2 Giovanni 10

Rispondi
Avatar utente
Michele
Messaggi: 2410
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 11:51

2 Giovanni 10

Messaggio da Michele »

Propongo questa discussione che mi è stata richiesta.


Discussione:

Autore della Discussione: trizzi
Oggetto: 2 Giovanni 10
Scritto: 22 Marzo 2013 16:58:49
Messaggio:
Caro Gianni, desidererei che mi spiegassi 2 aspetti della scrittura di 2 Gv 10. 1) Cosa significa la frase " non porta questo insegnamento"? 2) Quando in seguito la scrittura afferma " non ricevetelo in casa e non salutatelo", dobbiamo pensare a un'applicazione letterale simile a quella adottata dai Testimoni di Geova? Grazie!
Risposte:

Autore Discussione: Gianni
Replicato il: 23 Marzo 2013 05:04:38
Messaggio:
Caro/a Trizzi, il passo di 2Gv 10 va compreso calandosi negli usi e costumi di allora. I saluti orientali erano particolarmente calorosi e l’ospitalità era ben più che offrire, al massimo, un caffè, come accade oggi. I Testimoni di Geova, non conoscendo bene l’ambiente biblico, leggono all’occidentale e negano perfino un semplice saluto che, se fosse fatto come oggi viene fatto da noi, sarebbe stato considerato di grande freddezza dagli ebrei.  
   Quanto all’insegnamento in questione, è specificato al v. 9.

Autore Discussione: Andrea
Replicato il: 06 Marzo 2014 21:08:02
Messaggio:
Gianni,mi è venuto un dubbio sulla spiegazione che hai dato. La parola grca per saluto,nel caso di 2 Giovanni 10 è χαίρω (chairô). questa parola può voler dire "salve" e "benvenuto". In questo contesto, che significato è opportuno dare a tale parola e perchè?

Autore Discussione: Gianni
Replicato il: 07 Marzo 2014 07:30:47
Messaggio:
Caro Andrea, in 2Gv 10, come tu stesso rilevi, troviamo la parola χαίρειν (chàirein). È riduttivo dire che significhi “salve!”, sebbene così venga tradotta. Indica invece il rallegrarsi molto. Ciò è più conforme ai calorosi ed espansivi saluti orientali.

Autore Discussione: Andrea
Replicato il: 07 Marzo 2014 09:06:12
Messaggio:
Si,Gianni, il vocabolario LiddleScott edito da Lemonnier ed. 1975 dice che il significato principale di tale parola è rallegrarsi molto, gioire con un'alotra persona. Però, scorrendo le definizioni c'è scritto:-" in un incontro,salve,benvenuto". Ora, secondo me non è equiparabile ad un ciao oppure un buongiorno sfuggente. Tanto è vero che la frase portata come esempio è:-" Araldo degli achei,salve-dove salve è χαίρειν (chàirein)" e la risposta è:-" accetto il tuo saluto". Questo esempio ci consente di comprendere che χαίρειν (chàirein) va ben oltre il fugace ciao o buongiorno, ma implica qualcosa di più.

Quello che volevo approfondire è il contesto storico di questa scrittura, oltre che a quello sociale e religioso. Chi scrive è Giovanni,apostolo di Yeshua,che è un ebreo non molto colto che parla e scrive in Koinè,non in greco classico. Quindi, si scrive in koinè ma con il retroterra culturale ebraico,ricchissimo di espressioni proprie del linguaggio semitico che sappiamo essere ricco di iperboli.

Detto ciò,quale è il momento storico in cui Giovanni scrive? Siamo nel 98 E.V. ovvero in piena apostasia dagli insegnamenti di Yeshua. A chi stava parlando Giovanni? Di che stava parlando? Leggendo tutte e tre le epistole si comprende la preoccupazione di Giovanni per l'apostasia,soprattuto per un particolare caso:c'era qualcuno che negava la venuta di Yeshua in carne. Quindi Giovanni prosegue dicendo:-"Chi non rimane nella dottrina di Cristo non ha Dio...se qualcuno non resca questa dottrina non ricevetelo in casa e non salutatelo ( χαίρειν (chàirein)).

Chi non doveva essere ricevuto e salutato? Chi non recava la dottrina διδαχή (didachê) di Cristo. Ma questo non può avere un'estensione generale perchè è inserito nel contesto della descrizione dell'anticristo che nega la venuta di Cristo stesso nella carne. Quindi Giovanni si sta raccomandando di non rallegrarsi con chi non rimane nella διδαχή (didachê) di Yeshua perchè nega la venuta di Yeshua nella carne. Mettiamo anche il caso che si traduca χαίρειν (chàirein) con salutare,nel senso occidentale moderno, domandiamoci:-" chi non devo salutare?" Chi non rimane nella  διδαχή (didachê) di Yeshua perchè nega la venuta di Yeshua stesso nella carne.

Volevo che Gianni, ma anche altri, mi aiutassero a capire se il mio ragionamento è corretto oppure no. Se c'è un contradditorio pertinente ed argomentato,ben venga.
Scritto Da - Andrea on 07 Marzo 2014 12:57:21

Autore Discussione: Gianni
Replicato il: 07 Marzo 2014 09:31:05
Messaggio:
Caro Andrea, traducendo nelle nostre lingue occidentali si è pressoché quasi obbligati a tradurre con una specie di “ciao” o “salve”. L’incomprensione, già compromessa da questa traduzione semplicistica, è aggravata dalla mentalità occidentale del lettore odierno, il quale è a digiuno dell’uso e dei costumi ebraici. Se volessimo trovare un paragone, potremmo trovarlo oggi in certe zone del nostro meridione. Trovandomi qui una volta, stavo accompagnando un’amica a comprare del pane, ma i negozi erano quasi tutti chiusi. Lei chiese allora indicazioni a una donna sulla strada. Questa contadina ci fece entrare in casa, ci offrì da bere e poi ci diede mezza pagnotta di pane. Così doveva essere in Israele, ma ancora di più. Se io dovessi tradurre liberamente 2Gv 10, direi così: “Se qualcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non accoglietelo in casa e non fategli festa”. In partica, il passo non vieta affatto di dirgli “ciao” o “salve”, ma di riservagli l’accoglienza calorosa ed espansiva tipica orientale.

   Il tuo ragionamento per il resto è corretto. Purtroppo, certi gruppi religiosi fanno l’errore di intendere il saluto alla maniera occidentale e trattano (maltrattano) disumanamente e crudelmente i loro “apostati”.     

Autore Discussione: Gianni
Replicato il: 07 Marzo 2014 09:40:03
Messaggio:
Per commenti ulteriori:

Il perdono dei peccati

Qui tratto anche la questione della dissociazione:

La confessione dei peccati

Autore Discussione: Andrea
Replicato il: 07 Marzo 2014 19:10:38
Messaggio:
Grazie Gianni,ho letto anche gli articoli che mi hai postato. Rivolpgendomi a tutti gli altri partecipanti,ripeto:se c'è un contradditorio pertinente e ben argomentato, esso è lieto.

Autore Discussione: emiliano
Replicato il: 07 Marzo 2014 22:00:42
Messaggio:
Da quello che so, Giovanni scrive in un contesto socio-culturale in cui la filosofia, fervente soprattutto in Grecia, cerca di inglobare gli insegnamenti Scritturali che giungono da Israele. Policarpo di Smirne, allievo di Giovanni, è uno tra i  primi a riportare in modo chiaro questa metodologia allertando alcuni, nella poca corrispondenza di cui abbiamo nota, a non divenire preda di questi ragionamenti di tipologia apostata. Un quadro completo della situazione lo farà Ireneo di Lione(allievo di Policarpo), riportando non solo avvertimenti, ma anche affrontando analiticamente ogni singola dottrina apostata. Quello che emerge da questa analisi, al di fuori di certe considerazioni personali di Ireneo, è uno scenario allarmante in cui davvero mi viene da pensare che se non fosse intervenuta la mano di Dio, non so cosa ci sarebbe arrivato di vero della storia biblica. Trovo quindi, nel caso che sollevò Giovanni, appropriato un rifiuto di chi portava in quel tempo dottrine che distorcevano in modo palese la Verità. C'è da dire che molti di questi personaggi avevano inizialmente ricevuto il vangelo in forma genuina e successivamente e volutamente hanno deviato l'insegnamento. Per fare un piccolo esempio, alcuni distorsero la figura di Yeshùa relegandola a quella di un semi-dio mitologico che servì al solo fine di avere un mezzo per creare(questo mi ricorda alcune teorie di una religione moderna). Altri ancora relegandolo ad un passaggio momentaneo sulla Terra in forma non reale, in cui la passione e la crocifissione del Messia non sarebbero mai avvenute.
L'avvertimento che suggerisce Giovanni credo sia quindi giustificato e non paragonabile ad alcune paure dimostrate oggi da aderenti a certe religioni. Al tempo di Giovanni esistevano secondo me validi motivi per cercare di stare lontani da dottrine particolarmente pericolose.

Mi fermo qui caro Andrea perchè non basterebbe un fine settimana per raccontarti tutto, ma soprattutto rischierei con il mio modo di fare di incasinare tutto

Se sei interessato ti posso mandare "Contro le eresie" di Ireneo(scansionato in formato pdf), così sarai sicuro di avere informazioni esatte sul contesto storico-culturale dell'epoca di cui vuoi sapere.

Autore Discussione: Andrea
Replicato il: 08 Marzo 2014 16:35:57
Messaggio:
Emiliano, ti ringrazio tantissimo del tuo intervento. mandami pure:-"Contro le eresie" nella mia posta elettronica che trovi nel profilo.Senza andare direttamente dal profilo, però. Copia il mio indirizzo.

Autore Discussione: armando
Replicato il: 08 Marzo 2014 20:22:41
Messaggio:

Per non parlare dei effetti che  ha un errato intendimento sulla gente Che ne segue le direttive...

Ma  ragionando... Se non si considera ,se non si ha  anche una conoscenza dei costumi e usanze orientali.

Come ci si arriva a simili conclusioni nella traduzione e spiegazione  biblica?



Credo sia tutta una altra cosa,con chi pretende di saperne di più su queste cose,solo perché  si sente investito dallo spirito di Dio, per giunta  tutto americano,ed esclusivamente occidentale.

Le conseguenze,che si pagano , sono l'esatto contrario  del bene  che Dio dimostra avere nei nostri confronti,documentato e scritto  sulla bibbia.



Amicizie ... addirittura  per qualcuno le persone più care della propria vita di colpo ,come se non esistessero .Una bomba che spazza via tutto.

Che dire... la verità profonda di qui dispongono ,certe persone dovrebbe giungere almeno alle stesse spiegazioni di questo professore ,o non siete d'accordo?

E, solo ignoranza,   l'attesa di un nuovo intendimento,o tutto questo  ,è  solo  incapacità, o peggio, prevenzione a salvaguardia dei propri interessi...



Ciao


Autore Discussione: Andrea
Replicato il: 09 Marzo 2014 13:22:22
Messaggio:
Si Armando, comprendo quello che dici, tuttavia vorrei rimanere in tema. Il tema è come intendere la scrittura nel suo contesto sociale, culturale e storico. Grazie.
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10130
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: 2 Giovanni 10

Messaggio da Gianni »

Cosa si può aggiungere? Giovanni dice che bisogna rimanere nella dottrina di Yeshùa così come era predicata dagli apostoli, senza fare aggiunte. Verso gli innovatori occorre essere rigidi, non accogliendoli neppure in casa, anche se ciò va contro il principio dell’ospitalità, che nelle famiglie orientali era molto calorosa.
Avatar utente
Eleazar
Messaggi: 508
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 16:00

Re: 2 Giovanni 10

Messaggio da Eleazar »

Come sempre occorre tener presente il contesto storico e sociale. Giovanni stava mettendo in guardia i discepoli dalla già presente apostasia.Dalle parole di Giovanni all'inizio della lettera,si comprende che alcuni diffondevano la dottrina secondo cui Yeshua ben Yosef ,il Cristo o Messia quindi l'unto di YHVH,non fosse mai venuto nella carne.Giovanni defisce anticristo colui che nega la venuta di Cristo. Questa persona non va ricevuta in casa e salutata.
Il versetto 7 dice che molti seduttori sono venuti nel mondo e questo significa che Giovanni sta mettendo in guardia tutti i discepoli della presenza di una grande apostasia.
Si legga a tal proposito Ireneo di nLione circa le eresie.
Questo è il contesto storico in cui Giovanni parla ed egli si riferisce ad un particolare tipo di persone. Prendere questo versetto, estrapolarlo dal contesto all'uopo di sostenere la dottrina dell'ostracismo per i dissidenti rispetto ad una fede è puro arbitrio.
LA RELIGIONE E' L'OPPIO DEI POPOLI
Rispondi