Matteo 24, Marco 13, Luca 21, gli ultimi giorni?

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Gianni
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Re: Matteo 24, Marco 13, Luca 21, gli ultimi giorni?

Messaggio da Gianni »

Se poi il sussuro parla di "madre di Dio", è un sussurro che bestemmia.
chelaveritàtrionfi
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Re: Matteo 24, Marco 13, Luca 21, gli ultimi giorni?

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

In un certo senso gli angeli sono alieni :-)
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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francesco.ragazzi
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Re: Matteo 24, Marco 13, Luca 21, gli ultimi giorni?

Messaggio da francesco.ragazzi »

....angeli buoni ed angeli decaduti...potrebbero essere considerati alieni da persone non credenti nel Dio di Abramo...
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Gianni
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Re: Matteo 24, Marco 13, Luca 21, gli ultimi giorni?

Messaggio da Gianni »

Forse Naza intendeva extraterrestri. In effetti, angeli e demòni sono extraterrestri.
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francesco.ragazzi
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Re: Matteo 24, Marco 13, Luca 21, gli ultimi giorni?

Messaggio da francesco.ragazzi »

Credo che angeli e demoni abitino la terra da molto tempo prima di noi per cui extraterrestri non sono, forse extraumani....
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Gianni
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Re: Matteo 24, Marco 13, Luca 21, gli ultimi giorni?

Messaggio da Gianni »

Si tratta di interdersi sui termini, Francesco. Paolo chiama i demòni forze dell'aria e li colloca intorno alla terra. Angeli e demòni certamente sono extraumani. Per il fatto che possano scendere sulla terra non possiamo però chiamarli terrestri. E qui torniamo al termine "alieni" usato da Naza. In termini moderni e cinematografici potremmo dire che sono "visitatori". Al di là dei termini e delle discussioni sui termini, credo tuttavia che il concetto sia chiaro e condiviso. :-)
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francesco.ragazzi
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Re: Matteo 24, Marco 13, Luca 21, gli ultimi giorni?

Messaggio da francesco.ragazzi »

C'è chi sostiene che la NASA nasconda rapporti segreti con "alieni" che poi alla fine saranno demoni che stanno portando l'umanità allo sfacello totale spingendo il mondo verso il Nuovo Ordine Mondiale che alla fin fine sarà retto da loro......satana ha offerto a Yeshua il governo del mondo e credo abbia offerto qualcosa che gli appartiene....(non ha fatto però i conti con l'Oste) !!!
salcontis
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Re: Matteo 24, Marco 13, Luca 21, gli ultimi giorni?

Messaggio da salcontis »

Cari amici,
dai seguenti versetti si deduce che il ritorno in gloria di Gesù con gli angeli del cielo non è finalizzato ad un scontro con Israele, ma con le nazioni. La distruzione del tempio del '70 è un altro episodio.
Nella sua seconda venuta Gesù salverà il residuo di israele letterale e e i fedeli cristiani e giudicherà le nazioni. Tutto ciò non avvenne nel primo secolo, come risaputo da tutti.
Seconda venuta di Cristo; vittoria sulla bestia e sul falso profeta
(Sl 45:3-7; Gd 15; Is 11:4; 63:1-6)(Ap 16:13-16; 17:13-14; 2Te 2:8; Is 24:21-22) cfr. Mt 24:16-30
Apocalisse:

- 1:19 Scrivi dunque le cose che hai viste, quelle che sono e quelle che devono avvenire in seguito


- 19:11 Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia.
- 19:12 I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui.
- 19:13 Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio.
- 19:14 Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro.
- 19:15 Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente.
- 19:16 E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI.
- 19:17 Poi vidi un angelo che stava in piedi nel sole. Egli gridò a gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: «Venite! Radunatevi per il gran banchetto di Dio;
- 19:18 per mangiare carne di re, di capitani, di prodi, di cavalli e di cavalieri, di uomini d'ogni sorta, liberi e schiavi, piccoli e grandi».
- 19:19 E vidi la bestia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra a colui che era sul cavallo e al suo esercito.
- 19:20 Ma la bestia fu presa, e con lei fu preso il falso profeta che aveva fatto prodigi davanti a lei, con i quali aveva sedotto quelli che avevano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine. Tutti e due furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo.
- 19:21 Il rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che era sul cavallo, e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.
animasalvata
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Re: Matteo 24, Marco 13, Luca 21, gli ultimi giorni?

Messaggio da animasalvata »

Gianni ha scritto: venerdì 4 aprile 2014, 7:50 Rispondo all’ultima domanda fatta da Andrea.
È del tutto chiaro che Yeshùa stava parando della distruzione del Tempio, per cui è in questa ottica che va letta la sua “venuta”. Non possiamo tralasciare tutto il resto e puntare la nostra attenzione unicamente sulla parola “venuta”. Questo è ciò fanno a Brooklyn, togliendo la parola dal contesto per poi ignorarlo del tutto. Fatta questa operazione, già di per sé scorretta, con dubbie argomentazioni (in verità, sbagliate) sulla parola greca, si trasforma poi la “venuta” in presenza invisibile da applicarsi al 1914. Una vera e propria americanata.
Esaminando il passo in questione nei tre sinottici, abbiamo visto che tutti e tre riportano la domanda dei discepoli, i quali vogliono sapere da Yeshùa quando si sarebbe verificata la distruzione del Tempio e quale ne sarebbe stato il segno che l’annunciava. È importante non allontanarsi da questa loro domanda. Se ci atteniamo ad essa, come va fatto, vediamo che essi non domandano nulla circa il suo ritorno dopo essere salito al cielo. Sarebbe assurdo solo ipotizzarlo, perché i discepoli non immaginavano neppure che Yeshùa sarebbe stato arrestato e ucciso!
Occorre quindi attenersi alla precisa domanda posta dai discepoli e non inserirvi altri sensi che non avevano né potevano avere.
Ora, tra i tre sinottici, Matteo è l’unico che parla di “venuta” di Yeshùa. I tre testi sono perfettamente paralleli. Come avevamo già osservato, la domanda dei discepoli era duplice: 1) Quando? 2) Quale segno ci sarà?
Ora si esamini attentamente la domanda nei tre sinottici. La prima parte della domanda (“quando queste cose saranno?”) è uguale in tutti e tre. La seconda parte, relativamente al segno, è presso Mr e Lc: “Qual è il segno di quando starebbero per accadere queste?”. Si legga bene: “queste cose”. Non può esserci dubbio alcuno che si tratta della distruzione del Tempio, perché è di quella e solo di quella che stavano parlando. In Mt, ponendo la stessa identica seconda parte della domanda, è usata un’espressione diversa: “Qual è il segno della tua venuta e della fine?”.
Il parallelismo e la stessa armonia tra i Vangeli, ma ancor prima la semplice logica, ci obbligano a dare all’espressione mattaica lo stesso senso che ha in Mr e Lc.
Invece di fare voli di fantasia isolando la parola “venuta” per strumentalizzarla, la questione vera è: Che valore ha nella Scrittura la parola “venuta”? Come questo valore è armonizzabile con Mr e Lc?
Si scopre allora che nel linguaggio concreto ebraico l’intervento divino è descritto come “venuta”. Le Scritture Ebraiche parlano spesso della “venuta” di Dio sulla terra per ispezionarla (Gn 11:5-7;18:21; Es 2:25;3:8,16;4:31), e nessuno si sogna di prendere alla lettera e neppure di parlare di venuta letterale invisibile. È il modo concreto tipo ebraico di parlare di quello che noi chiameremmo nel nostro linguaggio astratto (estraneo alla Bibbia) intervento.
Siccome Yeshùa aveva predetto la distruzione del Tempio, questa sarebbe corrisposta alla sua “venuta” in senso biblico. Non a caso, è Matteo che usa questa espressione. Diversamente da Marco e da Luca, il suo Vangelo era rivolto ai giudei, i quali capivano bene il senso di “venuta”. Marco rivolge il suo Vangelo ai gentili o stranieri; lo stesso fa Luca. Se l’espressione fosse stata usata da Marco e da Luca, gli stranieri non l’avrebbero compresa, esattamente come non la comprende l’americana Watchtower che legge Mt all’occidentale, senza sapersi calare nel linguaggio ebraico mattaico.
Una analisi degna di riflessione Gianni. Yeshua in precedenza parlo' ai discipline dicendo che sarebbe morto e resuscitato. Le scritture dicono anche che essi non capirono quelle parole. Una volta risorto capirono quelle parole e a resurrezione avvenuta i discepoli non pensavano che sarebbe andato in cielo. Dopo la sua resurrezione essi si aspettavano il ristabilimento del regno di Israele e Giuda (atti 1). Avevano ancora questa concezione in linea con I farisei anche se in precedenza Yeshua aveva detto loro che l'era messianica non sarebbe giunta subito (Luca 17,20 e seguenti). Quando Yeshua stava per ascendere al cielo loro non capivano le parole dette in Luca 17,20 e seguenti.
Quindi se ci immedesimiamo al Monte degli ulivi risulta assurdo pensare che I discepoli chiesero un segno di un suo ritorno perche un ritorno comporta prima un allontanamento e loro non lo capivano che Yeshua dopo aver sofferto sarebbe andato via in cielo. I discepoli parlavano con lui nella loro lingua e gli chiesero un segno sulla distruzione del tempio profetizzata dallo stesso Yeshua.
Partendo dal presupposto che il redattore del vangelo di Matteo abbia attinto dal vangelo di Marco, in Marco e poi in Luca e' ovvio che i discepoli chiesero un segno che precedesse il giudizio di Dio sul tempio ebraico e non un segno a giudizio avvenuto che non sarebbe servito a nulla. Il segno serviva a prepararsi all'evento.
Il redattore del vangelo di Matteo (forse un ebreo convertito del primo secolo) riprende lo stesse domande di Marco e Luca inserendo la parola greca parusia.
Se partiamo dal presupposto che Matteo attinge da Marco cosa realmente chiesero i discepoli a Yeshua nella loro lingua? Dovettero chiedere nella realta': e quale sarà il segno del tempo in cui tutte queste cose staranno per compiersi?»
Il redattore di Matteo invece mette in bocca ai discepoli di Yeshua un altra frase: e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo».

Matteo "mette in bocca" ai discepoli qualcosa di non detto realmente. Una frase fittizia perche la frase reale e' quella di Marco.
Tu ora fai il ragionamento: la ricostruzione "fittizia" di Matteo deve avere quindi lo stesso significato delle parole dette nella realta in Marco. Quindi tutta la risposta di Yeshua contenuta nel capitolo 24 e' in funzione della domanda sugli eventi della distruzione del tempio.
Il redattore del vangelo di Matteo scrisse il vangelo in greco koine e quindi era rivolto ad una comunita di ebrei che parlavano il greco. Ebrei ellenizzati.

La domanda e': se "venuta" ha a che fare con un intervento divino istantaneo che coincide con la fine di quel mondo li (quell'era li) il redattore perche usa la parola παρουσίας? Non avrebbe dovuto usare invece la parola ἐλεύσεως come in Atti 7,52?

Poi altre due domande:

1)Le moderne versioni ebraiche del nuovo testamento come rendono παρουσίας di Matteo 24,3 in ebraico?

2) Se tutto il capitolo 24 parla della distruzione del tempio come vedi allora i versetti 30 e 31 nel contesto della distruzione del tempio? Cos'e' il segno nel cielo del figlio dell'uomo? Storicamente dopo quella tribolazione quali sono state le tribu della terra che si batterono il petto per il figlio dell'uomo? Gli ebrei come nazione per esempio anche dopo la devastazione di Gerusalemme non riconobbero Yeshua come messia. E chi sono gli angeli mandati a raccogliere gli eletti dopo la tribolazione di Gerusalemme?

Matteo 24:30 Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. 31 Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli.
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Gianni
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Re: Matteo 24, Marco 13, Luca 21, gli ultimi giorni?

Messaggio da Gianni »

Animasalvata, cerco di rispondere alle tue tre domande.

1. Il termine ἔλευσις. Sei andato a prendere un termine più unico che raro: è un hapax legomenon e lo si trova unicamente in At 7:52: “Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto [περὶ τῆς ἐλεύσεως τοῦ δικαίου; letteralmente: “a motivo della venuta del giusto"], del quale voi ora siete divenuti i traditori e gli uccisori” (NR). Ἔλευσις significa “venuta/arrivo”. La differenza tra ἔλευσις e παρουσία la tratto qui: https://www.biblistica.it/?page_id=3527 a proposito di una falsa dottrina della Watchtower.

2. Le moderne versioni ebraiche del Nuovo Testamento come rendono παρουσίας di Matteo 24,3 in ebraico?
Lo rendono בּוֹאֲךָ. Noiman potrà dirti di più.

3. Il segno nel cielo e tutto il resto è espresso nel pensiero ebraico e fa parte di schemi fissi per annunciare le catastrofi. Prendere alla lettera il linguaggio molto concreto ebraico è un errore tipico delle religioni sorte negli ultimi due secoli, tra cui la Watchtower.

Passa una bella giornata.


P.S.: Mi rendo conto ora che il sistema ha volto in corsivo diverse parti. Non era voluto.
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