Non per abrogare, ma per adempiere. Mt 5:17 ss.

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Gianni
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Re: Non per abrogare, ma per adempiere. Mt 5:17 ss.

Messaggio da Gianni »

Infatti!
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Tony
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Re: Non per abrogare, ma per adempiere. Mt 5:17 ss.

Messaggio da Tony »

Mi piacerebbe anche capire cosa significa :" ... Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti e avrà cosi insegnato agli uomini sarà chiamato minimo nel regno dei cieli , chi li avrà messi in pratica ed insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli " . Non dice che chi non rispetta questi comandamenti viene escluso dal regno dei cieli , dice che sarà chiamato minimo , quindi comunque farà ugualmente parte del regno dei cieli . Possibile che il senso sia sempre quello a cui Paolo si riferisce quando dice che "il giusto vivrà per fede"?
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Israel75
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Re: Non per abrogare, ma per adempiere. Mt 5:17 ss.

Messaggio da Israel75 »

Sì ho capito e letto i vostri commenti , grazie.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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bgaluppi
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Re: Non per abrogare, ma per adempiere. Mt 5:17 ss.

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Gianni, mi pare che in questo caso ἕως ἂν più congiuntivo sia una forma che equivale al futuro perfetto latino (così lo spiega il Thayer, cfr. Winer's Grammar, § 42, 5). Matteo lo usa anche in 2:13 (“finché ti avrò avvertito” o “finché non ti avrò avvertito”, in italiano) e poi vedi anche Mr 12:36 (“finché avrò fatto dei tuoi nemici lo sgabello per i tuoi piedi”).
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Gianni
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Re: Non per abrogare, ma per adempiere. Mt 5:17 ss.

Messaggio da Gianni »

La questione riamane comunque quella legata al verbo pleròo.
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bgaluppi
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Re: Non per abrogare, ma per adempiere. Mt 5:17 ss.

Messaggio da bgaluppi »

Gianni, certamente nel v. di Mt 23:32 il verbo pleròo assume il significato di “far abbondare”, e ciò è chiaro dal contesto. Come è chiaro dal contesto che in 13:48 il termine indica il completo riempimento: “Quando [la rete] è piena, i pescatori la tirano a riva”. Ma in Mt 5:17 il termine non potrebbe avere il significato che ha anche in 3:15?, in cui Yeshùa dice: “Lascia fare per ora, perché così ci conviene adempiere ogni giustizia”, cioè compiere perfettamente. Nel versetto che stiamo analizzando a me pare che il significato possa essere quello di “realizzare pienamente”, specialmente considerandolo in opposizione ad una presunta abrogazione: non per abrogare, ma piuttosto per realizzare pienamente. In questo caso abbiamo anche la negazione οὐκ che precede ἀλλά, conferendo alla seconda un senso rafforzativo. Il senso rafforzativo sta molto bene anche col significato che proponi, forse addirittura meglio, ma sinceramente non comprendo cosa significhi “far abbondare” la Torah. Se essa è già perfetta, in che modo Yeshùa la farebbe abbondare? Non forse realizzandola in modo perfetto, non solo nella pratica dei precetti ma anche nel modo in cui Dio chiede tramite il profeta in Is 1:11-17? Alla fine, forse diciamo la stessa cosa. :-)
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Tony
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Re: Non per abrogare, ma per adempiere. Mt 5:17 ss.

Messaggio da Tony »

Forse il modo per capire quel verbo lo ritroviamo nei suoi insegnamenti basati sulla Torah . Infatti non so se posso prendere spunto da questo esempio ma credo che possa essere utile . Cioè dopo il capitolo 5 di Matteo prendendo spunto dalla Torah , Yeshua diceva prima il comandamento e poi lo estendeva con un insegnamento più restrittivo . Ho letto da qualche parte che questo si chiama se non ricordo male "precetto siepe" cioè un precetto più restrittivo basato sul comandamento dato da Dio per evitare che si violi il comando alla base . Credo che in parte questo sia vero ma questo non significa che il comandamento basilare è imperfetto in se , anzi è proprio perchè ci si fa sempre affidamento che è perfetto :) . Ho letto in un libro dell'autore Roberto Sargentini riguardo al verbo plèrosai a pagina 50 del libro "Il Figlio di Israele" che : l'idea che se ne ricava è quella di una pianta il cui vaso viene riempito di acqua per vivificarla . Ecco credo che con le sue precisazioni ed insegnamenti sempre basati sul comandamento di Dio Yeshua abbia dimostrato sicuramente due cose : 1 . che possiamo fare affidamento a questa 2. che se superiamo la giustizia dei farisei , amplificando il comandamento siamo accetti a Dio :)
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bgaluppi
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Re: Non per abrogare, ma per adempiere. Mt 5:17 ss.

Messaggio da bgaluppi »

Ottime considerazioni, Tony. E il senso che propone Gianni (che poi è ciò che intendo io con "realizzazione completa") sta proprio nel superare la giustizia degli scribi e dei farisei, una giustizia che era basata sul legalismo.
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Gianni
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Re: Non per abrogare, ma per adempiere. Mt 5:17 ss.

Messaggio da Gianni »

Caro Antonio, sì, direi che alla fine siamo d’accordo. Permettimi però di rispondere alla tua domanda ovvero in che modo Yeshùa farebbe abbondare la Toràh. Qui in verità preferisco dire “riempire fino all’orlo, così che non manchi nulla”.

Nel rispondere mi riallaccio all’ottimo intervento di Tony che cita Mt 5 e il detto di Yeshùa che la giustizia da lui richiesta deve superare quella dei farisei (che è in sé una cosa enorme su cui dovrebbero riflettere – se ne sono capaci – coloro che usano le parole di Yeshùa per sostenere la sua presunta abrogazione della Toràh).

In Mt 5 troviamo il famoso discorso di Yeshùa sulla montagna. Basta leggerlo per vedere come egli diede uno stretto giro di vite, altro che abrogare! Un caso per tutti: la Toràh condanna l’adulterio, ma Yeshùa condanna il solo pensarci!
Ecco allora il senso vero: “riempire fino all’orlo, così che non manchi nulla”.

Quanto a Mt 3:15, penso che vi si possa cogliere il senso che tu suggerisci ovvero adempiere. Ma anche qui occorre essere accorti. Non adempiere nel senso di far avverare, come nelle profezie, ma nel senso di fare. Mi pare ottima la traduzione di TILC: “È bene che noi facciamo così la volontà di Dio sino in fondo”. E, se vuoi, puoi dare questo senso anche in 5:19. TILC: "Io non sono venuto per abolirla ma per compierla in modo perfetto".
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bgaluppi
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Re: Non per abrogare, ma per adempiere. Mt 5:17 ss.

Messaggio da bgaluppi »

Esatto, Gianni, è proprio questo che intendo. E al v. 20 Yeshùa spiega (gar, "perché") il senso del pleròo: superare i farisei in giustizia (il che implica l'osservanza piena, ovviamente). Chiarito questo, altro aspetto da considerare è il fatto che Yeshùa qui parlava a dei giudei; la domanda di Bruno credo fosse: per gli stranieri cambia qualcosa? Credo che a questa domanda sia possibile rispondere solo studiando Atti e le lettere apostoliche.
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