Giovanni 21

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Gianni
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Re: Giovanni 21

Messaggio da Gianni »

La traduzione letterale della domanda in Gv 21:22b posta da Yeshùa a Pietro è: “Cosa a te?” (τί πρὸς σέ;, tì pròs sé?).
Nel racconto Yeshùa risorto fa colazione su una spiaggia lacustre con i suoi discepoli; dopo colazione Yeshùa si rivolge a Pietro e gli conferma il suo incarico pastorale, aggiungendo con un giro di parole che sarebbe morto di vecchiaia; alla fine “gli disse: «Seguimi»” (v. 19). È a questo punto che Pietro, notando Giovanni, domanda a Yeshùa, letteralmente: “E questo cosa?” (οὗτος δὲ τί; ùtos dè tì?). Al che, Yeshùa: “Se voglio che rimanga finché io venga, che t'importa [“Cosa a te?” (τί πρὸς σέ;, tì pròs sé?)]? Tu, seguimi”. - V. 22.

Sono tre gli elementi che rendono difficile la comprensione: 1. “Rimanga”, 2. “Seguimi” e 3. “Finché io venga”.
Quanto a “rimanga”, il testo ha letteralmente “rimanere” (μένειν, mènein); si tratta di una frase oggettiva: “Se voglio lui rimanere”. Non si deve cadere nell’errore di intendere che siccome Yeshùa aveva detto a Pietro di seguirlo, ora stia dicendo che Giovanni deve rimane lì e non seguirlo. Il testo non menziona alcun allontanamento di Yeshùa con Pietro (e per andare dove, poi?). Qui interviene la giusta comprensione di “seguimi” (μοι ἀκολούθει, moi akolùthei), letteralmente “a me vieni dietro” o meglio “a me continua a venir dietro”, perché il presente imperativo ha valore continuativo. Il verbo ἀκολουθέω (akoluthèo) indica l’andar dietro a qualcuno come suo discepolo. Yeshùa sta dicendo a Pietro di continuare ad essere suo discepolo senza preoccuparsi di Giovanni.
Quanto a “finché io venga”, va premesso che il greco di Giovanni, che era un illetterato, non è buono. La traduzione “rimanga” rispetta la lingua italiana, ma Giovanni dice èrchomai (ἔρχομαι), “vengo”, all’indicativo presente. In ogni caso questo verbo è tecnico, usato in senso semitico, perché l’espressione biblica “colui che viene” è riferita al Messia. Ha quindi la valenza di venuta trionfale del Messia. – Cfr. Mt 16:27;25:31; 1Cor 4:5; Ap 22:20.
I discepoli immaginano che Giovanni non sarebbe morto, ma l’evangelista stesso li corregge.

In conclusione, Yeshùa sta parlando in modo ipotetico (ἐὰν, eàn, “se”; v. 22) e lo fa senza affermare che Giovanni non sarebbe morto prima della sua venuta gloriosa né che la sua venuta in gloria si sarebbe verificata prima della morte di Giovanni.
Va aggiunto che secondo il modo espressivo ebraico ciascun intervento divino punitivo rivela la venuta del Signore. Come mostra Mt 24:1-3, i discepoli intesero la distruzione di Gerusalemme come un primo atto della venuta trionfale di Yeshùa. E nell’anno 70 Giovanni era ancora vivo.
France
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Re: Giovanni 21

Messaggio da France »

Grazie Gianni
Infatti le traduzioni tradiscono.
Però dopo duemila anni ha senso di parlare di venuta di Yeshua, oppure nessuno ha capito il senso di questa espressione?
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

Non mi pare che Pietro avesse ricevuto prima un incarico pastorale. L'incarico che aveva in precedenza era di annunciare apostolare e di pescare in senso figurato. L'incarico pastorale gli viene dato in quel momento e non prima. Quali pecore doveva pascere Pietro dopo la morte di Gesù dopo che "
colpirò Il pastore e le pecore saranno disperse "? Gesù risorto gli aveva dato il comando di "confortare" i suoi fratelli.

Non parla della morte per vecchiaia di Pietro ma di cosa sarebbe accaduto quando Pietro sarebbe diventato più saggio, più vecchio, e avrebbe continuato ad essere guidato da Gesù in un posto dove Pietro non voleva andare, in cielo.

La sorta di morte con cui avrebbe glorificato Dio era quella di morire fedele a suo figlio Gesù.

Pietro poi voltandosi vede Giovanni che a sua volta seguiva Pietro che a sua volta seguiva Gesù, mentre erano distanti dagli altri. Erano distanti dagli altri perché se Giovanni fosse stato in mezzo o vicino agli altri come avrebbe potuto Pietro identificarlo in mezzo agli altri dicendo: "e che cosa accadrà a costui ? ", costui chi?

Inoltre la domanda iniziale di Gesù Pietro mi ami tu più di tutti questi non si riferiva se lo amava più dei pescim che sarebbe stata una domanda offensiva per l'amore di Pietro, e neanche se lo amava più di quanto lo amavano gli altri perché Pietro non poteva avere la misura dell'amore che altri avevano per Gesù, ma se Pietro aveva più amore per Gesù di quello che Pietro aveva per gli altri presenti.

"Continua a seguirmi" ha senso solo se Pietro aveva già cominciato a seguirlo, in senso figurato no, perché allora ripetere l'invito a pascere e seguirlo se lo seguiva già? In senso fisico sì, perché lo stava già fisicamente seguendo, diversamente dagli altri che stavano a curare i pesci.

L'affetto di Pietro per Gesù e per Giovanni e quello di Gesù per loro due è fondamento di tutto l'episodio.

Alla domanda di Pietro Gesù non risponde: "seguimi a pascere e non preoccuparti per Giovanni" ma come Gesù è solito gli da' la risposta con una domanda che svela a chi ci pensa che seguendo Gesù Pietro ritroverà Giovanni.

Il venire di cui parla Gesù è la sua venuta come Messia.
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Gianni
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Re: Giovanni 21

Messaggio da Gianni »

France, è scritto che quanto al tempo della venuta di Yeshùa nessuno lo sa, ma solo Dio. Ha quindi senso parlare ancora di venuta. E dopo duemila anni a maggior ragione.

Speculator2, il tuo commento è di stampo cattolico. Yeshùa chiede a Pietro di confermargli il suo amore per tre volte perché per tre volte lo aveva rinnegato. Non c’è quindi un primato di Pietro, tutt’altro. Basta leggere le varie lettere bibliche per vedere come gli apostoli e poi gli anziani delle comunità sono pastori.
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

Nessuno, dato che X + Y =10, nessuno sa quanto sia X e quanto Y.

Ora io faccio conoscere che X=3 e Y=7 e X+Y=10.

Ciò che nessuno sapeva ora qualcuno lo sa.
In sostanza dire nessuno lo sa non equivale a dire nessuno lo saprà mai.

Essere interessati a sapere il tempo il giorno l'ora istante della venuta lo ritengo importante è interessante per molti.

Non ho a che fare con i cattolici da quando avevo 15 anni.

Molte interpretazioni sono mie originali, anche diverse dai testimoni di Geova dai quali sono stato religiosamente educato e influenzato.

Gesù chiede a Pietro per tre volte, ma non la stessa domanda, perché Pietro non ha capito la domanda, o se ha capito non ha voluto rispondere. Infatti se una giovane chiedesse a suo fidanzato: "mi ami tu? " (più di quanto ami i tuoi amici) e costui rispondesse: "ti voglio bene " anche alla domanda ripetuta la fidanzata non ne sarebbe affatto soddisfatta.

I verbi delle prime due domande di Gesù sono: "agapas" che vuol dire "mi ami" (secondo un principio di bene), ma Pietro risponde: "filo "che significa " ti voglio bene". Ma non bastava nelle prime due risposte il voler bene che basta alla terza domanda.

Pietro ha creduto che Gesù gli avesse chiesto per tre volte se aveva affetto per lui, perché dubitava dell'affetto di Pietro.
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

Non sostengo nessun primato di Pietro semplicemente sostengo il primato di chi va primo a seguire Gesù.
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

Dove dovevano andare Pietro e Gesù?

A pascere le pecorelle. Gli altri apostoli presenti, tranne Giovanni, avevano in quel momento altri interessi, specie i pesci. A loro non viene detto di pascere le pecorelle.
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

Non è scritto che in quanto al tempo della venuta di Gesù nessuno lo sa. Se mi sbaglio prego correggermi col testo.
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

Gesù alla terza risposta di Pietro che gli voleva bene (solamente) lo conferma nel suo incarico.

Si noti la differenza con Giovanni, che pure segue, chiamato colui che Gesù "amava". Tale amore probabilmente era reciproco.
speculator2
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Re: Giovanni 21

Messaggio da speculator2 »

Al versetto 21:7 lo stesso (probabilmente Giovanni) viene chiamato " il discepolo che Gesù amava" e si rivolge a Pietro e gli dice: "è il signore ". Mi pare come minimo un accenno ad una vicinanza tra Giovanni e Pietro.

Pietro, saputo che era o poteva essere il signore, si getta dalla barca per raggiungere (seguire) il signore.
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