Romani 5:12

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Tony
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Re: Romani 5:12

Messaggio da Tony »

Ecco domanda forse banale . Non è che l'epiteto di Figlio di Dio ( al posto di Massiah)deriva dal Salmo 2 dato che Davide viene definito come Suo figlio , cioè figlio di Dio e si parla anche dell'Unto in qualità di Figlio di Dio appunto o non ho capito io ?
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bgaluppi
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Re: Romani 5:12

Messaggio da bgaluppi »

Si, tuttavia non è un epiteto usato dagli ebrei. Non credo compaia mai sul Talmud in riferimento al Messia e non era usato dai giudei del tempo di Yeshùa. Il che significa che quando il sacerdotebgli chiede se fosse "il figlio di Dio", è probabilmente un'epiteto inventato dall'agiografo o inserito da un copista successivamente.
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Tony
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Re: Romani 5:12

Messaggio da Tony »

Infatti è strano che abbiano usato Figlio di Dio e non Messia . Grazie

Però suona strano anche questo alla luce di quello che tu hai detto :

Gesú disse loro: «Vi ho mostrato molte buone opere da parte del Padre mio; per quale di queste opere mi lapidate?» I Giudei gli risposero: «Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Gesú rispose loro: «Non sta scritto nella vostra legge: “ Io ho detto: voi siete dèi ” ? Se chiama dèi coloro ai quali la parola di Dio è stata diretta (e la Scrittura non può essere annullata), come mai a colui che il Padre ha santificato e mandato nel mondo, voi dite che bestemmia, perché ho detto: “Sono *Figlio di Dio?”
Vangelo secondo Giovanni 10:32‭-‬36 NR94
https://bible.com/bible/123/jhn.10.32-36.NR94" onclick="window.open(this.href);return false;

Forse sono abituato a leggerlo con un ottica influenzata , altrimenti direbbe : perché ho detto : sono il Messia?
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bgaluppi
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Re: Romani 5:12

Messaggio da bgaluppi »

Si, Tony, è un'ottima obiezione. Non so che dire, bisognerebbe vedere se nella letteratura del tempo di Yeshùa è usato l'epiteto "figlio di Dio". A me non risulta. Besasea anche spiegava che tale epiteto non è usato in riferimento al Messia. Il fatto che nel salmo Dio chiami il re Suo figlio non ha legittimato l'uso dell'epiteto "figlio di Dio" in riferimento al messia.
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Tony
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Re: Romani 5:12

Messaggio da Tony »

Ok grazie
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bgaluppi
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Re: Romani 5:12

Messaggio da bgaluppi »

Una cosa che salta all'occhio è che spesso Yeshùa è chiamato Cristo con l'aggiunta di Figlio di Dio (in alcuni casi viene usato anche il termine ebraico mashiach traslitterato in Μεσσίας), come a precisare che il Messia è il figlio di Dio. Tuttavia, un giudeo non avrebbe mai chiesto al giudeo Yeshùa o a qualsiasi altro giudeo se lui fosse il Messia aggiungendo poi l'epiteto "figlio di Dio"; sarebbe bastato chiedere se fosse il Cristo (ossia ha-Mashiach). Questo mi fa pensare che l'epiteto "figlio di Dio" sia in realtà un'aggiunta dei copisti che trasmisero gli scritti in greco, o un espediente teologico, affinché risultasse più comprensibile la figura di Yeshùa ai pagani che li avrebbero letti. Se fosse vero, sarebbe inutile rimarcare che ottennero l'effetto opposto, divinizzando Yeshùa, perché i pagani comprendevano cosa fosse il figlio di un dio ma non cosa fosse un messia. La cosa strana è che anche in Matteo - un Vangelo apparentemente destinato ai giudei - compare questo epiteto con intento eccessivamente esplicativo:

“Il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio»” - Mt 26:63

“Ella [Marta] gli disse: «Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che doveva venire nel mondo».” - Gv 11:27

Un sommo sacerdote o una donna giudea non avrebbero chiesto se lui fosse "il figlio di Dio", ma se fosse il messia (ha-mashiach), o il re di Israele. Nella letteratura talmudica, mai il messia è chiamato "figlio di Dio" e dunque non era un'espressione comunemente usata per indicare il messia. Nel Tanach il re è chiamato “figlio”, ma secondo un simbolico rapporto di figliolanza; non ci si riferisce mai al re come “figlio di Dio”. Sembrano molto più genuini Gv 1:41 e 4:25, in cui rispettivamente leggiamo Andrea dire a Simone “Abbiamo trovato il Messia [τὸν Μεσσίαν, ton Messìan]” (e il testo aggiunge “che, tradotto, vuol dire Cristo”) e la samaritana “Io so che il Messia (che è chiamato Cristo) deve venire”.

Io credo quindi che Yeshùa non abbia mai detto di essere "il figlio di Dio", ma che tale epiteto sia stato inserito successivamente e sia divenuto poi il titolo di riferimento. Del resto, i testi più antichi in nostro possesso risalgono al III-IV secolo E.V. e non sono certamente copie di originali scritti in greco. Luca ci informa che "molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto compimento in mezzo a noi, come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero ministri della Parola" (1:1-2). Gli autori dei vangeli, dunque, non sono i testimoni oculari, ma alcuni tra i molti a cui fu tramandato il Vangelo per via orale, secondo la consuetudine ebraica; anche perché gli apostoli erano analfabeti, come si stima il 97% della popolazione della palestina del I secolo. Il Vangelo fu tramandato probabilmente in ebraico o più plausibilmente in aramaico (la lingua franca in oriente dove si diressero gli apostoli) e forse trascritto nella stessa lingua, e poi i testi furono tradotti in greco da altri (questo si capisce dal tipo di scrittura, soprattutto in Mr e Gv, che non sembrano scritti direttamente in greco). Come facciamo ad essere assolutamente sicuri che i trascrittori non li abbiano abbelliti con termini e concetti di stampo ellenistico a loro familiari? Se effettivamente l'epiteto "figlio di Dio" fosse un'aggiunta successiva (che anche Paolo utilizza, in quanto scriveva essenzialmente a stranieri), come facciamo ad essere certi che anche altro non sia stato "riadattato" affinché certi concetti risultassero più comprensibili nel mondo romano?
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francesco.ragazzi
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Re: Romani 5:12

Messaggio da francesco.ragazzi »

Matteo 22,41-45
Gesù interroga i farisei
=(Mr 12:35-37; Lu 20:41-44)
41 Essendo i farisei riuniti, Gesù li interrogò, 42 dicendo: «Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?» Essi gli risposero: «Di Davide». 43 Ed egli a loro: «Come mai dunque Davide, ispirato dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo:
44 "Il SIGNORE ha detto al mio Signore:
'Siedi alla mia destra
finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi piedi'"?
45 Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?»
marco
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Re: Romani 5:12

Messaggio da marco »

francesco.ragazzi ha scritto: Pensare ad una Creazione che comporti per Dio stesso una tale umiliazione per mano della sua creatura mi fa pensare che ci sia proprio qualcosa che non quadra...
Caro Francesco alla luce dei nostri occhi risulta una azione umiliante, ma in fondo, e per Dio, non è così.
Nella vicenda della lavanda dei piedi, Gesù insegna, attraverso la ben nota azione umiliante, il valore di quel gesto. Dio, nel servire l'uomo, si piega nella maniera più bassa che si possa immaginare. La vicenda non è fine a se stessa come un semplice insegnamento sull'umiltà,ma nasconde un tesoro per l'uomo.
Pietro, esempio di uomo carnale, nega a Gesù di lavargli i piedi perchè per lui è troppo "umiliante", e la risposta del Maestro è eloquente: se io non ti lavo, non avrai parte con me.
E' come se stesse dicendo: se non accetti che Io, il Creatore, possa inginocchiarmi davanti a te per amore, tu, allora, non hai un cuore puro e libero da pregiudizi, capace di vedermi anche in futuro. Dio non prova umiliazione perchè ci ama veramente e non alla maniera umana.
Quante volte Gesù dice "amatevi come io ho amato voi"?
Se io che sono Dio vi amo incondizionatamente, senza usare distinzioni tra Creatore e creatura, anche voi dovete fare lo stesso.
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Tony
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Re: Romani 5:12

Messaggio da Tony »

francesco.ragazzi vero dimenticavo l'episodio che hai riportato . Mi è ritornato in mente che nella genealogia il Cristo è figlio di Dio . Forse è questo il senso.
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bgaluppi
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Re: Romani 5:12

Messaggio da bgaluppi »

Ma da un punto di vista ebraico ogni uomo è un ben Elohim, figlio di Dio. L'epiteto riferito al Messia risulta ancora più strano.
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