Re: Che cos’è “Har Maghedon”?
Inviato: venerdì 14 ottobre 2022, 18:11
Si! Tiger, molto bene
Sicuramente la Cina ha una storia molto più antica, nessuno ha intenzione di trascurarla, ma stiamo parlando di una cultura che non include il monoteismo, non significa molto se i cinesi abbiano avuto una storia molto più antica, la Cina e la sua cultura mi ha sempre interessato, forse perché ebbi l’onore di conoscere e qualche volta incontrare Mario Sabatini (z.l) considerato uno dei più grandi sinologhi al mondo .
Concordo con la tua spiegazione del nome di Moshè
Il nome di משה “Moshè” dal mio punto di vista potrebbe derivare dall’espressione “ho salvato lui” , parole pronunciate dalla principessa Bata, figlia del Faraone che ritrovò il bambino nella tevà incagliata sulle sponde del Nilo, se esaminiamo il testo in ebraico: לבן ותקרא שמו משה ותאמר כי מן המים משיתהו “Gli pose il nome Moshè, dicendo:poiché dall’acqua lo salvai”(Shmòt 2/10).
”Min ha- maim meshitihu”è possibile che “meshitìhu” Salvai “ derivi dalla radice משע “salvare” il concetto della salvezza ישועה “ieshu’à , Moshè è un participio attivo del salvare, ci saremmo dovuti quindi trovare la forma passiva che sottolinea che il salvato è Moshè, Ovadia Sforno che ha notato questa stranezza verbale offre la sua interpretazione: il testo vuole sottolineare che Moshè è stato salvato dalle acque per salvare gli altri.
Bisogna ricordare anche che l’imposizione del nome al bambino non avviene nel giorno del salvataggio ma molto dopo che Moshè è stato svezzato probabilmente dalla sua madre naturale, questo lo capiamo normalmente leggendo la traduzione ma quello che sfugge è un’altra stranezza testuale che le traduzioni non riescono a veicolare:
ותפתח ותראהו את-הילד והנה-נער בכה ותחמל עליו,ותאמר מילדי העברית זה
“Aprì e vide il bambino, ecco un ragazzo piangente e ebbe pietà di lui” (Shmòt 2/6).
Vengono usate due parole diverse per indicare il bambino, ילד “yeled” bambino, ma subito dopo leggiamo נער , na’ar “ragazzo” non più bambino ma adolescente, una sottolineatura temporale e anche profetica, (il termine na'ar è impegnato nella scrittura in diversi aspetti mistici).
Ma è anche vero che se leggiamo l’intera frase: ”Il bambino cresceva e lei (la madre), lo ricondusse alla figlia del faraone, che era per lei un figlio e gli pose il nome di Moshè, dicendo: ”Poiché dall’acqua lo salvai” .
Come possiamo sapere se è un nome ebraico o egiziano scritto in caratteri ebraici.
רעמסס “Ramses” nella sua etimologia significa “figlio di Ra’” il suono è simile anche se è impegnata la ס e non la ש che possiede una acustica diversa e una doppia dinamica fonetica, non si può escludere che il nome di Moshè potesse essere מסה ma che poi possa essere stato modificato.
Shabbat Shalom
Noiman
Sicuramente la Cina ha una storia molto più antica, nessuno ha intenzione di trascurarla, ma stiamo parlando di una cultura che non include il monoteismo, non significa molto se i cinesi abbiano avuto una storia molto più antica, la Cina e la sua cultura mi ha sempre interessato, forse perché ebbi l’onore di conoscere e qualche volta incontrare Mario Sabatini (z.l) considerato uno dei più grandi sinologhi al mondo .
Concordo con la tua spiegazione del nome di Moshè
Il nome di משה “Moshè” dal mio punto di vista potrebbe derivare dall’espressione “ho salvato lui” , parole pronunciate dalla principessa Bata, figlia del Faraone che ritrovò il bambino nella tevà incagliata sulle sponde del Nilo, se esaminiamo il testo in ebraico: לבן ותקרא שמו משה ותאמר כי מן המים משיתהו “Gli pose il nome Moshè, dicendo:poiché dall’acqua lo salvai”(Shmòt 2/10).
”Min ha- maim meshitihu”è possibile che “meshitìhu” Salvai “ derivi dalla radice משע “salvare” il concetto della salvezza ישועה “ieshu’à , Moshè è un participio attivo del salvare, ci saremmo dovuti quindi trovare la forma passiva che sottolinea che il salvato è Moshè, Ovadia Sforno che ha notato questa stranezza verbale offre la sua interpretazione: il testo vuole sottolineare che Moshè è stato salvato dalle acque per salvare gli altri.
Bisogna ricordare anche che l’imposizione del nome al bambino non avviene nel giorno del salvataggio ma molto dopo che Moshè è stato svezzato probabilmente dalla sua madre naturale, questo lo capiamo normalmente leggendo la traduzione ma quello che sfugge è un’altra stranezza testuale che le traduzioni non riescono a veicolare:
ותפתח ותראהו את-הילד והנה-נער בכה ותחמל עליו,ותאמר מילדי העברית זה
“Aprì e vide il bambino, ecco un ragazzo piangente e ebbe pietà di lui” (Shmòt 2/6).
Vengono usate due parole diverse per indicare il bambino, ילד “yeled” bambino, ma subito dopo leggiamo נער , na’ar “ragazzo” non più bambino ma adolescente, una sottolineatura temporale e anche profetica, (il termine na'ar è impegnato nella scrittura in diversi aspetti mistici).
Ma è anche vero che se leggiamo l’intera frase: ”Il bambino cresceva e lei (la madre), lo ricondusse alla figlia del faraone, che era per lei un figlio e gli pose il nome di Moshè, dicendo: ”Poiché dall’acqua lo salvai” .
Come possiamo sapere se è un nome ebraico o egiziano scritto in caratteri ebraici.
רעמסס “Ramses” nella sua etimologia significa “figlio di Ra’” il suono è simile anche se è impegnata la ס e non la ש che possiede una acustica diversa e una doppia dinamica fonetica, non si può escludere che il nome di Moshè potesse essere מסה ma che poi possa essere stato modificato.
Shabbat Shalom
Noiman