Giovanni 6:62

marco
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Re: Giovanni 6:62

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chelaveritàtrionfi ha scritto: domenica 19 giugno 2022, 23:28 No Marco il cristianesimo religione è stato voluto da imperatori romani (e poteri nascosti) con tutto il mix di paganesimo e simbolismi esoterici. Anche gli stermini in nome di Dio e delle religioni sono voluti da Dio? Dio sopporta la condotta malvagia degli uomini... ed ha avuto e continua ad avere molta pazienza con il genere umano.... fino a quando lo deciderà lui. Il male è dentro l'uomo, così come l'egoismo ed il desiderio di dominio.

1Giovanni 5,19 "Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del maligno".
Caro Naza è proprio questa frase che mi dà ragione. Tu auspichi, sulla Terra, una religione sotto il diretto controllo di Dio. Mai stata! Neanche al tempo di Mosè. Aronne suo fratello, che fu testimone oculare della Potenza di Dio sul faraone, si costruì a tempo di record un vitello d'oro per assecondare il popolo.
La religione cattolica è un buon compromesso tra il bene e il male. Voglio vedere tra qualche tempo, quando questa chiesa sarà ridotta ai minimi termini, quanto bene trionferà sulla Terra. E' il male minore!
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Gianni
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Re: Giovanni 6:62

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Come non detto ... :-(
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

marco ha scritto: lunedì 20 giugno 2022, 6:49
chelaveritàtrionfi ha scritto: domenica 19 giugno 2022, 23:28 No Marco il cristianesimo religione è stato voluto da imperatori romani (e poteri nascosti) con tutto il mix di paganesimo e simbolismi esoterici. Anche gli stermini in nome di Dio e delle religioni sono voluti da Dio? Dio sopporta la condotta malvagia degli uomini... ed ha avuto e continua ad avere molta pazienza con il genere umano.... fino a quando lo deciderà lui. Il male è dentro l'uomo, così come l'egoismo ed il desiderio di dominio.

1Giovanni 5,19 "Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del maligno".
Caro Naza è proprio questa frase che mi dà ragione. Tu auspichi, sulla Terra, una religione sotto il diretto controllo di Dio. Mai stata! Neanche al tempo di Mosè. Aronne suo fratello, che fu testimone oculare della Potenza di Dio sul faraone, si costruì a tempo di record un vitello d'oro per assecondare il popolo.
La religione cattolica è un buon compromesso tra il bene e il male. Voglio vedere tra qualche tempo, quando questa chiesa sarà ridotta ai minimi termini, quanto bene trionferà sulla Terra. E' il male minore!


E nel mentre le pecore sotto litigano i padroni sopra se la ridono. Questo sarebbe un punto di discussione (altra discussione). La Bibbia spesso parla di "pastore" e di "pecore" ma nel senso di guida dall'alto e di mansuetudine, le pecore che pascolano liberamente, il lupo con l'agnello. Riportando questo dipinto felice in ottica religiosa dovrei dire: fuori c'è il lupo cattivo che si mangia le pecore ...ed allora un pastore dice:"vieni nel mio recinto percorella mia che ti proteggo io dai lupi"

Come dice Gianni, Trizzi aveva aperto la discussione su un dato argomento: il Vangelo di Giovanni ed il tema del figlio dell'uomo. E' stata proposta l'analisi biblica su questi temi ma poi la discussione è stata dirottata. Chi vuole può fare le sue considerazioni, anche io cercherò di dare il mio contributo
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Giovanni 6:62

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Gianni ha scritto: lunedì 20 giugno 2022, 8:18 Come non detto ... :-(
Dai che alla 14 esima pagina ce la facciamo. Dopo 14 Generazioni si ricomincia :-)
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Provo a fare un piccolo riassunto. Trizzi chiedeva la corretta interpretazione del passo di Giovanni 6:62 riguardo alla preesistenza del figlio dell'uomo e dell'ascensione a "dove era prima". Domanda rivolta a Gianni che a sua volta ha risposto a pag.2:
Ciao, Trizzi74. Ho letto solo ora la tua domanda, per cui scusa per il ritardo.
In Gv 6:62 Yeshùa domanda cosa direbbero se lo vedessero salire dove era τὸ πρότερον, “la prima cosa” (neutro).
A pag. 1 leggiamo l'obiezione di Marco all'intepretazione "Preesistenza nella mente di Dio" alla quale non crede più (a questa interpretazione) dandone le motivazioni. Poi il fiume ha rotto gli argini. In mezzo all'alluvione io ho proposto l'analisi biblica del tema del figlio dell'uomo e della linea Giovannea per cercare di rispondere al quesito. Ho fatto riferimento anche ad Ezechiele ed al passo di Daniele nel capitolo 7
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da Gianni »

Molto bene. Possiamo ripartire dal testo originale di Gv 6:62, in cui Yeshùa domanda ai suoi interlocutori cosa direbbero se lo vedessero salire dove era τὸ πρότερον, “la prima cosa” (neutro).
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Westcott e Hort / [Na27 Varianti]
ἐὰν οὖν θεωρῆτε τὸν υἱὸν τοῦ ἀνθρώπου ἀναβαίνοντα ὅπου τὸν τὸ πρότερον;

Cosa succede se [ἐὰν (ean)] poi [ οὖν (oun)] tu dovessi vedere[ θεωρῆτε (theōrēte)] il figlio[ τὸν (ton) Υἱὸν (Huion)] dell’uomo [τοῦ (tou) ἀνθρώπου (anthrōpou)] ascendente [ ἀναβαίνοντα (anabainonta)] dove [ὅπου (hopou)] era [ ἦν (ēn)] la prima cosa [τὸ (to) πρότερον; (proteron)]

Parola originale: πρότερον
Parte del discorso: Aggettivo; Avverbio,
traslitterazione comparativa: proteron
Ortografia fonetica: (prot'-er-on)
Definizione: ex, prima
Uso: in precedenza, prima.

E' corretto così? :-)
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da Janira »

Da un punto di vista kabbalistico questi versetti nella loro traduzione esatta hanno un significato preciso.
Per voi cosa è " la prima cosa" ?
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Re: Giovanni 6:62

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Janira ha scritto: lunedì 20 giugno 2022, 10:05 Da un punto di vista kabbalistico questi versetti nella loro traduzione esatta hanno un significato preciso.
Per voi cosa è " la prima cosa" ?
Io per deformazione professionale proporrei un metodo schematico che può aiutare alla comprensione. E' semplice. Il versetto 62 fa parte di un insieme più grande che è il capitolo 6. Il capitolo 6 fa parte dell'intero vangelo di Giovanni (che è il quarto tra quelli canonici). Questo vangelo è particolare rispetto ai 3 sinottici che possono essere letti "nell'insieme" anche se segue in un certo senso la stessa linea. Se non si comprende il vangelo di Giovanni (quindi l'intera linea comprese le lettere) si avrà difficoltà a comprendere i singoli passi. La semplice analisi del passo e con il significato dei termini è troppo restrittivo. Ma per essere semplici si può fare una panoramica veloce del solo capitolo 6... altrimenti scriviamo un libro. Basta un solo post :-)
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Re: Giovanni 6:62

Messaggio da Gianni »

Che il termine πρότερος (pròteros) in Gv 6:62 non possa essere un avverbio appare dal fatto è preceduto dall’articolo determinativo neutro τὸ (), e non si può certo tradurre “il precedentemente”!
Neppure in Gv 7:50 è un avverbio, nonostante l’errata traduzione “Nicodemo … quello che prima era andato da lui”; il testo biblico ha “essente andato da lui per primo”; πρότερον (pròteron) è qui un errore di Giovanni che, essendo un ignorante, usa un greco non buono (pessimo quello dell’Apocalisse): invece di usare πρότερος (pròteros), lo ha probabilmente accordato all’accusativo πρὸς αὐτὸν (pròs autòn), “da lui”. L’avverbio lo usa invece nel passo parallelo di 19:39: “Nicodemo, che in precedenza [τὸ πρῶτον (tò pròton), “la prima volta”] era andato da Gesù di notte”. L’avverbio “prima” lo troviamo anche in Gv 7:51 nella frase “prima [πρῶτον (pròton), “prima”] che sia stato udito”.

Per onestà intellettuale, segnalo anche che in Gv 9:8 si legge: “I vicini e quelli che l'avevano visto prima [τὸ πρότερον (tò pròteron)], perché era mendicante, dicevano”, e qui tò pròteron è chiaramente un avverbio. Che qui non si tratti di un errore di Giovanni lo mostrano i passi paolini di Gal 4:13 e di 1Tm 1:13, in cui tò pròteron ha indubbiamente valore avverbiale. E Paolo il greco lo conosceva bene.

Ora la domanda è: tò pròteron che valore ha in Gv 6:62?

Non resta che esaminare attentamente il contesto, i termini usati ed eventuali passi paralleli.
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