Gesù è morto il 14 o 15 nisan?

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Gianni
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Re: Gesù è morto il 14 o 15 nisan?

Messaggio da Gianni »

Caro Trizzi, dici bene:
- Dopo aver preso visione di tutte le ipotesi si sceglie quella (o quelle) che fra tutte sembra più convincente;
- Non va però dimenticato che anche quella più convincente rimane quasi sempre un'ipotesi;
- Sono solo i manoscritti originali che godono della totale inerranza.

Tu poi aggiungi che sarebbe interessante discutere anche di questo. Bene. Facciamolo. Quelle che hai descritto sono alcune buone regole ermeneutiche.
Partirei dalla terza. Come sappiamo, non abbiamo alcun manoscritto originale delle Scritture di Greche, perché il materiale scrittorio era molto deperibile e si è consumato; tuttavia possediamo migliaia e migliaia di copie. Possiamo essere certi di possedere oggi il testo originale? Sì. Di ciò si sono occupati i critici testuali, veri e propri specialisti che paragonando tutti i manoscritti ne hanno ricavato il testo genuino. Oggi possediamo edizioni critiche accuratissime, le quali segnalano ogni minima variante. Va detto anche che le migliaia di manoscritti sono suddivisi in famiglie, secondo il luogo di provenienza. È interessante notare che nonostante le grandi distanze (temporali e geografiche) tra i manoscritti, essi sono basilarmente concordi. Le varianti riguardano piccoli dettagli che non influiscono veramente sul testo. I punti dubbi più importanti sono veramente pochi e tutti spiegabili. Riguardano, ad esempio, alcuni passi definiti “trinitari” in cui i critici hanno trovato corruzioni postume inserite da eretici (a volte annotazioni marginali finite poi nel testo durante la ricopiatura). In ogni caso, il passo di Mr 15:15 non rientra nei passi dubbi: esso è genuino.

Quanto alle ipotesi sul presunto conflitto con Gv 19:14, ne sono state avanzate diverse, come abbiamo visto. Esse hanno in comune il tentativo di assimilare i due orari. È giusto valutarle, certo, ma siccome i filologi non le propongono e si limitano a dichiarare genuino il passo marciano, occorre trovare altre spiegazioni.

La prima cosa da fare, allora, è la più semplice: leggere il testo biblico usando il buon senso. Vediamo così che Marco riporta nell’odine la terza ora, la sesta ora e la nona ora. Tenendo presente ciò, ci domandiamo in quale ora Yeshùa fu inchiodato alla croce. La risposta è: non lo sappiamo. Nessuno dei quattro Vangeli menziona l’ora dell’inchiodamento. La sesta ora menzionata da Giovanni vede Yeshùa davanti a Pilato, non il suo inchiodamento.
Usando il buon senso, dobbiamo dedurre che quell’ora (dell’inchiodamento) non fu ritenuta dagli evangelisti così importante. Se poi guardiamo alla vera importanza degli eventi, dobbiamo dire l’evento davvero importante non fu neppure la morte di Yeshùa, ma la sua risurrezione.
Però, tutti e quattro gli evangelisti riportano l’ora sesta e l’ora nona; Matteo e Luca riferiscono che il paese fu avvolto dalle tenebre tra questi due orari. Giovanni dice che “era circa la sesta ora” quando Yeshùa era avanti a Pilato. Tenuto conto che la sesta ora va dalle nostre ore 11 alle nostre ore 12, e tenuto conto del “circa”, possiamo dedurre che Yeshùa fu inchiodato alla croce verso mezzogiorno.

Ora torniamo a Marco. Qui non basta più la lettura e l’analisi del testo e l’uso della logica. Occorre conoscere il modo di scrivere di Marco.
Lo stile di Marco è semplice, per usare un eufemismo. In verità, il suo stile è quello tipico dei dilettanti che si mettono a scrivere. Come loro, moltiplica la parola “ecco” all’inizio delle frasi. Al posto del tempo imperfetto preferisce il verbo essere seguito dal participio: “Gesù andava davanti a loro” (Mr 10:32), dove quell’“andava davanti” o “precedeva” è nel testo greco ἦν προάγων (èn proàgon) ovvero “era precedente”. Come i semplici, congiunge le frasi con un semplice “e” (paratassi) – greco καὶ (kài) - di cui fa un uso smodato: basta prendere una pagina in greco qualsiasi di Mr e vedere quanti καὶ (kai) ci sono! Un’infinità, uno dietro all’altro. Marco usa anche per ben 42 volte la parola εὐθὺς (euthýs) che si dovrebbe tradurre “sùbito/immediatamente”, ma che presso Marco ha il significato ridotto di “poi”. Marco, davvero senza pretese letterarie, riporta evidentemente in modo semplice e diretto quello che ha sentito oralmente in forma colloquiale da Pietro, che fu la fonte orale di Marco. E si rammenti che Pietro era un ‘popolano senza istruzione’. - At 4:13.

Ciononostante, Marco è a modo suo grandioso. Leggendolo si partecipa alle scene, vivendole, e si sente parlare Pietro che racconta.

E la “terza ora”, allora? Un errore di copiatura è escluso dai filologi. Sbagliano allora gli altri due sinottici? Certo che no, perché il primo Vangelo ad essere scritto fu proprio Mr, e Luca e Matteo seguirono la trafila di Mr. Quanto a Giovanni, quando scrisse aveva a disposizione gli altri tre Vangeli.
La domanda è quindi: cosa accadde alla terza ora? Rivediamo bene il testo di Mr 15:
V. 22: Yeshùa è portato sul Golgota;
V. 24: lo inchiodano alla croce.
Ora ragioniamo: al v. 24 Yeshùa viene inchiodato. Poi leggiamo al v. 25: “Era la terza ora e crocifissero lui”.
Domandiamoci: perché mai ripetere che lo crocifissero subito dopo aver detto che lo crocifissero?
Indagando il testo greco notiamo che al v. 24 è detto σταυροῦσιν (staurùsin), al presente indicativo: “crocifiggono”. Ciò fa parte dello stile narrativo di Marco, che ama il presente storico, che usa ben 151 volte. Però, subito dopo, dice ἐσταύρωσαν (estàurosan), all’indicativo aoristo. Qui esce dal presente storico e riferisce un evento puntuale: “iniziarono a crocifiggerlo”. Così abbiamo: “24 E crocifiggono lui … 25 Era la terza ora e iniziarono a crocifiggerlo”.
trizzi74
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Re: Gesù è morto il 14 o 15 nisan?

Messaggio da trizzi74 »

Caro Gianni, ti ringrazio nuovamente per il tuo ultimo commento.
Però devo rivolgerti un'altra domanda:
Quei versetti che sono considerati estranei all'originale ( interpolazione)
perché sono finiti nel testo sacro?
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
Carl Gustav Jung
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Gianni
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Re: Gesù è morto il 14 o 15 nisan?

Messaggio da Gianni »

Ciao, Trizzi. Ti porto un esempio pratico: 1Gv 5:7: “Sono tre che rendono testimonianza in cielo: Il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo: e questi tre sono una cosa sola”. Così si legge nella versione cattolica di Monsignor Antonio Martini. Qui non solo si affermerebbe l’uguaglianza di Yeshùa (il presunto Verbo) con Dio, ma addirittura si affermerebbe la trinità (dottrina del tutto estranea alla Scrittura). Riguardo a questo passo F. H. A. Scrivener, esperto di critica testuale, scrive: “Non esitiamo a dichiarare la nostra convinzione che le parole in questione non furono scritte da S. Giovanni: che furono originariamente introdotte in copie latine in Africa da una glossa marginale, dove erano state collocate come pia e ortodossa annotazione sul v. 8: che dal latino finirono in due o tre tardi codici greci, e da lì nel testo greco stampato, dove non avevano alcun diritto di trovarsi”. — A Plain Introduction to the Criticism of the New Testament, Cambridge, 1883, 3a edizione, pag. 654.
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bgaluppi
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Re: Gesù è morto il 14 o 15 nisan?

Messaggio da bgaluppi »

Per questo è importante acquisire i mezzi di base che consentano di avere una certa dimestichezza col testo biblico. Per fortuna, le interpolazioni sono poche e sono state identificate dalla critica testuale.
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