Vangelo di Marco e aneddoti strani....

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Gianni
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Re: Vangelo di Marco e aneddoti strani....

Messaggio da Gianni »

Caro Matteo97, non si tratta del rapporto tra storia e teologia, ma casomai tra storia e fede. E quello in cui si crede deve essere anche vero. Ma credere a fatti che avvengono sotto i nostri occhi non richiede fede. Tutto si riduce quindi alla fede.
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matteo97
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Re: Vangelo di Marco e aneddoti strani....

Messaggio da matteo97 »

Gianni ti linko una pubblicazione della BAS in merito alla resurrezione di Gesù. E' in inglese ma merita di essere letta. https://www.biblicalarchaeology.org/wp- ... _jesus.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;?
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matteo97
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Re: Vangelo di Marco e aneddoti strani....

Messaggio da matteo97 »

Alla luce di quanto è emerso risulta difficile delineare un profilo coerente degli insegnamenti e degli avvenimenti storici che riguardano Gesù. I vangeli, pur contenendo materiale prezioso, sono scritti in uno spirito polemico e allo scopo di comprovare il carattere messianico. La prima di tutte queste fonti, l'originale Vangelo di Marco, contiene riferimenti che mostrano che è stato scritto poco prima o subito dopo la distruzione di Gerusalemme nell'anno 70; in altre parole, quarant'anni dopo la morte di Gesù. Come gli altri Vangeli, è stato originariamente scritto in greco, mentre i detti di Gesù sono stati pronunciati in aramaico. È quindi impossibile porre molta enfasi sulla perfetta accuratezza delle dichiarazioni quarant'anni dopo che si sono verificate (tra l'altro in una lingua diversa da quella originaria). Diverse fonti sostengono che è incerta l'ipotesi che abbia ricevuto una formazione intellettuale ben definita, perchè il grande sistema dell'educazione ebraica non è stato attuato fino a dopo la distruzione di Gerusalemme. È probabile, tuttavia, che potesse leggere; conosceva certamente gran parte dell'Antico Testamento (Tanakh); e il suo modo di argomentare assomiglia spesso a quello dei rabbini contemporanei, il che implica che aveva frequentato la loro società. Lo scopo di Gesù era di riscattare coloro che si erano allontanati dal sentiero battuto della moralità, tuttavia limitava la sua attenzione e quella dei suoi seguaci e ai figli perduti di Israele, proibendo perciò di insegnare a pagani e samaritani (nonostante poi ed ecco una prima contraddizione in un episodio parla alla donna samaritana e enuncia la parabola del buon samaritano). Nella sua predicazione ha adottato il metodo popolare di "mashal", o insegnamento allegorico, di cui circa trentuno esempi sono istanziati nei Vangeli sinottici, facendoli divenire la maggior parte dei suoi insegnamenti registrati. La scelta dei dodici apostoli ha un chiaro riferimento alle tribù di Israel mentre la sua preghiera speciale è semplicemente una forma abbreviata della terza, quinta, sesta, nona e quindicesima delle diciotto benedizioni. Probabilmente considerava sè stesso e il suo ministero come ponte per connettere l'alta società ebraica di allora (scribi e farisei) a quella ritenuta di scarso valore (pubblicani e prostitute) attirandosi così l'ira e la disapprovazione di chi lo contestava. Un discorso a parte merita la sua condanna a morte. Per quale motivo Gesù fu crocifisso non è del tutto chiaro. Anche se avesse affermato di essere il Messia, non avrebbe commesso alcun crimine secondo la legge ebraica. Sembra che sia stato portato prima nella casa del sommo sacerdote, probabilmente di Anania, che era senza le mura, e dove in una consultazione frettolosa l'unica prova contro di lui era apparentemente un'asserzione nella quale sosteneva che avrebbe potuto rovesciare il Tempio e sostituirlo con uno fatto senza mani, in altre parole, con il regno aspirante. . La presa dei suoi abiti da parte del sommo sacerdote sembra piuttosto implicare che l'accusa fosse di "gidduf" o blasfemia. Molto probabile è l'ipotesi che i ventitré membri della sezione sacerdotale del sinedrio, che erano rimasti offesi dall'azione di Gesù nella purificazione del Tempio, si incontrarono in modo informale e deliberarono di consegnarlo ai romani come suscettibile di causare fomentazioni con le sue pretese di essere il Messia che, naturalmente, sarebbero state considerate dal pretore romano come ribellione contro Roma. Prima di Pilato, l'unica accusa che poteva essere tentata era la ribellione contro l'imperatore. In qualche modo, sembrerebbe che l'affermazione di essere re degli ebrei (o forse di un regno dei cieli) sia stata fatta dinanzi a lui dallo stesso Gesù, come dimostra l'iscrizione inchiodata sulla croce. Uno dei pochissimi detti riportati nell'originale aramaico è l'esclamazione a Dio un'attimo prima che Gesù morisse: ""Eloi, Eloi, lama sabachthani?" il che supponendo che sarebbe risorto risulta abbastanza irragionevole sia pure detto in un contesto di atroci sofferenze. Questo lascia aperta l'incognita sulla sua presunta resurrezione narrata solo nei vangeli postumi a Marco.
speculator2
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Re: Vangelo di Marco e aneddoti strani....

Messaggio da speculator2 »

Non trovo irragionevole che Gesù abbia chiamato suo padre: "Eloi "che vuol dire "Dio mio".
Non trovo irragionevole che, dato che il padre non gli aveva risposto come avveniva quasi sempre, Gesù ha ripetuto la sua chiamata al padre.

Ottenuto e ristabilito il contatto col padre Gesù chiese al padre la ragione del "ritardo" : "perché mi hai abbandonato?".

Non ci vedo nessuna disperazione o dubbio ma richiesta di spiegazione.
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