Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

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Gianni
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Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Gianni »

La generosa offerta di Emiliano (viewtopic.php?f=9&t=2250&e=1&view=unread#unread), mi ha ridato vigore. Vi propongo qui un esempio di esegesi biblica con una lettura biblica meditata. Ho scelto At 17:1-9. Ecco il passo nella traduzione della nuova CEI:

1 Percorrendo la strada che passa per Anfìpoli e Apollònia, giunsero a Tessalònica, dove c'era una sinagoga dei Giudei. 2 Come era sua consuetudine, Paolo vi andò e per tre sabati discusse con loro sulla base delle Scritture, 3 spiegandole e sostenendo che il Cristo doveva soffrire e risorgere dai morti. E diceva: «Il Cristo è quel Gesù che io vi annuncio». 4 Alcuni di loro furono convinti e aderirono a Paolo e a Sila, come anche un grande numero di Greci credenti in Dio e non poche donne della nobiltà. 5 Ma i Giudei, ingelositi, presero con sé, dalla piazza, alcuni malviventi, suscitarono un tumulto e misero in subbuglio la città. Si presentarono alla casa di Giasone e cercavano Paolo e Sila per condurli davanti all'assemblea popolare. 6 Non avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni fratelli dai capi della città, gridando: «Quei tali che mettono il mondo in agitazione sono venuti anche qui 7 e Giasone li ha ospitati. Tutti costoro vanno contro i decreti dell'imperatore, perché affermano che c'è un altro re: Gesù». 8 Così misero in ansia la popolazione e i capi della città che udivano queste cose; 9 dopo avere ottenuto una cauzione da Giasone e dagli altri, li rilasciarono. 10 Allora i fratelli, durante la notte, fecero partire subito Paolo e Sila verso Berea. Giunti là, entrarono nella sinagoga dei Giudei.

Ora, il comune lettore legge e passa oltre. Chi invece studia la Scrittura si ferma, analizza, cerca di capire e infine medita. Facciamolo insieme.

Per prima cosa occorre visualizzare i luoghi su una cartina geografica e sapere qualcosa della città di Tessalonica. Nel testo biblico è chiamata Θεσσαλονίκη (Thessalonìke), così anche oggigiorno in Grecia, con l’unica differenza che in greco moderno il nome viene letto Tessalonìki; in italiano la chiamiamo Salonicco. Oggi annovera più di 350.000 abitanti ed è la seconda città della Grecia per numero di abitanti. Fiorente centro industriale, economico e culturale, è il secondo porto più grande della Grecia dopo quello del Pireo di Atene. Tessalolica/Salonicco fa parte della regione chiamata Macedonia. Giungendovi, Paolo e i suoi erano quindi entrati in Europa.

Ora il testo biblico. In linea generale, vediamo intanto il modus operandi di Paolo: nei nuovi territori che visitava, per prima cosa cercava la sinagoga locale. Potremmo pensare che ciò era in ottemperanza al suo principio “prima agli Ebrei, e poi a tutti gli altri” (Rm 2:10, BDG). È vero, tuttavia, da At 16:13 sappiamo anche che Paolo cercava le sinagoghe per pregare e per seguire il culto del sabato. “Come al solito, Paolo entrò a pregare e, per tre sabati, rimase a discutere con i Giudei” (At 17:2, BDG). Avvalendosi delle letture sabatiche della Toràh nella sinagoga, Paolo portò le prove scritturali che Yeshùa era l’atteso Messia. - Cfr. v. 3.
Ma proseguiamo.

Luca spiega al v. 4 che alcuni giudei tessalonicesi furono convinti da Paolo, così “come anche un grande numero di Greci credenti in Dio e non poche donne della nobiltà”. Chi erano queste donne? Non erano greche, perché Luca le distingue dai greci cedenti in Dio. Erano ebree ed erano importanti. Luca qualifica queste donne τῶν πρώτων (tòn pròton), “delle prime in grado”, “delle più ragguardevoli”. La perdita di tali donne legate alla sinagoga comportava per i giudei tessalonicesi una perdita di prestigio, di sicurezza e finanche di sostegno economico. Ciò spiega perché quei giudei della sinagoga si ingelosirono (v. 5); Luca usa il verbo ζηλόω, “ribollire per invidia, odio o rabbia”.

Quei giudei s’ingegnano allora di sobillare una calca di gente di malaffare e prendono “d’assalto la casa di un certo Giasone, per trascinarne fuori Paolo e Sila, con l’intenzione di punirli davanti al popolo” (At 17:5b, BDG). Non trovandoli a casa del locandiere della città, presso sui erano ospitati. allora presero lo stesso “Giasone ed alcuni altri credenti e li trascinarono davanti ai magistrati della città” (v. 6, BDG). “Giasone li ha accolti in casa sua! Sono tutti dei ribelli, perché, invece di Cesare, dicono che c’è un altro re: Gesù!” (v. 7, BDG). L’annuncio di Paolo che Yeshùa era il re Messia promesso da Dio venne così trasformato in accusa politica per aver contestato l’autorità di Cesare. Dai documenti storici sappiamo che a Tessalonica il culto dell’imperatore Augusto era particolarmente sentito. Chissà se Paolo abbia incluso Augusto tra gli idoli scrivendo poi ai discepoli di Tessalonica: “Vi siete convertiti dagl'idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero”. - 1Ts 1:9.

La subdola manovra dei giudei comportò conseguenze ancor più sottili. Si noti At 17:9, in cui è detto che i magistrati, “dopo aver preso una cauzione sufficiente da Giasóne e dagli altri, li lasciarono andare” (TNM). Costoro erano accusati di fiancheggiare Paolo che, sempre stando all’accusa, cospirava contro Cesare. Secondo il diritto romano, se Giasone e gli altri avessero di nuovo aiutato Paolo, reiterando il “reato”, avrebbero perso la cauzione. Paolo e Sila si trovarono quindi nella condizione di non poter essere più ospitati e aiutati. Ecco perché “quella notte, i credenti fecero partire in gran fretta Paolo e Sila per la città di Berèa” (At 17:10, BDG). A quel punto, con Paolo in fuga nottempo, la giovane nuova congregazione di Salonicco si trovò ad avere come mentore un fuggitivo.
Ecco delle domande per la meditazione: voi cosa avreste pensato? Avreste avuto dubbi, e quali? Come poteva sentirsi lo stesso Paolo?

Altra questione. Se ci fermiamo a leggere che Paolo “per tre sabati, rimase a discutere”, potremmo erroneamente dedurre che il suo soggiorno a Tessalonica sia durato meno di un mese. Va però tenuto conto di Flp 4:16: “Mentre ero a Tessalonica, infatti, mi mandaste qualcosa per le mie necessità non una, ma due volte” (TNM). Il fatto che i filippesi gli inviarono doni di sostentamento per ben due volte ci obbliga a ritenere che il soggiorno tessalonicese di Paolo sia durato ben più di tre settimane. Non molto a lungo, comunque, perché da Tessalonica fu espulso dai giudei: “I Giudei che avevano creduto, spinti dalla gelosia, raccolsero per le strade certi ceffi e, riunita della teppaglia, misero in subbuglio la città […] i credenti fecero partire in gran fretta Paolo e Sila per la città di Berèa”, i quali “appena arrivati entrarono come di consueto nella sinagoga a predicare”. – At 17:5,10, BDG.

C’è altro molto da dire, ma mi fermo, augurandomi di aver dato un esempio di come si può fare esegesi biblica in modo corretto.
Speculator3
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Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Speculator3 »

Gianni

citi Atti 17:5 versione BDG:"....i giudei che avevano creduto...." sobillarono dei brutti personaggi....
Noto che la traduzione del Nuovo Mondo 1987 non ha "che avevano creduto".
Inoltre non vedo come dei giudei che avevano creduto a Paolo potevano poi sobillare contro di lui.
Forse manca un "non" per dimenticanza?
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Gianni
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Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Gianni »

Speculator3, grazie intanto per partecipare a questa esegesi.

In Atti 17:5 la nuova TNM traduce: “Ma i giudei, presi dalla gelosia, radunarono alcuni uomini malvagi che oziavano in piazza”. La vecchia versione traduceva: “Ma i giudei, mossi a gelosia, presero con sé certi uomini malvagi degli oziosi del mercato”. Se stiamo al testo greco, è detto: “Aventi invidia ma i giudei e aventi tratto a sé dei di piazza uomini alcuni malvagi”. – Mia traduzione letterale dal greco.

Intanto, le due traduzioni TNM sono essenzialmente con formi al testo biblico. Tu però ti richiami alla Bibbia della gioia (BDG), che ha: “I Giudei che avevano creduto”, contestando che l’espressione “che avevano creduto” non appare nel testo biblico.

In verità, tu obietti però che quell’espressione manca in TNM. La tua è una domanda o una contestazione?
Una domanda non mi sembra, perché questa manca. Trattandosi dunque di un’osservazione, commetti – devo fartelo notare – un errore non da poco, perché tu confronti due versioni (BDG e TNM) senza preoccuparti del vero testo biblico.

Che fare allora? A me sembra che la cosa corretta sarebbe stata porre una domanda, ovvero: “Perché BDG traduce così e TNM cosà?”. Allora saremmo andati a fondo.
Un secondo errore, a mio avviso, è di trascurare il taglio delle singole traduzioni bibliche. Le varie traduzioni, tutte, ci sono molto utili nei raffronti, ma non va trascurato il loro taglio. BDG è una libera traduzione, la quale dà il senso senza pretendere di essere letterale. Le libere traduzioni sono molto belle da leggere (TILC è stupenda), ma non adatte all’indagine biblica, in cui conta solo il testo biblico originale.

Quanto ad At 17:5, BDG non sbaglia nella sua aggiunta. Quando, aggiungendo, dice “i Giudei che avevano creduto”, chi quali giudei mai si tratta? Forse di quelli che non avevano creduto? Impossibile, perché Luca (che usa un greco molto corretto) dice οἱ Ἰουδαῖοι, “i giudei”, con tanto di articolo. Ora, forse tu non lo sai, ma il greco usa l’articolo sono nei casi in cui è premesso a qualcosa o a qualcuno ben conosciuto dal lettore: o perché molto noto (il Paolo, ad esempio) oppure perché appena menzionato. È questo il caso di At 17:5: “i giudei” (con l’articolo) non possono che essere quelli menzionati prima, ovvero quelli che avevano creduto.

Tu non vedi come dei giudei che avevano creduto a Paolo potevano poi sobillare contro di lui. Eppure, è spiegato nell’esegesi.

Vedi, Speculator3, di quante cose occorre tener conto nel serio studio biblico? :-)
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Grazie Gianni per aver aperto questa pagina, analizzare un brano per poi indurci alla meditazione e al valore pratico .

Ora devo andare a lavorare , il dovere mi chiama, scriverò presto . Grazie, sempre interessante ciò che proponi tu .
Speculator3
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Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Speculator3 »

Rimango nella mia idea che "oi ioudaioi" erano quei molti che non avevano accettato Paolo.

I giudei negli atti degli apostoli sono spesso avversari di Paolo, anche violenti.

Immediatamente dopo a Berea molti giudei si convertono e di questi questi viene detto che "erano di mente più nobile di quelli di Tessalonica", perché controllarono nelle scritture ebraiche con molta sollecitudine.

Ci voleva poco ad essere di mente più nobile dei tessalonicesi che perseguitavano Paolo, ed erano voltagabbana per gelosia.
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Gianni
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Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Gianni »

Tu rimani nella tua idea che "oi ioudaioi" erano quei molti che non avevano accettato Paolo. Va bene, ma è appunto solo una tua idea che non tiene minimamante conto dei precisi modi espressivi greci. E neppure del contesto e della logica. Infatti, a Salonicco abbiamo a quel punto due classi di giudei: la maggioranza indifferente e una parte che dapprima accolse Paolo. Che cosa fece precipitare la situazione? L'ho spiegato nella mia esegesi. Ora, stando alla tua interpretazione in contrasto col testo lucano, gli indifferenti avrebbero causato grossi problemi a Paolo e quelli che lo avevano accolto non avrebbero mosso un dito. Non tieni quindi neppure conto della psicologia delle due classi. Gli indifferenti erano infatti indifferenti e non avevano motivo di sobillare le folle. Furono gli altri a inalberarsi, e per un motivo preciso.

Ragionare, occorre ragionare. Ma va anche bene così; è un peccato, ma va bene così.
Speculator3
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Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Speculator3 »

Di giudei indifferenti ne vedo pochi negli atti degli apostoli e bella storia del periodo che va da Gesù alla fine della della terza rivolta giudaica.Quasi sempre sono degli oppositori teste calde e persecutori.

Considerando la situazione storica degli ebrei in Palestina e nella diaspora di fronte ad un nuovo insegnamento messianico, mi pare che ci sia, e possa essere, tutto tranne l'indifferenza.
L'indifferenza e lo scaricabarile lo vedo bene nelle autorità romane, esempio Pilato.
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Gianni
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Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Gianni »

E che mai c'entrano gli ebrei menzionati in Atti o quelli palestinesi o della diaspora?! Non era dei giudei di Tessalonica che stavamo parlando?
Speculator3, continua con chi vorrà seguirti. Con te, su ciò, io ho terminato.
Speculator3
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Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Speculator3 »

Non penso che i giudei di Tessalonica, che avevano accettato l'insegnamento di Paolo e si erano uniti a lui, in seguito per gelosia cambiano idea fino a perseguitarlo.
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Un esempio di esegesi e di lettura biblica meditata - At 17:1-10,

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Al verso 4 si legge " Alcuni di loro furono convinti e aderirono a Paolo e a Sila "
La domanda che sorge è : Cosa intendiamo con furono convinti e aderirono a Paolo e Sila
Ma dopo aver preso consapevolezza di ciò , ecco la reazione, provano gelosia
Domanda : Quando si prende consapevolezza di qualcosa di ha sempre una reazione positiva ? Può succedere l'opposto?
Ad un tratto di presentano svantaggi?
La realtà Jeshùa provoca uno scombussolamento ?
Destabilizza un qualcosa?
Queste sono alcune mie riflessioni
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