La domanda è: "I fatti parlano chiaro?"Lucia ha scritto:Io concordo in parte con voi ... dico in parte perchè personalmente non riesco a non considerare alcuni fatti importanti e infraintendibili :
1- Cristo stesso si fece battezzare
2- Cristo stesso disse di farlo
3- Gli apostoli lo praticarono sia quando lui era in vita che dopo la morte
Se poi mi voglio tappare gli occhi e fingere di non veder queste cose o contestarle e puntualizzarne i dettagli , sono liberissima di farlo ...ma i fatti parlano chiaro mi pare
Risponderò punto per punto:
Il Messia si fece battezzare (immergere) su questo dato oggettivo nessuno può e deve reclamare. Ma è altrettanto vero che lo stesso Giovanni (L'immergitore) rimase meravigliato quando vide Yeshùa il Signore, venire per essere immerso da Lui!Lucia ha scritto:1- Cristo stesso si fece battezzare
Perché Giovanni si meravigliò?
Bisogna precisare che Giovanni predicava che doveva venire coLui che gli era superiore, che doveva amministrare una Immersione migliore di quella Sua. Infatti egli stesso diceva: "Io vi ho immersi nell'acqua, ma lui vi immergerà nello Spirito Santo". (Mar 1:8 INR)
Quindi! Il Giovanni stupito che disse a Yeshùa:
"Sono io che ho bisogno di essere immerso da te (In Spirito Santo ndr), e tu vieni da me?" (Mat 3:14 INR)
Yeshùa calmò subito Giovanni dicendogli che "per ora" doveva esser fatto in questa maniera al fine di compiere ogni giustizia (Mt 3:15).
Quel "per ora" non ha, come sostiene la cara Lucia uan temporalità indefinita. Anzi ha una definizione precisa che si conferma alla Sua resurrezione. Yeshùa stesso nello scritto di Luca conferma ciò che Giovanni aveva profetizzato: "Lui vi immergerà nello Spirito Santo" Cfr. Mt 3:11; Mr 1:8; Lc 3:16; Gv 1:33
Infatti, possiamo constatre quanto detto in queste scritture:
Allora aprì loro la mente per capire le Scritture e disse loro: "Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Voi siete testimoni di queste cose. Ed ecco io mando su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi, rimanete in questa città, finché siate rivestiti di potenza dall'alto". (Luc 24:45-49 INR)
Trovandosi con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'attuazione della promessa del Padre, "la quale", egli disse, "avete udita da me. Perché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni". (Att 1:4-5 INR)
Yeshùa il Signore mette in risalto la promessa fatta dal Padre, che poi definisce meglio in Atti 1 come l'immersione nello Spirito Santo. Pietro stesso apre il suo primo sermone ricordando all'uditorio quale sia la promessa del Padre (Atti 2:16-21), per brevità riporto il passo più significativo: Anche sui miei servi e sulle mie serve, in quei giorni, spanderò il mio Spirito, e profetizzeranno. (Att 2:18 INR)
In vista di quanto esposto, quel "per ora" assume una posizione definitiva proprio da parte dello stesso Yeshùa! Ovvero di un battesimo migliore e definitivo che non si basa nella semplice acqua ma nello Spirito Santo.
Di contro, eppure si può dire che il Messia stesso comandò di amministrare l'immersione in acqua! Qui entriamo nel secondo punto di Lucia:
Sul comando di Yeshùa, veramente la questione non è così chiara come si potrebbe capire. Anzi i due versi dove si evincerebbe questo comando, sono due dei più oscuri e oggetto di studi di tutta la scrittura.Lucia ha scritto:2- Cristo stesso disse di farlo
Il comando di Yeshùa di immergere è riportato in due dei quattro vangeli e precisamente in Mt 28:19, Mr 16:15.
Riguardo al passo marciano non esiste nessun dubbio che questi è una aggiunta successiva al testo e quindi non presente nel suo originale. Ragion per cui non si può far affidamento a questo testo per poter affermare che Yeshùa comandò il battesimo.
Il secondo verso, quello mattaico, presenta delle difficoltà diverse a quelle di Marco.
Come viene affermata nella note in calce alla "Bibbia di Gerusalemme", dove appunto si afferma la tradizione postuma del comando: Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (Mat 28:19 INR)
La nota riporta:
“È possibile che questa formula risenta, nella sua precisione, dell’uso liturgico stabilitosi più tardi nella comunità primitiva. Si sa che gli Atti parlano di battezzare ‘in nome di Gesù’, (si veda Atti degli Apostoli 1, 5, 2, 38). Più tardi si sarà esplicitato il legame con le tre persone della Trinità”
A maggior credito della tradizione tarda a noi pervenuta del testo Mattaico, abbiamo la testimonianza da parte dello storico cristiano Eusebio.
È vero che Esuebio conosceva il testo classico da lui citato all’occorrenza, ma nelle sue opere più recenti. Eusebio cita Matteo 28,19 sotto questa forma: “Andate, fate discepoli in tutte le nazioni, nel mio nome”. Le due citazioni più interessanti si leggono nella sua Dimostrazione Evangelica. Nel primo passaggio (III, 6, PG 24, col. 233), Eusebio cita integralmente Matteo 28,19 nella sua forma abbreviata, compreso il seguito del testo “[…] insegnando loro a rispettare tutti ciò che vi ho comandato”. Nel secondo passaggio (ibid. col. 240), prima cita le parole: “Andate, fate discepoli in tutte le nazioni”, poi commenta lungamente l’espressione “nel mio nome”, prova che ancora in quel tempo, il vangelo di Matteo non contenesse nessuna formula trinitaria. Successivamente Eusebio termina citando nel modo più completo: “Andate, fate discepoli in tutte le nazioni, nel mio nome”.
Come ben si può vedere, oltre alla formula trinitaria manca il comando di battezzare! Yeshùa secondo Eusebio diede il mandato agli Apostoli di far discepoli "Nel Suo nome", inutile e superfluo voler evidenziare che tale comando sta a Significare che gli Apostoli potevano far discepoli attraverso la "Sua autorità". Autorità che Lui ha ricevuta dal Padre: e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. (Luc 24:47 INR)
Quindi una fede fondata sul ravvedimento che produce l'immersione nello Spirito. Differente nella SOLA immersione in acqua che ad oggi produce ed ha prodotto un discepolato con l'obbiettivo di incrementare le fila delle istituzioni in cui si amministra! Ripeto: Ammiro il modo in cui Tu, Stella, Marco, Sonia e molti altri dentro e fuori il forum hanno suggellato il loro ravvedimento con la figura dell'acqua!
Il terzo punto, ovvero l'immersione in acqua da parte degli Apostoli è vera! Reale! Ma secondo me differisce da quella odierna per le motivazioni che ho esposto sopra!
Alla maggioranza dei "pastori" di turno non interessa una radicale trasformazione dell'individuo in virtù della propiziazzione del Messia! A questi interessa incrementare le fila! Più discepoli= più potere! Maggior potere= maggior guadagno economico.
Scusa il dilungo carissima