I doni dello spirito

Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

I doni dello spirito

Messaggio da bgaluppi »

Riporto il mio vecchio studio sui doni dello spirito, fatto nella cartella "Cor 13-14. Domande", in questa nuova cartella. In realta', dopo molti mesi ci sarebbero da fare delle piccole modifiche e delle aggiunte, ma per adesso lo riporto cosi' com'e'. La discussione si era interrotta e mi piacerebbe riprenderla, per sentire le opinioni di tutti e magari avere nuovi spunti per integrarlo o... cestinarlo! Chissa'... :-)

La traduzione utilizzata in questo studio e' quella CEI 2008

A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. 1Cor 12:7-10

Al versetto 13:8 Paolo non dice che tutti i carismi saranno (o potranno essere) aboliti, ma parla in modo specifico solo di tre: profezia, lingue e conoscenza. Le domande da farsi, quindi, sono: gli altri doni sono ancora validi? Perche' solo quei tre specifici dovrebbero essere aboliti? Si tratta di capire esattamente il significato di quel versetto dal contesto. Iniziamo quindi ad esaminare tutto il passaggio sui doni dello spirito, versetto per versetto, cominciando da 12:4:

4 Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; 5 vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; 6 vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
 
Lo spirito e' uno, ma i doni che esso da' sono diversificati; dietro le diverse manifestazioni e' sempre Dio che opera negli uomini.

7 A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: 8 a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza [σοφία, sofìa, sapienza in senso lato, suprema intelligenza]; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza [γνῶσις, ghnòsis, conoscenza da esperienza, conoscenza applicata]; 9 a uno, nello stesso Spirito, la fede [πίστις, pìstis]; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni [ἴαμα, ìama]; 10 a uno il potere dei miracoli [ἐνεργήματα δυνάμεων, energhèmata dunàmeon]; a un altro il dono della profezia [προφητεία, profetèia]; a un altro il dono di discernere gli spiriti [διακρίσεις πνευμάτων, diakrìseis pneumàton, spiriti al plurale, non lo spirito]; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. 11 Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.

Esaminiamo bene questi doni dello spirito uno ad uno per capire esattamente cosa sono e come si differenziano.

I primi due sono σοφία (4678, sofìa), la sapienza in senso lato, o suprema intelligenza, e γνῶσις (1108, gnòsis), la conoscenza per esperienza, o la conoscenza applicata. In questo caso sono usati insieme. Scrive il Thayer Greek Lexicon: "Quando γνῶσις e σοφία sono usate insieme, quest'ultima sembra essere la sapienza di per se', la prima la conoscenza mostrata in azione: Rm 11:33; 1 Cor 12:8; Colossians 2:3. "γνῶσις e' semplicemente intuitiva, σοφία e' anche raziocinante; γνῶσις si applica primariamente nella comprensione delle verita', σοφία aggiunge il potere del ragionamento riguardo alle verita' e traccia le relazioni tra di esse" (Lightfoot su Col 2:3). 

Il terzo e' πίστις, fede (4102, pìstis), "che e' sempre un dono di Dio, e mai qualcosa che possa originare dall'uomo. In sostanza, pistis ("fede") per il credente e' "la divina persuasione di Dio" - e quindi e' distinta dal semplice "credere" dell'uomo (confidenza, fiducia), ma allo stesso tempo lo rende partecipe [il credere]. Il Signore continuamente rende viva la fede nel credente che gli si affida, cosicche' conosca la Sua volonta', vale a dire la persuasione del Suo volere (1Gv 5:4)." (Helps Word Studies)

Il quarto e il quinto sono ἴαμα (2386, ìama), il dono delle guarigioni, e ἐνεργήματα δυνάμεων (energhèmata dunàmeon), da ἐνέργημα (1755, enèrghema, effetto) e δύναμις (1411, dùnamis, potere). Quest'ultimo, nel caso specifico con ἐνέργημα al plurale, significa "il potere dei miracoli". Quindi non c'e' una singola parola da tradurre con "miracoli". Si tratta del potere attivo di Dio, che puo' manifestarsi in molti modi e che provoca effetti non producibili dall'uomo.

Il sesto e' προφητεία (4394, profetèia), la profezia. Con profezia si intende normalmente il parlare o scrivere di eventi futuri attraverso lo spirito del Padre, che comunica agli uomini cose che, altrimenti, essi non potrebbero conoscere. Questo hanno fatto i profeti e, tra gli apostoli, solo Giovanni. Ma la profezia puo' anche essere qualcosa di diverso, almeno a giudicare dal significato della parola greca. προφητεία (profetèia), oltre che "profezia" in senso stretto di "veggenza", puo' essere tradotto anche "ispirazione divina, per istruire, per spiegare le Scritture, e profetare" (Rocci). Puo' essere anche "discorso emanato per divina ispirazione e dichiarante gli scopi di Dio, sia per riprendere ed ammonire gli ingiusti, che per confortare gli afflitti, che per rivelare cio' che e' nascosto" (Thayer). La προφητεία non e' necessariamente la parola di Dio che esce dalla bocca del profeta e diventa insegnamento sacro, ma anche l'ispirazione che giunge tramite lo spirito e che ci consente di confortare e spiegare, oltre che annunciare.

Il settimo e' διακρίσεις πνευμάτων (diakrìseis pneumàton), da διακρίσις (1253, diakrìsis, atto di discernimento, il distinguere) e πνεῦμα (4151, pnèuma, spirito, vento, respiro, soffio), che al plurale significa propriamente "spiriti" nel senso di spiriti maligni, demoni.

L'ottavo e il nono sono la capacita' di parlare lingue diverse e quella di saperle interpretare (comprendere e tradurre). 

Tutti questi doni procedono da un unico spirito, quello del Padre, che li distribuisce come vuole. Procediamo dal v.12.

12 Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. 13 Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.

Qui Paolo introduce il concetto di chiesa come corpo di Cristo, in cui ognuno rappresenta una parte del corpo e svolge una funzione specifica. Si potrebbe iniziare a domandarci se questa chiesa di cui parla sia quella delle origini o piu' in generale l'assemblea di tutti i rinati in Cristo, presenti e futuri. Ma per adesso continuiamo a leggere il testo. Dal v.14 al v.30, Paolo invita i fedeli a non sentirsi superiori o inferiori a seconda del dono ricevuto, poiche' il corpo non puo' fare a meno di nessuna delle sue membra: "17 Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato?". Invece, ognuno sia onorato al pari degli altri, poiche' se soffre un membro del corpo, inevitabilmente soffriranno anche gli altri. Questo discorso ricorda vagamente i discepoli che argomentavano su chi di loro fosse il maggiore, e Yeshua li riprese dicendo: "per voi non dev'essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve." Luca 22:26

Poi, al versetto 31, introduce quella che lui chiama "la via piu' sublime" da seguire per il credente: "Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.".

Capitolo 13

1 Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. 2 E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. 3 E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. 4 La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, 5 non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6 non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. 7 Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

Da questo passaggio si evince che l'amore (carita') non e' qualcosa che il fedele puo' dare per scontato; rinascere in Cristo, consacrarsi a lui, non necessariamente e automaticamente ci rendera' partecipi dell'amore. Tutti i carismi possibili e le opere che possiamo mettere in pratica sono nulle se non si possiede l'amore. Yeshua ci ha detto: "Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri." (Gv 13:34). L'amore per Dio innanzitutto, poi l'amore per il prossimo: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: Ama il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti." (Mt 22:37-40).

Dunque, Paolo insegna che l'obbiettivo primo per il fedele deve essere l'amore; negli anni della formazione della chiesa, in cui gli apostoli mettevano in pratica tutti i carismi dello spirito, mostrando opere strabilianti, l'esaltazione deve essere stata grande. A giudicare dal racconto, possiamo immaginare quanto facile dovesse essere restare tentati nello scoprire di avere doni particolari, elargiti dallo spirito di Dio: tutti volevano essere profeti, o apostoli (conoscenza e parlare in lingue) e Paolo, pur confermando l'importanza di questi doni, mette in guardia i fedeli dal desiderarli sopra all'amore, che deve sempre restare l'obbiettivo principale per chi segue le orme di Cristo.

Veniamo ora al fatidico versetto 8.

8 La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. 9 Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. 10 Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11 Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.

Riprendiamo il testo originale in greco, per averlo sotto gli occhi, senza la punteggiatura:

Ἡ ἀγάπη οὐδέποτε πίπτει εἴτε δὲ προφητεῖαι καταργηθήσονται εἴτε γλῶσσαι παύσονται εἴτε γνῶσις καταργηθήσεται.

Le traduzioni che vorrei prendere in esame sono due. Quella accettata da praticamente tutti i traduttori, in questo caso la ND (1) e quella che ho proposto io (2):

1) L'amore non viene mai meno; ma le profezie saranno abolite, le lingue cesseranno e la conoscenza sarà abolita.

2) L'amore non viene mai meno, anche se le profezie saranno rese vane, le lingue finiranno, la conoscenza sara' resa inefficace.

La particella εἴτε (èite), se ripetuta in una frase, significa sia che... sia che... sia che... (Rocci). Inoltre, la particella avversativa δὲ (dè) e' presente sul testo ed è spesso tralasciata ma in questo caso per me merita di essere tradotta: "l'amore non svanira' mai, sia che, al contrario, svaniscano altre cose...". Le traduzioni da me riportate sopra inseriscono punteggiatura e non traducono affatto le due particelle. Se invece non si inserisce punteggiatura e si traducono le particelle, si ottiene una traduzione molto diversa, che non indica un dato di fatto, cioe' che certi doni saranno aboliti, ma un'ipotesi, "nel caso in cui".

Vorrei cercare di concentrarmi sul significato di questo versetto all'interno del contesto, esaminando ambedue le possibili traduzioni. Per capire meglio, proseguiamo nella lettura e poi torniamo indietro.

Al v.9 Paolo mette in evidenza il fatto che la conoscenza e la profezia degli uomini e' imperfetta, o incompleta. Nel far questo, utilizza la particella γάρ (gàr), che ha valore dichiarativo e si traduce con poiche', infatti, e serve a confermare qualcosa che si e' detto nella frase precedente. Ma che senso ha dire "infatti noi [ora, nel presente] conosciamo e profetizziamo in modo incompleto" successivamente a "le profezie [in futuro]saranno abolite etc."? Sarebbe meglio dire: "siccome noi conosciamo e profetizziamo in modo incompleto, profezie, lingue e conoscenza potranno anche essere abolite", ma l'amore non verrà mai meno. Ecco che forse si inizia a intravedere il senso del discorso. Andiamo ancora avanti per chiarire meglio.

12 Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. 13 Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!

Paolo dice che adesso (ἄρτι, àrti, nel momento presente) la nostra conoscenza (pur avendo ricevuto rivelazione) e' incompleta e imperfetta, ma allora (τότε, tòte, in quel tempo) [sara'] "faccia a faccia" (πρόσωπον πρὸς πρόσωπον, pròsopon pròs pròsopon, come in Gn 32:30 e Gdc 6:22), poiche' conosceremo (ἐπιγνώσομαι, epighnòsomai, futuro indicativo di ἐπιγινώσκω, epighinòsco, conoscere con certezza, completamente, venire a conoscere) come anche noi siamo conosciuti. Da chi siamo conosciuti? Da Dio, ovviamente, e noi allora (in quel tempo) conosceremo lui come lui conosce noi adesso: "Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti." (1Cor 15:28). Il tempo in cui conosceremo indicato da τότε (in quel tempo) e' nel futuro, poiche' il verbo ἐπιγινώσκω e' al futuro; e quale potra' essere il tempo in cui conosceremo "faccia a faccia" come siamo conosciuti, se non quello in cui saremo con Dio nel suo regno e lui sara' tutto in tutti?

Poi conclude, dicendo che ora (νυνί, nunì, in questo esatto momento, adesso) perdurano (μένει, mènei, persistono, sono salde) la fede, la speranza e l'amore, ma innanzi tutto l'amore. Quindi, nel momento in cui saremo con Dio conosceremo completamente e perfettamente, mentre adesso, nel presente, mentre siamo in vita, conosciamo in modo imperfetto, in quanto uomini mortali per i quali la verita' completa e' inconoscibile.

Torniamo al v.8.

I doni di profezia, lingue e conoscenza sembrano essere collegati tra loro e i piu' desiderati dai membri della ekklesia, ecco forse perche' Paolo ci parla di questi tre e non degli altri; perche', infatti, abolire questi tre e non anche gli altri? Significa che il dono dei miracoli o quello delle guarigioni non sono stati aboliti? I tre doni da lui citati, dopo attenta analisi, sono tutti legati all'insegnamento e alla diffusione delle verita' nascoste che devono essere rivelate e sono interdipendenti tra di loro. Siccome, pero', noi non comprendiamo ancora in modo completo, questi doni, alla fin fine, non sono cosi' fondamentali e anche se fossero aboliti non costituirebbe un grosso danno. Nel qual caso, al momento presente, oggi, ora, restano invece salde fede, speranza e amore, e soprattutto l'amore, poiche' esso non verra' mai meno. Spesso si sente dire "i doni sono stati aboliti", e "i miracoli oggi non esistono": su quali basi scritturali? E quali doni sarebbero aboliti? Profezia, lingue e conoscenza, ma non i miracoli; e che senso ha abolire questi tre doni e non gli altri? Potrebbe aver anche senso poiche' (il famoso gàr) comunque noi conosciamo e quindi profetizziamo in modo incompleto e imperfetto, ma se Dio rendesse inefficace fede, speranza e amore, saremmo completamente perduti. I tre doni sono comunque influenzati, cioe' limitati, dalla nostra conoscenza attualmente imperfetta, ecco perche' cita quei tre e non gli altri ed ecco perche' subito dopo ci parla del fatto che al momento non siamo in grado di comprendere tutto. Cita quei tre doni anche perche' erano i piu' desiderati e vuol far capire ai fedeli che nella chiesa non esistono doni maggiori e minori, ma ognuno e' importante tanto quanto gli altri; anzi, quei tre doni sono semmai minori, poiche' relativi alla conoscenza, ma la nostra conoscenza e' ancora limitata, mentre l'amore e' illimitato. E potrebbero anche essere aboliti, ma l'amore non verra' mai meno.

22 Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; 23 e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, 24 mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, 25 perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre.

Nel capitolo 14 prosegue invitando i fedeli ad aspirare ai doni dello spirito, soprattutto alla profezia prima che al dono di parlare lingue diverse. Dopo aver messo in disparte questi doni, li tira di nuovo in ballo. Perche? Nel capitolo 13 lui parla ai Corinzi, ma anche a tutti i membri della chiesa presente e futura; infatti, dice che "vedremo faccia a faccia", e quindi parla a tutti coloro che saranno salvati. Invece, nel capitolo 14, si rivolge prettamente alla chiesa del suo tempo: "Così anche voi, poiché desiderate i doni dello Spirito, cercate di averne in abbondanza, per l’edificazione [costruzione, οἰκοδομὴν, oikodomèn] della comunità." (14:12).

Quindi, dopo quanto esposto, torno a ribadire che i miracoli oggi non esistono non perche' sono stati aboliti (Paolo infatti non dice questo), ma perche' scarseggiano fede, speranza e amore. Cio' significa, cari fratelli, che avere fede vera e' piu' difficile di quello che sembra. Come abbiamo visto dalla definizione della parola fede, non basta il battesimo come semplice rito, credere che Cristo e' il Messia e mettere in atto le opere: dobbiamo avere fede, che significa essere certi di essere in Dio e che Dio sia con noi. Dobbiamo morire e rinascere in Cristo, donandoci completamente a lui. La fede e' certezza assoluta ed e' dono di Dio, ma deve essere raffinata, rafforzata, consolidata. Infatti sta scritto: "chi ha visto me, ha visto il Padre" (Gv 14:9) e "beati quelli che non hanno visto e hanno creduto" (Gv 20:29). Questi che non hanno visto e avranno creduto, veramente creduto, saranno benedetti (μακάριοι, makàrioi, da μακάριος, makàrios, felice, benedetto, "in posizione felice nel ricevere il favore di Dio" (Helps)).
Ultima modifica di bgaluppi il giovedì 30 luglio 2015, 1:08, modificato 4 volte in totale.
stella
Messaggi: 3925
Iscritto il: giovedì 3 aprile 2014, 17:44

Re: I doni dello spirito

Messaggio da stella »

ANTONIO SCUSAMI ...HO PREFERITO ANNULLATE IL MIO PICCOLO INTERVENTO ...

COMUNQUE ARGOMENTO QUESTO DELICATO E ....MOLTO DISCUSSO E CON OPINIONI DIVERSE NELLE VARIE DENOMINAZIONI EVANGELICHE .

SAPPI COMUNQUE CHE IL TUO STUDIO E' INTERESSANTE ...

GRAZIE ...
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: I doni dello spirito

Messaggio da bgaluppi »

Cara Stella, non ho potuto leggere il tuo intervento, quindi non so cosa mi volevi dire. Una cosa voglio che sia chiara: i miei approfondimenti sono basati su domande che mi faccio e sulla mia conoscenza presente; cio' significa che se qualcuno mi fa notare, con le Scritture, che nella mia interpretazione c'e' qualcosa di sbagliato e mi convince, io sono pronto a cambiare la mia posizione. Tutti i miei interventi sono per me un modo per conoscere la verita'; io non ho certezze, solo domande, e cio' che conta e' la verita' scritturale.
stella
Messaggi: 3925
Iscritto il: giovedì 3 aprile 2014, 17:44

Re: I doni dello spirito

Messaggio da stella »

Caro Antonio ...niente in particolare ...condividevo il tuo pensiero e cioe' che si ancora oggi succedono miracoli e ci sono i doni nelle ''chiese''...
ma il dono delle lingue viene piu' ricercato ...a volte forse con insistenza e mi lascia nel dubbio ,tanto da chiedermi se e' veramente un pregare o un cianfrusagliare :ymblushing:
eppure Paolo ci dice che l'interpretazione e le profezie sono piu' importanti ma l'amore supera ogni cosa ... :-)
Volevo aggiungere ,Il sermone di oggi era su Tabita la gazzella ...che PIETRO riporto' in vita con la preghiera ... oggi continuiamo a credere nei miracoli ma purtroppo non succede piu' che un morto ritorni in vita...ed allora ;) ..mancanza di fede o i miracoli veri sono finiti??? ;)
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: I doni dello spirito

Messaggio da bgaluppi »

Cara Stella, in proposito cito Lc 18:1-8 (TILC):

1 Gesù raccontò una parabola per insegnare ai discepoli che bisogna pregare sempre, senza stancarsi mai. 2 Disse: «C'era una volta in una città un giudice che non rispettava nessuno: né Dio né gli uomini. 3 Nella stessa città viveva anche una vedova. Essa andava sempre da quel giudice e gli chiedeva: Fammi giustizia contro il mio avversario. 4 «Per un po' di tempo il giudice non volle intervenire, ma alla fine pensò: "Di Dio non me ne importa niente e degli uomini non me ne curo: 5 tuttavia farò giustizia a questa vedova perché mi dà ai nervi. Così non verrà più a stancarmi con le sue richieste"». 6 Poi il Signore continuò: «Fate bene attenzione a ciò che ha detto quel giudice ingiusto. 7 Se fa così lui, volete che Dio non faccia giustizia ai suoi figli che lo invocano giorno e notte? Tarderà ad aiutarli? 8 Vi assicuro che Dio farà loro giustizia, e molto presto! Ma quando il Figlio dell'uomo tornerà sulla terra troverà ancora fede?».

Proprio Yeshua ci ha detto che se chiederemo qualsiasi cosa al Padre in suo nome, sara' concessa. Secondo la volonta' di Dio, ovviamente. Gia' dubitare per un attimo della veridicita' di questa sua promessa e' evidenza della poca fede che abbiamo.
stella
Messaggi: 3925
Iscritto il: giovedì 3 aprile 2014, 17:44

Re: I doni dello spirito

Messaggio da stella »

ANTONIO LA TUA FEDE E' GRANDE ..... :-)
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: I doni dello spirito

Messaggio da bgaluppi »

Cara Stella, e' un piacere dialogare con te su questo tema. Ma apparentemente... Interessa solo a noi due!
Avatar utente
Enigma
Messaggi: 647
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 13:39
Località: Foggia

Re: I doni dello spirito

Messaggio da Enigma »

Antonio dice: Quindi, dopo quanto esposto, torno a ribadire che i miracoli oggi non esistono non perche' sono stati aboliti (Paolo infatti non dice questo), ma perche' scarseggiano fede, speranza e amore.
Caro Antonio, se apparentemente questo argomento interessa solo a te e Stella credo che il motivo è quello che ha detto Stella cioè, che è un argomento delicato. Già c'è molto caos a causa di queste ostie che si tramutano in persona incitando il religioso al cannibalismo. :d Iniziare anche questo argomento, sta certo che si coglierà anche l'occasione di introdurre scemenze come statue che piangono. :)) Da parte mia aggiungo solo una piccola riflessione che purtroppo, come già sai, visto che abbiamo avuto modo di parlarne, non mi permette di condividere il tuo pensiero.
La stessa fede, speranza e l'amore che avevano i corinti, l'avevano anche gli efesini, sembra strano che l'argomento dei doni, che è un argomento abbastanza importante, venga fatto ai corinti mentre dopo pochi anni, nella Lettera degli Efesini, Paolo non fa più cenno a questi doni miracolosi ma solo al ministero.
“E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue” (1Cor 12:28; anno 50-51).

Ora nota come Paolo dopo soli circa 5 anni parla solo di ministero.

“È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori” (Ef 4:11; anno 56-58).

Si sono rubati i carismi dalla Lettera agli Efesini. :d

Penso tu sia d'accordo che l'assenza di cenno dei doni agli efesini non sia causato dallo scarseggiare della fede, speranza e amore per come avviene a noi oggi, che come tu hai detto sopra.
Inoltre, per come la vedo io, i corinti non hanno trasmesso un eccellente esempio di fede, speranza e amore. Prendo alcuni esempi per dare l'idea. Al capitolo 5 di prima Corinti, Paolo parla di un comportamento molto degradante che neanche fra le nazioni esisteva un tale degrado. In questi giorni si sta parlando molto della cena del Signore e al riguardo è stato menzionato il pessimo comportamento dei corinti durante il consumo della cena del Signore (1 Corinti 11:17-22). E che dire del comportamento da bambini in senso spirituale che avevano i corinti al punto che non facevano altro che litigare tra di loro creando divisioni? Addirittura utilizzavano per fino i doni dello spirito per creare confusione (1Cor 14). Dopo questo te la sentiresti di dire che i credenti di oggi sono da meno dei credenti di Corinto in quando a fede, speranza e amore? E allora perchè dire che ai credenti di oggi il motivo del perchè mancano i miracoli è perchè scarseggia la fede, speranza e amore?
Nella tua conclusione hai presentato la fede come una cosa impossibile da raggiungere e questo solo come tentativo di giustificare l'assenza dei miracoli. E' vero che non è biblico presentare una salvezza tipo: Una volta salvati si è salvati per sempre. Ma non bisogna essere neanche drastici. La Bibbia ci presenta e chiede al credente una fede in continua esercitazione, una fiducia operante. E quando si parla di fede operante, è sottointeso che non si sta parlando solo di accettare Yeshùa quale provvedimento di riscatto e di ricevere il battesimo nel suo nome, solo questo sarebbe inutile, perchè Yeshùa ci ha lasciato anche un modello da seguire (1 Pietro 2:21). Il credente che si sforza di seguire l'esempio di vita di Yeshùa, lo fa perchè spinto dalla fede. Ora se vogliamo esagerare nel pretendere una fede perfetta solo per giustificare l'assenza di miracoli, allora puoi stare certo che nessuno entrerà nel Regno di Dio. Tu chiedi una fede raffinata, rafforzata, consolidata. Ed è giusto che sia così, ma detto sinceramente, i corinti potevano essere inquadrati come credenti che avevano una fede per come chiedi tu? No vero? Eppure erano ricchi di carismi. Come si spiega questo? Io la risposta l'ho trovata facendo dei collegamenti biblici aggiungendo anche prove dalla chiesa post biblica attraverso gli scritti dei così chiamati padri della chiesa. Ma la Scrittura che prendo come base è 1 Cor 13:13. Questa Scrittura trova un grosso ostacolo nel sostenere che i doni carismatici continuano fino al ritorno di Yeshùa, perchè, a prescindere che Paolo abbia usato il presente nel dire: "Ora, dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore". Il punto è che le tre cose a, differenza dei doni, continuano e continueranno ad esistere fino al ritorno di Yeshùa, altrimenti che senso avrebbe dire che solo tre cose durano se anche i doni continuano a durare? Solo la fede, la speranza e l'amore hanno permesso alla chiesa di Cristo di sussistere. Caro Antonio, tu sai che ho sempre concordato sul 99% di tutto quello che scrivi, ma su questo 1%, triste a dirsi, non ci troviamo. Pazienza, ci rifacciamo sul 99% che condividiamo. ;) Spero che qualcun altro possa incoraggiarti nella tua ottima esegesi. :YMHUG:
Avatar utente
Enigma
Messaggi: 647
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 13:39
Località: Foggia

Re: I doni dello spirito

Messaggio da Enigma »

Stella dice: mancanza di fede o i miracoli veri sono finiti??? ;)
Voto per la seconda. :d
Stedduzzaaaaaaaaaaaaaaa. :P
Avatar utente
bgaluppi
Messaggi: 9943
Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
Località: Torino

Re: I doni dello spirito

Messaggio da bgaluppi »

Aha! Enigma, sono riuscito a farti uscire dalla tana! Basta studiare, ogni tanto esci ad apprezzare quello che resta della Creazione! Scherzo.

Molta acqua e' passata sotto i ponti da quando scrissi questo approfondimento... Ma quel passo mi suscita sempre domande. Io sono d'accordo con te: i doni servivano al ministero apostolico, ma quando leggo quel passaggio e mi guardo intorno, continuano ad affiorare domande sui miracoli. Adesso e' tardi e non posso risponderti nel dettaglio, anche se farlo sara' un gran piacere e motivo di studio; per ora ti dico solo che forse i miracoli non sono cessati, ma e' cambiato il modo con cui avvengono. E comunque non possiamo mai mettere paletti alla volonta' di Dio. Altra cosa, poi vado a letto rimandando il tutto a domani: non dico che avere fede e' impossibile, dico che averla come Yeshua vorrebbe che l'avessimo e' molto difficile. E ripeto, quella promessa di Yeshua "qualsiasi cosa chiederete...", ripetuta da lui molte volte in Gv, e' una garanzia sulla possibilita' che i miracoli possano accadere: solo che ci pensa Dio direttamente, non attraverso lo spirito che opera in un uomo. Ma se dubitiamo delle parole di Yeshua, allora non accadra' niente. ;)

A presto Enigma, e grazie.

PS. Perche' non vieni anche tu a farci compagnia nelle nostre disquisizioni con Besasea?
Rispondi