Anima

L'agnostico
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Re: Anima

Messaggio da L'agnostico »

Se fosse così come si spiega il fatto che molte persone si sono sentite come dire distaccare dal proprio corpo...esperienze e racconti di persone che sembrerebbe dare credito al fatto che un anima...ovvero un elemento spirituale oltre al corpo esiste?

Per quanto riguarda il verso biblico non so dirvi molto..solo mi chiedo perché fare questa distinzione tra corpo e anima se era la vita in generale?
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Gianni
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Re: Anima

Messaggio da Gianni »

Francesco ha dato un'ottima spiegazione. Bravo.
feola annamaria
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Re: Anima

Messaggio da feola annamaria »

Volevo chiedere la differenza tra anima e spirito in ebrei 4:12
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francesco.ragazzi
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Re: Anima

Messaggio da francesco.ragazzi »

Approfondiamo con concetti espressi da Gianni e Noiman che condivido :

La prima volta che incontriamo la parola nèfesh nella Bibbia è in Gn 1:20: “Dio proseguì, dicendo: «Brulichino le acque di un brulichio di nèfesh viventi»”. Si tratta della creazione degli animali.

Il vocabolo lo incontriamo poi di nuovo in Gn 2:7: “Yhvh Dio formava l’uomo dalla polvere del suolo e gli soffiava nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne una nèfesh vivente”. (Notiamo che l'uomo non ha una nèfesh vivente ma che l'uomo è una nèfesh vivente !) .-

Ci chiediamo che differenza c'è fra il nèfesh animale ed il nèfesh dell'uomo ?

Traduciamo come dici tu Genesi 2:7 : “Il Signore Dio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli ispirò nelle narici il soffio vitale e l’uomo divenne essere vivente” .-

Il soffio vitale נשמת חיים è una espressione che compare per la prima volta e pone la distinzione tra le creature create precedentemente, quindi pone la differenza fra la creazione animale e la creazione umana.-
Se assimiliamo il soffio vitale allo spirito di Dio, possiamo dire che l’uomo divenne vivente esattamente come gli animali creati prima di lui, ma differente dalle altre creature perchè Adam ricevette lo spirito di D-o in adempimento all’ espressione: “Dio creo l’uomo a sua immagine e somiglianza”( Genesi 1/27).

Aggiungiamo poi che in Genesi 2:7 la parola וייצר, “e formò” appare in una forma insolita , יצר “y-tz-r” è la radice, ma il verbo appare scritto in modo difettivo , insolite sono le due יי “yod” consecutive.

Mentre in Genesi 2:19 (circa gli animali) è però scritto: וַיִּצֶר יְהוָה אֱלֹהִים (vayitzèr Yhvh Elohìym), “e formò Yhvh Dio”, e qui il verbo יִּצֶר (yitzèr), “formò”, è scritto correttamente, con una sola yod (י, y).

I rabbini fanno quindi notare che gli animali sono stati creati con un solo istinto, mentre l’essere umano ha due inclinazioni. Lo yod (י, y) è, infatti, la prima lettera della parola יֵצֶר (yètzer), che significa “inclinazione”, come in Gn 6:5: “[Dio] vide che la cattiveria dell’uomo era abbondante sulla terra e che ogni inclinazione [יֵצֶר (yètzer)] dei pensieri del suo cuore era solo cattiva in ogni tempo”. – TNM.

Distinguiamo quindi negli uomini due inclinazioni :
1) La buona inclinazione (Yetzer Tov) si manifesta anche nella coscienza morale come voce interiore che ci segnala che c’è qualcosa che non va. La coscienza è innata: Dio ha creato l’essere umano così. La sperimentarono subito Adamo ed Eva, nascondendosi per la vergogna non appena infransero il comando di Dio (Gn 3:7). Paolo conferma che ogni essere umano discendente da Adamo ed Eva la possiede: “Certo i pagani non conoscono la Legge data da Dio; ma quando essi compiono ugualmente ciò che la Legge comanda, è come se l’avessero dentro di sé. La loro condotta dimostra che nei loro cuori è scritto ciò che la Legge prescrive. Lo dimostrano la loro coscienza e i ragionamenti che fanno tra di loro, con i quali, a volte, si accusano, e a volte si difendono”. – Rm 2:14,15, TILC.
2) La cattiva inclinazione (Yetzer Ra) va compresa secondo il pensiero ebraico (e quindi biblico) e non all’occidentale. Si tratta della nostra natura egoistica. Tuttavia, occorre distingue bene il tipo di egoismo. L’egoismo inteso come aspetto negativo è l’egoismo psicologico ovvero l’agire solo in base ai propri interessi. C’è poi l’egoismo etico che consiste nell’agire in base ai propri interessi ma non solo per quelli. Generalmente, l’egoismo è visto come l’agire nel proprio interesse a scapito degli altri. La natura egoistica dello Yetzer Ra non è però in sé negativa. Si tratta, infatti, di un egoismo razionale. In etica, l’egoismo razionale è visto semplicemente come comportamento logico, affermando che è del tutto razionale agire in base ai propri interessi. Quest’ultima idea trova conferma nella realtà delle cose e nella Scrittura. È del tutto ovvio che mangiare, bere, dormire – per citare alcuni comportamenti comuni – sia fatto nel proprio interesse. Non farlo sarebbe un suicidio. Perfino provare gioia nell’ubbidire a Dio potrebbe essere definito egoistico, ma si tratta – appunto – di un egoismo razionale. La Scrittura ci dice di amare il prossimo come noi stessi (Lv 19:18; Mt 22:39) e ciò comporta necessariamente che prima di tutto amiamo noi stessi.
Lo Yetzer Ra non è quindi, in sé, qualcosa di brutto e negativo. È Dio che ha creato così l’essere umano, ed è grazie a questo istinto che progrediamo. È proprio grazie a tale sano egoismo razionale che mettiamo su casa, ci sposiamo, curiamo il benessere nostro e dei nostri cari. Tuttavia, da uno stimolo in sé positivo si può andare oltre e degenerare.
Facciamo un esempio. Il desiderio sessuale è voluto da Dio e garantisce la costituzione di una famiglia e la procreazione; ma non solo, perché è un piacere che Dio invita a godere: “Benedetta la tua sorgente, la donna che hai sposato nella tua gioventù! Con lei sii felice” (Pr 5:18, TILC; cfr. Ec 9:9). In Israele, l’uomo che si sposava era esentato per un anno dal servizio militare e da altri obblighi sociali, così da poter godere insieme a sua moglie le gioie del matrimonio (Dt 24:5).
Il desiderio sessuale, in sé buono, può però degenerare in violenza carnale, incesto, adulterio, omosessualità e altre perversioni.
Va notato che lo Yetzer Ra è un’inclinazione interiore che fa parte della persona, non qualcosa che viene dall’esterno. Tutti abbiamo la possibilità di fare una scelta.

“Vedete, io vi pongo oggi davanti alla scelta, tra una benedizione e una maledizione”. – Dt 11:26, TILC.

Lo yètzer o inclinazione tende al male sin da quando l’essere umano è giovane: “L’inclinazione [יֵצֶר (yètzer)] del cuore dell’uomo è cattiva [רַע (ra)] fin dalla sua giovinezza” (Gn 8:21, TNM). I bambini e le bambine non sono malvagi né tantomeno nascono tali. Non sono neppure ancora dotati di una coscienza morale. Non sono neanche contagiati da un presunto peccato originale. Quando Paolo dice che “noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri” (Ef 2:3), egli vede l’essere umano per quello che è, per come si trova nella situazione attuale del mondo. E vede che l’essere umano, nell’ambiente attuale, cade nella schiavitù delle concupiscenze carnali e vive schiavo di satana. Paolo non parla qui dei bambini che nascono e muoiono, ma delle persone già mature che l’apostolo aveva davanti agli occhi con tutti i loro peccati. Anche se cerchiamo di creare un ambiente ideale, i nostri sforzi saranno frustrati dall’ereditarietà che influisce sull’individuo e lo condiziona, rendendolo tarato.

A questa miseria umana è venuto incontro Dio con il suo grande e immenso amore: “Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati)”. – Ef 2:4,5.

La cattiva inclinazione ci permette di conoscere il male e quindi ci aiuta a comprendere meglio il bene. Anche in ciò lo Yetzer Ra mostra la sua funzione positiva. Esso non va perciò soppresso. Dobbiamo piuttosto impiegarlo nel modo giusto lasciando prevalere lo Yetzer Tov. Il male, di per sé inoffensivo se rimane solo una possibilità che non cogliamo, produce le sue conseguenze se lo scegliamo: “La tua malvagità è quella che ti castiga”. – Ger 2:19.

Per tornare in argomento, possiamo riferirsi al Qohèlet:
“La sorte dei figli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore l'uno, così muore l'altra; hanno tutti un medesimo soffio [rùakh]”. - Ec 3:19.

La nèfesh è la persona fisica stessa e sia gli animali che gli umani sono nèfesh. Inoltre la Bibbia parla di nèfesh morte, il che esclude il concetto greco-pagano della sua immortalità.



Il termine neshamàh indica semplicemente il respiro, sia dell’uomo che dell’animale, e muore con l’organismo (Gn 7:22; Dt 20:16; Gs 10:39,40;11:11; Is 2:22). La neshamàh come parte dell’uomo che continua a esistere dopo la morte è un concetto dell’ebraismo moderno, non biblico.

Il termine Rùakh indica ciò che dà vita al corpo, sia umano sia animale (Gn 6:17;7:15,22). Indica molto più dell’atto di respirare (neshamàh), perché si riferisce alla forza vitale o Energia Vitale, sostenuta dalla respirazione, che è in ogni creatura vivente, sia umana che animale, come si deduce da Gn 7:22.

…..quello che torna a Dio dopo la morte del corpo è lo “spirito dell'uomo dentro di lui” (Zc 12:1) e quindi il Rùakh che lascia l'uomo alla sua morte .-

tradurre la parola ebraica nèfesh con “anima” mi sembra una scelta sciagurata dei traduttori. Il concetto di anima è pagano, non biblico. La parola nèfesh può indicare diverse cose (corpo, collo, gola, desiderio, persona, essere bisognoso, animale), finanche “animo”, ma mai anima.
Se poi si vuole a forza usare “anima”, va detto che l’uomo non ha un’anima ma casomai è un anima.
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Gianni
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Re: Anima

Messaggio da Gianni »

Francesco ... :YMAPPLAUSE:
L'agnostico
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Re: Anima

Messaggio da L'agnostico »

…..quello che torna a Dio dopo la morte del corpo è lo “spirito dell'uomo dentro di lui” (Zc 12:1) e quindi il Rùakh che lascia l'uomo alla sua morte .-
Scusate forse sono io che non capisco ma che si chiami anima o spirito è evidente che c'è qualcosa oltre il corpo che rimane dopo la morte ho capito bene?
Cos'è che torna a Dio?
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francesco.ragazzi
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Re: Anima

Messaggio da francesco.ragazzi »

Credo l'energia vitale....che si riceve all'atto del concepimento e che lascia l'uomo alla sua morte e si ricongiunge alla sua fonte originale ossia a Dio Creatore.
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francesco.ragazzi
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Re: Anima

Messaggio da francesco.ragazzi »

Il corpo umano, come noi comunemente lo conosciamo, è un composto chimico costituito mediamente per il 65% da acqua, 16% proteine, 13% lipidi, 5% sali minerali, 1% altro, ma è anche una macchina molto complessa ed articolata che su un’impalcatura ossea e muscolare riporta tutta una serie di sistemi molto elaborati quali, la rete dei vasi sanguigni e linfatici, la rete neurale ed altri; inoltre, può anche essere visto come una popolazione di circa 50 trilioni di cellule che, oltre ad avere un compito specifico loro assegnato, comunicano in qualche modo in tempo reale tra loro. Viene spontaneo chiedersi come sia possibile tutto ciò, cos’è che muove e tiene in vita questa meravigliosa macchina, la più complessa dell’universo conosciuto?

Il fatto stesso che ci poniamo questa domanda significa che non ne conosciamo appieno la risposta, perchè l’energia che sottende ai principi vitali non appartiene a quelle cose che possiamo percepire con i nostri sensi ordinari o con le moderne apparecchiature.

L’energia vitale che assorbiamo, e ci tiene in vita, è la stessa che viene assorbita e tiene in vita gli animali, le piante e ogni cosa che esiste nell’universo. Esiste un solo spirito ed è lo stesso in tutti gli esseri, in tutta la creazione. Ogni essere vivente è parte di noi, siamo tutti Uno, le differenze appartengono alle forme non allo Spirito; come dicono i grandi maestri spirituali “Siamo gocce dello stesso oceano”.

Il concetto corrente circa l'essere umano è dualista: è composta di anima e di corpo. Secondo questa concezione, l'anima è la parte interiore, invisibile, spirituale, mentre il corpo è la parte esteriore, visibile. C'è indubbiamente una parte di verità in questa concezione, ma è del tutto insufficiente. Il corpo è certamente il contenitore, ma la Bibbia non fa mai confusione fra lo spirito e l'anima, come se i due termini fossero sinonimi. La loro stessa natura li distingue l'uno dall'altra.

La Parola di Dio concepisce l'uomo come un essere tripartito: spirito, anima e corpo.
1 Tessalonicesi 5,23 dice: "L'intero essere vostro, lo spirito, l'anima e il corpo sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo". Questo versetto mostra chiaramente che la creatura umana è composta di tre parti. Se la completa santificazione dei credenti includesse soltanto due elementi, l'apostolo Paolo avrebbe detto semplicemente: la vostra anima e il vostro corpo. Invece ha detto: spirito, anima e corpo.
Ma è veramente importante fare una distinzione fra lo spirito e l'anima? Si, questa distinzione è della massima importanza, perché ha una implicazione diretta nella vita del credente. Come può capire la vita spirituale se si ignora fin dove arriva il campo d'azione dello spirito? E come si può crescere spiritualmente se non si hanno idee chiare in proposito? La confusione fra l'anima e lo spirito è fatale per la vita spirituale. I credenti spesso considerano spirituale ciò che in realtà riguarda solo l'anima e si fermano all'aspetto psichico delle cose, senza ricercare ciò che è veramente spirituale. Come possiamo evitare gli errori se confondiamo ciò su cui Dio opera una distinzione?
La vera conoscenza è molto importante per la vita spirituale. Aggiungiamo tuttavia, che un'altra cosa è altrettanto importante: che il credente sia abbastanza umile per prepararsi ad accettare l'insegnamento dello Spirito Santo. Allora gli sarà accordato di conoscere per esperienza la divisione dell'anima dallo spirito anche se questa conoscenza, all'inizio gli sembrerà non del tutto facile. Il credente più sprovveduto, che non ha la minima idea di che cosa sia la divisione dell'anima dallo spirito, può tuttavia farne l0esperienza nella vita reale; e, viceversa, un credente ben informato, che ha familiarità con il concetto di divisione dell'anima dallo spirito, può non farne alcuna esperienza nella sua vita.
Beato quel credente che ha la conoscenza e l'esperienza di queste verità!  Purtroppo la maggioranza dei credenti non ha questa esperienza. E' indispensabile, all'inizio di questo cammino, insegnare loro quali sono le diverse funzioni dell'anima e dello spirito, per incoraggiarli poi a ricercare ciò che è spirituale.
Vi sono altri testi biblici che affermano questa differenziazione fra l'anima e lo spirito. "Infatti la Parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore" (Ebrei 4,12). In questo versetto l'autore considera due gli elementi non fisici dell'uomo: l'anima e lo spirito. La parte fisica comprende le giuntura e le midolla. Quando il sacerdote si serviva della spada per dividere completamente l'animale sacrificato, nulla delle parti interiori poteva rimanere nascosto. Anche le giunture e le midolla venivano separate. E' in questo modo che il Signore Gesù si serve della Parola di Dio per il suo popolo, per operare una separazione completa e provocare una divisione fra ciò che è spirituale, ciò che è psichico e ciò che è fisico. Ne consegue che, poiché lo spirito e l'anima possono venire separati, devono logicamente essere diversi per natura. E' dunque chiaro che la creatura umana è formata da tre parti.
LA CREAZIONE DELL'UOMO

"Dio, il  Signore formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente" (Gen 2,7). Appena "l'alito vitale" (che sarà lo spirito dell'uomo) venne in contatto con il corpo, l'anima ne fu il risultato. L'anima è dunque una combinazione di corpo e di spirito. L'uomo viene così definito: "un'anima vivente". L'alito vitale diventa lo spirito dell'uomo, cioè il principio di vita che è dentro di lui, Gesù ha detto : "E' lo spirito che vivifica" (Giovanni 6,63).
Quest'alito vitale viene dal Signore della creazione. Tuttavia dobbiamo stare attenti a non confondere lo spirito dell'uomo con lo Spirito Santo di Dio.
Quest'ultimo differisce dallo spirito dell'uomo. Romani 8,16 dimostra tale differenza dichiarando che "lo stesso Spirito attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio". Il termine originale che viene tradotto "vita" nella locuzione "alito di vita" è chay ed è al plurale. Ciò potrebbe riferirsi al fatto che l'alito di Dio produsse una duplice vita, dell'anima e dello spirito. Quando l'alito di Dio penetrò il corpo dell'uomo divenne lo spirito dell'uomo; ma quando lo spirito reagì con il corpo, si produsse l'anima. Questo spiega l'origine della vita dell'anima e di quella dello spirito.
Dobbiamo riconoscere, tuttavia, che questo spirito non è la vita di Dio, poiché "il soffio dell'onnipotente mi dà vita" (Giobbe 33,4). Non si tratta dell'entrata nell'uomo della vita eterna, non creata, di Dio, né della vita che riceviamo con la rigenerazione. Quella che riceviamo con la nuova nascita è la vita di Dio, così come è rappresentata dall'albero della vita. Ma il nostro spirito umano, sebbene permanente, è privo di "vita eterna".
"Formò l'uomo dalla polvere della terra": questa espressione si riferisce al corpo dell'uomo.
"Gli soffiò nelle narici un alito vitale": si riferisce allo spirito dell'uomo che viene da Dio.
"E l'uomo divenne un'anima vivente": si riferisce all'anima dell'uomo.
Quando il corpo si trovò vivificato dall'alito vitale, cioè dallo spirito, questo fatto fece sorgere un essere vivente e cosciente della propria esistenza. L'uomo completo è una trinità: l'insieme di spirito, anima e corpo. Secondo Genesi 2,7 l'uomo era formato soltanto di due elementi indipendenti: quello fisico e quello spirituale. Ma quando Dio pose lo spirito all'interno del rivestimento di terra, ne scaturì l'anima. Lo spirito dell'uomo messo a contatto con il corpo inerte produsse l'anima. Senza spirito, il corpo era morto; ma con lo spirito, l'uomo divenne vivente. L'organo così creato venne chiamato: anima.
"L'uomo divenne un'anima vivente": questa affermazione non soltanto esprime il fatto che l'incontro tra il corpo e lo spirito produsse l'anima, ma suggerisce il concetto che lo spirito e il corpo si siano trovati completamente amalgamati nell'anima. In altri termini, l'anima e il corpo si sono combinati con lo spirito e lo spirito e il corpo si sono amalgamati nell'anima.

"Nello stato in cui Adamo si trovava prima della caduta, c'era una perfetta fusione dei tre elementi in una unità che l'anima, come sede decisionale, diede origine alla sua personalità, alla sua esistenza di essere distinto dagli altri" (Pember). L'uomo è stato definito come anima vivente perché è nell'anima che lo spirito e il corpo si incontrano ed è per mezzo dell'anima che la sua personalità si manifesta.
Potremmo usare un'illustrazione, anche se imperfetta: versate del colore in una tazza. Il colore e l'acqua si mescoleranno per formare una terza sostanza chiamata inchiostro. In modo simile i due elementi indipendenti spirito e corpo si combinano per diventare anima vivente. Questa analogia è però imperfetta in quanto l'anima prodotta dalla combinazione di spirito e corpo diventa un elemento indipendente e indissolubile tanto quanto lo spirito e il corpo.
Dio ha trattato l'anima dell'uomo come qualcosa di unico. Come gli angeli sono stati creati spirito, così l'uomo è stato creato essenzialmente anima vivente. Non soltanto l'uomo aveva un corpo, un corpo con un alito vitale, ma è anche diventato anima vivente.
Frequentemente nella Bibbia Dio parla degli uomini come di "anime". Perché? Per il motivo che l'uomo è ciò che è la sua anima. La sua anima lo rappresenta ed esprime la sa personalità. E' l'organo della volontà, l'organo per mezzo del quale lo spirito e il corpo risultano perfettamente amalgamati. Se l'anima dell'uomo vuole ubbidire a Dio, lascerà che sia lo spirito a governare l'essere umano, come Dio ha voluto. Ma l'anima può anche scegliere un'altra strada: ignorare lo spirito e trovare la sua soddisfazione come signore dell'uomo!

Questa costituzione di spirito, anima e corpo può essere parzialmente illustrata da una lampadina a incandescenza. Dentro la lampadina, che può rappresentare la totalità dell'uomo, ci sono elettricità, luce e filo conduttore. Lo spirito è come l'elettricità. L'anima è la luce e il corpo il filo conduttore. L'elettricità è la causa della luce, che a sua volta è dunque l'effetto dell'elettricità. Il filo conduttore è l'elemento materiale che serve sia per trasportare l'elettricità, sia per manifestare la luce. La combinazione di spirito e corpo produce l'anima, che è esclusività dell'uomo. Così come l'elettricità, trasportata dal filo conduttore, si manifesta nella luce, lo spirito agisce sull'anima e l'anima a sua volta, si esprime mediante il corpo.
Dobbiamo tuttavia ricordarci di un fatto importante. Mentre l'anima è il punto di incontro degli elementi del nostro essere in questa vita attuale, sarà lo spirito che eserciterà il potere nella nostra vita di resurrezione. Poiché, dice la Bibbia, "è seminato corpo naturale (o psichico) e risorgerà corpo spirituale" (1 Corinzi 15,44). C'è qui un punto essenziale: noi che siamo stati uniti al Signore risorto, possiamo fin d'ora avere il nostro essere intero governato dal nostro spirito. Non siamo più uniti al primo Adamo, che è stato fatto anima vivente, ma all'ultimo Adamo (Gesù Cristo) che è spirito vivificante (1 Corinzi 15,45).
 
E' per mezzo del corpo fisico che l'uomo entra in contatto con il mondo materiale. Possiamo dunque definire il corpo come lo strumento per mezzo del quale acquistiamo coscienza del mondo.
L'anima comprende l'intelligenza, che ci aiuta in questo stato della nostra esistenza e le emozioni che provengono dei sensi. Poiché l'anima appartiene all'io dell'uomo e rivela la sua personalità, è definita come la parte che ci dà coscienza di noi stessi.
Lo spirito è quella parte per mezzo della quale comunichiamo con Dio e la sola con cui possiamo percepire Dio e adorarlo. Dal momento che è la sede della nostra relazione con Dio, viene indicato come l'elemento che ci dà la coscienza di Dio.
Romani 8:16 Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio.
Dio dimora nello spirito, l'io dimora nell'anima, i sensi dimorano nel corpo.
Per mezzo dello spirito, l'uomo entra in contatto con il mondo spirituale e con lo Spirito di Dio; con il suo corpo l'uomo è in contatto con il mondo materiale, influenzandolo ed essendone influenzato. L'anima si colloca fra questi due mondi, appartenendo all'uno e all'altro. E' legata al mondo spirituale mediante lo spirito e al mondo materiale mediante il corpo. Lo spirito non può agire direttamente sul corpo: ha bisogno di un intermediario e questo intermediario è l'anima, che è il prodotto del contatto tra spirito e corpo e che fa da legame fra i due.
Lo spirito può sottomettere il corpo per mezzo dell'anima, in modo che possa ubbidire a Dio; così pure il corpo, per mezzo dell'anima, può richiamare lo spirito all'amore per il mondo.
Di questi tre elementi, lo spirito è certamente il più nobile, perché è in contatto con Dio. Il corpo è il più basso perché è legato alla materia. L'anima si trova fra i due, unendoli e ricevendone la caratterizzazione. L'anima rende possibile la comunicazione e la cooperazione fra lo spirito e il corpo.
Il compito dell'anima è di mantenere gli altri due elementi nei loro ruoli rispettivi, in modo che non abbiano a perdere la giusta relazione fra loro, nel senso che l0elemento inferiore, il corpo, rimanga soggetto allo spirito e il più nobile, lo spirito, possa governare il corpo per mezzo dell'anima. Il fattore principale dell'essere umano è senz'altro l'anima. L'anima si rivolge allo spirito perché questi le trasmetta ciò che ha ricevuto dallo Spirito Santo, affinché l'anima stessa, una volta giunta alla perfezione, possa trasmettere al corpo quello che ha ricevuto; poi il corpo parteciperà anch'esso alla perfezione dello Spirito Santo e diventerà così un corpo spirituale.
Lo spirito è la parte più nobile dell'uomo e occupa la parte più intima del suo essere. Il corpo è la parte meno nobile e occupa la parte esteriore. Tra i due dimora l'anima, che serve da intermediario. Il corpo è lo scudo esteriore dell'anima e questa è l'involucro esteriore dello spirito. Lo spirito trasmette i suoi pensieri all'anima e l'anima spinge il corpo ad ubbidire allo spirito. Questo spiega la funzione da intermediaria dell'anima. Prima della caduta dell'uomo lo spirito controllava tutto l'essere per mezzo dell'anima.
Il potere dell'anima è fondamentale, poiché è lì che si amalgamano il corpo e lo spirito, che fanno dell'anima la sede della personalità e dell'influenza dell'uomo. Prima che l'uomo commettesse il peccato originale la potenza dell'anima era completamente sotto il dominio dello spirito. La sua forza era quindi la forza dello spirito. Lo spirito non può agire direttamente sul corpo; lo può fare soltanto tramite l'anima.
Questo possiamo vederlo in Luca 1,46-47: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito ha esultato in Dio mio salvatore" (versione Darby). Spiega Pember : "Qui il cambio di tempo mostra che lo spirito ha prima concepito la gioia in Dio e poi ha comunicato il sentimento all'anima, che lo ha espresso mediante il corpo".
L'anima è dunque la sede della personalità dell'uomo. E' in essa che si trovano la volontà, l'intelletto e le emozioni. Come lo spirito serve per comunicare con il mondo spirituale e il corpo con il mondo materiale, così l'anima sta fra i due ed esercita il suo potere nel discernere e nel decidere chi deve regnare: il mondo spirituale o quello naturale. Talvolta l'anima stessa assume il controllo dell'uomo per mezzo dell'intelletto, creando così, un mondo intellettuale che impone la sua egemonia. Perché lo spirito possa governare, è necessario il consenso dell'anima, altrimenti lo spirito non è in grado di controllare le funzioni dell'anima e del corpo. La decisione spetta all'anima, perché è lì che risiede la personalità dell'uomo.
Effettivamente l'anima è il cardine di tutto l'essere umano, perché essa appartiene la volontà umana. Soltanto quando l'anima decide di assumere una posizione umile, lo spirito può dirigere l'essere umano. Se l'anima si rifiuta di assumere un simile atteggiamento, lo spirito sarà incapace di esercitare la sua autorità. Questo ci spiega il significato della libera volontà dell'uomo.
L'uomo non è un automa che si muove secondo la volontà di Dio. Al contrario: l'uomo ha la piena libertà e il potere di prendere le sue decisioni. Possiede lo strumento della volontà propria ed è quindi in grado di scegliere se seguire la volontà di Dio o, viceversa, di resistergli e seguire la volontà di Satana. Dio desidera che lo spirito, che è la parte più nobile della creatura umana, riesca a controllare tutto l'essere umano. Tuttavia la volontà, che è la parte determinante della personalità, appartiene all'anima. E' la volontà che determina se dev'essere lo spirito che deve governare l0essere umano, o il corpo o l'anima stessa. Considerando, quindi, che l'anima possiede un tale potere e che è l'espressione della personalità umana, è logico che la Bibbia indichi l'uomo come "un'anima vivente".
"Non sapete voi che siete il tempio di Dio, e che lo Spirito di Dio abita in voi?" scrive l'apostolo Paolo (1 Corinzi 3,16). Gli è stato rivelato questo parallelo fra il tempio e l'uomo. Come Dio aveva anticamente stabilito la sua dimora nel tempio, così oggi lo Spirito Santo dimora nell'uomo. Paragonando l'uomo al tempio, possiamo vedere chiaramente come i tre elementi dell'uomo siano manifesti.
Sappiamo che il tempio di Gerusalemme era diviso in tre parti. La prima era rappresentata dal cortile esterno (o vestibolo) che era visibile a tutti e visitato da tutti. Più internamente c'era il Luogo Santo, nel quale soltanto i sacerdoti potevano entrare per offrire a Dio olio, incenso e pane.  Si trovavano abbastanza vicino a Dio, ma non proprio a contatto con Lui, perché stavano ancora al di qua della cortina e quindi non alla presenza immediata di Dio. Dio abitava più internamente, nel Luogo Santissimo, dove nessun uomo poteva entrare. Benché il sommo sacerdote vi potesse entrare una sola volta all'anno, questa disposizione stava a indicare che nessun uomo poteva entrare nel Luogo Santissimo prima che la cortina fosse strappata.
Anche l'uomo è il tempio di Dio, ed è composto di tre parti. Il corpo è come il cortile esterno, con la sua vita esteriore, visibile a tutti. E' lì che l'uomo dovrebbe ubbidire a tutti i comandamenti di Dio. E' lì che il Figlio di Dio si sostituisce all'uomo e muore per tutte l'umanità.
Più internamente c'è l'anima dell'uomo che costituisce la vita interiore della creatura umana e che comprende le emozioni, la volontà e l'intelletto. Tale è il Luogo Santo dell'uomo rigenerato, poiché il suo amore, la sua volontà e il suo pensiero sono pienamente illuminati per essere in grado di servire Dio come faceva l'antico sacerdote.
Più interiormente, oltre la cortina, si trova il Luogo Santissimo in cui nessuna luce umana è mai penetrata e che nessuno sguardo umano ha mai sfiorato. E' la "dimora segreta dell'Altissimo", l'abitazione di Dio. Non può essere raggiunto dall'uomo se Dio non strappa la cortina. E' lo spirito dell'uomo. Questo spirito sta di là della coscienza dell'uomo e al di sopra della sua sensibilità. E' qui che l'uomo si unisce a Dio ed entra in comunione con Lui.
Non c'è nessuna luce nel Luogo Santissimo, perché Dio vi dimora. La luce del Luogo Santo è fornita dal candelabro dalle sette braccia. Il cortile esterno sta alla luce del giorno. Tutte queste cose servono come illustrazione e sono l'ombra della realtà di una persona rigenerata. Lo spirito è come il Luogo Santissimo, permeato della presenza di Dio, dove tutto avviene per fede, di là della visione, della comprensione riguardanti sia il mondo delle idee, sia la realtà materiale. Il corpo è paragonabile al cortile esterno, chiaramente visibile a tutti. Le azioni del corpo possono essere viste da chiunque.
L'ordina in cui Dio ci presenta questa realtà è perfetto: "lo spirito, l'anima e il corpo" (1 Tessalonicesi 5,23). Non è detto "anima, spirito e corpo", oppure "corpo, anima e spirito". Lo spirito è la parte preminente e quindi è menzionato per primo. Il corpo è la parte inferiore e quindi è menzionato per ultimo. L'anima sta in mezzo ai due e quindi è menzionata per seconda. Conoscendo l'ordine stabilito da Dio, possiamo apprezzare la saggezza della Bibbia, quando paragona l'uomo al tempio e l'uomo riguardo sia all'ordine, sia ai valori.
Tutto il servizio nel tempio si svolge secondo la rivelazione che avviene nel Luogo Santissimo. Tutte le attività nel Luogo Santo e nel cortile esterno sono regolate dalla presenza di Dio nel Luogo Santissimo. Questo è il punto più sacro, verso il quale convergono i quattro angoli del tempio. Possiamo avere l'impressione che nulla avvenga nel Luogo Santissimo, perché l'oscurità è totale. Tutte le attività si svolgono nel Luogo Santo. Anche le attività del cortile esterno sono controllate dai sacerdoti del Luogo Santo. In realtà, tutte le attività del Luogo Santo sono dirette dalla rivelazione che avviene nel silenzio e nella pace del Luogo Santissimo.
Non è difficile intuire l'applicazione spirituale di quest'ordine di cose. L'anima, l'organo della nostra personalità, è composta dalla mente, dalla volontà e dalle emozioni. Sembra che l'anima controlli tutte le nostre azioni, in quanto il corpo ne segue le indicazioni.
Prima della caduta, tuttavia, l'anima, nonostante le sue molte attività, era governata dallo spirito. E questo è l'ordine che Dio vuole ancora oggi: prima lo spirito, quindi l'anima e infine il corpo.-

Da uno scritto di Watchman Nee .-
France
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Re: Anima

Messaggio da France »

Bella e interessante questa trinità, come dici tu, di spirito anima e corpo.
Però quando il corpo muore e lo spirito ritorna a Dio, che succede all’anima dato che è il collante tra i due?
Se l’anima dovesse semplicemente svanire, come sembra, che fine fanno i ricordi le esperienze ecc. ecc.?
Per non dire della resurrezione, cosa o chi risorge... ?
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Gianni
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Re: Anima

Messaggio da Gianni »

Ottima trattazione, Francesco. :-)
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