le sette chiese

massimo
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le sette chiese

Messaggio da massimo »

Buona sera a tutti...
in Apocalisse 2-3 Yehsua parla e mette in evidenzia tutti i lati negativi e positivi delle sette chiese.

Queste lettere si riferiscono a 7 chiese vere oppure è solo simbolico?

Nel senso, si riferisce a tutte le chiese che dicono di essere cristiane? (es. TDG, Avventisti, Battisti, Cristadelfiani ecc ecc)
massimo
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Re: le sette chiese

Messaggio da massimo »

grazie... ho letto la parte che mi interessava di più, ma ho letto questo e penso che mi sia stato più utile:

http://www.biblistica.it/wordpress/wp-c ... igioni.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;

è molto interessante la parte finale dove dice che probabilmente in tutte le religioni cristiane vivono sia il grano e le zizzanie e sarà verso la fine che gli angeli faranno la separazione...

ho trovato molto interessante questa parte:

"La concezione di una chiesa unita nell’adorazione i cui membri cooperano per il progresso del vangelo è forse diventata un’utopia?
Era una realtà solo del primo secolo?
L’apostasia non spiega soddisfacentemente questa apparente scomparsa della chiesa di Dio. Yeshùa disse: “Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente” (Mt 28:20).
Voi chi?
Singoli individui sparsi qua e là nelle varie denominazioni cristiane?
È possibile.
Una chiesa trasversale fatta di credenti che si trovano sparsi nelle varie confessioni. Credenti che sono stati riconosciuti da Dio.
A favore di questa ipotesi c’è il testo di Ap 3:20 “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”.
In questo passo Yeshùa bussa, per così dire, alla porta di ciascuno di noi e a chi lo invita ad entrare dimora con lui.
Interessante è che mentre il messaggio di rimprovero è rivolto ad una chiesa specifica, quella di Laodicea, l’azione relazionale avviene solo tra Yeshùa e il credente.
Alcuni esegeti, nel corso del tempo, hanno ipotizzato che la chiesa di Laodicea rappresenti la chiesa degli ultimi giorni, tiepida, indifferente, compiaciuta (vv. 15,16). Indipendentemente dalla giustezza o meno di tale interpretazione è evidente che
Yeshùa tratta con i singoli credenti che renderanno conto di come hanno risposto alla chiamata di Dio.
Si può fare un ulteriore considerazione basata su Ap 12:17 che parla di “quelli che restano della discendenza di lei [la simbolica donna di Dio del v.1]”.
L’espressione “quelli che restano” in greco è un’unica parola, loipon, un aggettivo, che significa: rimanente, resto, il resto delle cose che rimangono.
Di questo rimanente viene detto che “osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù”.
Dato che il libro di Apocalisse tratta gli avvenimenti dei tempi escatologici è lecito dedurre che dopo un periodo iniziale di una chiesa unita alla fine ne rimane un residuo, una rimanenza, un frammento.
In vista di quanto detto allora si può concludere che una chiesa unita e riconosciuta da Dio come depositaria dell’insegnamento degli apostoli secondo verità fu una realtà solo nel primo secolo.
Tuttavia le parabole che Yeshùa fece del lievito o del granello di senape circa il regno di Dio evidenziano un grande sviluppo della sua sfera di influenza, tale che solo un’opera mondiale di predicatori* avrebbe potuto fare. La predicazione della buona notizia del Regno di Dio infatti deve raggiungere ogni angolo del pianeta
(Mt 24:14; At 1:8). Dobbiamo allora concludere che tutte le chiese, nei loro sforzi missionari, concorrono alla predicazione, all’annuncio del regno di Dio?
Sarà poi Dio ad attirare coloro che son suoi di mezzo alle varie religioni?
Le denominazioni della cristianità sono da considerarsi mali necessari?
Alla luce di alcune parabole sembrerebbe di si. Prendiamo ad esempio la parabola delle zizzanie e quella della rete da pesca.
Aspetti salienti della prima:
1. Il grano e le zizzanie crescono insieme, le une vicino alla altre, nello stesso campo.
2. Non avviene alcuna separazione del grano dalle zizzanie prima della fine dei tempi.
3. Chi opera la separazione sono gli angeli.
Aspetti salienti della seconda:
1. Il regno di Dio é paragonato ad una rete a strascico.
2. La rete raccoglie, durante la pesca, ogni tipo di pesce.
3. Quando la rete é tirata a riva avviene la separazione dei pesci buoni da quelli cattivi.
4. Chi opera la separazione sono gli angeli.
Come si vede veri e falsi credenti convivono insieme, non esiste cioè una chiesa che è tutto grano o pesce buono.
Saranno gli angeli alla parusia del Signore che opereranno la separazione.
È chiaro che non ho trovato una risposta conclusiva a questo problema. La realtà nella quale mi dibatto è che in qualunque chiesa vado trovo idee che ritengo antiscritturali e quindi non mi sento di aderire a nessuna. Concludo con altre domande: la vita del discepolo di Yeshùa oggi è una corsa solitaria?
Che senso hanno oggi le seguenti parole: “Non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno” (Eb 10:25)?
Quale “comune adunanza”?"
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bgaluppi
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Re: le sette chiese

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Massimo. Mi trovo d'accordo con quanto sostiene il Gherardi sulla chiesa trasversale e sparsa nelle varie comunità religiose e sul rimanente della chiesa delle origini nel momento della fine; Yeshùa disse: “quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18:8). Ciò significa che la fede non abbonderà di certo. Non sono d'accordo sul suo dubbio riguardo la necessità di far parte di una comunità, onde non abbandonare la comune adunanza. Al tempo della Lettera agli Ebrei (intorno al 60) la chiesa unita delle origini esisteva ancora poiché gli apostoli erano ancora in vita (almeno alcuni), dunque le parole dell'agiografo hanno perfettamente senso; egli parla al presente e la sua esortazione è rivolta ai credenti in quel periodo, in cui l'apostasia era già all'opera. Gli apostoli e i discepoli attendevano il manifestarsi del Messia e la fine dei tempi, non avendo idea che sarebbero trascorsi ancora quasi 2000 anni...

Oggi viviamo tempi di totale apostasia, sia fuori che dentro le varie chiese. Ci sono congregazioni religiose che sono più coerenti rispetto ad altre per quanto riguarda l'applicazione degli insegnamenti biblici, ma in tutte è possibile scorgere aspetti apostati. Spesso mi sono chiesto, avendo acquisito una minima conoscenza biblica, come mi comporterei standomene lì seduto in mezzo ad un gruppo di fedeli ad ascoltare un "pastore". Quando sento la gente parlare della parola di Dio o del messia o della fede, il mio cervello automaticamente analizza e verifica ogni parola... E se trovo aspetti non biblici nel suo parlare, cosa dovrei fare? Lasciar correre e sopportare oppure alzare la mano e controbattere, mettendo in evidenza errori e incongruenze e sollevando un polverone?

La gente a volte mostra di avere più interesse a sentirsi parte di un gruppo che ad essere fedele agli insegnamenti biblici. Ho letto storie di pastori di chiese protestanti che andavano a letto con le mogli di fratelli della comunità... Rubavano il denaro... Non si può fare di tutta l'erba un fascio, ma il marcio è ovunque, e c'era anche al tempo degli apostoli, persino nella prima chiesa. Ma un discorso sarebbe se oggi ci fossero apostoli ispirati a sorvegliare e mantenere la chiesa sul giusto binario... Purtroppo non ci sono, e la chiesa è come una nave che si muove senza timoniere. L'unico timoniere che abbiamo è la Scrittura, non ce ne sono altri.

A questo punto, che differenza fa essere parte di una congregazione o non esserlo? “Ciò che conta è l'osservanza dei comandamenti di Dio” — 1Cor 7:19
massimo
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Re: le sette chiese

Messaggio da massimo »

grazie per il messaggio bgaluppi...
concordo con te riguardo al fatto che in ogni religione ci sia l'apostasia e anche nel fatto che ci sono alcune che applicano in modo le scritture (non in modo completo ovviamente) e concordo anche nel fatto che ci sono sia le zizzanie che il grano in queste religioni e penso che Dio vede il cuore di queste persone e sa se lo servono con spirito e verità.

riguardo il far parte di una congregazione o no penso che sia importante stare con persone che credono in cristo e riunirsi regolarmente con loro.

Ad esempio, in passato ho cercato di evitare i tdg per studiare meglio le scritture e cercare di migliorare spiritualmente conoscendo la persona di Dio e di suo Figlio, ma ho notato che stando da solo mi comportavo in modo sbagliato anche se studiavo la bibbia e cercavo di applicare i suoi insegnamenti nella mia vita eppure non ci riuscivo...
Quando ho iniziato a frequentarli di più ho notato che il mio comportamento cambiava e migliorava, diventavo sempre più altruista e amorevole con i fratelli e le sorelle...
Penso che in alcuni momenti Proverbi 18:1 possa essere veramente un buon punto di riflessione...

In più Yeshua disse che i suoi discepoli sarebbero stati riconosciuti dal loro amore fraterno, e questo amore posso mostrarlo non solo con gli altri cristiania delle altre religioni, ma anche con i tdg...
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bgaluppi
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Re: le sette chiese

Messaggio da bgaluppi »

Ottima riflessione su Pr 18:1. Però, i TdG impediscono ai fratelli di consumare la cena di commemorazione del suo sacrificio... La cena la consumano "gli eletti" (o "autoeletti") alla faccia dei fratelli. Dunque, cosa fanno?
massimo
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Re: le sette chiese

Messaggio da massimo »

Ciò si potrebbe fare anche da soli...
Parlavo con un tdg (uno che la pensa come noi) e mi diceva che ciò si poteva fare una volta a settimana la sera da soli
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bgaluppi
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Re: le sette chiese

Messaggio da bgaluppi »

Infatti. Però allora a cosa serve frequentare la comunità, se poi devi fare le cose giuste di nascosto? È paradossale scegliere di stare in un luogo dove sai di non poterti sentire libero e a tuo agio. È questo che Yeshùa voleva per la sua chiesa?
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Alen.chorbah
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Re: le sette chiese

Messaggio da Alen.chorbah »

Cio che è scritto sul grano e le zizzanie sono d'accordo anche io, ma occhio a non usarlo come scusa per far andare bene tutto. Mi spiego meglio. Se io faccio parte di una religione e veramente col cuore credo che e cio che insegni sia giusto e la vivo con un cuore puro, allora Dio nonostante siamo ignoranti vede il nostro cuore e co giustifica. Però, se noi che facciamo parte di una religione e sappiamo che le sue pratiche e i suoi insegnamenti sono sbagliati e continuiamo lo stesso a frequentarla mi dispiace ma le cose cambiano. Perché Dio passa VOLUTAMENTE al secondo posto, perché prima si apppggeranno degli insegnamenti sbagliati, se qualcuno insegna qualcosa di sbagliato e tu lo sai e non provi nemmeno a correggerlo perché la tua religione impone quel insegnamento allora mettiamo da parte Dio. Riprendo cio che ha detto antonio, se il pane noi lo passiamoe non lo mangiamo noi quel giorno abbiamo rifiutato Gesù e il suo sacrificio per una religione. E quando si è consapevolidi ciò e lo so fa lo stesso, non dico che Dio non giustifica, perché non lo posso sapere, ma ci rifletterei su.
massimo
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Re: le sette chiese

Messaggio da massimo »

si può sempre mancare alla commemorazione o prendere il pane e il vino prima e poi andare alla commemorazione...
conosco tanti fratelli che rimangono tdg perché pensano che Dio non cerca dottrine perfette dentro una religione cristiana (anche perché sarebbe impossibile con tutte le cose che non sappiamo e che scopriamo ogni giorno), ma cerca persone che lo amano di cuore e amano il prossimo come se stessi...
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Alen.chorbah
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Re: le sette chiese

Messaggio da Alen.chorbah »

Rimangono tdg semplicemente perché non hanno scelta a meno ke non vogliano perdere famiglia e amici, e comunque sia li capusco.
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