Giovanni 6:62

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Gianni
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da Gianni »

No, Antonio. Mi riferisco a quanto detto da Yeshùa.
chelaveritàtrionfi
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Dove si parla di simbolismi è chiaro. La manna che cade letteralmente dal cielo è chiamata simbolicamente “pane disceso dal cielo”, perché è un nutrimento.

Il figlio dell’uomo è chiamato simbolicamente “pane disceso dal cielo” ed ha un parallelismo con la manna. Egli non viene letteralmente mangiato, ma rappresenta un nutrimento spirituale .

All’ultima cena il pane, letteralmente mangiato, rappresenta il corpo del figlio dell’uomo offerto in sacrificio.

Il sacrificio è simbolicamente l’agnello e non il figlio dell’uomo (nel senso che non è lui letteralmente sacrificato sopra un altare). Il figlio dell’uomo, rappresentato letteralmente da Yeshùa, viene crocifisso dai romani. Quindi è un errore, da questo punto di vista, anche parlare di sacrificio umano.

Il figlio dell’uomo in cielo è una figura astratta, già stabilita nella mente di Dio sin dal principio, che poi si concretizza nel liberatore che nei vangeli è Yeshùa.

Il prima, è definibile. Il dopo, diventa problematico, perché leggendo alla lettera i passi, l ‘uomo Yeshùa risorge letteralmente e va al padre. Alcuni di questi parlano di andare in alto. Quindi, va al padre dove?
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Gianni
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da Gianni »

Cari Naza e Antonio, si potrebbe anche parlare di simboli, ma la questione è più complessa. L'ho trattata qui, negli studi dal n. 2 al n. 25:
https://www.biblistica.it/?page_id=4936
animasalvata
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da animasalvata »

L'ascensione al cielo non inizia dal monte degli ulivi ma inizia con la risalita dall'Abisso che era sotto terra. Yeshua risalì dov'era prima cioè alla terra dei viventi. Sopra c'era la terra dei viventi e sotto la terra c'era il regno dei defunti. Potrebbe significare: e se vedeste il figlio dell'uomo morire e risorgere? La morte e la resurrezione di Yeshua sono il nutrimento spirituale dei credenti di Yeshua. Secondo Yeshua credere nella sua morte per i peccati e nella sua resurrezione era il mondo
per ottenere la vita eterna. E qui ci si ricollega alla manna.
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bgaluppi
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da bgaluppi »

Gianni ha scritto: venerdì 13 gennaio 2023, 17:59 Cari Naza e Antonio, si potrebbe anche parlare di simboli, ma la questione è più complessa. L'ho trattata qui, negli studi dal n. 2 al n. 25:
https://www.biblistica.it/?page_id=4936
Ok Gianni, me lo leggo e poi rientro in conversazione.
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bgaluppi
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da bgaluppi »

Shay ha scritto: venerdì 13 gennaio 2023, 16:51 E' problematico Naza perché il Padre non ha un luogo. Padre bisogna intenderlo come 'maestro'.
Esatto, Shay. Quantomeno, il Padre che ci immaginiamo - trascendente, immateriale - non può avere luogo, altrimenti sarebbe palpabile e materiale. Tu dici che dobbiamo intenderlo come "maestro" e la cosa mi piace molto, tuttavia non riesco a fare a meno di osservare i perfetti meccanismi intelligenti che regolano il mondo in cui viviamo e constatare che all'origine deve necessariamente esserci una forza che li produce e quella forza deve essere "perfetta" come perfetti sono i suoi prodotti. E quindi, maestro si, ma non mi basta. E forse è un mio grande limite e difetto, non solo mio, ma di gran parte del genere umano. Forse sarebbe meglio non interrogarsi, ma allora dovrei smettere di leggere questi scritti. Capire chi siamo e da dove veniamo veramente è ciò che ci consente di essere veri "Figli di Dio". O forse parte di Dio stesso? Nel senso di sua opera? C'è qualcosa di divino in noi, che ci chiama a interrogarci sul nostro creatore.
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Shay ha scritto: venerdì 13 gennaio 2023, 16:51 E' problematico Naza perché il Padre non ha un luogo. Padre bisogna intenderlo come 'maestro'.
In 1Timoteo 1:2;1:18 ; " 2Timoteo 1:2; 2:1., Paolo chiama Timoteo "mio figlio nella fede" e nel versetto successivo, 2 Tim2:2 dice: e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri. Questo è un esempio di rapporto padre/figlio come discepolo/maestro.

Ho citato spesso il libro di “Enoch” che vuol dire "iniziato". Trattasi di linee di insegnamento.

חֲנוֹך (Chanok) da chanak: addestrare, dedicare
Enoc
Da chanak ; iniziato; Chanok, un patriarca antidiluviano -- Enoch.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
chelaveritàtrionfi
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da chelaveritàtrionfi »


Il figlio dell’uomo ed il pane, sembrano dei riferimenti non a caso. Sebbene i vangeli riportino in maniera esclusiva storie e insegnamenti, nei dintorni si possono riscontrare delle similitudini, parlando di simbolismi e messaggi a chi praticava e insegnava certi riti. Questo aspetto è ben noto con Paolo, per esempio.

Il termine “pane” è citato almeno in 50 versetti delle scritture greche. In 15 versetti nel vangelo di Giovanni in maniera generica e 12 volte al capitolo 6,, spesso come simbolo. Perché il pane? A parte il parallelismo con la manna del deserto, considerando che in ambiente giudaico vi erano varie correnti, Yeshùa aveva discepoli di vario genere. Per esempio, abbiamo Simone il Cananeo (Mc 3:18; Mt 10:4) detto lo Zelota (Luca 6:15; Atti 1:13). Gli Zeloti, da documenti extra biblici, sono indicati come persone dotati di un forte zelo comportamentale. Giuseppe Flavio in Guerra Giudaica (Libro II:254 - 13, 3) parla degli Ekariots (sicari), e Ippolito Romano parla di Zeloti rivoltosi e sicari, in qualche modo associati al gruppo degli Esseni (Refutatio ,IX, 26). Gli Esseni (Essaios), sono citati da Giuseppe Flavio, Plinio il Vecchio ed altri autori. Nelle grotte di Qumran, sono stati ritrovati dei documenti, in questo caso ne menziono 2:

la Regola della comunità;
• la Regola dell'assemblea;


Molto probabilmente, molti o alcuni di questi Esseni, era tra i seguaci di Yeshùa, dato che Flavio riporta che dimoravano "non in una sola città" ma "in moltitudine in ogni città" (Guerra Giudaica 2.124). Filone parla di "più di quattromila" Essaioi che vivevano nella "Siria Palestinese" (Quod Omn. Prob. XII.75). Epifanio parla di Osseani e Nazareni. Vi sarebbe poi il documento di Damasco.

Si radunavano in comunità, erano chiamati “i molti”.

«Nella seduta dei molti nessuno proferisca alcuna parola senza il gradimento dei molti, né di colui che fa da ispettore dei molti»
(Regola della comunità VI, 11-12)


Il pane,, a volte riportato come simbolo e a volte come nutrimento letterale (ultima cena), era l’alimento essenziale della tavola degli Esseni, in associazione al vino. Il pane degli Esseni oggi è conosciuto come “pane cotto al sole”. Perché Yeshùa cita spesso il pane? Per l’essenzialità di questo alimento in quel tempo specialmente per certi gruppi, oggi definibili vegetariani? Per via di certe pratiche molto diffuse in certe comunità?

Riguardo alla santa cena, vi erano similitudini con le usanze essene. In un gruppo di 10 persone ci doveva essere almeno un sacerdote, definito “messia di Israele”. Questi, quando si riunivano a cena per discutere e chiedere chiarimenti a questo sacerdote, si dovevano disporre a tavola secondo una scala gerarchica, si doveva avere pane e vino dolce, ed il sacerdote doveva essere il primo a toccarli. Egli li benediceva, così in seguito gli altri, ognuno secondo la propria dignità.
(Regola della Comunità, V)
(Regola dell'Assemblea, II)


In prossimità dell’ultima cena, Yeshùa in Luca 22:7-12, manda Pietro e Giovanni a preparare il luogo seguendo un uomo con la brocca d’acqua. Yeshùa era un esseno? Pare proprio di no ma sicuramente conosceva la loro dottrina ed insegnava, a differenza loro, l’uguaglianza e non le gerarchie:

I discepoli di Yeshùa sono fratelli tra loro, senza nessuna supremazia gli uni sugli altri: "Voi siete tutti fratelli" (Mt 23:8).
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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