Romani 5:12

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Tony
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Romani 5:12

Messaggio da Tony »

Apro questo post ma non so se esiste già nel forum una discussione per questo tema valutando le parole di Paolo in Romani 5 :

12 Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. 13 Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, 14 la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.

sembra che qui Paolo cerca di dare una spiegazione alla morte ma dicendo che la morte ha raggiunto tutti gli uomini perchè tutti hanno peccato ,sembra che voglia dare una spiegazione anche lui a questo quesito . Cosa ne pensate?
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Alen.chorbah
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Re: Romani 5:12

Messaggio da Alen.chorbah »

Secondo me bisogna riflettere molto sui v. 13,14 :

13 Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, 14 la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo
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francesco.ragazzi
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Re: Romani 5:12

Messaggio da francesco.ragazzi »

Io credo che il "peccato" rappresenti il "libero arbitrio" ossia la possibilità che ognuno ha di scegliere fra il seguire la Legge di Dio o la propria legge di ciò che ci piace o ci fà comodo; e poichè siamo tutti stati creati con tale caratteristica, siamo tutti mortali onde poter fare in questa fase della nostra esistenza le proprie esperienze ossia il vedere e constatare che la legge secondo noi ci porta all'autodistruzione e la Legge secondo Dio ci porta in uno stato evolutivo superiore quali Figli di Dio.-
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francesco.ragazzi
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Re: Romani 5:12

Messaggio da francesco.ragazzi »

Antonio mi ispira in questo scritto....
Yeshùa ci indica la strada per fare il salto di qualità, Egli è il ben adàm ("l'essere umano prescelto") per costituire il gradino ultimo della crescita spirituale umana mentre l'adàm è il primo stadio, che contiene in sé la potenzialità di perfezione ma non ancora la capacità di attuarla (ci mancava qualcosa). Essendo Yeshùa nato allo scopo di diventare messia, aveva una predisposizione naturale verso il raggiungimento della perfezione più di tutti gli altri. Altri uomini sono riusciti a seguire dei percorsi spiritualmente elevati, magari non al livello di Yeshùa, ma ci sono riusciti. E Yeshùa afferma che anche il discepolo può essere come il maestro. Dunque, credo che l'uomo, pur essendo carnale e soggetto agli istinti materiali contrari a quelli spirituali, abbia in sé la capacità di non peccare. Yeshùa lo ha dimostrato, ma era anche preconosciuto per diventare messia e dunque aveva in sé capacità di controllo superiori alla norma, anzi ci ha mostrato il segreto per riuscire in tale compito ossia la presenza costante dello Spirito del Padre.- Tramite Yeshuà ed il Suo esempio, tutti gli uomini di buona volontà se attingono da Dio lo Spirito che ha guidato Yeshuà, possono riuscire ad elevarsi in uno stato superiore che si concratizzerà al momento della Resurrezione dai morti.- Luca 11:13 "...Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!...".
L'agnostico
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Re: Romani 5:12

Messaggio da L'agnostico »

Francesco.ragazzi condivido ciò che hai scritto.. Rimane però un punto da chiarire

In Romani 5 Paolo di che morte sta parlando?
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francesco.ragazzi
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Re: Romani 5:12

Messaggio da francesco.ragazzi »

Credo parli della morte fisica attuale conseguenza della nostra natura .....
L'agnostico
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Iscritto il: lunedì 7 maggio 2018, 19:32

Re: Romani 5:12

Messaggio da L'agnostico »

Credo parli della morte fisica attuale conseguenza della nostra natura
Se fosse cosi qualcosa non mi torna..

Paolo afferma che per colpa di Adamo la morte (fisica) entra nel mondo...
Gesù l'uomo del riscatto a questo punto avrebbe dovuto sconfiggere, attraverso la sua vita fedele e senza peccato, la morte di questo mondo..
Così dal mio punto di vista avrebbe un senso e si può parlare di un vero riscatto..
A meno che la morte di cui si parla non è quella che noi tutti conosciamo ovvero quella fisica....
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bgaluppi
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Re: Romani 5:12

Messaggio da bgaluppi »

Gesù l'uomo del riscatto a questo punto avrebbe dovuto sconfiggere, attraverso la sua vita fedele e senza peccato, la morte di questo mondo
In effetti lo fa, con la risurrezione. Per cui il vecchio corpo, inferiore, risorge a condizione nuova e superiore. È proprio la morte che cancella il peccato, poichè è il prezzo che si paga per estinguere un debito:

"perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" - Rm 6:23
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francesco.ragazzi
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Re: Romani 5:12

Messaggio da francesco.ragazzi »

Se il "peccato" è la (nostra natura attuale) il suo "salario" (conseguenza) è la morte; il dono di Dio è una (rinascita a tempo indefinito) "vita eterna" ...
La Resurrezione di Yeshua è la garanzia di tale dono e Yeshua è il Principio della Nuova Creazione di Dio non più umana ma spirituale ...
Ma io mi chiedo ancora ... Perchè per poter ottenere questo dono Yeshua ha dovuto soffrire grandemente e morire atrocemente ???
Un dono andrebbe fatto in letizia ed allegrezza non essere conseguenza di sofferenza e morte ......
.... io credo che avrei rinunciato ad un tal dono pur di evitare il prezzo pagato da Yeshua ....
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bgaluppi
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Re: Romani 5:12

Messaggio da bgaluppi »

Nelle Scritture Greche a Yeshùa è applicata la figura del servo sofferente di Is 53, che i giudei applicano a Israele (anche se al tempo di Yeshùa esistevano tradizioni che la applicano al Messia). In ogni caso, il senso è che il servo sofferente espia le colpe di Israele e del mondo intero:

“Egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori” (v.4).

“Come il sacerdote, secondo la Torah, ha il compito di rappresentare il popolo dinanzi a Dio e di presentare i peccati della nazione affinché siano perdonati (vedi Numeri 18:1), così anche Israele, in quanto popolo sacerdotale dell’umanità, si carica del peso delle colpe di tutti gli altri per chiedere a Dio l’espiazione.” (Sguardo a Sion).

Nelle Scritture Greche il servo sofferente non è Israele ma il Messia di Israele.
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