Autorità delle guide della chiesa, Eb 13:17

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bgaluppi
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Autorità delle guide della chiesa, Eb 13:17

Messaggio da bgaluppi »

Questo versetto della Lettera agli Ebrei sembra consolidare l’idea — diffusa in molte congregazioni religiose — che il fedele debba obbedire necessariamente ai capi della sua comunità, essendogli sottomesso. Leggiamolo come proposto da diversi traduttori:

“Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le vostre anime come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità.” - NR

“Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano sulle anime vostre, come chi ha da renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando, perché ciò non vi sarebbe di alcun vantaggio.” - ND

“Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi, come chi ha da renderne conto; obbedite, perché facciano questo con gioia e non gemendo: ciò non sarebbe vantaggioso per voi.” - CEI

“Ubbidite a quelli che vi guidano e siate loro sottomessi, perché vegliano su di voi e dovranno renderne conto; affinché lo facciano con gioia e non sospirando, cosa che andrebbe a vostro discapito.” - TNM

Sembra certamente un comando: ubbidite alle vostre guide e siategli sottomessi. Sulla base di queste parole, estrapolate dal contesto del capitolo della lettera e dalla Bibbia, sarebbe possibile sostenere che “i conduttori” — ossia le guide della chiesa — avrebbero assoluta autorità sui fedeli e dunque si potrebbe giustificare l’esistenza di gradi di autorità diversi all’interno della comunità e persino una “successione apostolica” tanto cara a cattolici e protestanti. Chi sono i conduttori di cui parla la lettera? I conduttori potrebbero essere gli apostoli? In tal caso l'agiografo lo avrebbe specificato, chiamandoli appunto “apostoli”, in quanto nelle Scritture Greche essi sono sempre ben distinti dagli altri e chiaramente identificati (e mai chiamati “conduttori”); oltretutto, al v. 24, l'agiografo dice “Salutate tutti i vostri conduttori”, facendo riferimento in modo specifico ai conduttori dei destinatari dell'omelia, ossia alle guide di una comunità specifica (ma non identificabile). Gli apostoli erano le guide di tutte le comunità, erano i depositari della dottrina per l'intera chiesa sparsa nel mondo.

In Eb 13:17 si tratta di “quelli che guidano” (participio presente), “quelli che conducono” le varie comunità in quel tempo, certamente i “vescovi” (επίσκοποι, epìskopoi) ossia gli anziani (πρεσβύτεροι, presbùteroi, At 20:17), ai quali Paolo dice: “Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio” (At 20:28), avvertendoli anche che tra di loro si sarebbero introdotti “lupi rapaci” (v. 29). Questo avvertimento basterebbe per confutare un presunto principio di autorità imprescindibile delle guide della chiesa, che dunque non potevano certo essere apostoli. Ma esaminiamo la questione con più attenzione.

Il v.7 è importante. Qui, l'autore di Ebrei, parlando dei conduttori, invita i fedeli a “imitare la fede (dei conduttori)” tuttavia “osservando attentamente il risultato del loro comportamento (della loro condotta di vita)” e non “considerando quale sia stata la fine della loro vita”, come traduce la NR. ἀναθεωρέω (anatheorèo) è “osservo con attenzione” e ἀναστροφή (anastrofè) è “condotta di vita”, “comportamento”, mentre ἔκβασις (èkbasis) è il “risultato” di un'azione. Non c'è un invito a obbedire agli anziani sempre e comunque, ma piuttosto facendo attenzione alla loro condotta; dunque l'invito è certamente quello di obbedire (πείθεσθε, pèithesthe) ed essere sottomessi (ὑπείκετε, hypèikete) agli anziani imitando la loro fede, come comanda anche la Torah, ma qualora le loro opere siano conformi ad una giusta condotta secondo la parola di Dio, alla quale essi sono affidati (At 20:32, e non è la parola di Dio ad essere affidata a loro). È ovvio che nessun fedele dovrebbe mai obbedire ed essere sottomesso a chi non obbedisce e non si sottomette alla parola di Dio. Yeshùa insegnò: “Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti.” (Mt 7:15,16). Il credente deve rispettare le guide anziane, ed imitarne la fede, ma osservandone con attenzione i frutti.

Se qualcuno utilizza questo versetto per giustificare a prescindere l'autorità dei “capi” di comunità, è palesemente in errore. In Ap 5:9,10, i ventiquattro anziani si prostrano davanti al Cristo e gli dicono: “Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra.”. Tutti i credenti sono sacerdoti dell’Altissimo, di pari livello, esattamente come Israele è “un regno di sacerdoti, una nazione santa” (Es 19:6).
speculator

Re: Autorità delle guide della chiesa, Eb 13:17

Messaggio da speculator »

Quel greco tradotto "sarebbe svantaggioso per voi" pone l'accento su un qualche danno che potrebbero avere i disattenti ma

ma i sorveglianti dei lavori devono rendere conto dei lavori e dei lavoratori.
Se i lavoratori agiranno bene avranno una promozione e aumento di stipendio.
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bgaluppi
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Re: Autorità delle guide della chiesa, Eb 13:17

Messaggio da bgaluppi »

ma i sorveglianti dei lavori devono rendere conto dei lavori e dei lavoratori.
Se i lavoratori agiranno bene avranno una promozione e aumento di stipendio.
Il "non vi sarebbe di alcun vantaggio" non è riferito ai conduttori. Qualora i credenti non obbediscano ai conduttori, e questi non riescano a svolgere il loro lavoro serenamente, ciò costituirebbe uno svantaggio per i credenti.
speculator

Re: Autorità delle guide della chiesa, Eb 13:17

Messaggio da speculator »

I credenti non vengono lodati dai sorveglianti che rendono conto e non viene dato ai credenti aumento, un migliore incarico, una gratifica ecc.
speculator

Re: Autorità delle guide della chiesa, Eb 13:17

Messaggio da speculator »

I sorveglianti sono contenti se agiamo bene e viceversa se male.
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bgaluppi
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Re: Autorità delle guide della chiesa, Eb 13:17

Messaggio da bgaluppi »

È importante non soffermarsi ad un singolo versetto, che, se estrapolato dal resto, può risultare ingannevole.

Il v.7 è importante. Qui, l'autore di Ebrei, parlando dei conduttori, invita i fedeli a “imitare la fede (dei conduttori)” tuttavia “osservando attentamente il risultato del loro comportamento (della loro condotta di vita)” e non “considerando quale sia stata la fine della loro vita”, come traduce la NR. ἀναθεωρέω (anatheorèo) è “osservo con attenzione” e ἀναστροφή (anastrofè) è “condotta di vita”, “comportamento”, mentre ἔκβασις (èkbasis) è il “risultato” di un'azione. Non c'è un invito a obbedire agli anziani sempre e comunque, ma piuttosto facendo attenzione alla loro condotta; dunque l'invito è certamente quello di obbedire (πείθεσθε, pèithesthe) ed essere sottomessi (ὑπείκετε, hypèikete) agli anziani imitando la loro fede, come comanda anche la Torah, ma qualora le loro opere siano conformi ad una giusta condotta secondo la parola di Dio, alla quale essi sono affidati (At 20:32, e non è la parola di Dio ad essere affidata a loro). È ovvio che nessun fedele dovrebbe mai obbedire ed essere sottomesso a chi non obbedisce e non si sottomette alla parola di Dio. Yeshùa insegnò: “Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti.” (Mt 7:15,16). Il credente deve rispettare le guide anziane, ed imitarne la fede, ma osservandone con attenzione i frutti.
speculator

Re: Autorità delle guide della chiesa, Eb 13:17

Messaggio da speculator »

E' buono il riferimento al testo greco e al significato della corretta traduzione: Questo desidero dal forum. Grazie.
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Tony
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Re: Autorità delle guide della chiesa, Eb 13:17

Messaggio da Tony »

Ciao a tutti ho letto il post scritto all'inizio ed è interessante , chiedo , possibile che Yeshua avvertisse i discepoli della questione dei "capi" nelle chiese anche prima oppure il suo è un riferimento molto localizzato ad un pensiero errato soltanto in quel momento quando disse :
Matteo 23
8 Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. 9 E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 10 E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. 11 Il più grande tra voi sia vostro servo; 12 chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.


grazie
speculator

Re: Autorità delle guide della chiesa, Eb 13:17

Messaggio da speculator »

A parte i tempi e luoghi differenti, noto "uno solo" ripetuto tre volte.
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Tony
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Re: Autorità delle guide della chiesa, Eb 13:17

Messaggio da Tony »

Si , nel contesto il maestro si rivolge ai farisei per condannare quel loro grado di superiorità e quindi di responsabilità che dovevano avere ,invece non facevano altro che aggravare la situazione con l'ipocrisia. Mi chiedo se questo valga anche dopo l'istituzione della eklesia fatta dalla autorità di Yeshua durante gli apostoli .
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