Una falsificazione

Lella
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Re: Una falsificazione

Messaggio da Lella »

Caro Enigma, no.... non preoccuparti, non ho nessuna intenzione di scrivere altre cinquanta pagine sulla Trinità, anche se voi avete abbandonato la discussione, come su la Divinità di Gesù.

In oltre penso, che se sono state scritte cinquanta pagine, è perchè c'e stato molto da dire, non vi pare?

Come per esempio sulla "Parola" descritta da Giovanni 1:1,14.

Acuni credono che la "Parola" sia riferita a Gesù, altri invece credono che la "Parola" sia riferita a Dio stesso chiamandola "Parola creatrice di Dio."

Ho imparato in questo Forum, che se vuoi essere credibile, non devi mai uscire dal contesto che si legge vero?

Allora, se il Vangelo di Giovanni inizia dicendo che:

Nel principio era la "Parola,"...... la "Parola" era con Dio,
e la "Parola" ERA DIO.

Fino a questo punto, non mi pare difficile, comprendere che la "Parola" in questione era Dio.

Poi sempre parlando della "Parola" senza mai uscire dal contesto, arriviamo al versetto 14 dove Giovanni dice ben chiaro che:

La "Parola" è diventata carne e ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità.

Io ho conosciuto solo una persona piena di grazia e di verità, Cristo Gesù.

In oltre Giovanni continua, testimoniando che sia lui, e tutti coloro che lo hanno visto, hanno contemplato la sua gloria,

Si... hanno contemplato quella gloria come l'unigenito venuto dal Padre, cioè il figlio di Dio. (Gesù)

In conclusione:

Gesù prima di essere l'unigenito, figlio di Dio, era la "Parola" che stava presso Dio, ed era Dio come dice l'Apostolo Giovanni 1:1.

Direi che è inutile e vano perdersi in chiacchiere, o in misteri filosofici con un passo così semplice e chiaro come questo appena citato.

Io penso che trasformare Gesù in un semplice uomo, o in una sorta di dio minore, con giochetti di parole, sia blasfemo.
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Antonino
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Re: Una falsificazione

Messaggio da Antonino »

Cara Lella.
Io penso che sia blasfemo adorare il servo di Yhwh al posto di Yhwh!
Yeshùa stesso disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto” ». (Vangelo secondo Matteo 4:10 NR06)

Io penso che non dare il giusto onore al Figlio, equivale a non onorare il Padre: affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato. (Vangelo secondo Giovanni 5:23 NR06)

Ovviamente Adorare e Onorare non è la stessa cosa!
Io onoro il Figlio, senza pretendere di togliere il Suo posto, il Suo ministero che il Padre gli ha dato! Le religioni, hanno innalzato il Figlio a Dio, spodestandolo automaticamente del Suo ministero! Rendendo il Figlio etereo, inarrivabile, irraggiungibile essendo Dio, si sono interposti a mediatori tra Yhwh e gli uomini! Confessano che esiste un solo mediatore! Ma nei fatti non è così! Il Messia è il mio mediatore! Chi professa diversamente è contro Lui! Chi non confessa che Lui è L'Unto risuscitato in potenza da Yhwh, innalzando lodi e adorazioni in nome Suo, trasgredisce alle Sue Parole: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto” ». (Vangelo secondo Matteo 4:10 NR06)
Lascio agli altri la convinzione di essere migliori, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare!
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Gianni
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Re: Una falsificazione

Messaggio da Gianni »

Il discorso di Lella è perfettamente logico fino ad un certo punto. Lei identifica giustamente, come fa la Bibbia, la “parola” con Dio. L’inghippo nel suo ragionamento arriva commentando Gv 1:14 in cui è detto che “la parola carne ἐγένετο [eghèneto] e pose la tenda fra noi” (testo greco). Il verbo greco eghèneto significa “divenire, cioè iniziare ad esistere / sorgere, apparire nella storia” (Vocabolario del Nuovo Testamento). La parola sapiente di Dio, con cui tutto aveva creato, prese forma umana nella persona mortale di Yeshùa, così che tutto ciò che egli diceva non era parola sua ma di Dio. Si noti il parallelo che Giovanni fa al v. 17: “La legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo”. Due uomini strumenti di Dio, strumenti da Lui usati per portare il suo insegnamento. Mosè stesso profetizzò a Israele: “Per te il Signore, il tuo Dio, farà sorgere in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta come me; a lui darete ascolto!” (Dt 18:15). “Mosè, infatti, disse: 'Il Signore Dio vi susciterà in mezzo ai vostri fratelli un profeta come me; ascoltatelo in tutte le cose che vi dirà. E avverrà che chiunque non avrà ascoltato questo profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo'. Tutti i profeti, che hanno parlato da Samuele in poi, hanno anch'essi annunciato questi giorni. Voi siete i figli dei profeti e del patto che Dio fece con i vostri padri, dicendo ad Abraamo: 'Nella tua discendenza tutte le nazioni della terra saranno benedette'. A voi per primi Dio, avendo suscitato il suo Servo, lo ha mandato per benedirvi, convertendo ciascuno di voi dalle sue malvagità»”. - At 3:22-26.
Mosè non era Dio, era un profeta; Yeshùa non era Dio, era il profeta. Mosè parlò a nome di Dio e disse le parole di Dio, ma a volte disse di suo; Yeshùa disse sempre e soltanto parole di Dio, perché la stessa parola di Dio scese in lui permanentemente.

A Michele che contesta il fatto che si attribuisca la salvezza a Yeshùa, ricordo di nuovo le parole stesse di Yeshùa: “Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti”. - Mt 20:28.
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Gianni
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Re: Una falsificazione

Messaggio da Gianni »

Lascio ad altri di rispondere. Grazie.
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Israel75
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Re: Una falsificazione

Messaggio da Israel75 »

Gv 12:47 Se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Maryam Bat Hagar
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Re: Una falsificazione

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

Michele ci tengo a capire il tuo punto di vista...ho delle domande
1)perché sarebbe morto il Messia Yeshua?
2)era necessario a questo punto che avvenisse in modo cosi atroce e violento?
3)in poche parole il suo sacrificio non è servito a nulla?

isaia 53.che anche secondo gli antichi esegeti ebrei(e non credenti in Yeshua) era riferito al Messia
http://www.messiev.altervista.org/isaia53.htm

Efesini 1:7=Cristo è morto per NOI
Corinzi 1:18=la morte di Cristo in croce,che noi predichiamo SEMBRA una pazzia a quelli che vanno verso la perdizione,ma per NOI,che D-O SALVA,è potenza di D-o
un'abbraccio in Yeshua
il nostro nemico non è né l'ebreo né il cristiano
il nostro nemico è la nostra stessa ignoranza

Ali ibn Abi Talib(599- 661)
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Enigma
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Re: Una falsificazione

Messaggio da Enigma »

Michele, la salvezza dal peccato nelle Scritture, è molto evidente che sia avvenuta tramite Yeshùa, ad esempio, in Pietro, si legge che: "egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati guariti". - 1 Pietro 2:23.

E' vero come dici, che è per la fede si è salvati, ma questa fede, non deve rendere vano il sacrificio, anzi, deve passare attraverso il sacrificio di Yeshùa. Tu potresti avere la fede più grande in questo mondo, ma non ti servirà a nulla se non riconosci in Yeshùa il sacrificio propiziatorio per i peccati di tutto il mondo. (1 Giovanni 2:2)

Riguardo al punto 3 dove dici: Il suo sacrificio era inevitabile, come lo sono certi avvenimenti che accadono qui sulla Terra. Perché succedono certe cose sulla Terra, ce lo siamo domandati? Succedono.

Quello che dici è condividibile in parte. Che il sacrificio di Yeshùa era inevitabile, (aggiungerei,indipendentemente dalla classe religioso-politica dell'Israele) siamo pienamente d'accordo perché è scritto: "Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati ". - Luca 24: 46,47. Questo significa che Dio aveva programmato il sacrificio di Yeshùa fin dalla fondazione del mondo.

Quello che non è condivisibile, è quando dici che doveva succedere per "come succedono certi avvenimenti sulla Terra". Qui, non ci siamo affatto, perché tu unisci il sacrificio di Yeshùa che fa parte del piano di Dio, con gli avvenimenti di questa terra che sono lasciati al caso, perché Dio non si intromette negli avvenimenti crudeli di questo mondo. Quindi, è assolutamente da escludersi un accostamento simile.
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Gianni
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Re: Una falsificazione

Messaggio da Gianni »

Michele io non rifiuto mai una risposta a una domanda biblica. Che tu – come scrivi - mi abbia messo di fronte a un’evidenza che non mi piace e a cui mi sottraggo, è una tua illusione. Vuoi la verità? Semplicemente mi sono stancato di ripeterti cose semplici che non riesci a capire. Per questo ho lasciato ad altri di risponderti. E lo stanno facendo egregiamente.
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Re: Una falsificazione

Messaggio da Gianni »

Michele, la morte sacrificale di Yeshùa e il riscatto sono alla base della fede in Dio attraverso Yeshùa. Mettere in dubbio questa verità equivale a rifiutare la fede stessa. In tal modo Yeshùa è ridotto semplicemente a un esempio da imitare. Yeshùa è molto ma molto di più di un esempio da emulare. Tutto il piano di Dio, tutto il suo progetto si basa proprio sul sacrificio di riscatto di Yeshùa. Se non lo si comprende o addirittura lo si nega, si può anche buttare via la Bibbia.
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Gianni
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Re: Una falsificazione

Messaggio da Gianni »

Faccio una breve premessa per spiegare perché ora mi unisco a voi nel rispondere a Michele. Diversi anni fa, quando ancora tenevo conferenze pubbliche, fui invitato da un’istituzione che preparava i propri missionari a tenere una conferenza biblica. Nell’occasione mi informai sul loro ateneo e sui metodi di insegnamento, perché ero molto interessato ai processi di comunicazione anche dal punto di vista psicologico. Il preside mi disse: “Qui da noi abbiamo una specialità unica nel suo genere. Al termine dei corsi, quando i nostri studenti sono ormai ben preparati in campo biblico, mettiamo alla prova la loro capacità di ricerca biblica e di ragionamento ricorrendo al nostro particolare sistema: enunciamo una dottrina o una verità biblica (di cui sono ormai padroni perché l’hanno studiata a fondo) e poi chiediamo loro di dimostrala utilizzando un unico libro biblico, che indichiamo”. Questo sistema mi parve subito molto interessante ed efficace. Mi viene in mente ora, e ciò mi dà l’idea di utilizzarlo a fine studi nella Facoltà Biblica. Comunque, prendo le asserzioni di Michele – che nessun vero credente ma neppure nessun credente di qualsivoglia religione cosiddetta cristiana accetterebbe – come una sfida con me stesso. Non tanto per rispondere a Michele, del cui pensiero non mi occupo, ma per fare un utile esercizio di ricerca biblica. Userò quindi unicamente il vangelo, nelle quattro versioni contenute nella Bibbia.

Yeshùa, durante la sua ultima cena, “dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi »” (Lc 22:20). Analizzando meglio questo passo scopriamo che Yeshùa disse qualcosa di ben più forte; riferendosi al suo sangue disse: τὸ ὑπὲρ ὑμῶν ἐκχυννόμενον (tò ypèr ymòn enchynnòmenon), “quello per voi versante”; il participio presente ha una sfumatura che è colta meglio da TNM: “Dev’essere versato”. Non si tratta poi di un sangue qualsiasi, ma di uno specifico: “quello” (). Ora, perché mai Yeshùa ritiene che proprio il suo sangue vada versato? Perché a favore dei discepoli? E in cosa consisteva mai tale favore? Nessuno di loro era in pericolo di vita e Yeshùa non si stava sacrificando prendendo il posto di qualcuno che rischiava la vita. Tutti erano tranquillamente a tavola, e Yeshùa afferma che il suo sangue deve essere versato a loro favore. La preposizione ypèr significa “nell’interesse di”.
Dopo cena, al Getsemani, Yeshùa – consapevole dell’atroce morte che lo attende – trascorre i momenti più tragici della sua vita, arrivando a implorare Dio di risparmiagli l’atroce sofferenza che lo attende; infine si rimette alla volontà di Dio, riconoscendo così che la sua morte faceva parte della volontà divina.
La morte di Yeshùa non fu un atto con cui egli dava semplicemente un esempio filantropico; per questo parlava la sua stessa vita e nessuno chiedeva che fosse ucciso, anzi. Yeshùa era però consapevole della necessità di morire e per questo rimase fedele alla volontà di Dio. Fino alla fine la sua attitudine fu questa: “Io non posso fare nulla da me stesso … perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato”. - Gv 5:30.
Il passo parallelo di Mt 26:28 aggiunge un particolare importante: “Il mio sangue … sparso … per il perdono dei peccati”. Il sangue di Yeshùa riscatta dai peccati. Mt 20:28, in cui Yeshùa parla della sua missione, è ancora più preciso: “Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto [λύτρον (lytron)] per molti”. Il vocabolo lytron indica “il prezzo della redenzione / il riscatto della vita”. Il sangue di Yeshùa riscatta e perdona i peccati.

Yeshùa non mise affatto da parte la Scrittura, tutt’altro. Nessun suo discepolo dovrebbe permettersi di farlo. L’intera Bibbia e in particolare la Toràh è “un precettore per condurci a Cristo”. - Gal 3:24.
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