Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da bgaluppi »

Leggendo la profezia di Yeshua, riportata da Matteo (24:1-35), Luca (21:5-36) e Marco (13:1-37), credo di aver trovato interessanti collegamenti con la parte finale dell'Apocalisse di Giovanni. Questo testo non ha la pretesa di costituire esegesi, ma solo di esporre alcune mie riflessioni, che possono anche essere errate. Sarà un piacere ricevere puntualizzazioni e correzioni ove le mie riflessioni non siano biblicamente corrette. Sarà diviso in due parti data la lunghezza veramente esagerata.

Parte Prima

Il testo mattaico, a differenza di quello lucano, non segue necessariamente un ordine cronologico nell'esposizione degli eventi, ma ragruppa per argomenti; in questo caso, però, anche il testo lucano suddivide chiaramente la profezia in due parti: una relativa ai tempi prossimi (21:5-24) e una decisamente relativa agli ultimi tempi (21:25-31) e alla venuta di Yeshua nella gloria. Quindi, possiamo pensare che Yeshua, con la sua profezia, non si riferisse solo alla distruzione del tempio e di Gerusalemme, in risposta alla curiosità dei discepoli, ma avesse voluto dare indicazioni relative anche ai tempi futuri e ultimi, utili per tutti ("Quel che dico a voi, lo dico a tutti" - Mc 13:37). Yeshua, dunque, sta rispondendo ai discepoli, ma predice eventi che riguardano tutti gli uomini, in uno stile che fonde quello profetico con quello apocalittico. Per verificare questa ipotesi, è necessario esaminare bene il testo mattaico, alla luce del resto delle Scritture. 

Mt 24:1-3
1 Mentre Gesù usciva dal tempio e se ne andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli osservare gli edifici del tempio. 2 Ma egli rispose loro: «Vedete tutte queste cose? Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata».
3 Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?»


I discepoli, preoccupati dalle parole di Yeshua, gli si avvicinano timorosi e gli pongono due domande precise, che è necessario rimarcare e che troviamo soltanto in Matteo: 1) quando avverranno queste cose, ossia la distruzione del tempio che Yeshua ha profetizzato appena prima; 2) quale sarà il segno della sua venuta e della fine dell'età presente, il che non è riferibile alla distruzione di Gerusalemme ma a qualcosa di diverso. In Luca e Marco (Lc 21:7; Mc 13:4), nonostante ambedue i testi riportino la profezia, la richiesta dei discepoli non si riferisce a due situazioni temporali diverse, ma sembra incentrarsi unicamente intorno alla distruzione del tempio; ma in Matteo la differenziazione temporale che i discepoli fanno è chiara, e per questo assai interessante. Le prime domande da farsi, dunque, riguardano piuttosto la seconda richiesta dei discepoli: a che periodo storico fanno riferimento? Cosa sono esattamente il segno, la venuta e la fine dell'età presente? Per rispondere, dobbiamo innanzitutto analizzare il testo greco del v.3 e il significato proprio dei termini.

Εἰπὲ ἡμῖν, πότε ταῦτα ἔσται, καὶ τί τὸ σημεῖον τῆς σῆς παρουσίας καὶ συντελείας τοῦ αἰῶνος;

Il termine segno è σημεῖον (Strong 4592, semèion), "segno", dato specialmente per confermare, corroborare o autenticare. Il segno "enfatizza lo scopo finale che esalta colui che lo dà. E' utilizzato dozzine di volte nel NT per ciò che autentica il Signore (Dio) e il Suo scopo eterno, specialmente facendo ciò che il semplice uomo non può replicare o per cui non può ricevere credito" (HELPS). Trattasi, quindi, di un segno divino, non realizzabile dall'uomo.

Il termine venuta è παρουσία (Strong 3952, parusìa), da πάρειμι (pàreimi, "sono vicino, sono presente, sono arrivato"): "essere presente, arrivare ad entrare in una situazione" (HELPS). Propriamente "l'arrivo del padrone che è l'unico che può occuparsi di una certa situazione" (HELPS), "la visita di un re" (SOUTER). E' usato con speciale riferimento alla seconda venuta del Cristo ed è a questa che il testo si riferisce in modo inequivocabile, poiché la prima venuta si è già verificata.

Il termine età presente è αἰών (Strong 165, aiòn), "età, era, ciclo" (temporale), "specialmente relativo all'era presente in contrasto con quella futura, una di una serie di ere che si estende all'infinito" (STRONG), "caratterizzata da una qualità specifica (tipo di esistenza)" (HELPS). Il termine è usato anche in riferimento al periodo del patto rinnovato, stabilito con la morte e resurrezione di Cristo (Gal 3:23-25; 1Pt 2:5,9); da escludersi in questo caso, poiché nel momento in cui Yeshua e i discepoli parlano, il Messia è ancora vivo e vegeto e non è ancora stato glorificato, e quindi il rinnovamento del patto non è definitivamente compiuto.

Il termine fine qui è συντέλεια (Strong 4930, syntelèia), "completamento, esaurimento, fine": "una fine che coinvolge diverse parti" (B.F. Westcott), "non strettamente termine ma esaurimento (completamento), che apre la strada ad una nuova era" (HELPS). Non la fine del mondo, ma la fine di un'era che vede l'inizio di un'altra, specialmente quando συντέλεια è usato in riferimento ad αἰών.

Alla luce del significato di questi termini, comprendiamo che la domanda dei discepoli fa riferimento alla fine dei tempi, ossia al momento della seconda venuta del Cristo (παρουσία), che sarà accompagnata da un segno sovrumano e miracoloso (σημεῖον) e che porterà al completamento (συντέλεια) dell'era presente (αἰών), ossia del mondo attuale, fino all'instaurazione di una nuova era (Ap 20:4). Ma è ancora presto per trarre conclusioni affrettate.

Le due domande dei discepoli, dunque, ci portano a considerare due periodi storici diversi: la distruzione del tempio e di Gerusalemme, avvenuta nel 70 d.C., e la fine dell'era presente, che deve ancora avvenire. Si presume, quindi, che la risposta di Yeshua debba riguardare ambedue questi riferimenti temporali.

Mt 24:4-14
4 Gesù rispose loro: «Guardate che nessuno vi seduca. 5 Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: "Io sono il Cristo". E ne sedurranno molti. 6 Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine. 7 Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; 8 ma tutto questo non sarà che principio di dolori.9 Allora vi abbandoneranno all'oppressione e vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome. 10 Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda. 11 Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. 12 Poiché l'iniquità aumenterà, l'amore dei più si raffredderà.13 Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. 14 E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine.


Yeshua sta parlando ai suoi discepoli, che dovranno portare la buona novella nel mondo. Lui li istruisce e li avverte sulle cose prossime e su come comportarsi (perseverare fino alla fine). Li avverte anche dell'arrivo di falsi Messia: uno di questi fu certamente Simon ben Kosiba, detto "bar Kochba" (figlio della stella), il quale si autoproclamò Messia, manifestò la volontà di ricostruire il tempio (senza riuscirci) e guidò l'ultima disastrosa rivolta degli ebrei contro i romani tra il 132 e il 135 d.C., che di fatto contribuì alla distruzione di Gerusalemme e del tempio. La fine fin cui è necessario perseverare, dunque, è τέλος (Strong 5056, tèlos), diverso da συντέλεια (che abbiamo esaminato precedentemente), poiché significa fine in senso di limite ultimo, lo scopo che si raggiunge, in cui qualcosa termina. Nel caso in cui la profezia si riferisca ad un momento temporale prossimo, τέλος deve intendersi come "fine della vita" di ognuno; quindi, perseverare fino alla fine significa fino al trapasso. Certamente, in questo caso, non è da intendersi come riferito alla fine dei tempi, poiché i discepoli sono morti e la fine non è ancora giunta. 

Yeshua parla dunque ai discepoli di ciò che accadrà prossimamente. Ma ai vv.6 e 14 leggiamo che "bisogna che questo [guerre e rumori di guerre] avvenga, ma non sarà ancora la fine" e che il Vangelo (la buona notizia) "sarà predicato in tutto il mondo e a tutte le genti, dopodiché verrà la fine". Per due volte, Yeshua afferma che verrà una fine, τέλος, facendo quindi riferimento ad un fine ultimo, il terminare di qualcosa, secondo il significato proprio del termine; il che non può riferirsi alla distruzione di Gerusalemme e del tempio, dopo la quale l'era presente continua fino ad oggi. Il fatto che Yeshua parli di una "fine" (fine ultimo, τέλος) senza specificare, fa insorgere la domanda: fine di cosa? In questi due casi, non della "vita di ognuno", come può essere inteso al v.13, ma fine dell'era presente, ossia del mondo attuale. Per questo motivo, la profezia di Yeshua, pur interessando i tempi che portano alla distruzione di Gerusalemme e alle persecuzioni, deve riferirsi anche ai tempi prima della fine. E ciò è confermato dai vv.24:15-35, come vedremo in seguito. E in seguito vedremo anche come anche l'estrema iniquità profetizzata possa riferirsi a quella che viene comunemente tradotta come "grande tribolazione" ed intesa come una guerra, ma che in realtà è qualcosa di molto diverso.

Il termine genti (ἔθνος, èthnos) è generalmente riferito ai Gentili, alle nazioni, ossia ai non-ebrei; Yeshua annuncia che la buona notizia dovrà essere predicata in tutto il mondo abitato, il mondo romano (οἰκουμένη), perché tutti i popoli non-ebrei (nazioni) ne ricevano testimonianza. E così avvenne, anche se il Vangelo non fu letteralmente predicato "in tutto il mondo". Infatti, è praticamente impossibile che gli apostoli, allora, predicassero ad ogni singolo essere umano, ed è improbabile poterlo fare ancora oggi: nonostante la Bibbia sia stata tradotta in tutte le lingue, esistono gruppi etnici che vivono in isolamento e non hanno mai sentito parlare di Yeshua, o ne hanno sentito vociferare appena; ed esistono uomini che, per motivi vari, non hanno ricevuto il Vangelo. Ma è estremamente importante che ogni essere umano, in senso letterale, riceva la buona notizia del regno, poiché senza fede non c'è salvezza, e non si può avere fede se non si riceve il Vangelo.

Analizzando il termine predicazione (κηρύσσω Strong 2784, kerùsso), scopriamo che significa "proclamare (annunciare) un messaggio pubblicamente e con convinzione (persuasione)" (HELPS). Gli apostoli fecero certamente questo. Ma come ci regoliamo, ad esempio, con i gentili che sono vissuti e morti prima dell'avvento del Messia? Sono forse essi tutti condannati per esser stati "sfortunati" a nascere prima di Yeshua e per non essere nati ebrei? Per fare luce su questo dilemma, dobbiamo analizzare di nuovo il testo greco, e specialmente alcune parole: εὐαγγέλιον, βασιλεία, οἰκουμένη, ἔθνος (abbiamo già visto τέλος).

εὐαγγέλιον (Strong 2098, euanghèlion) significa generalmente buona notizia, relativa all'avvento del Messia. Ma lo HELPS ci aiuta a percepire un significato più profondo: "include l'intera Bibbia, non è limitato a come una persona diventa cristiana": è "la buona notizia del regno di Dio che sarà presto stabilito" (THAYER). Quindi, alla luce delle Scritture, è la rivelazione ultima che Dio concede all'uomo e che annuncia il regno di Dio, trasmessa dalla parola di Dio, che "è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi" (Gv 1:14). 

βασιλεία (Strong 932, basilèia) significa propriamente regno, sovranità, autorità, "il luogo in cui un re regna sovranamente" (HELPS), sovranità "specialmente di Dio, sia nel mondo che nel cuore degli uomini; quindi, regno in senso concreto" (STRONG).

οἰκουμένη (Strong 3625, oikumène) è propriamente il mondo abitato, ossia il mondo romano (STRONG), "poiché tutto fuori da esso non era tenuto in conto" (SOUTER). Ma può anche significare l'intera terra ove abita l'uomo, in senso universale (Lc 4:5; 21:26; At 24:5; Rm 10:18; Eb 1:6; Ap 16:14).

ἔθνος (Strong 1484, èthnos) significa propriamente razza, gente, nazione composta da persone che condividono gli stessi costumi; generalmente si riferisce ai Gentili non credenti, ossia tutti coloro che non appartengono al popolo di Israele, altrimenti detti "pagani". 

La profezia sulla predicazione (proclamazione) della buona notizia, dunque, si riferisce all'attività apostolica; ma può riferirsi anche ad un periodo successivo, che precede la fine? E' scritto che "da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore" (Is 2:3). Quando, esattamente, avverrà questo? Durante l'Era Messianica, ossia in seguito all'avvento del Messia, prima della fine dell'era presente:

Avverrà, negli ultimi giorni, che il monte della casa del Signore si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al di sopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno a esso. Molti popoli vi accorreranno, e diranno: «Venite, saliamo al monte del Signore, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri». - Is 2:2-3


In Ap 14:6 leggiamo: "Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo, recante il vangelo eterno per annunziarlo [εὐαγγελίζω, euanghelizo] a quelli che abitano sulla terra, a ogni nazione [ἔθνος], tribù, lingua e popolo"; se il Vangelo fu già annunziato in modo completo e sufficiente dagli apostoli nel mondo romano, perché l'angelo, al ritorno del Messia, reca il Vangelo da annunziare "a quelli che abitano sulla terra", ossia a tutti gli uomini? E Ap 15:4 recita: "Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo; e tutte le nazioni [ἔθνος] verranno e adoreranno davanti a te, perché i tuoi giudizi sono stati manifestati [φανερόω, faneroo, rendo chiaro, visibile, manifesto, evidente]". Perché tutte le nazioni accorrano ad adorare il Signore, devono prima aver ricevuto la buona notizia del regno, o non accorrerebbero; e devono aver assistito alla venuta del Messia e alla sua potenza, o continuerebbero a vivere come facevano prima, lontane da Dio. La parola tradotta con "giudizi" dalla NR e' δικαίωμα (Strong 1345, dikàioma), "ciò che è proclamato da Dio come giusto"; il versetto di Ap 15:4 dice quindi che la giustizia divina è stata resa manifesta, è stata rivelata apertamente, e tutte le nazioni (le genti, i pagani) cercheranno Dio poiché "udranno la Sua parola" (Gv 5:28-29). La legge di giustizia di Dio è resa nota con chiarezza evidente a tutti gli uomini. In questo momento storico la verità sarà proclamata (κηρύσσω) a tutti, come annunciato nel versetto di Mt 24:14, e subito dopo "verrà la fine" (dell'era presente). Questa verità è la buona notizia del regno (εὐαγγέλιον), che non è stata predicata solo dagli apostoli, ma sarà proclamata anche a tutti gli uomini in questo momento storico, fino alla fine: "da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore" (Is 2:3). Di che periodo storico si sta parlando? Dell'Era Messianica, e del regno millenario.

Il resto, nella seconda parte.
Avatar utente
Kalebh
Messaggi: 329
Iscritto il: giovedì 1 ottobre 2015, 8:35

Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da Kalebh »

Ciao Antonio :-) ti leggo spesso con molto interesse, mi piace il tuo stile e il tuo modo pacato di porgerti.
Questa riflessione è stata molto interessante, aspetto allora la seconda parte. ;)
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da bgaluppi »

Grazie Kalebh, mi fa piacere che le mie riflessioni ti siano utili. In realta', questo argomento da me trattato e' piuttosto difficile e non sono molto preparato. Se ti sorgono dubbi, non esitare a metterli in evidenza, perche' il dubbio e' il primo passo verso la comprensione. :-)
ארמאנדו אלבנו
Messaggi: 1184
Iscritto il: venerdì 9 maggio 2014, 14:17

Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da ארמאנדו אלבנו »

Gli Apostoli nel momento in cui fecero quella domanda (quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua parusia) avevano capito che Cristo sarebbe morto e se ne sarebbe andato?
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da bgaluppi »

Certamente no, Armando. Infatti, quando Yeshua rivela ai dodici cosa sarebbe successo, loro cercarono di opporsi.

Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti, degli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno. Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: «Dio non voglia, Signore! Questo non ti avverrà mai». Ma Gesù, voltatosi, disse a Pietro: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini». - Mt 16:21-23

Non avevano capito ancora cosa doveva fare e perche'.
salcontis
Messaggi: 163
Iscritto il: lunedì 5 maggio 2014, 18:15

Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da salcontis »

Luca:
- 21:23 Guai alle donne che saranno incinte, e a quelle che allatteranno in quei giorni! Perché vi sarà grande calamità nel paese e ira su questo popolo.
- 21:24 Cadranno sotto il taglio della spada, e saranno condotti prigionieri fra tutti i popoli; e Gerusalemme sarà calpestata dai popoli, finché i tempi delle nazioni siano compiuti.
- 21:25 Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra, angoscia delle nazioni, spaventate dal rimbombo del mare e delle onde;
- 21:26 gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate..............
Collegandoci in sincronia al vangelo di Matteo si puo dire che
malgrado i simbolismi o gli adempimenti remoti, Gerusalemme è stata calpestata dai gentili per tanti secoli dopo la prima venuta e la morte di Gesù, ed inoltre i tempi delle nazioni non sono ancora del tutto compiuti.
Pertanto questa parte di profezia è ovvio che non ha avuto un adempimento completo nel primo secolo.
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da bgaluppi »

Salcontis:

"vi sarà una grande tribolazione, quale non v'è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. Se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati." - Mt 24:21-22

Una "tribolazione" mai vista e che mai piu' si vedra'. Significa che sara' il momento peggiore che l'umanita' vivra' (ne parlero' nella seconda parte). Nota che quei giorni terribili dovranno essere abbreviati a motivo degli eletti; si sta parlando della seconda venuta (gli eletti saranno manifestati in quel momento), ma certamente il luogo centrale per lo svolgimento di questi eventi sara' sempre Gerusalemme (il Messia tornera' sul luogo da dove e' salito al cielo).
Avatar utente
Kalebh
Messaggi: 329
Iscritto il: giovedì 1 ottobre 2015, 8:35

Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da Kalebh »

bgaluppi ha scritto:Grazie Kalebh, mi fa piacere che le mie riflessioni ti siano utili. In realta', questo argomento da me trattato e' piuttosto difficile e non sono molto preparato. Se ti sorgono dubbi, non esitare a metterli in evidenza, perche' il dubbio e' il primo passo verso la comprensione. :-)
:-) Grazie Antonio, in effetti non è un argomento semplice, ma tu riesci a spiegarti molto bene e a fare capire anche a me che con le mie non conoscenze linguistiche, sono una capra...senza offesa per le capre.
Mi permetto un consiglio se posso :ymblushing: : tu scrivi riflessioni molto lunghe e spesso si fà fatica a seguire (mio limite) non sarebbe meglio anzichè scrivere direttamente sul topic, allegare un documento di word o un pdf come l'esempio sotto?? La buttò lì nè :P
Allegati
prova.docx
(9.65 KiB) Scaricato 369 volte
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da bgaluppi »

Hai perfettamente ragione Kalebh, grazie del consiglio.
Avatar utente
francesco.ragazzi
Messaggi: 1210
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 18:17

Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da francesco.ragazzi »

... aspettiamo la seconda parte ... che sarà certamente molto interessante !
Rispondi