Giovanni 21

speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

La distruzione di Gerusalemme probabilmente fu Intesa come l'esecuzione del giudizio sui Giudei che avevano ammazzato Gesù e perseguitato i suoi apostoli, come sta scritto: "d'ora in poi ved vedrete il figlio dell'uomo assiso alla destra della potenza e venire con le nubi del cielo ". Gesù non si era sbagliato ed era venuto una seconda volta.
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

L'amore del Padre per Gesù e di Gesù per Pietro e Giovanni e viceversa ci permetterà forse di capire tutto l'episodio.
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Gianni
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Re: Giovanni 21

Messaggio da Gianni »

Speculator2, perdona se ti dico chiaramente che il tuo commento è improntato alla superficialità e perfino a banalità che evidenziano mancanza di ragionamento oltre che una conoscenza insufficiente e preconcetta.
Normalmente non risponderei neppure, ma - siccome ci leggono – rispondo.

Contesti la mia affermazione che tutti e sette facevano parte dei Dodici dicendo che non lo vedi e non lo hai sentito da nessuna parte. Ti faccio allora una semplice domanda: Pietro e Giovanni facevano parte dei Dodici? Immaginando che tu sia costretto a rispondere di sì, ti pongo un’ulteriore domanda: Dove lo vedi e dove lo hai sentito? (Mi scuso per l’italiano, ma sto usando il tuo). Vedi dunque tu stesso l’inconsistenza della tua puerile obiezione.
Facciamo così: citami i nomi di coloro che sono nominati nel brano e che secondo te non fanno parte dei Dodici. Ti darò la dimostrazione scritturale che ne fanno parte.

Ti pare un po' fuori luogo fare una domanda retorica a sette pescatori stanchi. Immagino che tu intendessi dire che secondo te non era retorica. Leggi tutto il brano e poi rileggilo retrospettivamente. Yeshùa – che sa tutto, come evidenzia Pietro – sa già dove vuole andare a parare. Intanto li vede arrivare stanchi e senza entusiasmo, e già questo basta a far capire che la pesca è stata magra. La sua domanda ha diverse valenze psicologiche: gli permette di attaccar bottone e di far loro riconoscere che non hanno pescato nulla, il che darà poi grande risalto alla successiva pesca abbondante da lui suggerita.
Ora, se la sua domanda non è retorica, che cos’è? Banale perché era chiaro che la pesca era andata male? Per sfotterli? Perché non sapeva la risposta?

Dici che il termine "ragazzini" può essere anche solo affettuoso ma stabilisce, o meglio propone, un legame affettuoso tra lo sconosciuto e i "ragazzini", e Pietro non era certo più un ragazzino.
Speculator2, ho dovuto rileggere per credere alla tua palese contraddizione. Rileggiti anche tu: “Può essere anche solo affettuoso ma stabilisce, o meglio propone, un legame affettuoso”. Lo è o non lo è affettuoso? Dici che può anche essere per affermare poi che lo è.
Beh, ti faccio notare che Giovanni usa proprio la parola greca per “ragazzini”. Va bene in greco, ma in italiano dobbiamo dire “ragazzi”. È un termine colloquiale e affettuoso. In Toscana, dove vivo, per dire – ad esempio – “Ragazze, come va?”, è normale dire: “Bimbe, come va?”. E, se tu fossi qui e lo sentissi, obietteresti che una trentenne non è una bimba?
“Pietro non era certo più un ragazzino”, dici. Bene. Allora spiegaci tu perché Giovanni lo include tra i paidìa.

Altra tua perla: “Il numero 7 dei presenti non è simbolico ma suggerisce una totalità di cose spirituali”. E questa da dove viene? Se fossero stati sei e con Yeshùa sette, forse – molto forse – si potrebbe vedervi qualcosa, ma non una totalità, perché come simbolo di totalità la Bibbia usa il 10 e il 12.
Se tu fossi un biblista sapresti il ruolo che il numero 7 riveste negli scritti giovannei.

Scrivi ancora: “Anche se accettassimo che l'apparizione ai due discepoli di Emmaus e la prima apparizione di Gesù agli 11 nella stanza chiusa per paura dei Giudei avvennero nello stesso giorno, cosa che non è certa, sono due apparizioni diverse per il numero dei presenti, per il posto, per il modo con cui avviene l'apparizione”.
Punto uno. “Quando si furono avvicinati al villaggio dove andavano, egli [Yeshùa] fece come se volesse proseguire. Essi lo trattennero, dicendo: «Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire». Ed egli entrò per rimanere con loro” (Lc 24:28,29). Poi, a tavola con loro, si fa riconoscere. Il che avviene di sera, all’inizio di un nuovo giorno (lunedì, per la precisione). “E, alzatisi in quello stesso momento, tornarono a Gerusalemme e trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro” (v. 33). “Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro” (v. 36). Era senza ombra di dubbio lo stesso giorno.
Punto due. Tu conteggi quattro apparizioni contro le tre menzionate da Giovanni. Dicci: Giovanni ha fatto un clamoroso errore? Diccelo tu.

“Se Dio è agape allora phileja è inferiore, e i due amori sono diversi”. Forse volevi dire filìa (φιλία). Comunque, sì sono diversi. Come in italiano, due parole simili o sinonime non hanno mai lo stesso identico significato. In più, il greco è ricchissimo e per “amore” ha ben quattro termini diversi. Il verbo agapào è il più generico; è ampio. Il verbo filèo indica l’essere amico di qualcuno, l’avere un debole per una persona, un attaccamento personale. Yeshùa invita ad amare i nemici (Mt 5:44), amare agapào; non certo ad amarli filèo. Filìa inferiore? No davvero. Alle prime due domande di Yeshùa a Pietro se lo ama (agapào), Pietro risponde andando oltre: gli è amico, ha un debole per lui, ha con lui un attaccamento personale (filèo). La terza volta Yeshùa gli domanda se è proprio vero che gli è amico, ha un debole per lui, ha con lui un attaccamento personale (filèo). Pietro lo conferma portando a prova il fatto che Yeshùa sa tutto.
Agàpe non è il massimo dell'amore.

Dici che “quando Paolo parla di doni spirituali il massimo, quello che rimane, è l'agape”. Ti correggo. Paolo non dice che quello che rimane è l'agàpe, ma: “Ora dunque queste tre cose rimangono: fede, speranza e amore; ma la più grande di esse è l'amore” (1Cor 13:13, ND). Paolo spiega che i doni spirituali saranno eliminati e delle tre cose che rimangono la più grande è l'agàpe. Sarebbe del tutto fuori luogo dire qui la più grande è la filìa, perché questa è del tutto personale. In una comunità di credenti c’è amore agàpe reciproco, ma la filìa è riservata solo a qualuno.

Tu azzardi una stranissima interpretazione dicendo che “Simone, figlio di Giovanni” sottolinea il legame che Pietro aveva con Giovanni. Mah. Non ho parole. Con quale Giovanni? L’apostolo?! Se la pensi così, hai seri problemi in campo ermeneutico. Ovvio che “figlio di” sottolinea un legame, ma è quello tra padre e figlio.

Concludi dicendo: “Comunque è assodato che la tristezza di Pietro era poco motivata in quanto, in qualsiasi modo si traduca, riguarda parole che Gesù non aveva detto”. Frasi oscure che solo tu capisci.
La tristezza, anzi, la perplessità di Pietro si spiega psicologicamente. ‘Yeshùa che sa tutto’ gli chiede tre conferme. Che altro potrebbe dire per convincerlo? Non solo lo ama (agapào), ma gli personalmente attaccato (filèo). Che può dire di più? Può solo chiamare a testimone Yeshùa stesso: lui che tutto sa, lo sa.

Mi sono dilungato sperando si aver offerto un esempio di come si fa esegesi e, nel contempo, di come non si fa.
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

Pietro e Giovanni facevano parte dei dodici e lo vedo l'ho sentito in tutti i vangeli nell'elenco dei nomi dbegli apostoli.

Nell'episodio si nominano 5 apostoli e poi si dice altri due discepoli di cui non si fa il nome. Non ho prova che questi altri 2 discepoli fossero pure parte dei 12 apostoli ; dove la trovi?

Non ho prova che gli altri due discepoli non facevano parte dei 12. Per me la loro appartenenza ai 12 non è sicura. Ma l'affermazione che erano parte di 12 proviene da te e tu devi dare un la prova che erano dei dodici; non io che non lo erano.

Ammetto che Gesù sapeva parecchie cose, psicologiche o meno; ma la domanda di quello che i discepoli pensavano fosse un uomo qualsiasi sulla riva, dal punto di vista di quelli sulla barca, che è un punto di vista importante per uno che chiede, era se 7 pescatori validi avevano qualcosa da dar da mangiare a lui solo. quanto a vederli scoraggiati un uomo normale a 90 metri, e tale appariva ai discepoli, non può sapere se sono scoraggiati o meno.

Certo non voleva prendere in giro nessuno e da un punto di vista umano non era per niente banale e neanche usuale che una pesca fosse andata senza neanche un pesce: dalla riva uno qualsiasi non può sapere quanto pesce c'è nelle reti o già nelle cassette da una distanza da terra di una barca a circa 90 metri sul Lago.

Far riconoscere che non avevano pescato nulla è mettere il dito nella piaga e mi pare inopportuno; ma la domanda non era se avessero pescato ma se "avevano qualcosa da mangiare". Si può mangiare anche un qualcosa di non pescato, anche se improbabile in questo caso di pesca.
Gesù poi diede loro da mangiare non solo pesce ma anche pane; inoltre il pane, specie duro, dura parecchio di più del pesce. Quando viaggiavano sul lago di solito portavano il pane.

Scopo della domanda di Gesù è stabilire un contatto con loro e stabilire un contatto basato sulla carità che loro avrebbero potuto fargli dandogli del pesce che potevano avere appena pescato.

"ragazzini" può essere affettuoso e la mia conoscenza del greco non mi permette di affermare con certezza che lo sia.

Comunque la parola in greco paidia non era la parola detta da Gesù perché Gesù parlava con i 12 aramaico. È anche vero che ogni parola ha senso in un contesto, linguistico e storico geografico.

Mi chiedi perché gli disse " ragazzi " o ragazzini e ho già detto semplicemente che Gesù sembrava più vecchio, apparve vecchio, magari con capelli bianchi, anche curvato. Mi pare improbabile che per esempio un ragazzino di 12 13 anni avesse autorità di chiamare in aramaico col termine corrispondente a paidia i 7 validi giovanotti che non conosceva. Lo stesso dicasi di un uomo di 30 anni.
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

Dico che il termine ragazzini "può essere" anche solo un termine affettuoso; non è sicuro che lo sia, essendo solo una possibilita'.

Che il termine "paidia" "proponga=tenti di instaurare" un legame affettuoso è un'altra ipotesi, migliore e diversa dalla precedente che è dubbia. Non trovo contraddizione fra le due ipotesi, anche se sono espresse lo stesso contesto.

Mi risulta che il 12 sia perfezione organizzativa (i 12 apostoli per esempio), il 10 sia perfezione di cose terrene e il 7 perfezione e totalità spirituale.

Il libro Perspicacia nello studio delle scritture Edito dalla Società torre di guardia, volume secondo pagine 409, 410 scrive:


7: "il 7 è usato spesso nelle scritture per indicare completezza "

10: "il 10 è il numero che indica pienezza, totalità: l'insieme, la somma di tutto ciò che esiste di una data cosa "

12: "il patriarca Giacobbe ebbe 12 figli che diventarono i capostipiti delle 12 tribù di Israele...... Il 12 sembra dunque rappresentare un ordinamento completo, equilibrato costituito da Dio".
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

La conclusione lunga di Marco dice al versetto 12:
"inoltre, dopo queste cose apparve in un'altra forma a due di loro che erano in cammino mentre andavano nei campi; ed essi tornarono e lo riferivano agli altri. Ne' credettero a questi. Ma poi apparve agli undici stessi mentre giacevano a tavola e biasimò la loro mancanza di fede e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l'avevano visto ora destato dai morti ".

Questa apparizione agli 11 a tavola è improbabile che sia quella che è avvenuta in presenza dei discepoli di Emmaus o poco dopo il loro ritorno a Gerusalemme e non può essere questa la prima apparizione agli apostoli insieme che viene narrata; la prima apparizione non fu a 11 apostoli ma 10 perché Tommaso era assente e Giuda morto. E la seconda apparizione, secondo Giovanni, è avvenuta 8 giorni dopo la prima, lontana dal ritorno dei due a Gerusalemme.

La resurrezione avvenne il primo giorno della settimana cioè domenica. Il primo giorno della settimana: "Ma ecco (attenti), in quello stesso giorno due di loro viaggiavano verso un villaggio distante circa 11 km da Gerusalemme, chiamato Emmaus ".
Comincio' alle prime stelle della sera un giorno nuovo, cioè lunedì e tornarono (di notte) "in quella stessa ora" a Gerusalemme.
Luigi
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Re: Giovanni 21

Messaggio da Luigi »

Gli eventi narrati in Gv 21 non sono riportati dai sinottici, per cui è sul solo testo giovanneo che dobbiamo basarci. Gv 21 può essere suddiviso così: 1-14, Yeshùa appare ai discepoli; 15-19, Pietro conferma il suo profondo affetto per Yeshùa; 17, “Nutri le mie pecore”; 20-23, che ne sarà del discepolo a cui Yeshùa è particolarmente legato?; 24,25, Conclusione del Vangelo giovanneo.
Ciao Gianni, sulla frase da me evidenziata, nel tuo commento in risposta anche speculator, sarebbe interessante leggere una tua trattazione, , sulla riabilitazione di Pietro, e sulle parole di Gesù a lui dirette per tre volte:

«Simone di Giona, «Pasci i miei agnelli»
«Abbi cura delle mie pecore»
«Pasci le mie pecore.

Se c'è nel sito ,puoi segnalarmela..?
Grazie
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

I due di Emmaus tornarono immediatamente a Gerusalemme e trovarono nello stesso giorno radunati gli apostoli e discepoli.

La conclusione di Marco che ho citato però è sbagliata.

7 era certo la totalità di quelli che pescavano in quel momento sulla barca, o tentavano di pescare.

Mi risultano solo tre apparizioni agli apostoli radunati insieme, compresa quella sul lago di tiberiade.

se Agape non è il massimo dell'amore mentre Dio e Agape allora Dio non è il massimo dell'amore.

prendila come vuoi ma le 3 domande di Gesù sono tre domande diverse e tutte e tre adatte alla particolare situazione che non ti sto a spiegare perché diventa complicata la cosa è
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

Quest'ultimo intervento partito prima di essere corretto.
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

Sono d'accordo con quanto dici su primo corinti 13:13 e noto che tutto il capitolo 13 è un inno all'agape, l'amore; la filia non è in primo piano; addirittura si parla di Fede da trapiantare i monti che senza amore non è nulla.

Per inciso l'espressione: "Fede da trapiantare i monti "è usata da Paolo ma anche da Gesu'; mi pare interessante essendo rare le parole di Gesù riportate anche da Paolo.

Pietro non doveva fare altro che rispondere correttamente alle 3 domande e fare: pascolare.


Ha poco senso chiedere per due volte a qualcuno, che non risponde adeguatamente, se ti vuole bene e alla fine alla terza chiedergli se lui ti è profondamente affezionato.
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