Problemi in Lc 2:22

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bgaluppi
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Problemi in Lc 2:22

Messaggio da bgaluppi »

In Lc 2:21-23 è scritto:

“21 Quando furono compiuti gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu messo il nome di Gesù, che gli era stato dato dall'angelo prima che egli fosse concepito. 22 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, 23 come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore»” (NR).

Nel v.22 riscontro due problemi. Innanzitutto, il testo parla di αἱ ἡμέραι τοῦ καθαρισμοῦ αὐτῶν, “i giorni della purificazione di loro”. A chi si riferisce il pronome personale αὐτῶν? Certamente non può riferirsi a Miryam e a Yeshùa, il quale non aveva bisogno di alcuna purificazione, ma solo di essere circonciso all'ottavo giorno, come detto al v.21. Il pronome personale plurale può riferirsi solo a Miryam e Yosef; infatti, subito dopo è detto che “portarono il bambino...”, dunque non può che trattarsi dei due genitori di Yeshùa. E qui sorge il primo problema: perché mai Yosef avrebbe avuto bisogno di purificarsi? La purificazione dopo il parto riguardava solo la donna e durava 40 giorni (numero che ricorre spesso nella Bibbia e simboleggia proprio la purificazione):

“Quando una donna sarà rimasta incinta e partorirà un maschio, sarà impura per sette giorni; sarà impura come nei giorni del suo ciclo mestruale. L'ottavo giorno il bambino sarà circonciso. La donna poi resterà ancora trentatré giorni a purificarsi del suo sangue; non toccherà nessuna cosa santa e non entrerà nel santuario finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione.” — Lv 12:2-4

Se Yosef avesse avuto bisogno di purificarsi in seguito al parto — ed è del parto che il contesto parla — poteva essere solo per l'emissione seminale; in questo caso, Yosef sarebbe il padre naturale di Yeshùa (e la stirpe davidica di Yeshùa sarebbe confermata).

Il secondo problema riguarda sempre Yosef, nello specifico la tempistica che sarebbe occorsa perché fosse purificato. Ecco cosa dice Lv 15:16:

“L'uomo da cui sarà uscito seme genitale si laverà tutto il corpo nell'acqua e sarà impuro fino a sera” (NR).

Yosef sarebbe stato puro già il giorno successivo al concepimento di Yeshùa, dunque di nuovo non si spiega perché Luca parli di una necessaria purificazione “di loro” successiva agli 8+33 giorni di purificazione necessari solo a Miryam.

Esiste anche un terzo problema, che può essere spiegato solo dal fatto che il testo non lo menziona, quello del riscatto del primogenito, come è scritto:

“Il Signore disse ancora ad Aaronne: ... Ogni primogenito di ogni carne che essi offriranno al Signore, così degli uomini come degli animali, sarà tuo; però, farai riscattare il primogenito dell'uomo e farai riscattare il primogenito di un animale impuro. Quanto al riscatto, li farai riscattare dall'età di un mese, secondo la tua stima” (Num 18:8,15,16)

Da quanto ho capito, dopo trenta giorni dalla nascita, Yosef e Miryam avrebbero dovuto recarsi al tempio dal sommo sacerdote per riscattare il primogenito, ma è ovvio che non potevano farlo perché si trovavano ancora a Betlemme, e si recarono a Gerusalemme solo dopo i 40 giorni necessari per la purificazione, come specificato al v.22. Può darsi che il riscatto fosse stato fatto a Betlemme, dove non è escluso ci fossero sacerdoti, ma il testo non lo specifica.

Detto questo, il problema più grande riguarda quel pronome personale, che si riferisce inequivocabilmente a Yosef e Miryam e fa supporre che Yosef fosse il padre naturale di Yeshùa e chi ha scritto quei versetti non sapeva che l'uomo non necessitava di purificazione. Nel caso improbabile in cui il pronome personale si riferisca a Miryam e a Yeshùa, lo scrittore non sapeva che il neonato non necessitava di alcuna purificazione. Ciò è strano, perché Luca difficilmente fa errori simili.
noiman
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Re: Problemi in Lc 2:22

Messaggio da noiman »

“Quando una donna sarà rimasta incinta e partorirà un maschio, sarà impura per sette giorni; sarà impura come nei giorni del suo ciclo mestruale. L'ottavo giorno il bambino sarà circonciso. La donna poi resterà ancora trentatré giorni a purificarsi del suo sangue; non toccherà nessuna cosa santa e non entrerà nel santuario finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione.” — Lv 12:2-4
Si Antonio…….. :YMAPPLAUSE:

Pensa se invece di un maschio nasceva una femmina, la madre sarebbe rimasta impura per due settimane e doveva attendere sessantasei giorni prima di presentarsi al sacerdote.
Discriminazione sessuale o c'è dell'altro...... :d
Della purità dell’uomo non ne trovo il senso, lo spargere del liquido seminale ha una serie di implicazioni che non mi sembrano attinenti con il Vangelo di Luca “L'uomo da cui sarà uscito seme genitale si laverà tutto il corpo nell'acqua e sarà impuro fino a sera” (NR).
Cosa ne pensi ?
Shalom
Noiman
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bgaluppi
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Re: Problemi in Lc 2:22

Messaggio da bgaluppi »

Infatti, Noiman. Proprio perché la purificazione dell'uomo non è attinente alla situazione, non capisco perché il testo lucano affermi che si doveva attendere la purificazione “di loro”. Di chi sta parlando? Senz'altro di Miryam e Yosef. Ma Yosef non aveva bisogno di purificazione. La CEI risolve il problema astenendosi dal tradurre il pronome personale “di loro”, che però accetta come originale.

Il fatto è che il pronome personale αὐτῶν (di loro) compare su tutti i manoscritti più autorevoli. Solo un codice minuscolo (76), la Vulgata, il Receptus, Ireneo e altri manoscritti minori in italiano antico riportano αὐτῆς (di lei) o Marie (Vulgata), che la Nuova Diodati accetta (traduce “Quando poi furono compiuti i giorni della purificazione di lei secondo la legge di Mosè”). Questa sarebbe la lezione più corretta, da un punto di vista biblico.

Tutte queste varianti mostrano che il testo è stato rimaneggiato. Non è possibile accettare la lezione che riportano i manoscritti più antichi, a meno che non ci sia un'altra spiegazione, ma non la vedo. La lezione tarda, quella biblicamente giusta, è senz'altro la correzione di un copista che si è accorto del problema. Come avrebbe potuto l'agiografo ebreo commettere un tale errore?
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Gianni
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Re: Problemi in Lc 2:22

Messaggio da Gianni »

Il v. 22 di Lc 2 (καὶ ὅτε ἐπλήσθησαν αἱ ἡμέραι τοῦ καθαρισμοῦ) è pressoché identico al v. 6 di Lv 12 nella LXX (καὶ ὅταν ἀναπληρωθῶσιν αἱ ἡμέραι καθάρσεως). Cambia solo la specificazione: Lv ha αὐτῆς, “di lei”, mentre Lc ha αὐτῶν, “di loro”. Il manoscritto D presenta addirittura la lezione αὐτοῦ, “di lui”, che è chiaramente un errore dello scriba copista. Solo pochissimi manoscritti leggono “sua” riferito a Miryàm, ma ciò – anziché presentare la lezione corretta, pare più una correzione di qualche copista che trovò strano leggere “di loro”. I migliori manoscritti (B, S, A, L, W) sono a favore di αὐτῶν, per cui è questa la lezione genuina.
La purificazione interessava solamente Miryàm. Forse Luca accomuna Yeshùa e Miryàm perché ambedue si presentarono al sacerdote. Sebbene molto colto, Luca non era in fondo un giudeo, per cui non sottilizza. Il punto centrale era per lui la circoncisione di Yeshùa.
Comunque, la purificazione di Miryàm mostra che lei era una donna ebrea come tutte e non ebbe quindi alcuna “immacolata concezione” come pretendono i cattolici (i quali sono mariolatri).
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bgaluppi
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Re: Problemi in Lc 2:22

Messaggio da bgaluppi »

La purificazione interessava solamente Miryàm. Forse Luca accomuna Yeshùa e Miryàm perché ambedue si presentarono al sacerdote. Sebbene molto colto, Luca non era in fondo un giudeo, per cui non sottilizza. Il punto centrale era per lui la circoncisione di Yeshùa.
Mi pare una spiegazione convincente, Gianni. Inizialmente avevo pensato che il pronome si riferisse a Miryam e Yosef:

“Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione [dei genitori] secondo la legge di Mosè, [loro, i genitori] portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore”.

Ciò sarebbe un errore clamoroso, perché l'uomo non avrebbe avuto bisogno di purificarsi, e se Yosef non fu il padre naturale del bambino, ancora meno. Invece, siccome al v.21 si è appena parlato di Yeshùa, è logico pensare che il pronome si riferisca a Miryam e Yeshùa:

“Quando furono compiuti gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu messo il nome di Gesù, che gli era stato dato dall'angelo prima che egli fosse concepito. 22 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione [della madre e di Yeshùa] secondo la legge di Mosè, [loro, i genitori] portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore”.

Tutto ciò mostra come l'autore, pur essendo ispirato, parlava con le sue capacità e si esprimeva in base alla sua conoscenza, e non era necessariamente esente da errore. Per questo, Dio parla agli uomini per mezzo di uomini. Luca, oltretutto, non era un apostolo, e si dovette informare sui fatti; come dici tu, non era in fondo un giudeo, per cui non sottilizza.
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Gianni
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Re: Problemi in Lc 2:22

Messaggio da Gianni »

Infatti.
noiman
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Re: Problemi in Lc 2:22

Messaggio da noiman »

Concordo con Gianni e Antonio, questo è un caso non unico e neanche raro in cui capiamo che chi scrisse o solamente ricopiò le scritture non possedeva una identità ebraica, lo stesso Luca ammette che i vangeli non sono la parola del Signore, e commenta:
”Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin dal principio e divennero ministri della parola, cosi ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato”(Luca).
Gerolamo scrive: ”Cose che sono state mal edite da pessimi traduttori, o corrette ancora più inopportunamente da presuntuosi inesperti, o aggiunte o mutate da sonnacchiosi copisti”
Alla fine assistiamo al copista che diventa autore che sovrascrive il testo che non comprende in pieno e lo svolge come a lui sarebbe piaciuto leggerlo e copiarlo.
Affermava Aby Warburg: “Se Dio sta nel dettaglio, la fede sta nella correzione dei refusi”
Noiman
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bgaluppi
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Re: Problemi in Lc 2:22

Messaggio da bgaluppi »

Molto bella la frase di Aby Warburg. Il problema sorge invece per chi accetta tutto a prescindere come "parola di Dio", senza capire veramente il significato di questa espressione.

“Non continuare a bere acqua soltanto, ma prendi un po' di vino a causa del tuo stomaco e delle tue frequenti indisposizioni” - 1Tm 5:23

Dunque, siccome la Bibbia è "parola di Dio", certamente il vino cura il mal di stomaco.
noiman
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Re: Problemi in Lc 2:22

Messaggio da noiman »

Molto bene Antonio :-)
Un piccolo O.T, poi vi lascio proseguire….. :YMHUG:
L’impurità che riguarda il parto è diversa tra chi a partorito un maschio o una femmina , ci si è chiesti il perché. Innanzitutto la nostra concezione di purità e del suo opposto è ben diversa da quella ebraica biblica e anche di oggi, una intera sezione del talmud affronta il problema fornisce profonde spiegazioni, in questo caso la la purità o il suo opposto devono essere considerati nell’ambito rituale e sono condizioni ben diverse dalle impurità sessuali o riguardo un contatto con un cadavere.
La riflessione va fatta sulla neomamma che ha appena assolto al comandamento di procreare, i “shivà nekiim “ letteralmente “ i sette puliti” ,sono genericamente i sette giorni consecutivi che la rendono pura.
L’ottavo giorno, corrisponde allo spazio temporale in cui il figlio maschio attraverso la circoncisione entra nel patto.(in modo generico nella halachà).
Nel caso della partoriente la mitzvà impone che dopo ogni parto si debba offrire un sacrificio al tempio, oggi il tempio non esiste più l’Halachà prevede per le donne il bagno rituale nel mikvè.
L’impurità della donna subito dopo il parto non ha legame con il peccato di Adamo , il giudaismo non considera il peccato originale, il neonato è puro e libero da ogni trasgressione, la donna è considerata come una specie di socia di D-o , partecipe nella creazione, la donna durante tutta la gravidanza è nella condizione di assoluta purezza, fosse essa anche una assassina o una alcolista.
Questa condizione fa un profondo distinguo tra il puro o l’impuro.
La Torah è sottile e nelle sue prescrizione riconosce di fatto che la partoriente è esposta a grandi pericoli, nel tempo biblico partorire aveva una altissima probabilità di morte per madri e nascituri, tutto questo non è ignorato, nella sua saggezza la Torah fornisce un insegnamento, secondo la tradizione una donna che porta nel suo ventre una femmina è una creatrice che contiene una futura creatrice, vale il principio che non si può adempiere a un precetto a mani vuote, la mizvà di purificazione vale il doppio ed essa è esente al presentarsi al santuario, il suo compito è curare la vita che ha generato , il suo corpo è superiore al santuario stesso.
Shalom
Noiman
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Gianni
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Re: Problemi in Lc 2:22

Messaggio da Gianni »

Grazie, Noiman. Rimango sempre ammirato dai particolari che aggiungi. :-)
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