Gv 14:12 ss

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bgaluppi
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Gv 14:12 ss

Messaggio da bgaluppi »

Gv 14:12 ss

καὶ ὅ τι ἂν αἰτήσητε ἐν τῷ ὀνόματί μου, τοῦτο ποιήσω, ἵνα δοξασθῇ ὁ Πατὴρ ἐν τῷ Υἱῷ.
e quello che chiederete nel mio nome io lo farò, affinché il Padre sia glorificato nel Figlio.

Questo versetto (14:13) è strettamente legato al precedente, in cui leggiamo:

ἀμὴν ἀμὴν λέγω ὑμῖν, ὁ πιστεύων εἰς ἐμὲ τὰ ἔργα ἃ ἐγὼ ποιῶ κἀκεῖνος ποιήσει, καὶ μείζονα τούτων ποιήσει, ὅτι ἐγὼ πρὸς τὸν Πατέρα πορεύομαι·
In verità, in verità vi dico: chi crede in me farà anch'egli le opere che io faccio, anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre;

Yeshua ci sta dicendo che chi crede in lui farà opere come le sue o addirittura più grandi delle sue, e questo è determinato dalla sua prossima condizione, alla destra del Padre. Yeshua aveva solo il Padre e nessun intercessore, mentre chi crede in Yeshua avrà lui come intercessore presso il Padre. La potente intercessione di Yeshua renderà possibile la realizzazione di ogni preghiera e di opere anche maggiori di quelle che lui ci ha già mostrate. Allo stesso tempo, pur parlando ai discepoli, non sembra che le sue parole siano dirette soltanto a loro, ma a tutti coloro che crederanno in lui (ὁ πιστεύων εἰς ἐμὲ, o pistéuon eis emè, "il credente in me" in generale). Infatti, nella sua bellissima preghiera (17:20-21), Yeshua non prega solo per i discepoli presenti, ma "anche per quelli che crederanno in me per mezzo della loro parola".

Il versetto 12 si conclude con "perché io vado al Padre", e prosegue nel versetto 13, in cui la congiunzione καὶ (kài) indica continuazione. Il senso copulativo della congiunzione ci indica la continuazione del discorso, per cui ciò che segue completa il significato di ciò che precede. Nel versetto 13 leggiamo ὅ τι ἂν αἰτήσητε ἐν τῷ ὀνόματί μου, τοῦτο ποιήσω, "quello che chiederete nel mio nome io lo farò", il che sembra indicare che Yeshua sia di fatto l'esecutore delle nostre preghiere, il tutto apparentemente confermato dal versetto 14, in cui leggiamo ἐάν τι αἰτήσητέ με ἐν τῷ ὀνόματί μου ἐγὼ ποιήσω, "se mi chiederete qualcosa nel mio nome, io la farò". In realtà le cose non sono come sembrano. Partiamo da quest'ultimo versetto, che ho già trattato precedentemente.

Il versetto è da considerarsi dubbio, in quanto il pronome personale με (me) non si trova nel Codice Alessandrino (A del V secolo), nel Codice Beza (D del V secolo), nella Vetus latina (II secolo), nel Codice Cyprius (K del IX secolo), nel Codice Regius (L del VIII secolo), nel Codice Athous Laurae (Ψ del VIII secolo), nel Codice Petropolitanus (П del IX secolo) e nel Textus Receptus (XVI secolo).

La Nuova Riveduta include la particella "me" e traduce "Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò". Anche la CEI, naturalmente in quanto trinitaria, accetta la particella. La Diodati invece non la presenta, e neppure la Nuova Diodati e La Luzzi/Riveduta. Ora, quando si chiede qualcosa a qualcuno a nome di un terzo, lo si fa appunto a nome di un terzo (o a proprio nome), non a nome della stessa persona a cui si sta ponendo la domanda. Dire "se mi chiederete in mio nome" non è solo sbagliato ma non ha alcun senso. Appurato che la particella pronominale με (me) è spuria, resta quel ποιήσω (poièso) alla fine che sembra richiamare il precedente al versetto 13. Eliminando la particella pronominale, avremmo: "se chiederete qualcosa in mio nome, io [la] farò". La maggioranza dei manoscritti riporta ἐγὼ ποιήσω (egò poièso), alcuni riportano τοῦτο ποιήσω (tùto poièso, farò questo), come al versetto 13. Questa ulteriore discordanza nei manoscritti fa pensare che l'intero versetto sia spurio e che sia stato aggiunto a posteriori; infatti, molte versioni antiche omettono l'intero versetto. Ma cosa dire del versetto 13? Anch'esso riporta un τοῦτο ποιήσω (io farò questo) che sembra essere assolutamente genuino.

Prendiamo in esame il verbo ποιήσω (poièso). Il significato più diretto è "fare", ma le Scritture usano questo verbo con molte sfumature diverse. Oltre che "fare", può essere reso anche con "compiere, portare a termine, realizzare, rendere effettivo", come in una promessa (1Tes 5:24) o nel senso di "agire, intraprendere" (2Cor 8:10). Riprendiamo il versetto 13 e proviamo a tradurre: "quello che chiederete nel mio nome io lo porterò a termine (renderò effettivo), affinché il Padre sia glorificato nel Figlio". Essendo questa frase la prosecuzione del versetto 12, grazie alla congiunzione καὶ, leggiamo quindi i due versetti insieme: "In verità, in verità vi dico: chi crede in me farà anch'egli le opere che io faccio, anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre; e quello che chiederete nel mio nome io lo realizzerò, affinché il Padre sia glorificato nel Figlio." Qui Yeshua ci fa una promessa: qualsiasi cosa chiederemo al Padre in SUO nome, lui intercederà per noi e farà in modo che si realizzi, ossia che il Padre la realizzi, affinché sia glorificato in Yeshua. Il senso è questo: "io vado al Padre e chi chiederà in mio nome prometto di accontentare, perché il Figlio glorifichi il Padre". Yeshua glorifica il Padre perché è lui il mezzo tra il Padre e noi, tra le nostre preghiere e la loro realizzazione. Lui è l'unica via. Ma non è Yeshua che realizza, in quanto lui opera nell'atto di intercessione; qui sta la potenza che abbiamo dalla nostra parte: la promessa di intercessione di Yeshua, e il Padre realizza. Yesua mantiene la sua promessa e non ci abbandona, anzi diventa per noi garanzia assoluta, se crediamo in lui. Egli è la sola via al Padre.

A conferma che è solo il Padre che realizza, "In verità, in verità vi dico che tutto ciò che domanderete al Padre nel mio nome, egli ve lo darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa." Gv 16:23-24
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bgaluppi
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Re: Gv 14:12 ss

Messaggio da bgaluppi »

Giovanni, prego con voi. :YMHUG:
marco
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Re: Gv 14:12 ss

Messaggio da marco »

Caro Antonio Yeshùa dice a noi quelle frasi.
Non sta parlando con gli apostoli, ma con te.
La Bibbia non è un libro storico o un racconto di cronaca, ma un libro scritto per ogniuno di noi.
I miracoli sono finiti perchè è finita la fede.
Se noi scartiamo dalla Bibbia tutte le frasi in cui Yeshùa parla della potenza della fede, del credere, resta solamente la nascita e la morte del Cristo.
Facci caso!!
Il Maestro ci indica la strada, ma noi siamo ciechi per vederla.
Ogniuno di noi è un discepolo. Altrimenti siamo solamente dei religiosi che credono a Dio in maniera diversa da un'altra religione.
maria
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Re: Gv 14:12 ss

Messaggio da maria »

Tutte le cose che chiedete pregando, abbiate fede di averle praticamente ricevute, e le avrete...Marco 11:24
Il nostro Signore é l'Uditore di preghiera, ma é essenziale la vera fede.
"Tuttavia, quando il Figlio dell'uomo arriverà, troverà veramente la fede sulla terra? " Lc 18:8...
E poi la pazienza di attendere la Sua risposta senza stancarsi... e anche imitare Giacobbe per una benedizione come "lottare con un angelo"...in questo contesto si capisce quanto intenso debba essere il motivo e il desiderio...
" La supplicazione del giusto quando opera, ha molta forza" Giacomo...
Perciò preghiamo senza stancarci e il Datore di ogni cosa buona risponderà, non dubitando affatto, ricordando che...affinché non mi sentissi troppo esaltato, mi fu data una spina nella carne, un angelo di satana, che mi schiaffeggiasse affinché non fossi troppo esaltato.
A volte la fede dunque si dimostra anche accettando quello che ci fa star male...quello per cui Paolo pregava e con fede..." Ti basta la mia immeritata benignità; poiché la mia potenza é resa perfetta nella debolezza"
:::: affinché, quando sono debole, allora sono potente...
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bgaluppi
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Re: Gv 14:12 ss

Messaggio da bgaluppi »

Caro Marco, Giovanni e Maria, avete proprio ragione. Noi crediamo che c'e' un unico Dio Creatore e crediamo nel Cristo, che si e' consacrato a lui per liberare tutti noi. Ma "credere" non e' la stessa cosa che "avere fede". Preghiamo dunque perche' il Padre ci faccia crescere sempre piu' nella fede e in essa ci renda forti, obbediamo alla sua legge e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti. Prima di ogni cosa, amiamo Yeshua come lui ci ha amati e amiamoci l'un l'altro come noi stessi; mettiamo in pratica i suoi insegnamenti e camminiamo seguendo i suoi passi. Poiche' lui e' la sola via al Padre e senza Yeshua non potremmo mai arrivare a Lui. Allora il Padre rendera' la nostra fede anche piu' grande di un granello di senape.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Gv 14:23-24

E' bello vedere come tutti noi, ognuno a suo modo, stiamo crescendo in Cristo e diventando veramente uno. Cerchiamo di diventare una cosa sola in Cristo, come deve essere la sua chiesa; abbandoniamo le divisioni, le dottrine, e spogliamoci del nostro ego per farci riempire dal Cristo. Diventiamo lui e saremo uno in lui, e il Padre sara' in noi come era in lui. Crediamo profondamente che possiamo fare questo, poiche' il Padre ci sta guidando perche' accada. E' incredibile come una sola notte possa portare una prospettiva del tutto nuova. :YMHUG:
ארמאנדו אלבנו
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Re: Gv 14:12 ss

Messaggio da ארמאנדו אלבנו »

Però se consideriamo che il Padre parla per mezzo del Figlio allora diventa: se mi (a me il Padre) qualcosa nel mio nome (cioè nel nome del Padre)
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bgaluppi
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Re: Gv 14:12 ss

Messaggio da bgaluppi »

Armando, il problema è che quella particella pronominale è stata aggiunta dopo da qualcuno che voleva rendere la versione secondo la quale si possa pregare direttamente Yeshua e non il Padre. L'intero versetto non appare nei manoscritti antichi. Invece, è Yeshua stesso a dirci che dobbiamo pregare il Padre. Ma noi, a differenza sua che lo pregava senza intercessione di alcuno (lui aveva solo il Padre), potremo pregarlo in SUO nome, di Yeshua, che intercederà per noi e si assicurerà che le nostre preghiere siano esaudite.
In verità, in verità vi dico: chi crede in me farà anch'egli le opere che io faccio, anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. Gv 14:12

In verità, in verità vi dico che tutto ciò che domanderete al Padre nel mio nome, egli ve lo darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa. Gv 16:23-24

Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. Rm 8:34

Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo. 1Tm 2:5

Ora però egli ha ottenuto un ministero tanto superiore quanto migliore è il patto fondato su migliori promesse, del quale egli è mediatore. Eb 8:6

Per questo egli è mediatore di un nuovo patto. Eb 9:15

Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro. Eb 7:5
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Enigma
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Re: Gv 14:12 ss

Messaggio da Enigma »

marco ha scritto:I miracoli sono finiti perchè è finita la fede.
Marcuzzu beddu, :YMHUG: ricordo di aver avuto due occasioni di parlare con te riguardo ai miracoli. E ricordo che in nessuna delle due occasioni abbiamo concluso concordemente. Questa mia riflessione non prenderla come l'intendo di riaprire questa discussione, perché alla fine sappiamo bene che tu rimarrai con la convinzione che i miracoli ci sono ancora, mentre io con la convinzione che i miracoli sono serviti solo all'inizio per estendere la buona notizia e che con la morte degli apostoli, sono cessati. Mentre ti leggevo, mi sono ricordato che Ebrei 11:6 dice: "Senza fede è impossibile piacergli". Ora, stando a quello che dici, per tutto noi non c'è più speranza, perché nessuno di noi opera miracoli e quindi, nessuno di noi ha più la fede, di logica conseguenza, nessuno di noi sarà salvato, perché, come abbiamo visto, senza fede non possiamo piacere a Dio. Mica, con questo che ho detto, anche da te rischio di diventare meno simpatico? :d
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bgaluppi
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Re: Gv 14:12 ss

Messaggio da bgaluppi »

Enigma, ma tu come fai a sapere che i miracoli non esistono più? In realtà sono intorno a noi, ma non ci facciamo caso. Ci sono persone che guariscono da malattie inguaribili inspiegabilmente. Non è che non c'è più fede perché mancano i miracoli, ma il contrario. Dimmi allora, nel passo "chi crede in me farà anch'egli le opere che io faccio, anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre", secondo te Yeshua sta parlando solo ai discepoli? E allora, se noi non siamo gli interlocutori, ciò significa che anche la sua mediazione per le nostre preghiere è interrotta? Egli è o non è il nostro mediatore? E il Vangelo è per tutti o se lo sono scritto per farci sapere quanto erano fighi? :-) E cosa vuol significare Yeshua quando dice che "Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto"? (Gv 15:7) Questo "domandare quello che vogliamo" ha dei limiti temporali stabiliti dalla morte degli apostoli?

Quando Cristo si interroga se al suo ritorno troverà o meno ancora fede sulla terra, non implica forse che la fede sia una rarità e davvero un dono per pochi? I discepoli, pur avendo vissuto con lui, non avevano fede: quante volte il Cristo li rimprovera in questo senso! La prima vera professione di fede la fa Pietro (ma sempre a parole). Ma poi gli apostoli hanno visto e hanno ricevuto lo spirito in modo assolutamente fisico, proprio perché dovevano svolgere la loro missione, e allora i miracoli li hanno fatti eccome, poiché avevano creduto. Noi non abbiamo visto e non abbiamo alcuna missione specifica assegnataci, se non l'uso che il Padre fa di noi ogni giorno, ma ciò non significa che non dobbiamo pensare che il Padre non esaudisca ogni preghiera fatta con vera fede in nome di Yeshua. Se non crediamo questo, non è un po' come non avere fede in Yeshua? Sta scritto "Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!" (Gv 20:29). Gli eletti, secondo me, saranno molto pochi.

"Poiché molti sono chiamati, ma pochi eletti". (Mt 22:14)
marco
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Re: Gv 14:12 ss

Messaggio da marco »

Caro Enigma la fede menzionata in Ebrei (Senza fede è impossibile piacergli) non significa il semplice credere in Dio, ma amarlo al di sopra di tutto.
Caino per caso non aveva fede in Dio? Ci parlava!! Ma non lo amava come Abele.
(4 Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto)
Certo che nessuno può piacere a Dio senza questo tipo di fede.
Questa fede di Ebrei è il seme piantato dentro di noi. Ora Yeshùa vorrebbe farlo crescere e fruttificare affinchè diventi grande abbastanza da "chiedere e ricevere".
La Bibbia ci insegna che Dio ama Israele come una donna, una sposa, una fidanzata.
E perchè il nostro amore con Dio non dovrebbe essere così?
Uno scambio di effusioni.
Se decido di scrivere alla mia amata, mi aspetto che ella ricambi le lettere.
Se dopo 3/4 lettere non ricevo niente, significa che qualcosa non và. O l'indirizzo è sbaglaito o lei non vuole rispondermi.
Lo stesso vale per Dio.
Il Suo indirizzo è Cristo (essere veramente suoi discepoli), allora si che arriveranno e Dio sarà ben disposto a ricambiare.
Ora tu mi scriverai che vivi da discepolo di Cristo, non lo metto in dubbio, sicuramente lo sarai, ma non scrivi la lettera perchè credi che Dio non risponde più da circa 2.000 anni.
Ora è possibile credere a ciò?
Per ben 4.000 da Adamo a Cristo ci sono stati profeti, miracoli, eventi straordinari, rapimenti, presenza costante di Dio, opertenti e opere.
Da Cristo in poi nulla.
Ma come, proprio con il Suo Figlio doveva espodere la fede, e invece si vive la vita in maniera naturale senza il soprannaturale.
Non crediamo che tutto ciò che il Maestro ha detto lo ha detto per noi.
Come giustamente fa notare Antonio Yeshùa dice:"chi crede in me farà anch'egli le opere che io faccio..."
Come spieghi ciò?
Facciamo di Yeshùa un esaltato? Un bugiardo?
La cosa drammatica è che lì non sta parlando degli apostoli ma di chi CREDE in me.
Ben sapeva Yeshùa che al suo ritorno avrebbe riscontrato negli uomini poca fede, non quella di Ebrei, per inrenderci, ma quella che sposta le montagne.
Tutti amiamo Dio e sacrificheremo volentieri la nostra vita, ma abbiamo timore di chiedere perchè siamo terrorizzati dauna sua non immediata risposta.
Perchè il miracolo Divino è nell'immediatezza della risposta.

Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. 47 Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. 48 Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». 49 Ma il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». 50 Gesù gli risponde: «Va', tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. 51 Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». 52 S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato». 53 Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia.
Yeshùa non tentennava, neanche sapeva come realmente stava il figlio di quell'uomo, aveva un'ottima RELAZIONE con il Padre e sapeva che qualsiasi cosa avesse chiesto l'avrebbe ottenuta.
E ora lui ci dice che noi possiamo farlo nel suo nome.
Dobbiamo solo crede che ciò sia possibile.

Caro amico mio certo che mi sei simpatico. :YMHUG:
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