Problemi in Lc 2:22
Inviato: sabato 18 agosto 2018, 16:44
In Lc 2:21-23 è scritto:
“21 Quando furono compiuti gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu messo il nome di Gesù, che gli era stato dato dall'angelo prima che egli fosse concepito. 22 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, 23 come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore»” (NR).
Nel v.22 riscontro due problemi. Innanzitutto, il testo parla di αἱ ἡμέραι τοῦ καθαρισμοῦ αὐτῶν, “i giorni della purificazione di loro”. A chi si riferisce il pronome personale αὐτῶν? Certamente non può riferirsi a Miryam e a Yeshùa, il quale non aveva bisogno di alcuna purificazione, ma solo di essere circonciso all'ottavo giorno, come detto al v.21. Il pronome personale plurale può riferirsi solo a Miryam e Yosef; infatti, subito dopo è detto che “portarono il bambino...”, dunque non può che trattarsi dei due genitori di Yeshùa. E qui sorge il primo problema: perché mai Yosef avrebbe avuto bisogno di purificarsi? La purificazione dopo il parto riguardava solo la donna e durava 40 giorni (numero che ricorre spesso nella Bibbia e simboleggia proprio la purificazione):
“Quando una donna sarà rimasta incinta e partorirà un maschio, sarà impura per sette giorni; sarà impura come nei giorni del suo ciclo mestruale. L'ottavo giorno il bambino sarà circonciso. La donna poi resterà ancora trentatré giorni a purificarsi del suo sangue; non toccherà nessuna cosa santa e non entrerà nel santuario finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione.” — Lv 12:2-4
Se Yosef avesse avuto bisogno di purificarsi in seguito al parto — ed è del parto che il contesto parla — poteva essere solo per l'emissione seminale; in questo caso, Yosef sarebbe il padre naturale di Yeshùa (e la stirpe davidica di Yeshùa sarebbe confermata).
Il secondo problema riguarda sempre Yosef, nello specifico la tempistica che sarebbe occorsa perché fosse purificato. Ecco cosa dice Lv 15:16:
“L'uomo da cui sarà uscito seme genitale si laverà tutto il corpo nell'acqua e sarà impuro fino a sera” (NR).
Yosef sarebbe stato puro già il giorno successivo al concepimento di Yeshùa, dunque di nuovo non si spiega perché Luca parli di una necessaria purificazione “di loro” successiva agli 8+33 giorni di purificazione necessari solo a Miryam.
Esiste anche un terzo problema, che può essere spiegato solo dal fatto che il testo non lo menziona, quello del riscatto del primogenito, come è scritto:
“Il Signore disse ancora ad Aaronne: ... Ogni primogenito di ogni carne che essi offriranno al Signore, così degli uomini come degli animali, sarà tuo; però, farai riscattare il primogenito dell'uomo e farai riscattare il primogenito di un animale impuro. Quanto al riscatto, li farai riscattare dall'età di un mese, secondo la tua stima” (Num 18:8,15,16)
Da quanto ho capito, dopo trenta giorni dalla nascita, Yosef e Miryam avrebbero dovuto recarsi al tempio dal sommo sacerdote per riscattare il primogenito, ma è ovvio che non potevano farlo perché si trovavano ancora a Betlemme, e si recarono a Gerusalemme solo dopo i 40 giorni necessari per la purificazione, come specificato al v.22. Può darsi che il riscatto fosse stato fatto a Betlemme, dove non è escluso ci fossero sacerdoti, ma il testo non lo specifica.
Detto questo, il problema più grande riguarda quel pronome personale, che si riferisce inequivocabilmente a Yosef e Miryam e fa supporre che Yosef fosse il padre naturale di Yeshùa e chi ha scritto quei versetti non sapeva che l'uomo non necessitava di purificazione. Nel caso improbabile in cui il pronome personale si riferisca a Miryam e a Yeshùa, lo scrittore non sapeva che il neonato non necessitava di alcuna purificazione. Ciò è strano, perché Luca difficilmente fa errori simili.
“21 Quando furono compiuti gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu messo il nome di Gesù, che gli era stato dato dall'angelo prima che egli fosse concepito. 22 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, 23 come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore»” (NR).
Nel v.22 riscontro due problemi. Innanzitutto, il testo parla di αἱ ἡμέραι τοῦ καθαρισμοῦ αὐτῶν, “i giorni della purificazione di loro”. A chi si riferisce il pronome personale αὐτῶν? Certamente non può riferirsi a Miryam e a Yeshùa, il quale non aveva bisogno di alcuna purificazione, ma solo di essere circonciso all'ottavo giorno, come detto al v.21. Il pronome personale plurale può riferirsi solo a Miryam e Yosef; infatti, subito dopo è detto che “portarono il bambino...”, dunque non può che trattarsi dei due genitori di Yeshùa. E qui sorge il primo problema: perché mai Yosef avrebbe avuto bisogno di purificarsi? La purificazione dopo il parto riguardava solo la donna e durava 40 giorni (numero che ricorre spesso nella Bibbia e simboleggia proprio la purificazione):
“Quando una donna sarà rimasta incinta e partorirà un maschio, sarà impura per sette giorni; sarà impura come nei giorni del suo ciclo mestruale. L'ottavo giorno il bambino sarà circonciso. La donna poi resterà ancora trentatré giorni a purificarsi del suo sangue; non toccherà nessuna cosa santa e non entrerà nel santuario finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione.” — Lv 12:2-4
Se Yosef avesse avuto bisogno di purificarsi in seguito al parto — ed è del parto che il contesto parla — poteva essere solo per l'emissione seminale; in questo caso, Yosef sarebbe il padre naturale di Yeshùa (e la stirpe davidica di Yeshùa sarebbe confermata).
Il secondo problema riguarda sempre Yosef, nello specifico la tempistica che sarebbe occorsa perché fosse purificato. Ecco cosa dice Lv 15:16:
“L'uomo da cui sarà uscito seme genitale si laverà tutto il corpo nell'acqua e sarà impuro fino a sera” (NR).
Yosef sarebbe stato puro già il giorno successivo al concepimento di Yeshùa, dunque di nuovo non si spiega perché Luca parli di una necessaria purificazione “di loro” successiva agli 8+33 giorni di purificazione necessari solo a Miryam.
Esiste anche un terzo problema, che può essere spiegato solo dal fatto che il testo non lo menziona, quello del riscatto del primogenito, come è scritto:
“Il Signore disse ancora ad Aaronne: ... Ogni primogenito di ogni carne che essi offriranno al Signore, così degli uomini come degli animali, sarà tuo; però, farai riscattare il primogenito dell'uomo e farai riscattare il primogenito di un animale impuro. Quanto al riscatto, li farai riscattare dall'età di un mese, secondo la tua stima” (Num 18:8,15,16)
Da quanto ho capito, dopo trenta giorni dalla nascita, Yosef e Miryam avrebbero dovuto recarsi al tempio dal sommo sacerdote per riscattare il primogenito, ma è ovvio che non potevano farlo perché si trovavano ancora a Betlemme, e si recarono a Gerusalemme solo dopo i 40 giorni necessari per la purificazione, come specificato al v.22. Può darsi che il riscatto fosse stato fatto a Betlemme, dove non è escluso ci fossero sacerdoti, ma il testo non lo specifica.
Detto questo, il problema più grande riguarda quel pronome personale, che si riferisce inequivocabilmente a Yosef e Miryam e fa supporre che Yosef fosse il padre naturale di Yeshùa e chi ha scritto quei versetti non sapeva che l'uomo non necessitava di purificazione. Nel caso improbabile in cui il pronome personale si riferisca a Miryam e a Yeshùa, lo scrittore non sapeva che il neonato non necessitava di alcuna purificazione. Ciò è strano, perché Luca difficilmente fa errori simili.