finchè non si pentivano. Da dove sappiamo che egli giustificava anche coloro che erano colpevoli?. Poiché è detto:”Nasconderò io ad Abramo quello che sto per fare, mentre Abramo sta per diventare una nazione grande e potente e in lui saranno benedette tutte le nazioni della terra?(bereshit 18/17-18).
I patriarchi non avevano ancora ricevuto la torah, eppure essi mettevano in pratica tutte le mizvot, Avrahàm presenta le mazzòt agli angeli, egli compie la mizvà di pesach prima ancora che gli ebrei fossero schiavi in Egitto; questo lo capiamo quando egli dice a Sarah,””sbrigati” questo sbrigati non era riferito alla necessità di anticipare il pane agli angeli, ma nella necessità di impedire alla farina di diventare “chamez” cioè pane lievitato. Lo capiamo anche che Avrahàm corse a prendere un animale che doveva rappresentare il Korban. I patriarchi non sono comandati eppure essi eseguono le mizvot.
Quindi si pone il problema chi è superiore tra chi è comandato nell’esecuzione delle mizvot e le adempie, rispetto a chi non è comandato e anche lui le adempie.
E più faticoso chi porta il fardello dell’obbligo, o chi lo fa spontaneamente senza obbligo. E più importante la sottomissione o la libera scelta.
Quale dei due è di significato maggiore.
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