[prescrizioni farisaiche] Efesini 2:15,Marco 7:5

Avatar utente
Tony
Messaggi: 767
Iscritto il: domenica 26 agosto 2018, 17:35

Re: [prescrizioni farisaiche] Efesini 2:15,Marco 7:5

Messaggio da Tony »

Effettivamente sembra che il dialogo sia rivolto a tutti e Pietro prende la figura del portavoce ,anche perché dopo aver dichiarato che Yeshua il Messia gli altri semplicemente ascoltarono quello che Pietro disse e Yeshua risponde a tutti di non dirlo
speculator

Re: [prescrizioni farisaiche] Efesini 2:15,Marco 7:5

Messaggio da speculator »

Tony

sono d'accordo con te; non e' una domanda-discorso solo su Pietro ma sui dodici.

Per me da tempo i dodici dicevano che Gesù era il Messia e Gesu' proclama Pietro felice per questo, ma erano felici anche gli altri che lo proclamavano.
speculator

Re: [prescrizioni farisaiche] Efesini 2:15,Marco 7:5

Messaggio da speculator »

Gianni

Gesu' non aveva bisogno che glielo dicessero: Sapeva tutto.

Ma i dodici avevano bisogno di dirselo e così prendere coscienza della loro unita'.

Se ti dico "felice te che Dio ti vuol bene" non esclude certo che anche altri presenti cui Dio vuol bene siano felici nel sentirlo.
Pietro era il portavoce.
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10122
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: [prescrizioni farisaiche] Efesini 2:15,Marco 7:5

Messaggio da Gianni »

Confermo ciò che ho già scritto.
speculator

Re: [prescrizioni farisaiche] Efesini 2:15,Marco 7:5

Messaggio da speculator »

Riferiti i discorsi della gente, dovevano prendere coscienza che pochissimi dicevano che era il Messia.
speculator

Re: [prescrizioni farisaiche] Efesini 2:15,Marco 7:5

Messaggio da speculator »

Che Gesù fosse il Messia lo sapevano già.
speculator

Re: [prescrizioni farisaiche] Efesini 2:15,Marco 7:5

Messaggio da speculator »

Pietro era irruente, ma se chiedevano ai dodici: "cosa preparo per cena?" non si sarebbe mai permesso di rispondere da solo ad esempio: "un capretto arrostito".
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10122
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: [prescrizioni farisaiche] Efesini 2:15,Marco 7:5

Messaggio da Gianni »

I vv. 17-19 di Mt 16 non hanno corrispondenza negli altri due sinottici. Si tratta quindi di un’aggiunta che fa Matteo. Aggiunta non significa alterazione o modificazione dei fatti. Quei versetti fanno parte della Bibbia. Gli altri due sinottici semplicemente non riportano la replica di Yeshùa alla confessione di fede di Pietro. Giovanni non riporta neppure l’episodio; solo in Gv 6:69 troviamo le parole di Pietro: “Noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio”, ma non sono riferite all’episodio riportato dai sinottici.
A dimostrazione che si tratti del medesimo episodio abbiamo nei tre sinottici la stessa risposta data da Pietro, identica nel concetto, alla domanda diretta di Yeshùa, risposta che è: “Tu sei il Cristo” (Mr), “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt); “Il Cristo di Dio” (Lc). Dalla forma più semplice di Marco si passa a quella più completa di Matteo.

Tale aggiunta concerne unicamente la replica di Yeshùa alla dichiarazione di Pietro con cui aveva appena riconosciuto che il Maestro era il Messia (Cristo) di Dio, dichiarazione attestata da tutti e tre i sinottici.
“Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli”. Yeshùa loda Pietro e attribuisce la sua risposta non a carne e sangue, espressione tipica usata dai rabbini e anche da Paolo per indicare la persona umana; non si tratta quindi di una intuizione personale di Pietro ma di una rivelazione datagli da Dio stesso. Potremmo domandarci dove stava la novità, dato che i discepoli si erano già rivolti al loro Maestro chiamandolo “figlio di Dio” (cfr. Mt 8:29;14:33). La loro era stata però un’espressione dettata dalle meraviglie che vedevano, simile a quella del centurione e delle guardie che “visto il terremoto e le cose avvenute, furono presi da grande spavento e dissero: «Veramente, costui era Figlio di Dio»” (Mt 27:54). Qui, a freddo, Pietro fa una dichiarazione del tutto speciale e Yeshùa gli riconosce: “[Te lo ha rivelato] il Padre mio che è nei cieli”. La speciale rivelazione divina è maggiormente sostenuta, per noi che analizziamo in testo, dal modo in cui Yeshùa si rivolge a Pietro: “Simone, figlio di Giona”. Un semplice “figlio di Giona” non avrebbe certo avuto quell’intuizione. La sua dichiarazione “tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” poteva essere quindi solo conseguenza di una speciale rivelazione divina. E Yeshùa lo riconobbe.
speculator

Re: [prescrizioni farisaiche] Efesini 2:15,Marco 7:5

Messaggio da speculator »

So che fino all'episodio del cammino sull'acqua non avevano ben compreso il ruolo di Gesù per loro salvezza e nutrimento.

Ma non posso considerare che la frase del centurione sia paragonabile a frase simile degli apostoli che erano di altra cultura e avevano ben conosciuto il maestro.
speculator

Re: [prescrizioni farisaiche] Efesini 2:15,Marco 7:5

Messaggio da speculator »

Non dubito che sia stata una (speciale) rivelazione divina, ma (speciale)
Rivelazione non significa di solito "per uno solo", come alla Pentecoste.

Credo che l'uso del nome Simone figlio di Giona abbia a che fare con la tradizione ebraica e l'etimologia del nome Simone e Giona.
Rispondi