Io e il Padre siamo una cosa sola»" (Gv 10,30)

tom anad
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Re: Io e il Padre siamo una cosa sola»" (Gv 10,30)

Messaggio da tom anad »

Galuppi
“Or io non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me per mezzo della loro parola, affinché siano tutti uno, come tu, o Padre, sei in me e io in te; siano anch'essi uno in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.”

hai semplicemente confermato quanto da me eccepito.
l'unità di DIO è solo con Gesù, e questa unità "NOI" è in comunione con ESSI che sono "uno" in Noi.

Gesù definisce l'unità dei credenti come se fosse una con NOI dove Noi rappresenta Dio e Gesù.
Hai molta cultura classica ma manca la ratio
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bgaluppi
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Re: Io e il Padre siamo una cosa sola»" (Gv 10,30)

Messaggio da bgaluppi »

l'unità di DIO è solo con Gesù, e questa unità "NOI" è in comunione con ESSI che sono "uno" in Noi.
Cortocircuito? Tom, scusami, ma non capisco il senso di questa frase in italiano.
Gesù definisce l'unità dei credenti come se fosse una con NOI dove Noi rappresenta Dio e Gesù.
Giri di parole inutili. L'ha già chiesto prima che i credenti siano uno come Yeshùa e Dio sono uno. Qui chiede invece che i credenti, oltre ad essere uno come Yeshùa e Dio sono uno (già detto), SIANO ANCHE uno con Yeshùa e Dio. Infatti, i credenti formano spiritualmente il corpo di Cristo! “Noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro” (RM 12:5). È dunque attraverso Cristo che i credenti sono in Dio, uniti a Lui spiritualmente.

“affinché siano anch'essi in noi [Dio e Yeshùa]”.

Yeshùa non "definisce" l'unità dei credenti "come se fosse" quella sua con Dio, prega affinché i credenti siano uniti spiritualmente con lui e Dio. È davvero così difficile da capire? Lo dice il testo: prego ... affinché anche loro siano IN noi. Non "come se fossero", ma AFFINCHÉ SIANO, e si tratta di una richiesta, non di una definizione (infatti, quei credenti non esistevano ancora quando lui pregava!). Ragazzi, prima di parlare di greco mi sa che occorre un ripasso dell'italiano.

Questa è la traduzione letterale messa in italiano scorrevole:

“Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me attraverso la parola di loro, affinché siano tutti uno come tu Padre [sei] in me e io in te, [prego] affinché anche loro siano in noi.”
Liberocredente
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Re: Io e il Padre siamo una cosa sola»" (Gv 10,30)

Messaggio da Liberocredente »

Bgalupi

Però non ho mai sentito in ambito ebraico che dichiararsi messia e re dei giudei costituisce una bestemmia punibile con la lapidazione. Questa però mi è nuova. Io pensavo che in ambito ebraico se uno si dichiara di essere il messia e re dei giudei la cosa peggiore che gli possa capitare è quella di essere preso come uno affetto da pazzia. Cioè uno che ha bisogno di aiuto,non di essere ucciso. E di tutti i falsi messia apparsi in Israele nessuno è stato mandato a morte per il semplice fatto di aver detto di essere messia e re giudaico
Liberocredente
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Re: Io e il Padre siamo una cosa sola»" (Gv 10,30)

Messaggio da Liberocredente »

Ho una domanda per te visto che si parla di unità.

Ma l'unità di cui parla Cristo secondo te quando avverrà?
Luigi
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Re: Io e il Padre siamo una cosa sola»" (Gv 10,30)

Messaggio da Luigi »

Caro libero credente, sto ridendo con soddisfazione "senza offesa ad alcuno",ma perchè quello che scrivi , con quello che scrive anche tom, mi trova in sintonia; è talmente chiaro in un cuore redento, perdonato, riconciliato , che mi ricorda 1 Gv. 4,6.
Liberocredente ha scritto:Ho una domanda per te visto che si parla di unità.

Ma l'unità di cui parla Cristo secondo te quando avverrà?
Poi in attesa che Antonio ti risponda, lo faccio io.
Quella tra Dio Padre ed il Figlio Suo, è attuale dall'eternità, mentre quella tra il Padre ed il Figlio coi credenti, anch'essa è già attuale, poichè ogni pietra vivente ,che viene incastonata nel tempo, per formare quell'edificio vivente che è il Cristo, ecco è in costruzione , fino al giorno in cui Il Padrone di Casa si alzerà e chiudendo la porta, nessuno più potra entrare ed essere incastonata,
poichè di fatto è altresì scritto che siamo già stati risorti con Cristo, e addirittura è scritto che siamo IN LUI seduti sul trono col Padre..... , avendoci sottoposto, ogni Principato, signoria, troni, podesta....
ecco , quando parlo di credenti in Cristo, mi riferisco a tutti coloro che nel tempo, hanno creduto con tutto il cuore, che Gesù è il Cristo il Figlio di Dio, i quali per la fede e confidanza in LUI, sono stati redenti, perdonati, salvati, Riconciliati col Padre; ecco questi sono i veri discepoli e testimoni di Cristo, che sono anche, credenti Nati di Nuovo...
Potrei andare anche oltre, ma chi lo accetterebbe, se non è Nato di Nuovo ?
buona serata
tom anad
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Re: Io e il Padre siamo una cosa sola»" (Gv 10,30)

Messaggio da tom anad »

Galuppi, adesso non puoi negare quanto da te scritto:
Tom, c’è poco su cui riflettere. Forse ti è sfuggito questo:

“che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi”

Unità dei credenti; unità tra Yeshùa e Dio; unità tra credenti, Yeshùa e Dio. O anche i credenti sono Dio, oppure l’unità con Dio di cui parla Yeshùa è puramente spirituale.


Arrivo alla conclusione.
-C'è un'unità tra credenti (siate UNO)
- c'è un'unità tra DIO e Gesù (UNO)

Però Gesù dice che ci deve essere unità tra i credenti che sono UNO e l'unità tra Dio E Gesù (UNO) per formare una nuova unità.
Questa nuova unità è resa possibile dall'unità tra Dio e Gesù che è precedente e propedeutica alla nuova unità con i credenti.
Difatti Gesù dice "affinchè essi siano in noi"
Praticamente i credenti (UNO) sono attratti dall'unità principale che è tra Dio e Gesù.
Non è sostenibile la tesi che a seguito dell'unità tra i credenti (UNO) e Dio e Gesù (UNO) vi sia parità di ruoli. (vedi AP 21 e 22) essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Dio e Gesù pur se in unità spirituale con i credenti resta DIO.
Dio e Gesù dichiarano la loro unità come i credenti dichiarano la loro.
Questa dichiarazione lascia intendere che come i credenti essendo (uno) sono uguali, così anche l'unità tra Dio e Gesù lascia intendere la loro uguaglianza in termini di divinità, fermo restando che YHWH è Dio Padre e Gesù il Figlio.

questa è la distinzione tra l'unità dei credenti e l'unità tra DIO e Gesù.
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Gianni
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Re: Io e il Padre siamo una cosa sola»" (Gv 10,30)

Messaggio da Gianni »

Attenzione a non fare un salto illecito dall’unione all’unità (quest’ultima intesa come nella teologia cattolica – unità della trinità di Dio).

In Gv 17:21 Yeshùa prega così:
“Che siano tutti uno [ἓν]; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi”.

L’aggettivo ἓν è il neutro di εἷς, “uno”, e significa letteralmente “una (sola) cosa”.
In Mt 19:6 troviamo questo aggettivo al femminile, applicato ai coniugi: “Così non sono più due, ma una sola [μία] carne”.
In questo passo mattaico cogliamo la valenza dell’aggettivo εἷς, μία, ἕν. Marito e moglie sono, metaforicamente parlando, “una sola [μία] carne”. Si tratta di unione.

Tra Dio e Yeshùa c’è unione, e questa è ben chiarita in Gv 14:10,11: “Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me”.
Dio è Dio, rimane Dio, e Yeshùa dipende da Dio e non può dire e fare nulla di suo. Perfettamente aderente al Padre, i due sono uno nell’altro. È unione, non unità.

La stessa unione Yeshùa la auspica per i suoi discepoli: “Anch'essi siano in noi”. Così, l’unione tra Dio e Yeshùa (“[tu] sei in me e io sono in te”) si allarga ai discepoli di modo che ‘anch’essi siano in loro’.

Si tratta di unione. Si può anche parlare di unità, di unità dei credenti: c’è, in questo senso, unità tra Dio, Yeshùa e gli eletti. Ma è unità d’unione, non unità come nella teologia cattolica.

Quanto a unità d’intenti, non c’è differenza tra Dio, Yeshùa e gli eletti. Per meglio dire, gli eletti hanno la stessa unità d’intenti di Yeshùa e Yeshùa ha la stessa unità d’intenti di Dio.

Il risultato finale sarà quello detto da Paolo in 1Cor 15:28: “Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti”.
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bgaluppi
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Re: Io e il Padre siamo una cosa sola»" (Gv 10,30)

Messaggio da bgaluppi »

Grazie della precisazione, Gianni. In effetti, il termine unità può essere ambiguo.
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bgaluppi
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Re: Io e il Padre siamo una cosa sola»" (Gv 10,30)

Messaggio da bgaluppi »

Liberocredente, Yeshùa fu accusato di essere essenzialmente un falso profeta che istigava Israele all'apostasia. Il falso profeta poteva essere messo a morte (cfr. Dt 13:5). Lo accusavano di istigare i suoi discepoli a violare il sabato, di stregoneria (quando compiva guarigioni), e di farsi Dio pur essendo uomo (bestemmia). L'accusa di bestemmia derivava dal suo proclamarsi "uno col Padre", concetto che i farisei avrebbero dovuto comprendere benissimo ma che non compresero in virtù di altri suoi comportamenti che venivano giudicati apostati. In seguito a tutto ciò, quando gli viene chiesto dal Sinedrio se fosse il Messia e lui risponde "tu l'hai detto", viene accusato di bestemmia ingiustamente perché già giudicato un falso profeta (infatti lo prendono in giro dicendo "O Cristo profeta, indovina! Chi ti ha percosso?", Mt 26:68). Non è che fu accusato di bestemmia per aver detto di essere il Messia, perché lui non lo disse mai apertamente (disse invece di essere un profeta) e comunque non avrebbe costituito certo una bestemmia; la falsa accusa di bestemmia fu la conseguenza di tutta una serie di cose e comunque alla fine non fu utilizzata contro di lui, perché fu poi condannato dai romani per altri motivi.

Questo tema però è complicato e lo lascerei fuori da questa discussione, altrimenti andiamo OT. Ciò che conta è capire il concetto di unione spirituale che sussiste tra Dio, Yeshùa e i credenti. Tale unione è espressa anche in diversi versetti delle Scritture, e ne ho citati alcuni.
Liberocredente
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Re: Io e il Padre siamo una cosa sola»" (Gv 10,30)

Messaggio da Liberocredente »

Che genere di apostasia?

Fu accusato di essersi fatto uguale a Yhwh. Questo era il principale motivo. Lo hai detto tu stesso
E poi di violazione del sabato.

Ma davanti al sinedrio non si parlò mai di accusa di stregoneria. Si parlò anche di una accusa di distruzione del tempio, ma non fu accusato di stregoneria. Gli fu chiesto se era il messia, ma nemmeno questo era sufficiente per condannarlo a morte.

In sostanza volevano la sua morte perche lo riteneva un falso profeta che conduceva Israele all'idolatria del Messia.
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