Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

speculator2
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Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da speculator2 »

I discepoli di Gesù, quelli che non l'avevano conosciuto di persona ma che avevano riconosciuto che Gesù era il Cristo il messia, molto difficilmente potevano essere ingannati da giudei o ebrei che non riconoscevano Gesù come messia.

A questo punto della storia mi pare che una separazione tra chi non riconosceva Gesù come messia e chi credeva nel nome di Gesù Cristo fosse già avvenuta, come testimoniano anche gli Atti degli apostoli con la prima predicazione di Pietro e dei 120 pieni di spirito santo alla Pentecoste.
speculator2
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Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da speculator2 »

Dagli Atti degli apostoli e lettere mi pare che ci fosse tra i seguaci di Gesù il riconoscimento dell'insegnamento principale che Gesù era il messia e che era stato ammazzato e poi risorto.

Difficilmente potevano essere ingannati da giudei o ebrei che non avevano questo insegnamento.

Non mi risulta che gli apostoli stentassero a credere a Gesù quando era sulla terra. Non sapevano che doveva morire. Si aspettavano un regno terrestre.

Il "badate che nessuno vi inganni"vale per sempre ma in questo caso è una speciale risposta alla richiesta di un segno che vale per tutto il capitolo 24 di Matteo.

Paolo risolveva problemi nelle chiese da lui fondate e il suo insegnamento era basato sulla scrittura ebraica. Non mi pare parli di falsi Cristi, anche se parla di falsi apostoli e falsi profeti

Se i falsi Cristi fossero stati un grosso problema nelle sue comunità paoline ce ne sarebbe traccia nelle lettere che abbiamo, anche se non sono tutte le lettere scritte da Paolo.

Gli insegnamenti sono per tutti e ci sono storie che si ripetono forse anche ciclicamente.

Certamente Gesù parlava di avvenimenti futuri, visto che usa il futuro. Possono essere ciclici perché si sono ripetuti in passato.
speculator2
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Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da speculator2 »

Sulla fine del tempo del tempio (ma i muri difficilmente rimangono per sempre, tranne il Colosseo di Roma che però non so quanto durerà) non mi pare che il dio padre di Gesù sia cambiato; i muri degli edifici sono per gli uomini del posto. Le menti degli uomini del mondo sono per il mondo intero e forse sono al di là di quella che noi chiamiamo realtà che forse non è che una apparizione.
chelaveritàtrionfi
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Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Intanto Yeshùa disse a loro per poi dirlo a tutti. Evidentemente occorreva che venisse detto ciò, in quel tempo, ma gli insegnamenti valgono sempre, anche oggi. Furono validi infatti nei decenni successivi e nei secoli successivi. Anche quando è detto “ Vi consegneranno ai tribunali, sarete battuti nelle sinagoghe, sarete fatti comparire davanti a governatori e re, per causa mia, affinché ciò serva loro di testimonianza”, non credo Yeshùa facesse riferimento ad oggi ma questi episodi capitarono agli apostoli, come riportato in Atti 5. Certamente l insegnamento vale sempre
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
speculator2
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Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da speculator2 »

In una grande casa ci sono diversi servitori con incarichi diversi, a volte specifici.
Ai guardiani delle porte e' dato l'incarico di conoscere bene le caratteristiche di chi entra e chi esce e questo devono controllare L'economo si occuperà della gestione in generale della casa.
noiman
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Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da noiman »

Mi ha colpito quanto ha scritto chelaveritatrionfi riguardo alla situazione nelle provincie romane e le Guerre Giudaiche , una parte importante ce la raccontata Giusepe Flavio, interessante è il libro di Giovanni Brizzi dal titolo 70D.C- La conquista di Gerusalemme di cui vi riporto un brevissimo riassunto delle sue oltre 300 pagine.
I “ribelles “ della Giudea che incontrarono i romani nella loro avventura di conquista dissipò per secoli una grande risorsa fatta di mezzi e di uomini, fu condotta una guerra che fece oltre un milione di morti fra le parti e condizionò profondamente la vita e la storia di Roma. Mai nessun popolo seppe tenere in scacco per molti anni i romani, i Giudei ci riuscirono.
Tito consapevole del valore di questa vittoria militare fece scrivere su un arco simile a quello di Tito oggi presente a Roma “ Ho domato il popolo degli Ebrei e distrutto la città di Gerusalemme, che un tempo condottieri , re e popoli avevano invano tentato di conquistare, o a cui avevano rinunciato senza nemmeno tentarlo.”
Il prezzo che i romani pagarono fu altissimo, le perdite di vite e di materiale furono immense, alcune legioni furono decimate al punto di dover essere integrate inserendo marinai tratti dalle flotte, uomini che in cambio di diventare soldati fu concessa la cittadinanza romana. Quando Tito tornò a Roma non potè pronunciare la frase di rito: Io e legioni stiamo bene” e dovette in qualche modo giustificare al senato le grandi perdite subite.
Il resto dell’impero tranne alcune eccezioni non dava molto filo da torcere alle legioni romane, L’Egitto, la Tracia e gli stessi bellicosi Galli sono tenuti a bada da poche legioni, la Giudea impegnerà l’esercito romano per oltre due secoli e anche dopo i massacri e le battaglie vinte non riuscirono mai ha dominare i giudei anche se la Giudea fu quasi privata della loro presenza. Un esercito organizzato e terribilmente efficiente, il più tecnologico del mondo antico fu tenuto in scacco per decenni e in qualche caso fu sul limite di venire quasi devastato da una guerra che non era più convenzionale. Da parte loro i giudei seppero esercitare una infinita fantasia nel condurre la guerra, accorgimenti tattici e stratagemmi e molte altre furberie che misero in difficoltà l’esercito imperiale.
Il giudei forse furono tra i primi ha inventare la guerriglia, attraverso l’astuzia e stratagemmi tipica della guerriglia inflissero ai romani molte perdite, Giuseppe il futuro Giuseppe Flavio fu maestro di questi colpi di mano arditi, ma questo complicò molto la vita di quelli che alla fine si arresero, i romani detestavano questo modo di combattere , fu forse per questo motivo che Tito fece distruggere Gerusalemme.
Briganti erano i lestài o lestrikòi , e a seconda del punto di vista se da parte dei romani come latrones o come resistenti del popolo oppresso dal proprio clero e dalla dominazione romana.

Il fallimento in Giudea inizia prima della guerra giudaica, venne meno la capacità romana di assimilare le aristocrazie locali un fenomeno che era anche culturale che precedeva la conquista, anche quando Roma imperava la politica coloniale consentiva di mantenere la lingua nella ufficialità, gli usi e il potere locale, evitando ogni lacerazione con l’autorità del paese. L’assimilazione al pensiero greco avrebbe dovuto facilitare questa capacità dei romani che aveva già funzionato in molte altre parti dell’impero, questa volta il fiasco fu completo e il banditismo che era già molto presente in tutta la Giudea si trasformò in breve in guerriglia organizzata.
I romani rimasero stupiti del fallimento del loro modo di conquistare, si resero conto molto dopo che la nazione giudaica non era solo una serie di tribù ma era profondamente unita nel senso di appartenenza collettivo e che godeva di un ’ombrello protettivo unico, il principio dell’assoluto monoteismo era la forza dei giudei.
Il Galli erano un popolo? Esisteva un luogo chiamato Gallia? Quello che trovarono i romani nella loro conquista erano Edui, Arveni e altri popoli senza una identità nazionale, spesso in perenne guerra tra di loro. I romani combatterono sempre contro tribù e non contro nazioni.
Per la Giudea non è un singolo uomo o capo carismatico a destare il senso della libertà, ma è lo zelo di un popolo e della sua legge che crea i capi e non l’opposto.
“La Guerra è destinata a circolare anche tra i “civile” colti (e tra i rappresentanti del potere) nella capitale stessa:”Ed è per questo che il termine scelto da Giuseppe per indicare i resistenti intende promuovere un’ottica particolare.Si consideri che la lingua latina definisce con il termine di “latro” tanto il brigante di strada quanto il combattente clandestino; inoltre, quale che sia l’etimo prescelto- da “latere”, “stare nascosto”, o da “latus”, “fianco, lato- il vocabolo sottolinea comunque , del bandito o del guerriero, un particolare aspetto comune:e cioè il carattere irregolare e subdolo-“a latere” o “latenter”- dell’attività che questo conduce.
Per il romano chi è stato sconfitto e riprende le attività belliche dopo essersi arreso è un “rebellis”, il significato del termine è assolutamente diverso da quello che attribuiamo noi, il senso è di colui che riprende la guerra, cosa gravissima per il romano che considera questo riprendere la violenza come un tradimento della pietà accordata la prima volta.
Bravo questo Brizzi, non trovate?
Scusate questa divagazione.
Noiman

speculator2
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Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

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A tutti viene dato l'incarico di essere "svegli". Alcuni in particolare devono essere preparati e pronti per la venuta del padrone di notte.
speculator2
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Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

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A tutti viene dato l'incarico di essere "svegli". Alcuni in particolare devono essere preparati e pronti per la venuta del padrone di notte.
chelaveritàtrionfi
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Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

noiman ha scritto: martedì 2 agosto 2022, 0:52
Come si dice dalle mie parti, Noiman, sei un pozzo di conoscenza!

Dopo la morte di Erode il grande il suo regno venne diviso in 3. Nella prossima carrellata di corrispondenze storiche con i passi biblici sarà riportata un’altra parte. Prima di arrivare alle guerre giudaiche si possono riscontrare guerre tra fazioni ebraiche. Scontri tra popoli della palestina e popoli vicini. Tra gli stessi giudei nacquero trambusti perché una parte assecondava i romani anche per i sacrifici. C erano anche rivalità tra Galilei e Giudei. Non erano accettati profeti che venivano dalla galilea. A parte popoli delle regioni della palestina vi erano appunto scontri tra fazioni giudaiche. Persino tra zeloti e zeloti che presero il tempio verso la fine
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Riflessioni sulla profezia di Yeshua e su Apocalisse.

Messaggio da speculator2 »

Filostrato, erudito della corte di Giulia Domna, all'inizio del terzo secolo, raccontando la vita di Apollonio di Tiana dice che Vespasiano dalla Palestina era passato in Egitto nel-70 dopo Cristo, dopo avere inutilmente invitato Apollonio a recarsi in Palestina.

Apollonio aveva rifiutato dicendo che gli abitanti del paese lo avevano contaminato con quello che avevano fatto e quello che avevano subito (tollerato).
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