La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Janira
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Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Messaggio da Janira »

Maria Grazia, io ho un altra visione di tutto questo argomento, probabilmente molto lontana dalle interpretazioni più diffuse.
Non so se sia giusta o sbagliata, a me però sembra la più coerente.
Janira
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Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Messaggio da Janira »

Shay, posso solo dirti la mia opinione: il pensiero da cui origina tutto, religioni comprese, è la Kabbalah.
Ebrei rabbini come Baal HaSulam e Rabash , rav Kook e chissà quanti altri che non conosco ne parlano.
Non esiste la vita eterna come la intende il mondo occidentale, non esiste l'anima individuale, non esiste paradiso né inferno.
Ma esiste un peccato dell'albero della conoscenza, avvenuto prima della Creazione del mondo materiale e ogni essere umano nasce per riparare quel peccato.
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Maria Grazia Lazzara
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Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Shay ha scritto: giovedì 10 novembre 2022, 22:29 Secondo alcuni interventi importanti di Besasea, nell'ebraismo, non essendoci peccato originale, non è necessaria alcuna salvezza nell'oltretomba sia per ebrei che per gentili. Anzi non esisterebbe nemmeno la vita eterna. Come si spiegano allora questi capitoli di Paolo che parlano di innesti finalizzati ad una salvezza e vita eterna? Da dove ha attinto Paolo queste dottrine?
Paolo ha attinto dalle scritture ebraiche ,perché è da lì che parte il piano di salvezza per l'uomo ,Genesi 3 : 15 , Dio non ci fece per una vita di 70 o 80 anni ,ciò è una conseguenza dettata da una scelta errata , la salvezza e quindi la vita eterna e' in quel Seme promesso Jeshua' . Egli in Giovanni Vangelo 15 : 1-6 si definisce " Io sono la vera Vite e voi siete i tralci Paolo a sua volta ha attinto ulteriormente da Jeshua stesso che ha convalidato le promesse insite nelle scritture ebraiche
Janira
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Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Messaggio da Janira »

Quello che penso io è irrilevante, soprattutto per un ebreo che non studia la Kabbalah. Io so solo che gli ebrei che ho citato erano rabbini e hanno imparato tutto da un maestro. È un insegnamento che si tramanda da secoli, a partire da Shimon bar Yoḥai, fino all'ARI e poi ai giorni nostri.
Molti ebrei non studiano la kabbalah? Vero.
Questo non dimostra che non sia attendibile.
Lo stesso Baal HaSulam è stato ostacolato in tutti i modi.

Baal HaSulam
È tempo di agire

https://kabbalahmedia.info/it/sources/ww9syE82

P.S.
Quello che noto è che ogni domanda che riguardi le incoerenze tra Scritture Ebraiche e Scritture Greche nella Kabbalah trovano un'armonia perfetta. Ed io ho la conoscenza di tale materia dello 0.000.. % .
natzarim
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Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Messaggio da natzarim »

Sono d'accordo con Shay.
Riporto un commento di questo forum che secondo me è attendibile.

Considerare il SERPENTE נָחָשׁ (Nachàsh)di Genesi come l'inclinazione malvagia di Eva è una cosa risaputa nel mondo ebraico, non solo quello moderno ma a cominciare da quello antico. La figura "satanica" nemica dell'uomo non è, per il giudaismo antico e moderno, un essere spirituale personale, ma la parte malvagia dell'uomo stesso.
Ora, come ben si può notare, il dialogo fra il serpente ed Eva non riguada una vera e propria discussione fra un serpente ed Eva, ma fra Eva e sé stessa, cioè la sua inclinazione al bene (yetzer hatov) contro la sua stessa inclinazione al male (yetzer hara). E' una cosa a cui andiamo incontro tutti noi ogni giorno: decidere se prestare ascolto alle nostre idee malvagie oppure fare prevaricare le idee buone.

Ora, prendiamo in esame i vari elementi della questione:

Si tratta di un serpente letterale? No. Non si tratta di un serpente letterale.

Quando il serpente viene maledetto, si tratta di mangiare polvere letterale? Se non si tratta di un serpente letterale, nemmeno questo "cibo" è letterale. Mangiare la polvere e strisciare sul proprio ventre è solo un modo espressivo poetico ebraico per indicare un'umiliazione.

Le due progenie sono due progenie provenienti da due soggetti differenti? Alcune scuole di pensiero ravvisano nella "progenie del serpente" cose davvero bizzarre, come ad esempio i figli di Caino (impossibile, dato che la sua stipe è stata annientata nel diluvio) se non addirittura una stirpe nata dall'unione sessuale tra il serpente ed Eva. Quindi si parlerebbe di bestialismo. Invece no. La Scrittura descrive l'uomo malvagio come «figlio del diavolo» (Gv 8:44; 1Gv 3:10). Quindi il diavolo avrebbe dei figli? E se il serpente non è il diavolo, ma l'inclinazione malvagia che induce l'uomo a peccare, allora in che senso si è figli dei diavolo e in che senso il serpente ha una stirpe? Se per «progenie di lei» intendiamo i discendenti fisici della donna allora stiamo parlando dell'uomo fisico; ma se pensiamo alla pogenie del serpente (o del diavolo), dobbiamo intendere come progenie tutti coloro che si lasciano dominare dall'inclinazione malvagia, ecco perché si parla di «progenie del serpente» e di «figli del diavolo», perché con il termine "diavolo" si personifica l'inclinazione malvagia dell'uomo.

Se il serpente non è letteralmente un animale, in che modo poteva essere più astuto di tutti gli altri animali del campo? Se reiflettiamo un attimo, per via di una "santa logica", se il serpente non è letterale, in questo contesto neanche gli altri animali, incluso il campo, possono essere letterali. Il serpente è più astuto di tutte le altre bestie perché è l'inclinazione al male dell'essere umano a prevaricare su tutte le altre inclinazioni, e questo Paolo l'ha precisato: «Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio» (Rm 7:19, leggasi tutto il capitolo 7 per un contesto più ampio). Il campo di cui si parla a mio avviso rappresenta la "mente" dell'uomo, che è vasta come un campo e dove ci sono tante bestie. Le bestie rappresentano i pensieri, il carattere, le inclinazioni della persona, e il serpente è la bestia che si erge su tutte le altre, è la più astuta. Se è stato Yhvh a creare queste bestie, vuol dire che è stato Yhvh a creare le inclinazioni e tendenze dell'uomo, sia positive che negative.

Ora, toccati questi punti, faccio una sintesi di quello che ha vissuto Eva: Eva aveva ricevuto l'ordine di non avvicinarsi all'albero né mangiarne il frutto. Spinta dalla sua concupiscenza (Gm 1:14-15) entra in lotta fra sé e sé. La sua inclinazione malvagia (poeticamente personificata con il serpente) la istigava a disobbedire, l'inclinazione benigna, invece, cercava di farla ragionare e non disobbedire. Non c'è nessun "Satana" che tenta, infatti Paolo ha detto: «nessuna tentazione vi ha colti, che non sia stata umana [...]» (1Cor 10:13). Quindi la tentazione origina dall'uomo stesso, non da un tentatore cattivone esterno all'uomo di nome Diavolo. Piuttosto, quando la Scrittura menziona «il tentatore» (Mt 4:3; 1Tess 3:5), non si riferisce al diavolo della teologia tradizionale, ma sempre e solo all'inclinazione al male insita nell'uomo che l'ebreo antico personificava nonostante sapesse che fosse tutta una cosa che derivava dall'inclinazione malvagia dell'uomo stesso.
Durante la sua crescita, l'uomo matura pensieri, idee, inclinazioni, etc. Tutte queste cose (bestie del campo) dipendono dalla mente (il campo stesso), mentre quando l'uomo fa prevaricare l'inclinazione al male (serpente), essa si dimostra più perspicace delle altre attitudini caratteriali e comportamentali. Anche Yahusha non è stato esente da questa inclinazione, perché altrimenti non si porebbe classificare come "vero uomo", come afferma la stessa dottrina Niceana (o Nicena). Oltretutto, il brano di Corinzi di cui sopra, continua dicendo: « Yhvh è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare». Quindi per certi versi la tentazione non è un male, ma è un bene che può aiutarci a crescere, un qualcosa che si deve sopportare, quindi conviverci. Per questo YHVH ha creato diversità di bestie (pensieri), perché altrimenti l'uomo sarebbe stato programmato come un androide ad obbedire e basta, e quindi non avrebbe potuto mostrare amore, obbedienza e devozione sincere al proprio Yhvh creatore. Yhvh ha creato l'uomo con entrambe le inclinazioni, benigna (con tutte le sue sfaccettature rappresentate da molte bestie) e maligna (con tutte le sue sfaccettarure rappresentata da un'unica bestia che racchiude il male in tutte le sue forme).

La progenie di lei, cioè i discendenti fisici della donna, avrebbero lottato contro la progenie di questo serpente non fisico. La progenie di lei avrebbe schiacciato il capo al serpente (prima) mentre il serpente avrebbe a sua volta ferito il calcagno alla progenie di lei (dopo). Ora, com'è possibile che un essere con la testa schiacciata ferisca i calcagni della gente? Facciamo caso a questo dettaglio. Qui non si parla di una sconfitta definitiva del serpente, ma di una continua lotta fra il serpente e la progenie. Non viene indicato nessun vincitore, ma una lotta fra l'uomo e il suo lato malvagio.
Ora, quand'è che finalmente questo serpente viene sconfitto? Viene scofitto grazie all'opera di Yahusha. I "nati di nuovo" in spirito, cioè i nati di nuovo veramente, avrebbero abbandonato ogni inclinazione malvagia e mostrato solo frutti buoni. Ciò non significa che l'inclinazione malvagia dell'uomo viene cancellata, affatto, ma che su tale inclinazione l'uomo avrebbe dominato, facendo prevaricare le inclinazioni buone. Yahusha ha dimostrato, durante le sue tentazioni, di possedere tale inclinazione al male, ma dominandola ha dimostrato di poterla umiliare facendogli "mangiare la polvere del suolo e strisciare sul suo ventre".
Janira
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Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Messaggio da Janira »

Lo avevo scaricato ma poi nella mia confusione generale non riuscivo più a ritrovarlo :d
chelaveritàtrionfi
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Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Shay ha scritto: venerdì 11 novembre 2022, 9:17
Janira ha scritto: venerdì 11 novembre 2022, 7:47 Ma esiste un peccato dell'albero della conoscenza, avvenuto prima della Creazione del mondo materiale e ogni essere umano nasce per riparare quel peccato.
Ma sei certa che l'ebraismo insegna questo?
Io ho letto diversamente. L'episodio del peccato dell'Eden pare che l'ebraismo non lo colloca nel passato, ma nel presente di ognuno di noi. Si insegna che è la condizione innocente della fanciullezza che poi si perde man mano si cresce.
Sei sicuro? Se vai a leggerti diversi commenti in seno all'ebraismo non è che ci sia un'unica spiegazione.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Janira
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Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Messaggio da Janira »

Baal HaSulam e Rabash sono stati rabbini ebrei. Il primo ha commentato lo Zohar e L'albero della vita dell'ARI.
Quando parlano del peccato di Adam HaRishon non si riferiscono ovviamente ad un uomo in carne ed ossa. È l'anima comune creata nel mondo spirituale di Aziluth.
Tale peccato consiste nella nascita dell'egoismo: il desiderio di ricevere per sé stessi. Da esso è derivata la "rottura dei vasi" e la discesa dal mondo di Aziluth fino al nostro mondo, in cui la Luce è(quasi) completamente respinta.
Di questo ne parla anche l'ARI.
chelaveritàtrionfi
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Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Shay ha scritto: sabato 12 novembre 2022, 20:11
chelaveritàtrionfi ha scritto: venerdì 11 novembre 2022, 18:50 Sei sicuro? Se vai a leggerti diversi commenti in seno all'ebraismo non è che ci sia un'unica spiegazione.
L'ebraismo è così, non c'è mai un'unica spiegazione, ma c'è sempre un unico filo conduttore. Indicarmi per piacere una fonte ebraica che dice che "ogni essere umano nasce per riparare quel peccato."
Il fatto che non ci sia mai un'unica spiegazione dovrebbe far riflettere. Vuol dire che nessuna di quelle è corretta. Il filo conduttore c'è ma è nascosto. Per quanto riguarda il peccato prima dobbiamo toglierci dalla mente la visione religiosa ed è dura, perchè ci sono troppi agganci ed ognuno si è fatto il suo film. Tutto questo ha causato non pochi problemi. Sono due mesi che leggi il forum? Io ci scrivo da 12 anni e ti posso garantire che una discussione non si è mai portata a termine. Ho fatto una gran fatica a ricostruire molte cose ed il 90% delle persone che scrivono in tutti i forum del web sono purtroppo vincolari dalla mentalità religiosa, da qualunque parte. Le informazioni che trovi in rete le devi prendere con le pinze .. oltre a questo l'ostacolo maggiore è la mente delle persone. Molte cose sono costretto a tenermele per me.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
chelaveritàtrionfi
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Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Shay ha scritto: domenica 13 novembre 2022, 9:12
chelaveritàtrionfi ha scritto: sabato 12 novembre 2022, 22:37 Il fatto che non ci sia mai un'unica spiegazione dovrebbe far riflettere. Vuol dire che nessuna di quelle è corretta.
Oppure che siano tutte corrette e insegnano aspetti diversi. Oppure ancora solo una di esse è corretta e le altre servono per distogliere l'attenzione da quella giusta. Così ha spiegato Besasea riguardo la salvaguardia della torah orale.
Statisticamente ciò che dici è vero ma su una risposta semplice, non su una risposta complessa dove ci sono "n" elementi. Ogni spiegazione è costituita da un' insieme di interpretazioni, simbolo per simbolo, frase per frase. Possiamo dire però che esiste la possibilità che ci sia una risposta più corretta di altre, che ogni risposta serve a mostrare diverse sfaccettature o che siano tutte errate. Il fatto è che c'è un limite che si chiama religione. Credere in un'autorità piuttosto che in un'altra, è una forma di religione e oggi l'ebraismo è anch'esso una religione.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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